Autore Topic: Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0  (Letto 16577 volte)

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Offline contevlad

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #40 : Martedì 10 Gennaio 2017, 12:36:21 »
Del resto, una critica proveniente da contevlad, antico forumista autore di un  hat trick in un'amichevole post-scudetto tra netters terminata 3-3, io la tengo nella massima considerazione. Alla faccia del politicamente corretto, io ritengo che la credibilità della discussione sul web laziale - in alcune fasi storiche di livello assoluto - sia dovuta a partecipanti di categoria superiore, tra i quali il buon Matador e contevlad rientrano senza discussioni. Il confronto con certi versi ignorantoni micorofonati, compresi alcuni chr operano in TV nazionali, è persino offensivo per i nostri.
Il web laziale è stato annichilito da qualche narciso e dal twitter-style. Teniamoci i panda, date retta a me.

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Zap credo di non essere quel Contevlad a cui tu fai riferimento.
Avevo un altro nick nel forum madre da cui gran parte di noi proveniamo e sono l'ideatore ed il promotore del memorial "Umberto Iorio" (torneo tra netter che coinvolse più di 60 persone nella sua prima edizione)  che nacque per onorare la memoria del papà di una nota partecipante di quel forum, prematuramente scomparso.
"Noi atei crediamo di dover agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso." M.Hack

Offline MagoMerlino

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #41 : Martedì 10 Gennaio 2017, 14:58:58 »
Zap credo di non essere quel Contevlad a cui tu fai riferimento.
Avevo un altro nick nel forum madre da cui gran parte di noi proveniamo e sono l'ideatore ed il promotore del memorial "Umberto Iorio" (torneo tra netter che coinvolse più di 60 persone nella sua prima edizione)  che nacque per onorare la memoria del papà di una nota partecipante di quel forum, prematuramente scomparso.
Con quale squadra hai giocato?
Anche se faresti prima a svelare il nick originario...
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline contevlad

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #42 : Martedì 10 Gennaio 2017, 15:38:08 »
Con quale squadra hai giocato?
Anche se faresti prima a svelare il nick originario...
Vladimir69
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Offline Jim Bowie

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #43 : Martedì 10 Gennaio 2017, 16:33:30 »
Il calcio moderno e non solo in Italia e quello che e'.
Se si giudicano gli attori partendo dalla base della tecnica e tattica di 30 e passa anni fa, allora anche CR7 scompare difrone a Maradona Pele Eusebio e via discorrendo
 Ce ne sono altri mille piu forti di Messi e CR7.
Il tutto sta a capire come si giudica il giocatore. Io da buon tattico Italiano, il giocatore li giudico per il contributo che riesce a portare, non per il virtuosismo fine a se stesso.
Quando la riomma ingaggio Paulo Roberto Falcao e lo presento all'olimpico durante una gara di coppa, credo fosse l'andata contro lo Zeiss, io ero li per motivi di lavoro ed ancora ricordo che Falcao prese la palla dalla porta della sud e palleggiando, senza mai farla cadere, arrivo sotto la nord.
Tutti i riommici a farsi le pippe fino a quando, Falcao prese il microfono e disse che quella era l'ultima volta che avrebbe fatto la foca.
Quella riomma senza Falcao non avrebbe mai vinto niente.
Se dovessi scegliere nella mia squadra vorrei Falcao e non Messi che ha dimostrato di non essere un leader.
Lo stesso Portogallo ha vinto l'europeo senza CR7 spinta piu da un gioco di squadra che da individualita'.
In questa ottica che inquadro le prestazioni dei giocatori laziali ed anche del tecnico ed e per questo che molte volte non capisco i giudizi su Biglia e mi taccio. Marchetti domenica ha fatto una parata sola, senza la quale la Lazio avrebbe probabilmente rischiato di non vincere.
I grandi portieri non sono i Puzzaballa che parava 99 tiri su 100 e poi faceva la papera, no sono gente come Zoff che doveva fare una parata sola ma fondamentale.
Tutto questo al di la che Marchetti non lo vedo piu titolare, ma se mi guardo intorno....brrrrr.
Per Zap, SMS e' un grandisdimi giocatore con tecnica sopraffina, altro che modesto.

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Offline Russotto

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #44 : Martedì 10 Gennaio 2017, 16:36:56 »
SMS lo deve dimostrare di essere un gran giocatore. Per ora è un giovane di belle speranze. Se non matura e non si evolve dubito che possa diventare un grande. E' troppo lento per il ruolo che ricopre e troppo poco tecnico per sopperire.

ThomasDoll

Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #45 : Martedì 10 Gennaio 2017, 16:43:13 »
Il campionato italiano offre uno spettacolo-standard: le partite restano in bilico fin quando tutti corrono, quando finisce la benza emergono i valori.
Ci sono calciatori in grado di fare cose mostruose a velocità supersoniche, il paragone con epoche vecchie non si può porre.
L'Higuain di oggi nel calcio degli anni '80 farebbe 100 gol, ma è figlio del calcio di oggi, allenato con i metodi di oggi e messo in campo come si fa oggi, con le regole di oggi.
Il Maradona di allora, seguito e gestito con i metodi di oggi, non avrebbe mai giocato a Napoli, avrebbe vinto 14 palloni d'oro, almeno 7-8 champions League, tre mondiali, avrebbe segnato 750 gol e guadagnato 350 milioni di euro in carriera.
I campioni sono sempre riconoscibili: Gigi Riva e Giorgio Chinaglia sarebbero fenomeni anche nel calcio di oggi, Dybala e Perisic avrebbero vinto le partite da soli in qualunque epoca.

