Autore Topic: Finale EL  (Letto 1171 volte)

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Offline Er Matador

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Re:Finale EL
« Risposta #20 : Giovedì 23 Maggio 2024, 05:47:52 »
Si alla fine tutto si riduce ai giocatori forti.
Che però non erano così forti prima di arrivare a Bergamo (De Ketelaere) o smettono di esserlo dopo aver cambiato aria (Gagliardini, Conti, Caldara... forse la maggior parte).
Segno di come nell'organizzazione rientri anche la capacità, da parte dell'allenatore ma non solo, di operare su materiali semilavorati.
Che naturalmente richiede investimenti cospicui, ma poi ci mette anche del'altro, marcando la differenza fra il calcio (l'Atalanta) e il ricchismo da collezione di figurine (il PSG).
Prendiamo Scamacca: anche stasera ha rischiato più volte il rosso per falli assurdi a metacampo.
Ma ha indirizzato la partita col lavoro spalle alla porta a liberare Lookman per il gol del vantaggio, confermando quanto sia mancato in Coppa Italia contro l'assai più ermetica difesa bianconera.
Altrove, con gli stessi pregi e difetti, sarebbe in lista d'attesa per un trapianto di cervello.
Poi la valorizzazione può dipendere dal fattore DDR (no, non Dagnelino) cui alludeva Ataru, e sul quale non sono in grado né di confermare né di smentire.
Ma immaginiamo gente che corre per il campo senza sapere dove andare e cosa fare, e senza la ferocia applicata di ieri sera: anche in presenza dell'aiutino, non se ne farebbe granché.

Offline SAV

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Re:Finale EL
« Risposta #21 : Giovedì 23 Maggio 2024, 05:50:27 »
Ora speriamo battano anche Toro e Fiorentina!

Offline Er Matador

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Re:Finale EL
« Risposta #22 : Giovedì 23 Maggio 2024, 05:54:49 »
Quanto al loro allenatore, rimane uno che assume atteggiamenti da capopopolo irresponsabile contro avversari politicamente deboli, salvo appiattirsi come una sogliola di fronte a quelli con le spalle più larghe fuori dal campo: basta pensare alla mancanza di reazione dopo le sconfitte con la Juventus, che ha umiliato la sua idea di calcio con l'ostruzionismo più sporco e antisportivo.
Se il giudizio sulla persona è inesorabile, il tecnico rimane l'epicentro del meccanismo di valorizzazione di cui sopra: che non sarebbe tale senza il suo contributo, sia pure inserito in un contesto organizzativo più ampio.

Una domanda: la vittoria di ieri sera, che gli meriterebbe un Seminatore d'Oro continentale, lo affranca dalla fama di perdente?
Anche se i suoi stavolta hanno azzeccato l'approccio mentale al match, mancato nelle precedenti occasioni, a mio avviso non del tutto.
Perché il Bayer Leverkusen è una squadra perfettamente simmetrica a quella orobica, diversa da quelle "tatticamente stronze" contro cui è andato regolarmente a sbattere.
Perché il Bayer Leverkusen, in oltre un secolo di Storia e con una proprietà non certo povera, ha aggiunto quest'anno il suo primo scudetto a una Coppa di Germania (1992/'93) e a una Coppa UEFA vinta per suicidio dell'Espanyol (o Español, come si scriveva all'epoca, 1987/'88), mentre la collezione di secondi posti fa invidia alla buonanima di Toto Cutugno.
Perché il Bayer Leverkusen, sempre a proposito di secondi posti, nel 2001/'02 ha realizzato un clamoroso triplete alla rovescia perdendo sul filo di lana Bundesliga, DFB-Pokal e CL.
Perché il Bayer Leverkusen si è ritrovato in un paio di circostanze (Grimaldo al 34' e Frimpong al 58') la palla del 2-1, regalata dalle uscite incaute di Musso e da passaggi a vuoto sul piano della concentrazione in difesa, che a una formazione più concreta avrebbe permesso di riaprire l'incontro modificandone l'inerzia psicologica.
Come sarebbe finita contro un avversario tecnicamente inferiore, ma più cinico e baro?
Manca la controprova ma rimango convinto che, senza l'autogol del merda in semifinale, stanotte saremmo in cerca di un appartamento su Marte.

