Autore Topic: Igli Tare allenatore della Lazio  (Letto 4488 volte)

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Offline MagoMerlino

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #140 : Sabato 16 Marzo 2024, 15:13:45 »
Ah giusto! I punti non contano!

Com'era? "Mai schiavi del risultato!"?
Ma per favore, quando è stato presentato un grafico per un dato hai fatto le capriole per sostenere che quel dato preso così da solo non significa e non dimostra niente, ti si spiega che quello è solo uno dei dati contenuti in argomentazioni più complesse ma fai finta di niente e giudichi senza conoscerlo, per tua stessa ammissione, quello che produce quelle argomentazioni.
Adesso così al volo prendi i dati aggregati di 13 campionati e li compari a 30 partite?
Mi sarei aspettato almeno la media punti procapite per campionato, mi sarei aspettato un dato più completo per questo campionato. Ma a te fa comodo tirare fuori adesso questa statistica, come previsto, che i numeri ti darebbero ragione.
Quando ormai è chiaro a tutti meno a te e tuoi sodali, che stiamo pagando gli errori di Tare perché tutti i nodi vendono al pettine.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline Boksic

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #141 : Sabato 16 Marzo 2024, 15:17:08 »
La tendenza però non è costante nel girone unico.

Prendiamo i trenta campionati disputati prima del 1993.

Trenta campionati, 20 vinti dalle strisciate (Juve, Inter, Milan), 10 da altri club (nove diversi!). Uno su tre, il 33%.

Prendiamo gli ultimi trenta anni, dal 1993 a oggi. Non casualmente il 1993, è l'anno di Lazio-Foggia, prima partita in pay-tv. E del passaggio del core business calcistico dal botteghino alla tv.
Trenta campionati, 27 vinti dalle tre strisciate, 3 da altri club (Lazio, roma, Napoli). Uno su dieci, il 10%.

Ormai non li lasciano cadere più gli scudetti quelle tre, tanto che se ne cade uno (uno su dieci...) ecco che subito, possiamo leggere la classifica di oggi, sono tutte e tre in testa, nelle prime tre posizioni.
Non fosse altro che per "tranquillizzare" le piattaforme televisive che finanziano il circo.

Se ne è parlato spesso

Campionato a 16
Rose corte
Mercato invernale inesistente o quasi
Niente stranieri
Regolamento che tutelava molto le difese

Tutti fattori livellanti

Il titolo del Napoli è il primo fuori Milano-Torino nella storia del campionato a 20. Una vera impresa.


Offline Frank 73

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #142 : Sabato 16 Marzo 2024, 15:38:31 »
Se ne è parlato spesso

Campionato a 16
Rose corte
Mercato invernale inesistente o quasi
Niente stranieri
Regolamento che tutelava molto le difese

Tutti fattori livellanti

Il titolo del Napoli è il primo fuori Milano-Torino nella storia del campionato a 20. Una vera impresa.

Napoli e Samp hanno vinto con i campionati a 18, la rosa lunga del Milan andava meglio all'estero che non in patria, gli stranieri dal 1980 c'erano e hanno vinto Verona, Napoli due volte, Samp e pure quelli.
Non che non siano fattori importanti quelli che segnali, ma non da spiegare la misura abnorme di quella differenza (un campionato ogni dieci vinto fuori dalla triade oggi, e solo perché a fine anni '90 la piattaforma Stream per un po' rese strisciate anche Lazio, rioma, Parma e Fiorentina, per poi rivelarsi un pozzo senza fondo, altrimenti gli scudetti sarebbero a malapena 1 su 30 nell'ultimo trentennio, contrapposti allo scudetto ogni tre campionati che le squadre medie conseguivano prima).

Il calcio prima vendeva sedici torte e ognuno cercava di farla più buona, con i propri mezzi, con i propri incassi, con i propri mecenati o "ricchi scemi".
Oggi vende una sola torta, una grande torta, che viene divisa per venti. E tutte hanno interesse che la torta sia sempre più grande per avere una fettina più grande. E la torta è più grande se vincono Juve, Inter o Milan.