Offline SAV

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #46 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 00:19:40 »
Il Maradona di allora, seguito e gestito con i metodi di oggi, non avrebbe mai giocato a Napoli, avrebbe vinto 14 palloni d'oro, almeno 7-8 champions League, tre mondiali, avrebbe segnato 750 gol e guadagnato 350 milioni di euro in carriera.


Secondo me, invece, Maradona, essendo un grande testa di cazzo, ha beneficiato dei ritmi più blandi dell'epoca.  Con i ritmi forsennati di oggi avrebbe rischiato di perdersi ancora prima di quanto ha fatto a forza di andare a puttane e tirare coca.  Certo che la sua classe cristallina gli avrebbe fatto decidere svariate partite, ma non sarebbe mai stato all'altezza di professionisti esemplari come Cristiano Ronaldo e Messi.  Lo stesso Felipe Anderson coniuga la classe a una forma fisica invidiabile.

Offline Jim Bowie

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #47 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 01:26:18 »
Secondo me, invece, Maradona, essendo un grande testa di cazzo, ha beneficiato dei ritmi più blandi dell'epoca.  Con i ritmi forsennati di oggi avrebbe rischiato di perdersi ancora prima di quanto ha fatto a forza di andare a puttane e tirare coca.  Certo che la sua classe cristallina gli avrebbe fatto decidere svariate partite, ma non sarebbe mai stato all'altezza di professionisti esemplari come Cristiano Ronaldo e Messi.  Lo stesso Felipe Anderson coniuga la classe a una forma fisica invidiabile.
Ma dai, forse non ricordi il Maradona di Barcellona. CR7, Messi seppur ottimi giocatori sono di svariate categorie inferiori.
Poi FA che ancora e un signor nessuno. Maradona alla sua età era insostituibile nell'Albiceleste.


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Offline giamma

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #48 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 09:16:57 »
Nei due anni con lui il Barca vinse solo la coppa del Re e quella di lega, andato via vinse lo scudetto.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Offline Er Matador

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #49 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 12:31:07 »
Il bello dei forum di calcio è che ci si possono fare le pagelle.
Poi ci si può insolentire dandosi a vicenda del somaro.
E sennò che ci stiamo a fare qua sopra? Tanto vale darsi al porno.
Mi pare però che contevlad sia stato molto pacato e abbia argomentato le sue critiche.  Se scrivi giudizi forti, devi poter accettare che i tuoi giudizi forti siano criticati.  Ma non mi pare che certamente che Matador voglia rifuggire dalla critica... :D
Ecco, questo innanzitutto.
Infatti non capisco la ritrosia di contevlad nel formulare le proprie osservazioni, né il suo timore di scatenare polemiche.
Quando uno si pone in maniera ineccepibile sul piano dell’educazione e argomenta nel merito, come nel suo caso, il resto è confronto: e, come ricorda giustamente TD, siamo qui per questo.
Anzi, in un’epoca nella quale – e non solo su Internet – si parla per imporre la propria voce e la propria visibilità, non per essere ascoltati e ancor meno per interagire, è a maggior ragione un patrimonio da difendere.

Credo che ErMatador continui a misurare il calcio che vede in termini assoluti, non riuscendo lui a calare ciò che vede nella realtà del nostro misero torneo.
Ottima chiave di lettura, che fra l’altro si avvicina parecchio a una mia riflessione di domenica pomeriggio in presa diretta.
Stavo seguendo Lazio-Crotone col video di uno streaming in lingua estera e l’audio di LSR, quando il radiocronista si è esaltato per un intervento di Marco Festa – uno che, fra atteggiamenti e tatuaggi a tutto braccio, sembra avere un futuro già scritto nella xxxx – su una conclusione da fuori dei nostri, credo di Parolo.
Dopo aver verificato che le immagini e il parlato fossero in sincrono, ho seguito con attenzione il replay dal basso: il portiere non aveva la visuale coperta e il tiro gli è arrivato a un metro o poco più dalla gamba destra.
Dal mio punto di vista, un intervento fra l’ovvio e il dovuto; per chi stava raccontando la partita, una paratissima.
Al che mi sono chiesto: ma stiamo parlando dello stesso sport?
È possibile che i miei parametri di giudizio possano apparire datati, persino inservibili se applicati al calcio di oggi.
Ma un calciatore che arriva in serie A senza i fondamentali è come uno scrittore che arriva al successo trascinandosi degli errori di ortografia: dovrei prendere atto del nuovo, infimo livello e considerarlo normale?
No, per me la lingua italiana rimane la lingua italiana.
Se resteremo in pochi a parlarla e scriverla, pazienza.

