www.gazzetta.itIl derby si chiude con due penalty realizzati nella ripresa da Borriello e Vucinic: 2-0 e la capolista si ferma dopo sei gare ufficiali senza sconfitte. Traverse per Simplicio e Foggia. Ma la squadra di Reja lamenta un fallo di Riise su MauriOMA, 7 novembre 2010 - Un derby deciso dal dischetto e che susciterà polemiche lunghe mesi nella capitale. Perché se i due rigori che Morganti fischia sono corretti, ce n’è almeno uno nettissimo per la Lazio, quando siamo ancora sull’1-0 e la partita è aperta a qualsiasi risultato. Vince dunque la Roma, che si rilancia nelle zone alte della classifica, ma la Lazio capolista non esce ridimensionata, perché gioca alla pari degli avversari e anche meglio in certi frangenti, peccando solo di ingenuità in certi momenti. Il Milan ora insegue a 2 punti, ma c’è un primato da mantenere e il turno infrasettimanale aiuta a dimenticare in fretta nel classico chiodo schiaccia chiodo. Per Ranieri il momento peggiore sembra alle spalle e vince il suo terzo derby su tre, ancora senza Totti in campo.
VUOTI E INCIVILTA’ — Segni non proprio positivi: una tribuna Tevere più vuota che piena, con circa 20 mila biglietti complessivamente invenduti per un derby che suscita più paure che entusiasmi in una larga parte di tifoseria che non si riconosce nel tifo ultrà. Altro segno di civiltà dismessa: l’aquila Olimpia che non può volare, per sicurezza, e viene accompagnata dal suo istruttore: tiene saldamente legate al braccio le zampe del rapace che vorrebbe spiccare il volo, ma è meglio evitare col becerume che circola.
ROMBI OPPOSTI — Reja a inizio settimana aveva già deciso di schierare in attacco Rocchi, tenendo in panca Zarate e lasciando inalterato l’assetto vincente (con la sola eccezione di Stendardo per lo squalificato Biava). Ranieri, oltre all’assenza di Totti, ha qualche dubbio in più, alla fine conferma in mediana Simplicio portando in panca un Pizarro non ancora pienamente recuperato. Dunque entrambi i tecnici optano per il rombo a centrocampo, ma almeno nella fase iniziale i vertici avanzati, Hernanes e Menez, servono più a pressare il primo portatore di palla che a rifinire. Infatti gli assetti sono molto bloccati e specie la Lazio difende con tutti i propri uomini. Nella fase iniziale succede poco. E quel poco nasce da qualche errore, come un rimpallo che favorisce Borriello (su Stendardo, duello da scintille tutto napoletano), il quale non riesce a servire Vucinic a pochi passi. Si cercano i calci piazzati (su uno di questi Burdisso strappa la maglia a Dias) e anche i falli laterali di Riise in questo senso diventano un pericolo in più per la difesa della capolista.
ACCELERAZIONI — Per saltare gli organizzati pacchetti difensivi serve velocità. E la Lazio la trova con un bel lancio di Brocchi sul filo del fuorigioco a Mauri: cross al volo di prima, ma Rocchi non ci arriva per un soffio. Se Lichtsteiner porta più palla a destra è ancora a sinistra la fascia dalla quale crea pericoli la Lazio con un cross basso di Radu, che Hernanes controlla e gira al volo bene di sinistro, solo un po’ alto. La Roma risponde con una bellissima azione di prima a cinque tocchi, con l’ultimo di Vucinic: sinistro impreciso. La Roma mette più pressione, spinge e accumula calci d’angolo, ma i centrali difensivi Dias e Stendardo sono molto attenti.
EL GRECO — Verso la fine del tempo una tacchettata non voluta provoca un taglio al polpaccio di Menez e costringe il francese a uscire. Ranieri sceglie la freschezza di Greco, autore del terzo gol a Basilea in settimana. E il romano al primo pallone che tocca segna anche, ma l’arbitro annulla per un fuorigioco di Borriello sulla fascia sinistra, lanciato da Riise. Il tempo si chiude con Borriello che fa a sportellate in area per difendere il pallone, ma la sua girata di sinistro non trova la porta.
REJA CAMBIA MA ARRIVA IL GOL — A inizio ripresa, il tecnico goriziano inserisce Zarate per Rocchi. Ma proprio nel momento in cui la Lazio sembra voler accelerare, arriva il vantaggio romanista. Nasce da una leggerezza di Dias, che lascia scorrere in fallo laterale, ma si fa anticipare: Vucinic è rapido a rimettere il pallone in mezzo, con Simplicio che scarica in porta, il suo tiro viene fermato col braccio da Lichtsteiner. Morganti fischia il rigore: il fallo di mani potrà pure essere involontario, ma interrompe un’azione pericolosa. Dal dischetto il sinistro di Borriello non è impeccabile, ma il pallone carambola fra gamba e corpo di Muslera, che non riesce a fermarne la corsa oltre la linea.
HERNANES CHE ERRORE — Reagisce la Lazio. Floccari sfiora il pari di testa, ma è soprattutto Hernanes a divorare l’occasione migliore al 20’, quando Mauri lo pesca con un delizioso assist tutto solo e lui tira addosso al connazionale Julio Sergio. Ancora una volta il portiere brasiliano si salva con i piedi, com’era avvenuto in questa stessa porta lo scorso 18 aprile, quando un rigore parato così a Floccari lanciò la Roma verso il successo 2-1. Reja allora passa al 4-3-3 togliendo proprio Hernanes e schierando Foggia largo a sinistra. Questi alla prima occasione crossa e incoccia in area un braccio di Simplicio: i laziali chiedono il rigore, Morganti sempre ben piazzato, opta per la involontarietà.
TRAVERSE E RIGORI — Finale incandescente. Roma chiusa dalla Lazio, ma che non rinuncia al contropiede con ampi spazi e alla mezz’ora spreca il raddoppio con Simplicio che da pochi passi colpisce la traversa. I biancocelesti non mollano e su un calcio piazzato ben tirato da Ledesma, a un metro dalla porta Riise tira giù Mauri che non riesce a deviare in rete. Calcio di rigore netto, ma Morganti è coperto da parecchi uomini e Cariolato nell’occasione non riesce ad assisterlo pur avendo la visuale libera. Lazio che non molla e su un cross di Zarate il sinistro potente di Foggia si stampa sull’incrocio dei pali. Ma mentre i laziali imprecano in contropiede Baptista viene atterrato da Dias nell’altra area. Stavolta Morganti vede e Vucinic è impeccabile dal dischetto per lo 0-2. Finisce con i romanisti a festeggiare sotto la curva sud. Mentre le polemiche sono solo all’inizio.
Maurizio Nicita