www.corrieredellosport.itLeggi il commento sulla prestazione dei biancocelesti di Baroni, battuti 2-1 dall'UdineseIl calcio va studiato, analizzato e approfondito, ma poi, quando vuole, diventa così elementare che all’Udinese bastano il piede e la qualità di Thauvin, con la testa e i centimetri di Lucca, per segnare e mettere subito la Lazio in una situazione complicata. Com’era iniziata col Venezia (gol di Andersen dopo 3'), così è iniziata per Baroni la partita di Udine (gol di Lucca dopo 5'), solo che stavolta non è andata allo stesso modo. Anzi. Anche perché Thauvin ha poi insistito col proprio talento e ha segnato pure il 2-0 con un colpo stupendo. Non era proprio la stessa Lazio di domenica scorsa, per un tempo intero non è riuscita a sottrarsi alla pressione alta dei friulani che attaccavano subito i primi portatori di palla, Provedel compreso che ha rischiato non poco per l’aggressività di Brenner. Saltar fuori da quel fuoco di sbarramento non era semplice, tant’è vero che l’unica occasione da gol dei laziali è arrivata su calcio d’angolo. E quelle rare volte in cui la squadra di Baroni ha provato ad occupare la metà campo avversaria, l’Udinese è partita con un paio di contropiedi che potevano chiudere il conto già nel primo tempo.
La Lazio ha perso personalità, si è come adeguata alla partita che voleva fare la squadra di casa, non ha trovato spazi, ha perso molti contrasti ed è stata battuta sul piano fisico e tecnico. Era davvero troppo tenera, come si è visto in occasione del 2-0, è vero che Thauvin ha esagerato con la tecnica, ma è partito palla al piede da metà campo ed è andato in discesa, scrollandosi di dosso quattro laziali. Non c’era sostanza, nella squadra di Baroni era tutto molto approssimativo, tutto vago, non si capiva come doveva attaccare, come doveva difendere. Era evidente il disagio di creare gioco, forse per questo l’allenatore ha tentato la mossa del doppio centravanti facendo debuttare Dia al fianco di Castellanos. Ma perché i due possano un giorno trovare l’intesa hanno bisogno non di una, non di due, ma di una dozzina di prove. Tutta la squadra era così distante dalla partita che non è riuscita nemmeno a sfruttare il duplice errore di Kamara (già ammonito, ha preso il secondo giallo per un fallo evitabilissimo su Isaksen) e del suo allenatore Runjaic che avrebbe dovuto sostituirlo ben prima.
L’ultima mezz’ora (recupero compreso) han racchiuso i tentativi di una squadra spinta in avanti non dal gioco, non dalle idee, ma dai nervi, da un senso di disperazione che produceva solo frenesia. C’era bisogno di qualità, invece è uscito anche Zaccagni, c’era bisogno di un leader, di un riferimento certo, ma la Lazio di oggi non ne ha. Di là si difendevano con ordine e anche con un uomo in meno hanno rischiato solo con la traversa di Vecino e preso il gol del 2-1 da Isaksen soltanto al 95'. L’Udinese ha schierato dieci stranieri dal primo minuto (undici con l’allenatore), ma il primo gol lo ha segnato l’unico italiano, Lucca. Così, pensando alle sorti della Nazionale e alle raccomandazioni post-disastro europeo non sappiamo se dobbiamo deprimerci o essere orgogliosi. Un italiano, un gol.