Il calcio moderno e non solo in Italia e quello che e'.
Se si giudicano gli attori partendo dalla base della tecnica e tattica di 30 e passa anni fa, allora anche CR7 scompare difrone a Maradona Pele Eusebio e via discorrendo
Ce ne sono altri mille piu forti di Messi e CR7.
Ci sono calciatori in grado di fare cose mostruose a velocità supersoniche, il paragone con epoche vecchie non si può porre.
L'Higuain di oggi nel calcio degli anni '80 farebbe 100 gol, ma è figlio del calcio di oggi, allenato con i metodi di oggi e messo in campo come si fa oggi, con le regole di oggi.
Il Maradona di allora, seguito e gestito con i metodi di oggi, non avrebbe mai giocato a Napoli, avrebbe vinto 14 palloni d'oro, almeno 7-8 champions League, tre mondiali, avrebbe segnato 750 gol e guadagnato 350 milioni di euro in carriera.
I campioni sono sempre riconoscibili: Gigi Riva e Giorgio Chinaglia sarebbero fenomeni anche nel calcio di oggi, Dybala e Perisic avrebbero vinto le partite da soli in qualunque epoca.
OT molto interessante, e sul quale la vedo diversamente da TD.
Secondo me il ruolo maggiormente invecchiato è quello del regista, o comunque di chi è chiamato a portare fosforo, idee, verticalizzazioni.
Allora lo si poteva interpretare anche giocando da fermo o quasi; oggi il tempo per ragionare e decidere è così compresso che i grandi dell'epoca, calati nei ritmi attuali, fungerebbero da spartitraffico.
Con la probabile eccezione di Cerezo, titolare insieme a Jugović del copyright sull’espressione “dargli la palla è come metterla in banca” (frase che oggi, con l'andamento degli istituti di credito, si adatterebbe a Mauricio): ma parliamo, appunto, di intelligenze calcistiche superiori.
Per gli attaccanti, a mio avviso, il discorso è diametralmente opposto.
Oggi si muovono fra interstizi piuttosto ampi, poiché la disposizione dei singoli si basa su un presidio uniforme del campo e la difesa tende a salire per esigenze tattiche: un dribbling azzeccato nel corridoio giusto e già si intravede la porta.
Un tempo dovevano lottare contro avversari diretti che li seguivano anche negli spogliatoi e contro liberi che rinculavano fino all’area piccola.
Saltavano l’uomo? Ecco il celeberrimo raddoppio di marcatura.
Fermo restando che lo stopper o il terzino potevano contare sul fallo sistematico, ma anche su mezzi più rudi, senza cartellini e telecamere fra i piedi e senza la minima comprensione per la vittima.
Il più adattabile fra gli attaccanti della Seconda Repubblica pallonara sarebbe forse Luca Toni, dato che il suo modo di intendere il calcio non si mai discostato dalle sportellate con l’avversario diretto.
Ma già un CR7, al cospetto di un Pasquale Bruno, uscirebbe piangente dal campo dopo una decina di minuti.
Messi, poi, non ne parliamo: la tecnica in velocità non guasta mai, ma in tutte le partite avrebbe trovato un muro come quello eretto da Mourinho o Di Matteo, e contro il quale è andato a sbattere con poca gloria.
Quanto a Dybala, nel calcio d’antan avrebbe potuto contare su una maggiore longevità delle sue finte e controfinte, che oggi vengono vivisezionate alla moviola e “sgamate” in tempi brevissimi.
Ma proviamo a immaginare certi giochetti al cospetto di un Claudio Gentile...
Di più: l’argentino è, almeno in questo scorcio di stagione, l’unica risorsa di creatività offensiva a disposizione di Allegri.
Se affronta in trasferta il Real odierno, la partita gliela lasciano giocare.
Avesse messo piede al Bernabeu negli anni ‘80 con queste credenziali, lo avrebbero “segato” nei primi cinque minuti.
Come accadde nei fatti ad Altobelli e Rummenigge, prima che Santillana completasse l’opera.
E senza particolari reazioni da parte dell’opinione pubblica, poiché per la mentalità dell’epoca quella concezione del fattore campo rientrava nei parametri ambientali.
Come dire: a Göteborg il campo è duro e ghiacciato, inadatto ai fini dicitori e al limite della regolarità tecnica. Ma non siamo forse in Svezia?
Il Pipita forse se la sarebbe cavata un po’ meglio, data la sua ottima tenuta nel corpo a corpo.
Ma i marcatori di un tempo, assai più specializzati, avrebbero messo a dura prova la sua abilità nello scartare l’avversario prima che arrivi il pallone e le sue progressioni palla al piede.
E comunque, potendo, sarebbe interessante collaudarlo con un Vierchowod alle costole.
In conclusione: gli attaccanti di oggi non mancano di qualità, ma la loro formazione rimane appena abbozzata a causa di una barriera selettiva incomparabile a quella di trenta-quarant’anni fa.
Epoca in cui molti di loro, soprattutto i più fragili da un punto di vista caratteriale, avrebbero semplicemente cambiato mestiere.
Fossi in loro, farei erigere una statua in oro e avorio al Mostro di Fusignano: è grazie a lui, al distruttore del calcio italiano e della sua scuola tecnico-tattica, se oggi chiunque o quasi può sperare di buttarla dentro.

Il tutto sta a capire come si giudica il giocatore. Io da buon tattico Italiano, il giocatore li giudico per il contributo che riesce a portare, non per il virtuosismo fine a se stesso.
Ottimo. Credo che sempre più spesso si incorra nell’equivoco fra il giocatore con dei colpi e il talento vero e proprio.
Il primo può incantare con una singola giocata.
Il secondo è in grado di partecipare in maniera organica alla partita, fornendo un reale contributo.
Esempi di singoli coi colpi ma senza un reale talento? Facile come un gol a porta vuota: Cassano e Balotelli.
La cui carriera, infatti, non è mai realmente decollata.
E la cui utilità è limitata all’ultimo quarto d’ora, con avversari stanchi e schemi saltati, mentre schierarli dal primo minuto significa fondamentalmente giocare in dieci.

