www.corrieredellosport.itCon i biancocelesti un inizio di stagione lento (3 gol in 12 giornate): il capitano, dopo la sosta, punta ad essere decisivo con la SalernitanaROMA - Niente azzurro, solo biancoceleste. Un po' deluso, un po' stimolato, Immobile se n'è fatto una ragione della mancata convocazione da parte di Spalletti. «Mi sembrava che in questo momento gli altri fossero più in condizione. In Champions ha segnato un gran gol, gliel’ho anche detto e gli ho fatto i complimenti quando l’ho chiamato e ci ho parlato al telefono», ha assicurato il ct lunedì scorso in conferenza stampa. Ciro lo ha ascoltato quando l'ha chiamato per informarlo dell'esclusione, ne ha preso atto e ha guardato avanti.
Immobile, che determinazioneCome gli sta capitando sempre più spesso negli ultimi mesi, di fronte all'ennesima difficoltà ha cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno, come confidato da Sarri dopo il derby: «Tutto sommato, mi ha detto che è meglio così, visto che ha appena ripreso ad allenarsi e ha bisogno di continuità di lavoro». Da un punto di vista razionale, difficile dargli torto. Sotto l'aspetto emotivo, però, è chiaro che gli avrebbe fatto piacere far parte del gruppo della Nazionale, con la quale vuole partecipare al prossimo Europeo da campione in carica. Così, ha deciso di incanalare tutte queste emozioni nel lavoro sul campo e su sé stesso, per riprendere da dove aveva lasciato. Prima di ricostruire il suo percorso azzurro, deve riuscire a farlo in biancoceleste, tornando a giocare (e segnare) con regolarità, così come accaduto prima dell'ultima sosta. La rete al Feyenoord (la numero 200 nelle sue 312 partite nella Lazio) e il derby successivo giocato da titolare (con Castellanos rimasto in panchina tutta la gara) sono stati un passo avanti importante, in cui Immobile ha dimostrato di essere sulla strada giusta per tornare quello di un tempo.
Immobile, falsa partenzaÈ vero, per la prima volta da quando è a Roma, ha a tutti gli effetti un concorrente per la maglia da titolare e ha dovuto adeguarsi pure a questa nuova situazione. Ed è pure per questo che la partenza è stata a rilento, con appena 3 reti realizzate nelle prime 12 giornate di campionato. Da quando indossa la maglia biancoceleste, non gli era mai capitato di segnarne così poche a questo punto del torneo. Pure la stagione scorsa e nella 2018/2019 (le sue "peggiori", chiuse rispettivamente con 12 e 15 reti), era già arrivato a 6 e 8. Non è abituato a questo genere di ritmi, il quattro volte capocannoniere della Serie A, nonché Scarpa d'Oro del 2020 e attuale ottavo marcatore di tutti i tempi del campionato italiano con 197 centri. Sente di poter tornare a quei livelli, ha bisogno che la Lazio ricominci a giocare come sa, per essere servito con più frequenza e nel modo giusto.
Immobile, che opportunitàEcco perché questa mancata convocazione, in fondo, può essere vista come una sorta di "benedizione", per continuare a lavorare nel centro sportivo di Formello insieme ai compagni, affinare l'intesa e riprendere sabato prossimo con la Salernitana esattamente da dove aveva lasciato. È sempre lui, il capitano biancoceleste, un bomber capace di scrivere pagine di storia con le sue valanghe di gol e al tempo stesso un uomo che ci ha sempre messo la faccia, nel bene o nel male. Si è abituato ormai a momenti così, sa cosa occorra per uscirne e tornare più forte di prima. “Nel mezzo delle difficoltà si celano le opportunità”. La citazione di Albert Einstein è diventata un po' il suo nuovo mantra. Ora non resta che lavorare a testa bassa e farsi trovare pronto per la ripresa del campionato. Lì, attraverso i gol, potrà ricostruire il suo percorso alla Lazio. E attraverso quello, poi, avrà la possibilità di fare altrettanto bene in Nazionale.