Nuovo libro sullo scudetto del 1974, edito da La Repubblica

[Ataru]

Tutto bello per carità ma iniziare la presentazione, ma soprattutto affidarla, della prefazione di un libro dedicato alla Lazio con LA MIA MERDA, QUELLA MERDA, non si può leggere qualsiasi sia il motivo per cui si è usato questo incipit.
Troppi trigorioti intorno ad un libro dedicato alla Lazio, voglio vedere al contrario se faranno lo stesso, nel caso mi candido a scrivere la prefazione del prossimo libro dedicato alla merda, che poi l’estratto sarebbe esattamente quello che appare scritto su tutti muri.

sincero. questo commento mi ha fatto desistere dall'andare in edicola

[Panzabianca]

 sincero. questo commento mi ha fatto desistere dall'andare in edicola

si, però De Sisti... sei sospetto. 

[Ataru]

si, però De Sisti... sei sospetto. 

Aspetta, aiutami a ricordare perché mi sono ritrovato ad accettare nuovamente la tua iscrizione a questo forum...

 

[Panzabianca]

 

perché le parole sono importanti...

[fish_mark]

Ho acquistato il prezioso volume e non l'ho ancora letto.

Faccio presente che la pubblicistica sul 74 è ormai sterminata rispetto alla quale io, personalmente, provo anche una certa noia, visto che sono storie che qualsiasi laziale (di una certa età, mi duole ammetterlo) conosce a menadito. Per i giovani e giovanissimi queste storie hanno il sapore dei racconti del nonno forse affascinanti ma ormai inafferrabili e non so quanto coinvolgenti.

Lo leggerò senz'altro, ma vorrei dire intanto che la presenza di "romanisti" all'interno di tal volume per me non rappresenterà un problema. Quando si scrive o si narra essere direttamente coinvolto nell'opera non è requisito essenziale per la buona riuscita dell'opera. E' discussione che ci porterebbe molto lontano, ma conosciamo tutti le polemiche sulla indegnità di un attore nell'interpretare un certo ruolo che a me non hanno mai appassionato, anzi. Si pensi all'ultima vicenda relativa all'interpretazione di Golda Meir attribuita a una certa Hellen Mirren, inglese di origine russa, ma ahimè (per certi puristi) non ebrea quindi inadeguata al ruolo (n'sai che problema de niente!).

Per rientrare nel calcio, ai giornalisti sportivi in erba spesso e volentieri si incarica di seguire non la loro squadra del cuore ma proprio l'altra. Insomma i "romanisti" vengono spediti a Formello e i "laziali" a Trigoria, almeno per un po'.

Per farla breve, no, non è necessario essere laziale per saper raccontare di Lazio, specie se poi si viene a sapere che tra gli autori del grande inno "So gia du ore" c'è stato un grande romanista, oltre che gran signore, come Alberto Mandolesi.

[Panzabianca]

Hellen Mirren, inglese di origine russa, ma ahimè (per certi puristi) non ebrea quindi inadeguata al ruolo (n'sai che problema de niente!).

quando la interpretò Ingrid Bergman ci furono polemiche di sorta?

Sapevo di Mandolesi tra gli autori dell'inno. In effetti, nasceva come musicista.

[Il lodolaio]

Nell'introduzione Massimo Giannini definisce lo scudetto del 1942 "fascista e farlocco" 

[Gasco luis veron]

Nell'introduzione Massimo Giannini definisce lo scudetto del 1942 "fascista e farlocco" 

Oh, mio Dio: se cosi' e' allora piu' che una celebrazione della Storia della Lazio sarebbe un danno d'immagine per la nostra Storia attraverso un' interpretazione del tutto personale (e tra l' altro scaturita da una mal informazione).

Io non l' ho letto ma se mi dite queste cose mi passa la voglia.

[Panzabianca]

Nell'introduzione Massimo Giannini definisce lo scudetto del 1942 "fascista e farlocco" 

se posso permettermi, l'introduzione di Giannini la trovo troppo lunga e stancamente riommica. Per essere il preludio ad un libro sulla Lazio la misura si impone come preziosissimo bilancino.