Secondo me, invece, Maradona, essendo un grande testa di cazzo, ha beneficiato dei ritmi più blandi dell'epoca.  Con i ritmi forsennati di oggi avrebbe rischiato di perdersi ancora prima di quanto ha fatto a forza di andare a puttane e tirare coca.  Certo che la sua classe cristallina gli avrebbe fatto decidere svariate partite, ma non sarebbe mai stato all'altezza di professionisti esemplari come Cristiano Ronaldo e Messi.  Lo stesso Felipe Anderson coniuga la classe a una forma fisica invidiabile.
Tecnicamente, credo che il Pibe sia un fuoriclasse senza tempo.
Sono però convinto che non sia mai stato, né ieri né oggi, un giocatore da grande club: troppo refrattario a una qualsiasi disciplina.
Il che non gli ha impedito di rimanere un grandissimo professionista in campo, sia nel rendimento sia nel non reagire agli innumerevoli falli, nonostante concetti come l’allenamento non lo riguardassero sul piano personale.
Il segreto della sua carriera risiede nel fatto che un club secondario, quindi in grado di offrirgli un palcoscenico ad personam, potesse risalire le gerarchie – col ricavato degli incassi, ma anche e soprattutto fuori dal campo – e consentirgli di collezionare qualche trofeo.
Oggi si troverebbe di fronte a un bivio: o rimanere nel suo habitat naturale, che nel calcio diviso in caste significa rinunciare a vincere; o approdare a un grande club, dove per i motivi descritti non avrebbe modo di esprimersi.
Sulla sua carriera pesa, poi, come un macigno il fattore (anti)doping.
Sgombriamo innanzitutto il campo da un’argomentazione, all’epoca diffusissima, secondo la quale la cocaina non rientra in tale concetto poiché non è direttamente finalizzata a migliorare le prestazioni sportive.
Vero in teoria, ma prendiamo una persona schiava di quella merda e lasciamola in crisi d’astinenza: faticherà a reggersi in piedi, figuriamoci a giocare a calcio.
In sostanza: Maradona non ne assumeva dosi sempre più abbondanti per migliorare il proprio rendimento, ci mancherebbe.
Ma senza imbottirsi di una sostanza proibita, quale rimane la polvere bianca, non sarebbe stato in grado di scendere in campo: per cui la qualifica di doping è ineludibile.
All’epoca se la cavò con trucchi da pacco, doppio pacco e contropaccotto come lo scambio delle provette: o forse gli fu permesso finché rimaneva utile per il sistema, e non solo a Usa ‘94.
E i campioni di oggi? Sono davvero immuni da certe debolezze? O sono semplicemente gestiti in maniera più professionale?

In questa ottica che inquadro le prestazioni dei giocatori laziali ed anche del tecnico ed e per questo che molte volte non capisco i giudizi su Biglia e mi taccio.
Non mi è chiaro questo passaggio: non capisci i giudizi positivi su Biglia o quelli negativi?

