Autore Topic: Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"  (Letto 3846 volte)

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Offline AlenBoksic

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Reja e la Champions: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano... Con Hernanes ho fatto la squadra che volevo!"

Fonte: Rassegna stampa a cura de lalaziosiamonoi.it tratta da Il Messaggero (Cerracchio)

Su Wikipedia troverete: Reja nato ad ottobre del 1945 nel Regno d’Italia. Ineccepibile, visto che la Repubblica venne proclamata soltanto nel 1946. Ma un certo effetto lo fa lo stesso. Reja ha attraversato 50 anni del nostro calcio: dalla valigia di cartone con sui si trasferì alla Spal, fino al videoregistratore adesso sintonizzato sul Cagliari: un paio di relazioni sui giocatori pericolosi e perfino il piano del lavoro di Natale, perché “gli stranieri tornano a casa e non vorrei ritrovarmeli poi tutti soprappeso”. Non lascia niente al caso.

Il calcio è cambiato davvero in questi anni?
Tanto fuori, per colpa vostra. Dell’impatto mediatico. Condanno le tv, che fanno e disfano i personaggi. Ma molto anche in campo. Il mio primo allenatore mi diceva: “lo vedi quello con la maglia numero 10, non mollarlo mai”. E basta. Oggi si studia, quanto si studia.

E i giocatori sono diversi?
I giocatori sono l’espressione dei tempi. Se li rimproveri davanti al gruppo, ti rispondono a brutto muso. Se li prendi singolarmente diventano degli agnellini. Del resto è la logica del clan, della gang giovanile: devono sentirsi protetti dagli altri, è l’insicurezza della nostra società. Ai miei tempi, quando parlava l’allenatore, non volava una mosca.

C’era il vincolo allora. Che ne pensa del nuovo contratto collettivo?
Non mi faccia parlare. Le dico solo che io non potrei mai accettare, se fossi giocatore, di restare ai margini. Mi rimetterei in gioco sempre, me ne andrei altrove senza problemi. Se penso a Grosso che dalla Juve non ha voluto trasferirsi al Milan che lo voleva, e così non gioca, mi vengono i nervi. Il mondo è cambiato, c’è crisi, le società non possono più permettersi certi capricci.

Un messaggio per i giovani…
Che alla seconda presenza si sentono già arrivati. E non capiscono che è l’attesa, il lavoro, la sfida con te stesso che ti tempra, che ti fa crescere. Altro che Ferrari e procuratori. Ma a Lotito ho spiegato che il settore giovanile è la vera forza di ogni squadra: Cavanda, Kozak, Perpetuini, Ceccarelli. E altri ne verranno se ci lavoriamo. Bisogna investire: chi più investe, chi sceglie i tecnic giusti, chi fa crescere la speranza, più risparmia in prospettiva. Non a caso avevo chiesto una rosa di 20 giocatori titolari, cui aggregare tre-quattro ragazzi. Qualcosa è stato fatto rispetto al caos della scorsa stagione.

Quanto conta allora oggi un allenatore?
Un 20-25% non di più.

Lei alla Lazio?
Ho ricompattato un ambiente che era completamente sfasciato. Non ho avuto bisogno di motivatori, io basto. Sono arrivato e ho fatto due giorni interi di colloqui singoli. Poi in campo vanno i giocatori, i miei sono bravi, e il merito della salvezza e ora del primo posto è tutto loro.

Quando è arrivato qualcuno e le ha detto: “Con Zarate giochiamo in dieci”?
No, se intende gli altri giocatori. Ma era una voce che girava.

Vera?
Mauro veniva da un grandissimo campionato d’esordio. In certi frangenti, la scorsa stagione, il suo apporto è stato minimo. Va aiutato, responsabilizzato. Ora si è rimesso sotto e sta dimostrando quel che vale: è il giocatore più tecnico che abbiamo, migliore anche di Hernanes. Ma sono stato chiaro con tutti: per me conta il “noi”, ma l’”io”.

Lei ha sostituito Ballardini, ma la telefonata l’ha fatta a Delio Rossi?
Vero, ma solo perché lo conoscevo meglio. Mi ha parlato a cuore aperto e il suo quadro della situazione è stato prezioso.

“Sergente buono”: è una definizione in cui si riconosce?
Sergente va bene, nel senso che comando e decido. Buono non vuol dire fesso: io spiego anche le esclusioni, amo il dialogo. Delio, visto che l’abbiamo citato, parlava troppo poco nello spogliatoio.