Sensazione mia. Ho iniziato a leggerla ma poi son passato oltre. Mi son fermato a "roma roma roma" mandato a palla dallo stereo di casa prima di ogni partita...

[Frusta]

Mio figlio mi ha appena wazzappato che s'è scordato de compra' quel foglio da cesso, qui a Monza non sanno manco de che se tratta quindi nisba libro.
In compenso un puntualissimo orger me lo ha mandato in versione pdf.
Ringraziando la sbadataggine di mio figlio per aver fatto sì che non incrementassi seppur d' una copia le vendite di quel putrido foglio da cloaca, ed ancor di più l'amico orger per avermene fornito digitalmente copia, m' aggingo a leggerlo.
Ottimisticamente sperando di trovarci almeno un pizzico d' onestà intellettuale.

[MagoMerlino]

Ho acquistato il prezioso volume e non l'ho ancora letto.

Faccio presente che la pubblicistica sul 74 è ormai sterminata rispetto alla quale io, personalmente, provo anche una certa noia, visto che sono storie che qualsiasi laziale (di una certa età, mi duole ammetterlo) conosce a menadito. Per i giovani e giovanissimi queste storie hanno il sapore dei racconti del nonno forse affascinanti ma ormai inafferrabili e non so quanto coinvolgenti.

Lo leggerò senz'altro, ma vorrei dire intanto che la presenza di "romanisti" all'interno di tal volume per me non rappresenterà un problema. Quando si scrive o si narra essere direttamente coinvolto nell'opera non è requisito essenziale per la buona riuscita dell'opera. E' discussione che ci porterebbe molto lontano, ma conosciamo tutti le polemiche sulla indegnità di un attore nell'interpretare un certo ruolo che a me non hanno mai appassionato, anzi. Si pensi all'ultima vicenda relativa all'interpretazione di Golda Meir attribuita a una certa Hellen Mirren, inglese di origine russa, ma ahimè (per certi puristi) non ebrea quindi inadeguata al ruolo (n'sai che problema de niente!).

Per rientrare nel calcio, ai giornalisti sportivi in erba spesso e volentieri si incarica di seguire non la loro squadra del cuore ma proprio l'altra. Insomma i "romanisti" vengono spediti a Formello e i "laziali" a Trigoria, almeno per un po'.

Per farla breve, no, non è necessario essere laziale per saper raccontare di Lazio, specie se poi si viene a sapere che tra gli autori del grande inno "So gia du ore" c'è stato un grande romanista, oltre che gran signore, come Alberto Mandolesi.

Un paio di precisazioni la trigorioteria fa solo da cornice (questa si marcia) al libro, si sono “riservati” le presentazioni, per marcare il territorio e fare propaganda, cosa della quale sono maestri. Del tipo scrivete pure un libro sulla Lazio, ve lo facciamo pubblicare, ma sia chiaro qui comandiamo noi.
Soprattutto il video pubblicato nel messaggio di apertura del topic esplicita questa marcatura, si presenta un libro sulla Lazio, ma perché se ci sono presenti  2 Laziali tra cui uno degli autori, ci devono essere per forza 2 troglorioti ? Ma cos’è ‘sta par condicio alla cacio e pepe? Mai visti Laziali imposti a presentazioni di qualsivoglia prodotto delle merde e per di più con diritto di parola e di cojonella.
Poi Giannini e’ l’unico trigoriota che non abiura la sua causa politica per quella della militanza troglodita. E’ uno e non fa statistica in percentuale rappresenta lo 0,0001% quando poi resta nel campo del calcio chiacchierato e’ uno di loro al 100%.