Offline Jim Bowie

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #50 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 13:02:01 »
Ecco, questo innanzitutto.
Infatti non capisco la ritrosia di contevlad nel formulare le proprie osservazioni, né il suo timore di scatenare polemiche.
Quando uno si pone in maniera ineccepibile sul piano dell’educazione e argomenta nel merito, come nel suo caso, il resto è confronto: e, come ricorda giustamente TD, siamo qui per questo.
Anzi, in un’epoca nella quale – e non solo su Internet – si parla per imporre la propria voce e la propria visibilità, non per essere ascoltati e ancor meno per interagire, è a maggior ragione un patrimonio da difendere.
Ottima chiave di lettura, che fra l’altro si avvicina parecchio a una mia riflessione di domenica pomeriggio in presa diretta.
Stavo seguendo Lazio-Crotone col video di uno streaming in lingua estera e l’audio di LSR, quando il radiocronista si è esaltato per un intervento di Marco Festa – uno che, fra atteggiamenti e tatuaggi a tutto braccio, sembra avere un futuro già scritto nella xxxx – su una conclusione da fuori dei nostri, credo di Parolo.
Dopo aver verificato che le immagini e il parlato fossero in sincrono, ho seguito con attenzione il replay dal basso: il portiere non aveva la visuale coperta e il tiro gli è arrivato a un metro o poco più dalla gamba destra.
Dal mio punto di vista, un intervento fra l’ovvio e il dovuto; per chi stava raccontando la partita, una paratissima.
Al che mi sono chiesto: ma stiamo parlando dello stesso sport?
È possibile che i miei parametri di giudizio possano apparire datati, persino inservibili se applicati al calcio di oggi.
Ma un calciatore che arriva in serie A senza i fondamentali è come uno scrittore che arriva al successo trascinandosi degli errori di ortografia: dovrei prendere atto del nuovo, infimo livello e considerarlo normale?
No, per me la lingua italiana rimane la lingua italiana.
Se resteremo in pochi a parlarla e scriverla, pazienza.
OT molto interessante, e sul quale la vedo diversamente da TD.
Secondo me il ruolo maggiormente invecchiato è quello del regista, o comunque di chi è chiamato a portare fosforo, idee, verticalizzazioni.
Allora lo si poteva interpretare anche giocando da fermo o quasi; oggi il tempo per ragionare e decidere è così compresso che i grandi dell'epoca, calati nei ritmi attuali, fungerebbero da spartitraffico.
Con la probabile eccezione di Cerezo, titolare insieme a Jugović del copyright sull’espressione “dargli la palla è come metterla in banca” (frase che oggi, con l'andamento degli istituti di credito, si adatterebbe a Mauricio): ma parliamo, appunto, di intelligenze calcistiche superiori.
Per gli attaccanti, a mio avviso, il discorso è diametralmente opposto.
Oggi si muovono fra interstizi piuttosto ampi, poiché la disposizione dei singoli si basa su un presidio uniforme del campo e la difesa tende a salire per esigenze tattiche: un dribbling azzeccato nel corridoio giusto e già si intravede la porta.
Un tempo dovevano lottare contro avversari diretti che li seguivano anche negli spogliatoi e contro liberi che rinculavano fino all’area piccola.
Saltavano l’uomo? Ecco il celeberrimo raddoppio di marcatura.
Fermo restando che lo stopper o il terzino potevano contare sul fallo sistematico, ma anche su mezzi più rudi, senza cartellini e telecamere fra i piedi e senza la minima comprensione per la vittima.
Il più adattabile fra gli attaccanti della Seconda Repubblica pallonara sarebbe forse Luca Toni, dato che il suo modo di intendere il calcio non si mai discostato dalle sportellate con l’avversario diretto.
Ma già un CR7, al cospetto di un Pasquale Bruno, uscirebbe piangente dal campo dopo una decina di minuti.
Messi, poi, non ne parliamo: la tecnica in velocità non guasta mai, ma in tutte le partite avrebbe trovato un muro come quello eretto da Mourinho o Di Matteo, e contro il quale è andato a sbattere con poca gloria.
Quanto a Dybala, nel calcio d’antan avrebbe potuto contare su una maggiore longevità delle sue finte e controfinte, che oggi vengono vivisezionate alla moviola e “sgamate” in tempi brevissimi.
Ma proviamo a immaginare certi giochetti al cospetto di un Claudio Gentile...
Di più: l’argentino è, almeno in questo scorcio di stagione, l’unica risorsa di creatività offensiva a disposizione di Allegri.
Se affronta in trasferta il Real odierno, la partita gliela lasciano giocare.
Avesse messo piede al Bernabeu negli anni ‘80 con queste credenziali, lo avrebbero “segato” nei primi cinque minuti.
Come accadde nei fatti ad Altobelli e Rummenigge, prima che Santillana completasse l’opera.
E senza particolari reazioni da parte dell’opinione pubblica, poiché per la mentalità dell’epoca quella concezione del fattore campo rientrava nei parametri ambientali.
Come dire: a Göteborg il campo è duro e ghiacciato, inadatto ai fini dicitori e al limite della regolarità tecnica. Ma non siamo forse in Svezia?
Il Pipita forse se la sarebbe cavata un po’ meglio, data la sua ottima tenuta nel corpo a corpo.
Ma i marcatori di un tempo, assai più specializzati, avrebbero messo a dura prova la sua abilità nello scartare l’avversario prima che arrivi il pallone e le sue progressioni palla al piede.
E comunque, potendo, sarebbe interessante collaudarlo con un Vierchowod alle costole.
In conclusione: gli attaccanti di oggi non mancano di qualità, ma la loro formazione rimane appena abbozzata a causa di una barriera selettiva incomparabile a quella di trenta-quarant’anni fa.
Epoca in cui molti di loro, soprattutto i più fragili da un punto di vista caratteriale, avrebbero semplicemente cambiato mestiere.
Fossi in loro, farei erigere una statua in oro e avorio al Mostro di Fusignano: è grazie a lui, al distruttore del calcio italiano e della sua scuola tecnico-tattica, se oggi chiunque o quasi può sperare di buttarla dentro.
Ottimo. Credo che sempre più spesso si incorra nell’equivoco fra il giocatore con dei colpi e il talento vero e proprio.
Il primo può incantare con una singola giocata.
Il secondo è in grado di partecipare in maniera organica alla partita, fornendo un reale contributo.
Esempi di singoli coi colpi ma senza un reale talento? Facile come un gol a porta vuota: Cassano e Balotelli.
La cui carriera, infatti, non è mai realmente decollata.
E la cui utilità è limitata all’ultimo quarto d’ora, con avversari stanchi e schemi saltati, mentre schierarli dal primo minuto significa fondamentalmente giocare in dieci.
Tecnicamente, credo che il Pibe sia un fuoriclasse senza tempo.
Sono però convinto che non sia mai stato, né ieri né oggi, un giocatore da grande club: troppo refrattario a una qualsiasi disciplina.
Il che non gli ha impedito di rimanere un grandissimo professionista in campo, sia nel rendimento sia nel non reagire agli innumerevoli falli, nonostante concetti come l’allenamento non lo riguardassero sul piano personale.
Il segreto della sua carriera risiede nel fatto che un club secondario, quindi in grado di offrirgli un palcoscenico ad personam, potesse risalire le gerarchie – col ricavato degli incassi, ma anche e soprattutto fuori dal campo – e consentirgli di collezionare qualche trofeo.
Oggi si troverebbe di fronte a un bivio: o rimanere nel suo habitat naturale, che nel calcio diviso in caste significa rinunciare a vincere; o approdare a un grande club, dove per i motivi descritti non avrebbe modo di esprimersi.
Sulla sua carriera pesa, poi, come un macigno il fattore (anti)doping.
Sgombriamo innanzitutto il campo da un’argomentazione, all’epoca diffusissima, secondo la quale la cocaina non rientra in tale concetto poiché non è direttamente finalizzata a migliorare le prestazioni sportive.
Vero in teoria, ma prendiamo una persona schiava di quella merda e lasciamola in crisi d’astinenza: faticherà a reggersi in piedi, figuriamoci a giocare a calcio.
In sostanza: Maradona non ne assumeva dosi sempre più abbondanti per migliorare il proprio rendimento, ci mancherebbe.
Ma senza imbottirsi di una sostanza proibita, quale rimane la polvere bianca, non sarebbe stato in grado di scendere in campo: per cui la qualifica di doping è ineludibile.
All’epoca se la cavò con trucchi da pacco, doppio pacco e contropaccotto come lo scambio delle provette: o forse gli fu permesso finché rimaneva utile per il sistema, e non solo a Usa ‘94.
E i campioni di oggi? Sono davvero immuni da certe debolezze? O sono semplicemente gestiti in maniera più professionale?
Non mi è chiaro questo passaggio: non capisci i giudizi positivi su Biglia o quelli negativi?
Non capisco i giudizi negativi su Biglia. Con questo non dico che Biglia sfoderi sempre buone partite, ma ho come il sentore che Biglia non venga sempre giudicato nelle due fasi di gioco e che non si approfondisca l'importanza della sua fase difensiva.


