www.corrieredellosport.itLeggi il commento sul jolly uruguaiano dei biancocelesti, rivalutato da BaroniAppartiene alla grande famiglia del “fútbol callejero”, il calcio di strada, come lo chiamano con orgoglio in Sudamerica: fascino e tradizione. Una storia cominciata a San Jacinto, un’ora di pullman da Montevideo. È cresciuto con i consigli della mamma Dolly, professoressa di inglese, e del padre Mario, perso presto a causa di un incidente in macchina. Le origini sono il valore nascosto di Matias Vecino. Un vincolo profondo, anche se ha abitato quasi di più in Italia che in Uruguay: era arrivato a Firenze nel 2013 dal Nacional. Un segno del destino, la nonna materna era molisana, di Torella del Sannio.
Tre anni di Lazio e 11 gol per Vecino
Nei suoi tre anni di Lazio ha portato esperienza, serietà e undici gol. Ha un profilo internazionale. Il Guardian, in passato, gli aveva dedicato due pagine. Vecino è un altro patrimonio di questa squadra che si distingue per mentalità, tempi di esecuzione, capacità di occupare gli spazi. Un gioco totale, all’olandese, distante dalla liturgia del tiki-taka: un’interpretazione dei ruoli che esalta la mobilità. Primo posto in Europa League con Tottenham e Anderlecht, tre vittorie consecutive (come nel 1993-94 con Zoff e nel 2017-18 con Inzaghi), nove gol realizzati, una media di 2,67, 86% di passaggi riusciti, pressing alto (130 palloni recuperati), quarantuno tiri, diciassette nello specchio, 107 azioni in fase di attacco, due traverse, tre pali, una rete subita in 270 minuti.
Vecino rivalutato nella Lazio di BaroniVecino è un capitale rivalutato da Baroni. Altruismo e chilometri. È un riferimento, un appoggio, un rifugio per tutti, uno specialista che aiuta a risolvere i problemi. In questa ricostruzione della Lazio c’è anche la sua forza di unire, di imprimere una visione globale. Un centrocampista che ragiona da allenatore, in ogni iniziativa fa emergere equilibrio e maturità. Mediano, regista, mezzala, trequartista: una lettura completa dei compiti e della manovra. Marcelo Bielsa, ct dell’Uruguay, aveva deciso di schierarlo anche nel ruolo di difensore centrale. Ha cercato di convincerlo a non lasciare la nazionale: i ricambi generazionali hanno bisogno di figure dominanti che sappiano legare presente e passato. Vecino era considerato una garanzia di stabilità nel centro federale della Celeste, che si trova a Maldonado, vicino all’aeroporto di Carrasco.
Contratto in scadenza per l'urugaianoAnche giovedì sera, contro il Twente, ha riempito di contenuti la sua partita. Una somma di spunti e intuizioni, ha costruito il gol di Pedro e ha aiutato Dele-Bashiru a lavorare in tandem nel 4-2-3-1, una posizione nuova per il nigeriano. Tre presenze in Europa: 127 passaggi, 91% di precisione, 2 assist. A gennaio dell’anno scorso aveva pensato di lasciare la Lazio. Si era fatto attrarre dall’idea di trasferirsi al Galatasaray. A Formello si stava chiudendo un’epoca. La proposta di calcio presentata in estate da Baroni ha ridisegnato prospettive e scenari: si è rivelata credibile e affascinante. Il contratto in scadenza non è un pensiero: ora per Vecino conta solo divertirsi con la Lazio.