Difensivista?
Qui mi arrabbio. Con Hernanes, Mauri, Zarate e Floccari? Io vengo da una scuola offensivista, quella di Galeone. Herrera, poi Sacchi ci hanno insegnato la profondità della manovra. Mazzone una volta mi fermò a Coverciano e mi disse: “Pensa un po’ anche alla difesa”. A Vicenza mi salvai vincendo 17 partite in casa, sempre attaccando.

Però quel 3-5-2 con i terzini sulle fasce dell’anno scorso e dell’inizio di quest’anno…
Guardi, è una questione di uomini. Dias aveva sempre giocato a tre, Biava pure. Mi sono arrangiato. E quest’anoo sono partito senza sapere se Hernanes, il nostro obiettivo di mercato, sarebbe arrivato o meno. Per me i 4 dietro sono un dogma, se posso lavorare sugli uomini giusti. Poi due davanti alla difesa e quattro in avanti. Con Hernanes ho fatto la squadra che volevo. Poi certo, nelle scelte specifiche, guardo anche alle caratteristiche delle squadre avversarie. Che male c’è, l’avversario conta.

L’altro Reja. È vero che era amico di Pier Paolo Pasolini?
C’incontravamo a Grado. Dicevano che lì c’era una sabbia miracolosa per gli acciacchi di noi giocatori. Ci venivano anche Riva e Sormani. E mi è capitato nelle partitelle di marcare Pasolini, che era un ottimo giocatore, e di andare a cena tutti insieme.

Da oltre quarant’anni è sposato con Livia. Un’amante dell’arte?
Una pittrice. Pensi che quando eravamo a Palermo, Renato Guttuso volel vedere i suoi quadri e le propose di venderne cinque o sei. Mia moglie smise lì. Mi disse: “Dipingo solo per me stessa”.

A Roma le mostre non mancano…
A me piacerebbe girarla a fondo Roma. Andare a teatro, mi piace quello popolare, verace. Ma ora hanno inventato i telefonini che fanno le fotografie, e così per strada non posso camminare, come a Napoli del resto: mi fermano in continuazione e mi mettono in posa.

I suoi hobby: golf, vela, tennis, sci, ciclismo. Tutti sport singoli. Bisogno di solitudine?
Forse. Ma il ciclismo lo amo più di tutti. Perché è un cimento continuo con se stessi. E la Lazio, del resto, è il mio Zoncolan, la vetta da scalare.

Ecco, la Lazio. Vista dal di fuori per tanti anni.
Io sono tifoso dell’Udinese. Mio padre mi portava allo stadio a vedere Selmosson, “raggio di luna”. È stato il mio primo incontro con la Lazio, forse un segno del destino. Poi a Cosenza ho allenato Biagioni, nato biancoceleste (segnò pure in Coppa Italia all’Olimpico con la Fidelis Andria, ndr). E sui banchi di Coverciano ho conosciuto Papadopulo e Oddi. La Lazio del ’73, quella di Maestrelli, per noi del calcio era uno spettacolo. E quando ero al Napoli e incontravo la Lazio, mi dicevo sempre: “Che bella squadra”. Ho sempre avuto simpatia per questi colori. Lo dico senza piaggeria.

Però non ha mai battuto la Roma?
Da allenatore mai. Da giocatore, uhm, forse neanche da giocatore. Ci andai vicino sulla panchina del Vicenza, su campo neutro a Udine, poi segnò Perrotta, mi pare (la Roma vinse 2-0, ndr). Ma c’è sempre una prima volta, no?

Mai provato invidia per i suoi amici, o per i suoi allievi approdati su panchine importanti?
Certo. Io ho un carattere spigoloso, a volte avrei dovuto scendere a patti con me stesso. Ma quando non sono stato in sintonia con un presidente, ho sempre fatto le valigie. In fondo mi voglio bene così come sono.

I giocatori che avrebbe voluto in ogni squadra?
Difficile. Penso a Pirlo, che ho lanciato a 17 anni nel Brescia. A Doni nell’Atalanta, un fisico possente, avesse avuto anche la testa…A Zola, capitano del Cagliari (tutti trequartisti, e inventori di gioco, insomma, ndr): ogni giorno, a 37 anni, bissava alla mia porta e mi diceva “Mister, ha bisogno di dire qualcosa alla squadra?”. Un esempio per tutti.