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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #51 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 13:31:43 »
Non capisco i giudizi negativi su Biglia. Con questo non dico che Biglia sfoderi sempre buone partite, ma ho come il sentore che Biglia non venga sempre giudicato nelle due fasi di gioco e che non si approfondisca l'importanza della sua fase difensiva.
Ah, capito. Secondo me la tua osservazione era ineludibile l'anno scorso, mentre questa Lazio sembra molto meno dipendente dal contributo dell'argentino in fase difensiva, così come da quello di de Vrij in terza linea: senza di loro smetteva di essere una squadra, ora non accade più.
Demerito dei due e del loro rendimento non certo all'altezza.
Merito, in questo caso, del lavoro di Inzaghi.

P.S. Per una questione di leggibilità del Forum, forse sarebbe stato preferibile quotare solo l'ultima parte del mio intervento.
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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #52 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 13:39:18 »
Ah, capito. Secondo me la tua osservazione era ineludibile l'anno scorso, mentre questa Lazio sembra molto meno dipendente dal contributo dell'argentino in fase difensiva, così come da quello di de Vrij in terza linea: senza di loro smetteva di essere una squadra, ora non accade più.
Demerito dei due e del loro rendimento non certo all'altezza.
Merito, in questo caso, del lavoro di Inzaghi.

P.S. Per una questione di leggibilità del Forum, forse sarebbe stato preferibile quotare solo l'ultima parte del mio intervento.
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Anche a me sembra meno "utile" Biglia, anche in fase difensiva. E siccome noi per comprare dobbiamo cedere, forse è meglio venderlo adesso prima che venga svalutato del tutto.

Offline Jim Bowie

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #53 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 17:14:13 »

Anche a me sembra meno "utile" Biglia, anche in fase difensiva. E siccome noi per comprare dobbiamo cedere, forse è meglio venderlo adesso prima che venga svalutato del tutto.
Vorrei fare una domanda, come si giudica un centrocampista durante la fase di non possesso, quali sono secondo voi i parametri per dire che quando un giocatore non usa i piedi e utile alla causa?

PS per Er Matador.
Non credo che tapatalk permetta di quotare solo alcuni passi, ovvero bisognerebbe cancellare a mano e con un smartphone e' compito arduo specialmente se si e' in ufficio.
PPSS
Bisognerebbe anche saperlo fare, qualora fosse possibile.
Me fate 'na rabbia voi computer letterati che spezzate, quotate de dritto e de rocescio, componete, risponnete in mezzo.

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Offline contevlad

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #54 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 22:34:03 »
Sono felice di aver generato con la mia critica alle pagelle di Ermatador questo tipo di dibattito.
La mia sottolineatura di non voler generare polemiche andava proprio in questa direzione. Non volevo che la discussione diventasse un battibecco nel quale vinceva chi ce l'aveva più lungo.
Io cerco di contestualizzare i momenti. Lo faccio sempre anche nella vita di tutti i giorni.
Se guardo all'idealizzazione dell'argomento specifico alla ricerca della perfezione nell'ambito dell' arte dovrei fermarmi ad ammirare le opere di Michelangelo, Raffaello, Tiziano o il Tintoretto. Oggi non dovrei godere di artisti contemporanei come Banksy o Koons.
Se sono alla ricerca della perfezione nella filosofia dovrei dedicarmi unicamente alla lettura di Plutarco, Seneca o Marco Aurelio, invece di apprezzare le opere di Bauman.
Nel calcio potrei forzatamente avventurarmi in un paragone simile.
Ogni momento della storia ed il contesto che lo determina fa nascere i suoi geni.
Il giuoco del Calcio fino al 1990  viene caratterizzato dalla qualità tecnica dei protagonisti. Il livello tecnico ed il talento sanciva la differenza tra chi vinceva e chi no.
Fino ai primi anni 70 non erano ammesse sostituzioni. Se qualcuno si facevamale si giocava in inferiorità  numerica.
Chj aveva gli undici giocatori più forti vinceva.
Vedere una partita di calcio dei mondiali che so del 1982 e raffrontarla con quella del calcio attuale è abissale. Sembra di vedere 2 sport diversi. Ai suddetti mondiali il tempo medio di gestione del pallone era di quasi 5 secondi oggi è poco meno di 2.
Per arrivare a questo risultato si è dovuto lavorare sulla fisicità e sulle doti atletiche dei giocatori.
Nel 1987 dalla Fiorentina fu acquistato tal Glenn Hysen libero svedese che aveva un fisico da decatleta. Alle interviste di presentazione mi ricordo lo stupore dei giornalisti alla visione del suo fisico cosi morfologicamente diverso dall'aspetto abituale  allora di un calciatore.
Se si vanno a verificare le altezze medie dei giocatori di allora e di oggi sinota un incremento dal 1982 ad oggi (soli 35 anni) di 11 cm.
Francesco Rocca, simpaticamente chiamato Kawasaky, correva i 100 metri in 12 secondi e mezzo. Oggi un Cavanda qualsiasi ci riesce a 11.
Questo per dire che per colmare il gap di qualità si e cercato di intervenire con l'incremento di prestanza atletica (favoriti anche dalla evolutività genetica umana). Questo vale per tutti gli sport. Il talento, primo unico vero valore, ha ceduto man mano il passo all'atletismo perdendo quella esclusività che lo aveva caratterizzato fino a quel momento.
Il connubio talento/fisicità è divenuto quindi il mantra su cui impostare una pianificazione vincente spesso a scapito del primo fattore.
Oggi a 16 anni a livello giovanile se sei alto meno di 1.75  vieni tagliato a meno che non ti chiami Messi.
La scelta che oggi viene  fatta differentemente da ieri è premiare il fisico con la speranza che le qualità tecnica si possano acquisire con il tempo.

Segue...
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Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #55 : Mercoledì 11 Gennaio 2017, 22:47:46 »
Sono felice di aver generato con la mia critica alle pagelle di Ermatador questo tipo di dibattito.
La mia sottolineatura di non voler generare polemiche andava proprio in questa direzione. Non volevo che la discussione diventasse un battibecco nel quale vinceva chi ce l'aveva più lungo.
Io cerco di contestualizzare i momenti. Lo faccio sempre anche nella vita di tutti i giorni.
Se guardo all'idealizzazione dell'argomento specifico alla ricerca della perfezione nell'ambito dell' arte dovrei fermarmi ad ammirare le opere di Michelangelo, Raffaello, Tiziano o il Tintoretto. Oggi non dovrei godere di artisti contemporanei come Banksy o Koons.
Se sono alla ricerca della perfezione nella filosofia dovrei dedicarmi unicamente alla lettura di Plutarco, Seneca o Marco Aurelio, invece di apprezzare le opere di Bauman.
Nel calcio potrei forzatamente avventurarmi in un paragone simile.
Ogni momento della storia ed il contesto che lo determina fa nascere i suoi geni.
Il giuoco del Calcio fino al 1990  viene caratterizzato dalla qualità tecnica dei protagonisti. Il livello tecnico ed il talento sanciva la differenza tra chi vinceva e chi no.
Fino ai primi anni 70 non erano ammesse sostituzioni. Se qualcuno si facevamale si giocava in inferiorità  numerica.
Chj aveva gli undici giocatori più forti vinceva.
Vedere una partita di calcio dei mondiali che so del 1982 e raffrontarla con quella del calcio attuale è abissale. Sembra di vedere 2 sport diversi. Ai suddetti mondiali il tempo medio di gestione del pallone era di quasi 5 secondi oggi è poco meno di 2.
Per arrivare a questo risultato si è dovuto lavorare sulla fisicità e sulle doti atletiche dei giocatori.
Nel 1987 dalla Fiorentina fu acquistato tal Glenn Hysen libero svedese che aveva un fisico da decatleta. Alle interviste di presentazione mi ricordo lo stupore dei giornalisti alla visione del suo fisico cosi morfologicamente diverso dall'aspetto abituale  allora di un calciatore.
Se si vanno a verificare le altezze medie dei giocatori di allora e di oggi sinota un incremento dal 1982 ad oggi (soli 35 anni) di 11 cm.
Francesco Rocca, simpaticamente chiamato Kawasaky, correva i 100 metri in 12 secondi e mezzo. Oggi un Cavanda qualsiasi ci riesce a 11.
Questo per dire che per colmare il gap di qualità si e cercato di intervenire con l'incremento di prestanza atletica (favoriti anche dalla evolutività genetica umana). Questo vale per tutti gli sport. Il talento, primo unico vero valore, ha ceduto man mano il passo all'atletismo perdendo quella esclusività che lo aveva caratterizzato fino a quel momento.
Il connubio talento/fisicità è divenuto quindi il mantra su cui impostare una pianificazione vincente spesso a scapito del primo fattore.
Oggi a 16 anni a livello giovanile se sei alto meno di 1.75  vieni tagliato a meno che non ti chiami Messi.
La scelta che oggi viene  fatta differentemente da ieri è premiare il fisico con la speranza che le qualità tecnica si possano acquisire con il tempo.

Segue...
Non è tutto vero quello che dici, ricordo che quando noi esordienti OMI, allora di fatto la terza squadra di Roma, incontravamo i pari età di Lazio e riomma, il divario fisico era notevole, tale divario si accentuava con il salire di categoria. Questo per dire che Lazio e riomma già selezionavano i ragazzini dal NAGC, non già in virtù della tecnica ma della fisicita'. Quello con cui mi trovo pienamente d'accordo, invece, e come sia cambiato il calcio con l'avvento del gioco totale degli olandesi.
Però gente come Omar Sivori, Dybala che gli somiglia molto, Pelé, Maradona, Kegan andrebbero bene in qualsiasi epoca proprio per le loro caratteristiche fisiche, sono bassi ed il loro baricentro basso gli permette di fare giocate che un longilineo neanche sogna la notte.