Passando ai meriti dell'epiporco, decisiva la scelta a centrocampo al posto di De Roon infortunatosi in Coppa Italia: non potendo contare su un sostituto uno a uno dell'olandese, ha approfittato di una controparte che lascia giocare puntando tutto sulla massima qualità con l'arretramento di Koopmeiners.
Mossa coraggiosa e riuscita grazie al contributo di Ederson che, ritrovatosi nell'insolita parte di elemento muscolare e proletario della mediana, ha sfoderato la partita della vita.
Poi Lookman ci ha messo moltissimo del suo, inventando quasi dal nulla il raddoppio e finalizzando un contropiede più manovrato per un 3-0 da non ci prendono più (cit.), ma rimane una clamorosa vittoria di squadra.
Giunta al termine di un percorso la cui gemma dal valore inestimabile, ancor più della finale, rimane forse la roboante vittoria ad Anfield.

Considerazione finale sul punto di vista biancoceleste.

Stasera ho tifato x loro, non seguo logiche da grande raccordo anulare.
Ora speriamo che anche la Fiorentina vinca la Conference League la settimana prossimo.

Anch'io sono contento della loro vittoria perché, da sportivo, la trovo una bella storia di calcio in cui vince chi ha i soldi, ma non solo quelli: e capisco chi passa sopra i trascorsi e la simpatia umana del tizio sulla loro panchina.
Tifare per la fetenzia viola da laziali, col massimo rispetto per i punti di vista altrui, mi sembra invece un po' troppo.

Offline Davide

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Re:Finale EL
« Risposta #23 : Giovedì 23 Maggio 2024, 07:05:09 »
Io non capisco una cosa,praticamente era la Lazio a mantenere la salernitana e l'unico giocatore,Ederson,che dovevamo prenderci non lo abbiamo fatto,allora siamo scemi...

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Online Gasco luis veron

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Re:Finale EL
« Risposta #24 : Giovedì 23 Maggio 2024, 07:52:01 »
Io non capisco una cosa,praticamente era la Lazio a mantenere la salernitana e l'unico giocatore,Ederson,che dovevamo prenderci non lo abbiamo fatto,allora siamo scemi...

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Competenze ed intuito.

Offline borgorosso

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Re:Finale EL
« Risposta #25 : Giovedì 23 Maggio 2024, 08:21:09 »
Io non capisco una cosa,praticamente era la Lazio a mantenere la salernitana e l'unico giocatore,Ederson,che dovevamo prenderci non lo abbiamo fatto,allora siamo scemi...

ederson è della salernitana di iervolino.

Offline SAV

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Re:Finale EL
« Risposta #26 : Giovedì 23 Maggio 2024, 08:46:36 »
ederson è della salernitana di iervolino.

Esatto! Lo ha portato Sabatini e poi lo hanno rivenduto facendoci una bella plusvalenza.
Non so se alta come quella di Akpa Akprò...  :P

Offline Davide

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Re:Finale EL
« Risposta #27 : Giovedì 23 Maggio 2024, 09:16:35 »
In più a 30 milioni,ma quando mai

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Online Gasco luis veron

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Re:Finale EL
« Risposta #28 : Giovedì 23 Maggio 2024, 11:22:19 »
Pardon non lo.sapevo: chiedo scusa.

Offline Wasicu

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Re:Finale EL
« Risposta #29 : Giovedì 23 Maggio 2024, 12:38:29 »
La differenza, oltre all'organizzazione di gioco, la fanno la grinta e la voglia di vincere. Quanti passaggi indietro abbiamo visto oggi? Quanto invece i contrasti vinti a centrocampo e i dribbling riusciti?

Ottima e vera/esatta ...  osservazione di gioco !!    Non 433, 4312, 352, 442,1 10  e cazzi vari ....
per fare finta  ...

Offline Frusta

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Re:Finale EL
« Risposta #30 : Giovedì 23 Maggio 2024, 20:36:44 »
...passaggi indietro...
Se la Dea ha vinto deve ringraziare Sarri.
Un monumento gli dovrebbe fare a quel sant' uomo!
 ;D Limitandosi a fare l' esatto contrario di quello che avrebbe fatto lui ha annichilito lo squadrone che aveva spianato l' intera Repubblica Federale di Germania.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Boksic

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Re:Finale EL
« Risposta #31 : Giovedì 23 Maggio 2024, 22:20:00 »
Si alla fine tutto si riduce ai giocatori forti.

Non c'è altro da dire a commento.

Poi ci sono lo spessore della maglia e quello "politico" ma sono contorno (ancorché a volte determinante nello spostare gli equilibri) rispetto al piatto principale: che è quello che va in campo. L'Atalanta da anni pesca ottimi calciatori e lo spessore della maglia lo sta costruendo anno dopo anno: se nel 2019 fu determinante a mio avviso la nostra esperienza nella finale di Coppa Italia (oltre l'indubbio vantaggio del fattore campo) ora potrebbe non bastare più: visto che alla quarta finale i bergamaschi sono riusciti finalmente a vincerne una e senza mostrare timori reverenziali o braccini corti, come capitato appena qualche giorno fa coi gobbi in Coppa Italia.

Resta la fallacia logica della scalabilità del "modello", ammesso esista un "modello". Un tempo si magnificava il "modello Udinese" e si immaginavano gli osservatori del club friulano sparsi per il mondo alla ricerca di talenti da ingaggiare: spiegarono ridendo come quella fosse una visione da calcio d'antan e di come fossero invece organizzati con video che gli venivano inviati e che osservavano comodamente in apposite salette in sede. Oggi sento ripetere il mantra del "noi famo scautinge caaaaa televisione" come fossimo dei colleoni, ma l'impressione che il simpatico appellativo si adatti più a chi biascica certe litanie, è molto forte.

L'Udinese non ha cambiato proprietà, né si vede perché abbia dovuto abbandonare un metodo di lavoro che la portò in due stagioni consecutive a qualificarsi per il preliminare di CL: sul quale la famiglia Pozzo si guardò bene dall'investire, ben cosciente della trappola rappresentata da una sorta di micidiale pari e dispari, tanto che qualche anno dopo le federazioni più potenti ottennero l'abolizione del play off: ma resta il fatto che il giochino non abbia funzionato più e nel prossimo turno i friulani, per evitare la B, dovranno sperare in una combinazione di risultati molto difficile. (segue)

Offline borgorosso

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Re:Finale EL
« Risposta #32 : Giovedì 23 Maggio 2024, 22:21:44 »
Il problema dell’udinese si chiama watford


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Offline Boksic

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Re:Finale EL
« Risposta #33 : Giovedì 23 Maggio 2024, 22:22:55 »


Cosa è accaduto? Semplice: un "modello" che preveda di pescare costantemente calciatori validi e solo quelli, con un numero di "buche" molto minore della media, NON PUO', per definizione, essere replicato all'infinito: uno, perché un DS così bravo presto sarà ingaggiato dai club migliori (vedi Marotta), così come accade per gli allenatori (vedi Inzaghi, e chi ha pensato che qui fosse arrivato uno migliore era evidentemente preda di allucinazioni): due, perché la "bravura" a volte va oltre i propri meriti perché "drogata" dalla componente casuale, che può portare a falsare le valutazioni: vedi appunto le due annate dell'Udinese, mai più ripetute. Inoltre, gli avversari tendono a prendere contromisure: ErMatador ha già accennato alla scarsa resa dei calciatori che lasciano Bergamo ed è possibile che l'abilità nel generare plusvalenze, al momento fondamentale per i bilanci degli orobici, venga meno in futuro.

Quanto alla faccenda degli "organigrammi", Fabiani qualche giorno fa ha sottolineato l'importanza di strutture snelle e catene di comando corte: occorrono persone abili nei posti giusti, non ne servono trenta: anche perché, e questa è un'altra regola fondamentale, il numero di "geni" è limitato e allargare gli organigrammi abbassa inevitabilmente la qualità. A questo proposito cito un aneddoto, probabilmente già speso in passato: molti anni fa era osservatore per l'asroma, in Argentina, Francisco Ramon Lojacono, ex calciatore giallorosso: il quale segnalò alla dirigenza romanista due diciottenni di belle speranze: la segnalazione però arrivò a Viola Adino detto Dino, all'epoca vicepresidente, che dall'alto della sua (in)competenza tagliò corto, "troppo giovani" e la chiuse lì. I due ragazzi in seguito fecero una discreta carriera e forse, la telefonata di Lojacono fosse giunta a un esperto (visto che il primo dei due calciatori, specialmente, era già molto noto in Argentina), avremmo assistito alla più terribile delle offese al calcio. Nessuno lavora più così, ovvio, ma quando sono tre persone a decidere la probabilità di sbagliare aumenta a dismisura: perché la bravura del migliore sarà inevitabilmente annacquata dalla minore abilità degli altri due. Una persona è più che sufficiente per prendere decisioni, al limite con il contrappeso di un "consigliere", ma nulla più che tale.

Ci vogliono persone in gamba nei posti giusti, poi il lavoro si misura dai risultati e niente altro. Qualsiasi sia il "modello" gestionale, che NON È scalabile: non può esserlo quello di chi affoga nei debiti perché c'è chi debiti non può farne, non può essere quello di chi ha soldi a scatafascio e i campioni li compra invece di formarli stile Udinese: non può esserlo quello dell'Atalanta, che funziona in quella e quella sola realtà, anche perché non fosse così ci sarebbe la corsa ad imitarlo, quel modello, e a me non pare di vedere nulla del genere.

È chiaro che tutto questo non mitiga la delusione di chi vede possibili certi traguardi, perché centrati da club della nostra dimensione, mentre noi non ci siamo nemmeno lontanamente avvicinati. Vogliamo risultati migliori e sappiamo che è possibile ottenerli, su questo non ci piove. Non servono "modelli", servono persone abili, quale che sia il "modello".

Offline borgorosso

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Re:Finale EL
« Risposta #34 : Giovedì 23 Maggio 2024, 22:26:22 »
Occorre definire cosa si voglia dire con modello.
Ad esempio il modello dell’Atalanta è proprio quello di mettere gente competente al posto giusto.


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Offline Boksic

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Re:Finale EL
« Risposta #35 : Giovedì 23 Maggio 2024, 23:25:15 »
Occorre definire cosa si voglia dire con modello.
Ad esempio il modello dell’Atalanta è proprio quello di mettere gente competente al posto giusto.


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Immagino che nessuno faccia deliberatamente il contrario.

E in ogni caso l'incompetenza va attestata dai risultati negativi. Niente altro. Ricordando anche che, presi i venti più ricchi magnati coi venti allenatori e DS più capaci, tre di loro alla fine comunque andranno in B e uno solo arriverà primo.

Offline Il lodolaio

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Re:Finale EL
« Risposta #36 : Venerdì 24 Maggio 2024, 08:03:33 »
Il problema dell’udinese si chiama watford


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Ho perso il conto delle volte che glielo abbiamo detto.  ;D
Oh vivacchiare...

Offline Boksic

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Re:Finale EL
« Risposta #37 : Venerdì 24 Maggio 2024, 08:30:30 »
Ho perso il conto delle volte che glielo abbiamo detto.  ;D

E quindi il modello che molti volevano adottare a suo tempo era una sòla.

Offline borgorosso

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Re:Finale EL
« Risposta #38 : Venerdì 24 Maggio 2024, 09:05:00 »
Immagino che nessuno faccia deliberatamente il contrario.

al di là delle posizioni personali, io credo che possa uscirne una discussione interessante.

parliamo di agenti razionali che puntano a massimizzare il proprio ritorno, credo che su questo siamo tutti d'accordo.
ma ognuno di questi agenti lo fa in maniera differente, secondo le logiche di un mercato libero e competitivo, all'interno di regole condivise.
(è chiaro che sto descrivendo il settore in maniera superficiale: ci sono contrasti sulle regole, il mercato è libero e competitivo ma la distribuzione delle risorse è tutt'altro che equa etc. etc.).

siamo in presenza di concetti polisemici, come evidente.
qual è il ritorno da massimizzare? è per tutti lo stesso?

prendiamo degli esempi per comprendere il concetto.
1. per il manchester city il ritorno è di natura politica: il risultato sul campo è funzionale alla monarchia di abu dhabi per avere accesso ad altri investimenti, promuovere il dialogo, abbattere barriere di diffidenza, incentivare il turismo, proporsi come interlocutori in europa.
2. per il genoa di preziosi massimizzare il ritorno è una questione economica: comprare giocatori, rivenderli, guadagnare in un turbillon di plusvalenze e soldi da intascare.

ho preso due estremi, evidentemente.


Offline borgorosso

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Re:Finale EL
« Risposta #39 : Venerdì 24 Maggio 2024, 09:06:36 »
se prendessi frosinone e verona, oggi, mi domanderei quale sia l'obiettivo.
superficialmente la salvezza. ma mi pare che la squadra laziale metta al primo posto l'obiettivo sportivo, quella veneta la plusvalenza.
per massimizzare questi obiettivi punteranno su uomini diversi: il frosinone su un ds (personalizzo e quindi banalizzo) che abbia competenza e contatti per ottenere anche prestiti da grandi squadre (soulé, ibrahimovic), il verona su un ds che scopra giocatori a basso prezzo che possano essere agevolmente rivenduti.
setti pone il risultato sportivo in secondo piano, è una conseguenza gradita, non il punto su cui valutare l'esito della stagione

ma anche in presenza di obiettivi uguali le strade per raggiungere lo scopo sono diverse.
e arriviamo finalmente ad atalanta e Lazio.

i limiti strutturali degli orobici sono ancora più stringenti dei nostri.
diritti tv inferiori, numero di tifosi frazionale, competizione all'interno della medesima regione inarrivabile (milan, inter), presenza di rivalità campanilistiche molto forti che determinano una difficoltà di espansione del proprio bacino (vedi brescia).
ma facciamo finta che partiamo alla pari.

storicamente i bergamaschi hanno un settore giovanile all'avanguardia.
lo mantengono.
investono in uno scouting aggressivo.
per mantenere basso il monte ingaggi vendono quando il giocatore raggiunge quella che per loro è la quotazione massima.
reinvestono.
la proprietà ha rapporti internazionali che gli consentono di attirare capitali, e vende il 55% ad una cordata capitanata da tal pagliuca, che lascia in mano ai percassi la gestione sportiva.
la crescita bergamasca è sana grazie al principale indicatore: l'atalanta paga 1/3 in meno di ingaggi della Lazio.

per ottenere questi risultati puntano su una catena di comando corta (comanda il figlio di percassi) e su una profonda divisione del lavoro. una struttura snella ma non scarna.

la Lazio punta su altro.
la catena di comando praticamente non ha anelli.
come ci ha tenuto a ribadire nell'intemerata trentina, il presidente fa il mercato. come sappiamo decide su tutto, anche sulla campagna abbonamenti.
e se il presidente ha da fare, si rinvia.
anche se questo non è sempre compatibile.

la Lazio acquista giocatori che punta a far rimanere a formello.
non ha nessuna intenzione di fare trading, è orientata a far maturare il senso di appartenenza. la "famiglia" come approdo per massimizzare le prestazioni.
non è una sciocchezza, è un dato di fatto che un gruppo coeso produce più di un gruppo diviso.
il massimo lo abbiamo ottenuto con il figlioccio a capo della direzione tecnica della squadra: Simone Inzaghi come proiezione estrema del sentimento di appartenenza e del modello di famiglia.
per ottenere questo risultato serve una certa tipologia di professionisti.
tare e fabiani fanno parte della stessa tipologia: persone che devono tutto a lotito, obbedienza massima, consapevolezza che la loro autonomia è minima, perché l'ultima decisione spetta al presidente anche in ambito tecnico.
per questo la Lazio non può avere una rete di scouting né puntare sul settore giovanile, perché l'uomo solo al comando non ha il tempo materiale per occuparsi di tutto. e non ha una propensione al rischio tale da puntare sulla primavera che viene vista come una voce di spesa. non è un caso che lotito, quando parli delle giovanili, parli di quello che conosce meglio: il mattone.

i risultati ci sono stati. modesti, se paragonati a quelli dell'atalanta. eclatanti, se paragonati alla roma.

quello che emerge, dopo 20 anni, è che questo modello gestionale ha la grande capacità di farti camminare sul posto. non di crescere.