Seconda cosa Mandolesi lo si è sempre potuto definire romanista atipico, tifoso ma sportivo, al limite del signorile, altra percentuale dello 0,0001% prima di interessarsi solo al calcio lavorava nella discografia e nell’inno alla Lazio di Aldo Donati e’ stato produttore ma non autore. Come tale era presente alla presentazione ufficiale dell’inno alla Lazio che avvenne durante la manifestazione “Suono” che in quegli anni veniva organizzata dalla omonima rivista specializzata nell’ormai vecchio palazzo dei congressi all’ EUR.

[Ataru]

se posso permettermi, l'introduzione di Giannini la trovo troppo lunga e stancamente riommica. Per essere il preludio ad un libro sulla Lazio la misura si impone come preziosissimo bilancino.

Sensazione mia. Ho iniziato a leggerla ma poi son passato oltre. Mi son fermato a "roma roma roma" mandato a palla dallo stereo di casa prima di ogni partita...

 


meno male che ieri non sono uscito

[Sledgehammer]

edito da repubblica anche no

[violator]

condivido molti interventi di varia natura scritti su questo thread perché l'argomento porta inevitabilmente a una valutazione viziata da troppa merda tirata addosso alla Lazio negli ultimi 30 anni da quei lidi. Il prodotto sarà sicuramente di discreta fattura, ho letto alcuni scritti di Patucchi, è indubbiamente una penna che si fa leggere. Però, fa effetto vedere un lavoro ad hoc dedicato a uno scudetto della Lazio uscire da un luogo in cui il 99% dei contenuti è costruito sistematicamente per distruggere società e tifosi. L'ultimo riferimento che ho letto sulla Lazio su quel sito riguardava il belloccio palestrato che si è trombato Ilary Blasi. "Il laziale fassssista che si è bombato Ilary" , roba più comica o trash che altro. In pratica le due sciacquette stagiste sono andate a spulciare il suo profilo instagram per sgamargli un tatuaggio fascio e per capire dove va a magnà la sera a ponte milvio, quindi hanno costruito la storia indignatahh su Ilary che ora se la fa con un laziale. Ditemi voi se un giornale di questo tipo può essere preso sul serio quando fa uscire una cosa seria sulla Lazio.

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[Panzabianca]

a me è bastato quanto scritto da Mensurati & co. per l'affare Mauri.
Si impegnarono a fondo per naufragar infine sulle rive dell'annoso dilemma.

[Ataru]

poi dice uno bestemmia

[Frusta]

se posso permettermi, l'introduzione di Giannini la trovo troppo lunga e stancamente riommica. Per essere il preludio ad un libro sulla Lazio la misura si impone come preziosissimo bilancino.

Sensazione mia. Ho iniziato a leggerla ma poi son passato oltre. Mi son fermato a "roma roma roma" mandato a palla dallo stereo di casa prima di ogni partita...

Io l'ho letta fino in fondo per vedere fino a che punto me faceva azzecca' le fregne.
Ipocrisia a palate e vabbè, quella da uno che scrive su quel foglio da latrina me l' aspettavo, ma la domanda che mi sono fatta è: perché?
Vabbè che sei il direttore di un foglio da raccolta di deiezioni canine, ma davvero con quello sproloquio  che metà bastava, se è quello che volevi, credi di essere andato un millimetro meno sul cazzo di un laziale che sia uno?

[Goemon]

Di repubblica non leggo manco quanto costa.
Un giornale che ci odia con giornalisti che ci odiano.
Magari fallisce oggi.

[disabitato]

Quel quotidiano è carta da culo.

[Ataru]

Io l'ho letta fino in fondo per vedere fino a che punto me faceva azzecca' le fregne.
Ipocrisia a palate e vabbè, quella da uno che scrive su quel foglio da latrina me l' aspettavo, ma la domanda che mi sono fatta è: perché?
Vabbè che sei il direttore di un foglio da raccolta di deiezioni canine, ma davvero con quello sproloquio  che metà bastava, se è quello che volevi, credi di essere andato un millimetro meno sul cazzo di un laziale che sia uno?

che poi, un'introduzione, dovrebbe invogliare chi ha già comprato il libro a leggerlo, non a farlo diventare un fermacarte