www.corrieredellosport.itGli obiettivi: scalare la classifica e portare avanti un nuovo ciclo con Mau. Entro marzo si discute il prolungamento del contrattoSarri non rischia la panchina, le ombre di Tudor e di Scaloni (in tribuna al Metropolitano per il match di Champions con l’Atletico Madrid) sono lontane per non dire inesistenti. Lotito pensa al rinnovo di Mau e ad un progetto di ringiovanimento che prenderà forma nei prossimi mesi o dovrà essere accelerato se la Lazio non riuscirà a risalire la classifica, garantendosi l’Europa. Un nuovo ciclo, in fase embrionale, era stato tratteggiato dopo il secondo posto e un’estate che in realtà avrebbe dovuto proiettare i biancocelesti verso una dimensione più ambiziosa. «Chiunque avesse smontato il gruppo dell’anno scorso sarebbe stato internato al manicomio» ha sottolineato intervenendo ai canali societari Angelo Fabiani, nominato direttore sportivo il 19 agosto, poche ore prima che scattasse il campionato dopo aver firmato inizialmente il contratto per proseguire solo con Primavera e Women. Lotito, tra luglio e agosto, si accorse che qualcosa mancava nel rapporto squadra-società dopo l’addio di Tare e la separazione, due anni prima,da Peruzzi. Quei ritardi hanno tolto punti e spirito, sono stati pagati sotto forma di malumori, equivoci, incomprensioni, difficoltà di mercato, che pure a Formello continuano a preservare e difendere. Hanno investito sul futuro, abbassando l’età media e decidendo di aspettare la maturazione di giocatori (come Castellanos e Isaksen) che sinora non hanno ancora fatto la differenza, non si sono inseriti (come Kamada) o stanno rendendo (Guendouzi e Rovella) pur non essendo paragonabili per caratteristiche e qualità a Milinkovic e Leiva.
Lazio, perché Lotito vuole rinnovare il contratto a SarriDal gruppo del secondo posto, dieci undicesimi confermati nel blocco dei titolari, la Lazio si aspettava di più in campionato. La qualificazione agli ottavi Champions, in un girone non semplice, è un ottimo risultato. I quarti di Coppa Italia sono un obiettivo. L’undicesimo posto in Serie A (7 sconfitte in 16 giornate) non è accettabile. Lotito e Fabiani non attribuiscono responsabilità della crisi a Sarri e neppure ai nuovi acquisti. L’organico doveva essere sufficiente per ottenere risultati diversi con Lecce, Genoa, Salernitana e Verona: 6-7 punti in più avrebbero consentito alla Lazio di essere in corsa per il quarto-quinto posto e non così indietro in un campionato che concede ancora la possibilità di risalire. L’intervento di Fabiani per la prima volta nello spogliatoio, dopo Salerno e un periodo in cui aveva studiato il gruppo senza intervenire, ha assunto un significato preciso. Come l’esclusione di Vecino dopo il Cagliari. E’ cambiato il vento, è riapparsa quella severità che deve esistere in ogni club nel rapporto con lo spogliatoio: era venuta meno dopo il divorzio con Tare, dominatore della scena di Formello per quindici anni. Il cambiamento presuppone adattamenti, difficoltà, forse anche peggioramenti nell’immediato. Ma alla lunga sta venendo fuori una saldezza interna raramente registrata, in venti anni di cronaca laziale, durante le crisi.
Rapporto tra Lotito e Sarri, i retroscenaIl rapporto tra Lotito e Sarri è tornato sereno. Mau ora si esprime in maniera differente nei confronti della società, qualcosa ha cominciato a cambiare (nessuna differenza tra vecchia guardia e nuovi acquisti, più turnover, persino due punte nel finale con l’Inter) e con il diesse Fabiani sta formando un asse forte. Rischiano i giocatori, non l’allenatore. E’ questo il messaggio in arrivo da Formello. Serviranno anche i risultati, ovvio, ma la Lazio ha voglia di lanciare un nuovo ciclo con Mau, l’allenatore ideale per lavorare sul campo con i giovani, se non verrà confermato a fine stagione un posto in Champions o in Europa League. Il contratto termina nel 2025. Il rinnovo non è imminente e non verrà discusso domani, società e tecnico ne parleranno tra febbraio e marzo. Ora bisogna scalare la classifica. Certo Lotito non entrerà nella prossima stagione con Sarri in scadenza. E il rinnovo oggi è un’ipotesi più concreta rispetto alla separazione.