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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #56 : Giovedì 12 Gennaio 2017, 07:35:24 »
Quella su Parolo e' una buona parata,scenografica perché si tuffa all'indietro e forse non particolarmente difficile.Il Crotone di domenica ne fa quattro alla Fiorentina di Socrates probabilmente. Con o senza telecamere e regolamenti odierni.
Ci dimentichiamo che all'epoca di calcio ne vedevamo un decimo di oggi. Imbarazzante l'eventuale confronto tra Bruno e Messi, non lo vedrebbe neanche l'argentino, Pasquale uscirebbe in lacrime.
Il livello tecnico si è elevato, complice la migliore preparazione fisica. Piscedda spesso favoleggia di preparazione tecnica e tattica grossolana riferendosi al calcio di oggi, ma appunto di favola si tratta.

La percezione del grande giocatore all'epoca la decideva la stampa e i filmati di 5 minuti.

Offline contevlad

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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #57 : Giovedì 12 Gennaio 2017, 08:34:20 »
Lo studio scientifico  del giuoco del calcio arriva ad una svolta storica con l 'Olanda del calcio totale.
Se fino al 1971 la fase tattica  aveva avuto una evoluzione graduale (marcatura a uomo, sistema, metodo, catenaccio e contropiede i sistemi di gioco più in voga)  la  realta continuava ad essere  che la vittoria arrivava sempre e solo legata  al talento in campo. Quell'Olanda , che attingeva dai 2 blocchi di Ajax e Feyanord    segnò una rivoluzione perchè improvvisamente si credette che  unicamente un sistema di gioco potesse esserre l'altra strada per arrivare a vincere  per chi aveva meno talento a disposizione.
La realtà  è che quella squadra era composta da grandissimi calciatori  che in quel contesto storico riuscirono ad interpretare magnificamente le idee di Michels, lasciando un segno indelebile nella storia del calcio mondiale.
Quella squadra peraltro lascio di se più un ricordo che vittorie, anzi, per la verità non conquisto nessun titolo anche se i mondiali del 1974 vengono quasi piu ricordati per l'avvento del" Calcio Totale"  e l'espressione del gioco olandese che per la vittoria della Germania in finale proprio contro i tulipani.

Tutto questo per dire cosa: i 3 fattori che determinano le condizioni vincenti sono talento/fisicicità/tattica ed in ultimo ma non ultimo aggiungerei la capacità di un trainer di motivazionare i propri giocatori
 Io credo che oggi l'allenatore che meglio di altri riesce ad integrarli sia l'antipaticissimo ( per me) Antonio Conte. Lo ha fatto con la Juventus, con la Nazionale Iitaliana lo sta facendo in Inghilterra.
Nella stessa Inghilterra vedo un po' sfiorire la vena artistica di Guardiola e Mourinho ed in Spagna ritengo, per motivi diversi, Luis Enrique e Zidane inferiori a Simeone.
In Italia credo che Allegri sia indiscutibilmente il piu bravo (anche e forse soprattutto per il materiale umano che ha a disposizione) e che sotto di lui ci siano discreti tecnici senza che nessuno sia partcolarmente più bravo degli altri.
Inzaghi è stato un mediocre giocatore, un mestierante spesso irritante e brutto a vedersi, ma Erickson nell'anno dello scudetto spesso e volentieri lo preferiva a Salas che tutti noi ritenevamo di un altro livello. Stranezze del calcio che io, comune mortale non capisco e che invece a volte mi fanno pensare sia giusto che Erickson sia un allenatore di calcio ed io un operaio di strada.
Ritornando all'argomento originario ( anche se confesso di essermi un pochino perso...) credo che dare un giudizio su un allenatore come Inzaghi  unicamente sulla base della propria idea di calcio, omettendo completamente il suo percorso in numeri sia semplicemente sbagliato.
Io anche vorrei rivedere Peruzzi,Veron, Nedved, Vieri e Nesta alla Lazio ma per oggi mi devo accontentare di Marchetti, Biglia e Immobile e se dovessi giudicare questi ultimi utilizzando come termine di paragone i predecessori andrei in depressione  e non seguirei piu la Lazio.

Comunque, se 9 partite pagellate  hanno determinato 22 punti  e considerandi chesono poco meno di un quarto di campionato, la proiezione finale di quest'anno sarebbe oltrepassare il muro dei 90 punti e a me andrebbedecisamente bene.

A voi?


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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #58 : Giovedì 12 Gennaio 2017, 10:06:50 »

Tutto questo per dire cosa: i 3 fattori che determinano le condizioni vincenti sono talento/fisicità/tattica ed in ultimo ma non ultimo aggiungerei la capacità di un trainer di motivare i propri giocatori
 

D'accordo nel senso generale del discorso, nel particolare della Lazio, siamo invece fermi ai tre parametri Lotitiani, l'applicazione dei quali riesce ad essere in completa antitesi ai risultati che si potrebbero ottenere applicando i 3 fattori da te citati.
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Re:Le mie pagelle: Lazio-Crotone 1-0
« Risposta #59 : Giovedì 12 Gennaio 2017, 10:52:37 »
Concordo sulla valutazione di Matador riguardo a Milinkovic : ha perso palloni a centrocampo, e sbagliato il controllo in più di un occasione.
Darei un 5

Su Biglia condivido, ma tre in pagella mi sembra eccessivo, altro 5.

Su Inzaghi sono combattuto: senza Felipe e Keita, la squadra non ha gioco.
Però ha chiuso con 37 punti, il risultato c'è.

"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013