A quindici club di A su venti conviene che in testa ci siano quelle tre. In una visione ovviamente di breve periodo (la propria fetta di torta, o anche briciole che cadono dal tavolo), che è l'unica che i nostri dirigenti sportivi conoscono.
L'unica speranza di far saltare tutto per aria era la Superlega, ma purtroppo sembra sia stata momentaneamente accantonata.
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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #143 : Sabato 16 Marzo 2024, 16:58:17 »
Tutte opinioni in parte condivisibili, ma secondo me manca l’assunto.
Il calcio è un industria oppure un gioco?
Se è un’industria e anacronistico avere queste strutture, non solo la Lazio eh.
La risultante è la collocazione delle squadre italiane nel ranking mondiale sia in risultati che fatturati.
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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #144 : Sabato 16 Marzo 2024, 17:14:37 »
Napoli e Samp hanno vinto con i campionati a 18, la rosa lunga del Milan andava meglio all'estero che non in patria, gli stranieri dal 1980 c'erano e hanno vinto Verona, Napoli due volte, Samp e pure quelli.
Non che non siano fattori importanti quelli che segnali, ma non da spiegare la misura abnorme di quella differenza (un campionato ogni dieci vinto fuori dalla triade oggi, e solo perché a fine anni '90 la piattaforma Stream per un po' rese strisciate anche Lazio, rioma, Parma e Fiorentina, per poi rivelarsi un pozzo senza fondo, altrimenti gli scudetti sarebbero a malapena 1 su 30 nell'ultimo trentennio, contrapposti allo scudetto ogni tre campionati che le squadre medie conseguivano prima).

Il calcio prima vendeva sedici torte e ognuno cercava di farla più buona, con i propri mezzi, con i propri incassi, con i propri mecenati o "ricchi scemi".
Oggi vende una sola torta, una grande torta, che viene divisa per venti. E tutte hanno interesse che la torta sia sempre più grande per avere una fettina più grande. E la torta è più grande se vincono Juve, Inter o Milan.

A quindici club di A su venti conviene che in testa ci siano quelle tre. In una visione ovviamente di breve periodo (la propria fetta di torta, o anche briciole che cadono dal tavolo), che è l'unica che i nostri dirigenti sportivi conoscono.
L'unica speranza di far saltare tutto per aria era la Superlega, ma purtroppo sembra sia stata momentaneamente accantonata.
La Lazio del parassita rientra nelle 15, visto che ha votato contro il ritorno a 18 squadre.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline borgorosso

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #145 : Sabato 16 Marzo 2024, 17:30:14 »
Ah un post fuori dalle barricate. Ottimo.

Credo di aver ripetuto che la Lazio ha fatto il suo. Si può fare meglio, ma non credo che siano cose che possano mutare il destino della squadra.

E credo che Tare abbia fatto un buon lavoro, non credo che sia un genio. Insomma: Sartori e Sogliano mi paiono più preparati.
Con l’attenuante che Tare ha fatto più lavori contemporaneamente.
E Lotito si è giovato del suo stesso evidente disturbo in ambito cognitivo: pochi avrebbero resistito alla continua tensione e ad un odio così smodato.
Ha tenuto la barca a galla quando le falle erano macroscopiche e poi l’ha condotta in acque tranquille.
Solo che poi sono diventate soporifere (come capita a moltissime squadre).

Credo di sapere che la tua supposizione sia errata. Non ho davanti le carte quindi non posso giurare sulla testa delle mie figlie, ma qualcuno nel passato alla Lazio si è avvicinato. Ma le richieste sono state respinte al mittente con richieste esagerate e incontri mancati.
Quindi temo che la Lazio sarà ostaggio di un personaggio le cui azioni non siano guidate da scelte razionali (in senso economico).
Anche l’ostentazione di Enrico mi lascia perplesso e terrorizzato. Il ragazzo ha problemi di un certo livello, evidentissimi, eppure il padre lo ha già nominato Delfino e dato un ruolo di responsabilità.

A mio parere i tempi si prospettano tempestosi

Offline Frank 73

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #146 : Sabato 16 Marzo 2024, 17:57:27 »
Tutte opinioni in parte condivisibili, ma secondo me manca l’assunto.
Il calcio è un industria oppure un gioco?
Se è un’industria e anacronistico avere queste strutture, non solo la Lazio eh.
La risultante è la collocazione delle squadre italiane nel ranking mondiale sia in risultati che fatturati.

Per come la vedo io, da semplice osservatore esterno, il problema non è specifico del calcio italiano, dove magari è più accentuato, ma è comune a tutte le grandi leghe europee, ed in generale all'organizzazione e alle strutture delle competizioni nel continente europeo e in generale fuori dal contesto nord americano, dove la visione è diversa e viene talvolta scimmiottata senza coglierne gli elementi di fondo.
Anche la Champions League non ne è esente. Anche lì, come nel calcio italiano, come in tutte le leghe europee, si assiste da decenni alla formazione di una leadership oligopolistica dei grandi club che sostanzialmente blinda i risultati sportivi.
La statistica fatta prima, che applicavo alla Serie A dei diritti televisivi (ultimi trenta anni), contrapposta a quella del botteghino e del ricco scemo (trenta anni precedenti), la si può applicare anche alla CL.
Se guardiamo agli ultimi venti anni (quelli della integrazione Coppa Campioni - Coppa UEFA, integrazione denominata Champions League) e ai venti anni precedenti, osserviamo che il numero delle squadre che hanno partecipato alla finale almeno una volta si è di molto ridotta. Prima c'era più ricambio.
Anche lì, l'UEFA vende a tv e sponsor. E vende il Real Madrid, il Barcellona, il Bayern, il Manchester.
Credo non ci sia più spazio per Malmoe, Nottingham, Bruges, St Etienne, Amburgo, Steaua, ecc.
A meno che non metti in campo risorse doppie (e con una capacità di rientro inferirore) rispetto a Real e soci. Come hanno fatto City e Paris. Ottenendo risultati ottimi dal punto di vista sportivo se paragonati al loro trascorso storico, ma di certo ancora in inferiori alle big tradizionali, che sono il "prodotto" che l'UEFA vende. E che quindi potrai scalazare (e a quale costo... insostenibile per chiunque altro voglia provarci...) un anno se ti va bene, l'anno dopo te le ritrovi lì.

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Offline Jim Bowie

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #147 : Sabato 16 Marzo 2024, 18:11:46 »
Tutto vero e confrontare l’industria sportiva nordamericana con quella europea e un esercizio suicida.
Nell’ambito europeo ho visto in Cina dove ho girato in lungo e largo academy del MU del Chelsea e altre squadre inglesi.
Molti team della EPL fanno parte del ritiro in Asia, non perché il clima è favorevole ma perché c’è’ un largo mercato da conquistare.
Ero a Pechino quando la Lazio ha vinto la Supercoppa ed l’aver battuto la squadra di Mou, al quel tempo guru assoluto del calcio mondiale,  aveva creato un interesse di 1.3 miliardi di persone intorno alla Lazio. Fu sfruttata quell’occasione? No! Avrebbe comportato investimenti che vuoi per mancanza di mezzi o per politica aziendale non furono fatti, con il conseguente mancato ritorno economico e d’immagine.
Che io sappia non è stato neanche effettuato uno studio di marketing per vedere quanto sarebbe potuto fruttare quell’investimento.
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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #148 : Sabato 16 Marzo 2024, 18:28:27 »
Io racconto sempre che a maggio 2000 la Lazio, in città, godeva di una popolarità enorme e stava coinvolgendo molti bambini, tanto da mettere in discussione il rapporto numerico con inquelli.

Produzione immediata di diecimila maglie e sciarpe da vendere a prezzo di costo? Calciatori in visita nelle scuole (ancora aperte)? Feste in tutta la Regione?

Macché, ricordo (già raccontato mille volte) di un centinaio di disperati a via Farini che si sarebbe comprato qualsiasi cosa ma non c'era NIENTE da comprare.

Il primo prodotto ufficiale con lo scudetto uscì a ottobre/novembre: a campionato già indirizzato come sappiamo.

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #149 : Sabato 16 Marzo 2024, 18:42:37 »


L'unica speranza di far saltare tutto per aria era la Superlega, ma purtroppo sembra sia stata momentaneamente accantonata.
In cosa potrebbe rappresentare una speranza?
A me sembra piuttosto un'ultima e parossistica fase delle dinamiche in atto da decenni.


Offline Frank 73

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« Risposta #150 : Sabato 16 Marzo 2024, 18:57:59 »
In cosa potrebbe rappresentare una speranza?
A me sembra piuttosto un'ultima e parossistica fase delle dinamiche in atto da decenni.

Anche a me, ma ne coglievo, ovviamente non ho certezze né palle di vetro, un possibile autogol per scardinare quello che prima ho definito "leadership oligopolistica dei grandi club".
La Superlega avrebbe posto i grandi club fuori dai campionati nazionali, che ne sarebbero rimasti in prima battuta impoveriti.
Ma poi, nel medio e lungo termine, la Superlega avrebbe fatto il suo corso, e non è detto che avrebbe avuto successo (nel Calcio, e questo sembrano non averlo capito) se oggi tu Juve batti il Real Madrid, tu tifoso bianconero la tua passione, il tuo entusiasmo per il prestigioso risultato te "lo giochi" non verso il tifoso spagnolo, che non conosci e non frequenti, ma con quello domestico. La grandezza europea del tuo club la vivi contrapponendola ai tuoi competitors domestici. Se la rioma vince l'EL col Siviglia il coglionazzo iglo della lupa non se la tira con l'avversario spagnolo, ma torna a Roma a rompere i cojoni a noi. Così come gli interisti e juventini sull'intera penisola con il locali napoletani, fiorentini, ecc.
Insomma, le coppe europee servono a dare assi nella manica al tifoso nel suo rapporto campanilistico domestico.
Se tu quei club li mandi in Superlega, così che abbandonino il calcio nazionale, questo fascino campanilistico "interno" delle coppe internazionali cessa, e la Superlega diventa un circo, un wrestling o qualcosa del genere.
Nel frattempo, nei campionati nazionali impoveriti dall'addio delle big tradizionali, si danno battaglia le squadre che prima ambivano ma mai arrivavano. Auspicabilmente in un equilibrio e con un'alternanza nel successo che rende viva la competizione. L'entusiasmo torna e i campionati nazionali, magari più poveri tecnicamente, diventano più divertenti.
A quel punto Juve, Inter e Milan chiederanno di rientrare... dopo aver fatto a livello europeo quello che il Sassuolo fa a livello nazionale. Richiesta accettata, forse, magari ripartendo dalle serie inferiori  :D, ma di certo non più alle loro regole.
Ovviamente questo è frutto della mia immaginazione, ma non vedo tante altre strade per ribaltare lo stato attuale.
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Offline borgorosso

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #151 : Sabato 16 Marzo 2024, 18:58:38 »
Io racconto sempre che a maggio 2000 la Lazio, in città, godeva di una popolarità enorme e stava coinvolgendo molti bambini, tanto

Per la prima volta nella carriera di maestra mia madre ebbe più laziali che romanisti in classe.

Offline Jim Bowie

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #152 : Sabato 16 Marzo 2024, 19:03:26 »
In cosa potrebbe rappresentare una speranza?
A me sembra piuttosto un'ultima e parossistica fase delle dinamiche in atto da decenni.
La speranza della SuperLega era legata al fatto che il giocattolo sarebbe stato gestito dai clubs( stessa cosa che vuole fare la lega italiana) con effetto immediato l’eliminazione fedi costi “overhead” che riducono i guadagni dei club.
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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #153 : Sabato 16 Marzo 2024, 19:03:50 »
Per la prima volta nella carriera di maestra mia madre ebbe più laziali che romanisti in classe.

Seconda elementare di mio figlio, 12-8, una cosa del genere.

La scuola era questa


Offline borgorosso

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #154 : Sabato 16 Marzo 2024, 19:47:23 »
Questo (a mio modo di vedere) dimostra che, mutatis mutandis, è lo Stato a fare la nazione.

Ergo: sono i risultati ad avvicinare la gente e non Olimpia. Ovvio che risultati + Olimpia (leggi marketing vincente) è meglio di solo vittoria. Ma marketing senza vittoria = onanismo solipsista.

Ripeto quindi che è per questo che la dipartita del buon Claudio è condizione necessaria anche se non sufficiente

Offline disabitato

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #155 : Sabato 16 Marzo 2024, 20:07:21 »
Scherzi vero? La dipartita del parassita sarebbe la migliore mossa di marketing!
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Offline violator

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #156 : Sabato 16 Marzo 2024, 20:24:09 »
Fammi un esempio di come ci si sostituisca alla dirigenza, qui dentro
c'è chi parla quasi esclusivamente di tattica, chi di questioni di tifo, qualcun altro parla solo dei 90 minuti della partita e chr parla solo di come gestire una società nel 2024. È tutto lecito, personalmente ritengo a tratti bislacca quest'ultima pratica, nonché la meno vicina alla passione per un club, ma è solo una mia impressione. Saluti.

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Offline borgorosso

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #157 : Domenica 17 Marzo 2024, 09:32:18 »
Quando la trovi bislacca puoi ignorarla anziché deriderla, ingenerando l’impressione che stai denigrando l’interlocutore per mancanza di argomenti nel merito.


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Offline Dissent

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #158 : Domenica 17 Marzo 2024, 11:53:23 »
La Lazio del parassita rientra nelle 15, visto che ha votato contro il ritorno a 18 squadre.
Lo fa più per il ruolo politico da difendere che reale interesse specifico della Lazio.
Sa bene che più di tanto non potrà durare e che la strada per lui sarà sempre più stretta.
Meglio preparare il domani che anche fuori dalla Lazio resterà comunque con un ruolo istituzionale per lui più gestibile.

Offline Er Matador

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Re:Igli Tare allenatore della Lazio
« Risposta #159 : Domenica 17 Marzo 2024, 14:44:17 »
Anche a me, ma ne coglievo, ovviamente non ho certezze né palle di vetro, un possibile autogol per scardinare quello che prima ho definito "leadership oligopolistica dei grandi club".
La Superlega avrebbe posto i grandi club fuori dai campionati nazionali, che ne sarebbero rimasti in prima battuta impoveriti.
Ma poi, nel medio e lungo termine, la Superlega avrebbe fatto il suo corso, e non è detto che avrebbe avuto successo (nel Calcio, e questo sembrano non averlo capito) se oggi tu Juve batti il Real Madrid, tu tifoso bianconero la tua passione, il tuo entusiasmo per il prestigioso risultato te "lo giochi" non verso il tifoso spagnolo, che non conosci e non frequenti, ma con quello domestico. La grandezza europea del tuo club la vivi contrapponendola ai tuoi competitors domestici. Se la rioma vince l'EL col Siviglia il coglionazzo iglo della lupa non se la tira con l'avversario spagnolo, ma torna a Roma a rompere i cojoni a noi. Così come gli interisti e juventini sull'intera penisola con il locali napoletani, fiorentini, ecc.
Insomma, le coppe europee servono a dare assi nella manica al tifoso nel suo rapporto campanilistico domestico.
Se tu quei club li mandi in Superlega, così che abbandonino il calcio nazionale, questo fascino campanilistico "interno" delle coppe internazionali cessa, e la Superlega diventa un circo, un wrestling o qualcosa del genere.
Nel frattempo, nei campionati nazionali impoveriti dall'addio delle big tradizionali, si danno battaglia le squadre che prima ambivano ma mai arrivavano. Auspicabilmente in un equilibrio e con un'alternanza nel successo che rende viva la competizione. L'entusiasmo torna e i campionati nazionali, magari più poveri tecnicamente, diventano più divertenti.
A quel punto Juve, Inter e Milan chiederanno di rientrare... dopo aver fatto a livello europeo quello che il Sassuolo fa a livello nazionale. Richiesta accettata, forse, magari ripartendo dalle serie inferiori  :D, ma di certo non più alle loro regole.
Ovviamente questo è frutto della mia immaginazione, ma non vedo tante altre strade per ribaltare lo stato attuale.
Scenario interessante, a cui non avevo pensato.
Fra le strade più percorribili per rompere gli equilibri: il fallimento di un top club, ma con un botto da sentirlo su Alfa Centauri, è un'ipotesi plausibile?
E potrebbe, a catena, mandare all'aria l'intero assetto attuale?