Quattro giganti di ruolo: Gattuso, Sneijder, Ibrahimovic, Pato. Quale teme di più come avversario?
Tatticamente dico Pato, immarcabile. L’olandese crea tanti problemi perché sa giocare fra le linee. Ibra se è in giornata non lo fermi comunque.

Pensi a un rinforzo per gennaio. Difesa, centrocampo o attacco?
Se le rispondo, mi perdo un reparto intero. Ma uno mi servirebbe, indovini lei.

Ha scelto lei Hernanes?
Era quello che ci serviva. Come tipologia, uno Sneijder. Lotito e Tare hanno preso il migliore sul mercato: sembra dinoccolato, corre strano, ma ha una finta di corpo irresistibile. E una grande visione di gioco.

Dove deve migliorare la Lazio?
Sul gioco aereo, magari solo perché non abbiamo gente altissima. Quest’anno vinciamo tanto fuori casa, forse perché ci lasciano giocare di più: ma non mi chieda il segreto. Io le partite le preparo tutte allo stesso modo.

Faccia un sogno?
Ma senza pronunciarlo. Qualcuno ha detto: ai sogni bisogna crederci. Se hai paura di non farcela, non si avverano.

Proviamo? Non è l’Europa League?
Rende poco economicamente, è vero. Però ti abitua a confrontarti con squadre internazionali. serve per l’esperienza ma…

Un po’ più su?
Sarebbe una grande impresa. Io non l’ho mai vissuta, la Champions.

Ok, questa gliel’abbiamo rubata…

Voglio 11 Scaloni

Offline Fraplaya

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #1 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 14:14:34 »
Bell'intervista, quest'uomo mi piace davvero! E bellissima chiosa finale: a fari spenti, si, ma ci siamo!!
Imho
"l'attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere le partite" (V.Lombardi)

POMATA

Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #2 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 14:26:33 »
Io ve dico che famo 80 punti.

Mo piateme pe matto :D :D :D :D

Offline syrinx

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #3 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 14:41:24 »
Eccellente Reja.

Pur una volta anche un bravo a Cerracchio da parte mia.

Offline ammiraglio

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #4 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 15:37:02 »
reja amico di pasolini?
mi aspetto un ampio editoriale di marco pescetto adesso.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline Rupert

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #5 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 16:26:27 »
Arrivò a Cosenza nel novembre del 1990.
Prese una squadra spaccata e la portò alla salvezza con il famoso spareggio di Pescara.
A 36 punti si spareggiò e a 42 si salì in seria A. Pensate un pò che classfica corta!

L'anno dopo si perse la serie A all'ultima giornata di campionato.
Io lo conosco bene, da anni, e ne conosco e ne conoscevo il valore.
Non aggiungo altro. Dico solco che...

SENTO ARIA DI SVEGLIA!
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

CiPpi

Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #6 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 17:08:13 »
senz'altro una buona intervista, magari gli riescono meglio degli editoriali :), anche se invece di soffermarsi sulla leggenda si gioca in dieci con Zarate, poteva essere piu' interessante sapere se il rimpasto delle giovanili e' avvenuto in seguito ai consigli di Reja.

hai visto mai ci scappasse che il Lotito che non vuole collaboratori da ascoltare risultasse ancor piu' leggenda.

PS: annotazione personale semi OT e sicuramente superflua, ma anche Reja 'accusa' (chiaramente non in chiave polemica o colpevolista ndCP) Rossi di parlare troppo poco con i giocatori.

rudy

Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #7 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 17:18:14 »
Gran bella persona il nostro mister.  ;)

Offline franz_kappa

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #8 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 17:44:12 »
Un messaggio per i giovani…
Che alla seconda presenza si sentono già arrivati. E non capiscono che è l’attesa, il lavoro, la sfida con te stesso che ti tempra, che ti fa crescere. Altro che Ferrari e procuratori. Ma a Lotito ho spiegato che il settore giovanile è la vera forza di ogni squadra: Cavanda, Kozak, Perpetuini, Ceccarelli. E altri ne verranno se ci lavoriamo. Bisogna investire: chi più investe, chi sceglie i tecnic giusti, chi fa crescere la speranza, più risparmia in prospettiva. Non a caso avevo chiesto una rosa di 20 giocatori titolari, cui aggregare tre-quattro ragazzi. Qualcosa è stato fatto rispetto al caos della scorsa stagione.

Grazie mister. Non serve dire altro.

Bella intervista, viene fuori un personaggio piacevole e un uomo molto interessante.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline robylele

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #9 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 18:33:50 »

Complimenti a questo allenatore, a questa società che lo ha voluto fortemente, ai bravi giocatori acquistati nel tempo, al nostro direttore sportivo e al nostro simbolo che vola, alla faccia dei plastini scaramantici che credono agli spiriti maligni.

E speriamo che taluni giornalisti continuino a fare interviste e non scrivano più di cose che non conoscono.

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline benvolio

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #10 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 19:14:49 »
"La lazio e' il mio Zoncolan, la vetta da scalare..."

Reja, che giocava a pallone con Pasolini, a 65 anni evoca i sgni e lo Zoncolan. Averceli sempre pedalatori del genere!

Concordo appieno con la conclusione di Rupert...

Offline carpelo

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #11 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 19:37:48 »
...
PS: annotazione personale semi OT e sicuramente superflua, ma anche Reja 'accusa' (chiaramente non in chiave polemica o colpevolista ndCP) Rossi di parlare troppo poco con i giocatori.
Questo è ormai storia e nessuno ha mai sostenuto il contrario. Tutti gli interpellati hanno sempre detto che Rossi parlava poco con i giocatori, Delio compreso.  :D

Offline MagoMerlino

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #12 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 19:57:58 »
Interessantissima intervista, ne traggo diverse conferme, come leggere che per lui i 4 dietro sono un dogma. Sembra proprio l'uomo giusto al momento giusto.
 
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline SAV

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #13 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 20:12:12 »
senz'altro una buona intervista, magari gli riescono meglio degli editoriali :)

Gli editoriali di Cerracchio erano di solito bellissimi.
Si è perso un po' solo negli ultimi tempi... :D
Ma sono certo che può recuperare.

Offline jegue98

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #14 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 20:27:50 »
Bella intervista complimenti a Cerracchio.


Bella intervista, viene fuori un personaggio piacevole e un uomo molto interessante.


Vero!
Never change the way you are...

superaquila

Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #15 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 22:41:03 »
Io ve dico che famo 80 punti.

Mo piateme pe matto :D :D :D :D
         Sugli ottanta non discuto,


                   ma sulla seconda prevedo 15-20 punti di distacco.


                Mica sto' a scherza', so' proprio matto :P

Offline pino51

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #16 : Giovedì 21 Ottobre 2010, 23:07:56 »
Bella intervista! Ne esce un personaggio molto interessante, umano e preparato; molte se no tutte le sue idee sul calcio collimano con le mie per cui sarò di parte e poco attendibile! Confesso la mia lacuna ma non ostante alleni da tanti anni non era stato un oggetto dei miei desideri quando si cercavano tecnici. Forse ciò dimostra ancora una volta quanto conta il potere mediatico nel giudicare le persone; confesso che mi sarebbe piaciuto vederlo allenare al Lazio di Cragnotti.

Offline Dija

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #17 : Venerdì 22 Ottobre 2010, 04:13:04 »
Pensi a un rinforzo per gennaio. Difesa, centrocampo o attacco?
Se le rispondo, mi perdo un reparto intero. Ma uno mi servirebbe, indovini lei.


Da queste parole si capisce il presente e il futuro di questa societa'.
Qualunque sia l'esito di quest'anno,gia si sa' il comportamento.
La retta via e' presa non dobbiamo piu' smarrirla.

E comunque,chi pensa il buon mister?

Sono i sogni a fare la realtà

Offline LaLazioMia

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #18 : Venerdì 22 Ottobre 2010, 10:15:40 »
Complimenti a questo allenatore, a questa società che lo ha voluto fortemente, ai bravi giocatori acquistati nel tempo, al nostro direttore sportivo e al nostro simbolo che vola, alla faccia dei plastini scaramantici che credono agli spiriti maligni.

E speriamo che taluni giornalisti continuino a fare interviste e non scrivano più di cose che non conoscono.

Bella sintesi. Condivido
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Offline fish_mark

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Re:Reja: "Ai sogni bisogna crederci, se hai paura di non farcela non si avverano"
« Risposta #19 : Venerdì 22 Ottobre 2010, 10:17:50 »
Io ve dico che famo 80 punti.

Mo piateme pe matto :D :D :D :D

Tu vuoi destabilizzare l'ambiente. Hai un piano raffinato per poi sferrare l'attacco decisivo contro il presidente che ti è evidentemente antipatico.
Giù la maschera ti abbiamo preso con le mani nel sacco.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia