www.gazzetta.itDopo l'autorete di De Ketelaere e il gol di Castellanos, la squadra di Gasp era riuscita a recuperare con Ederson e Kolasinac. Il tecnico toscano espulso ma vincenteAlla settima partita in tre settimane per entrambe, giocata a 29 gradi e nonostante questo con grande intensità, ci sta di vincere con i cambi. E la Lazio batte l’Atalanta così, al minuto 38 della ripresa, con uno degli uomini scelti da Sarri, per ridare vigore ad una squadra già da un po’ messa sotto, ma non soggiogata: Gasp ricava poco dall’ingresso di Lookman e Muriel, mandati in campo in corsa per Scamacca e De Ketelaere, e stavolta anche da Koopmeiners; mentre il gol della vittoria viene firmato dall’uomo della provvidenza (come in Champions), Matias Vecino, entrato al posto di Luis Alberto, quando la sua squadra è già stata perlomeno rivitalizzata dagli strappi di Isaksen, messo in campo per spezzare il dominio nerazzurro. La Lazio così dà una pitturata alla sua classifica, mentre la Dea chiude il suo tour de force così come lo aveva cominciato: perdendo 3-2 in trasferta.
LE SCELTE
Sarri non ha Immobile neanche per la panchina e non sceglie la formula con il “falso nove”: dunque al centro dell’attacco c’è Castellanos, con Felipe Anderson e Zaccagni esterni. Centrocampo con Rovella e Guendouzi assieme all’intoccabile Luis Alberto, al centro della difesa la coppia (ex) azzurra Casale-Romagnoli, con Marusic e Hysaj da laterali della linea a quattro.
PRIMO TEMPO— L’inizio è shock - come la sua metamorfosi rispetto a giovedì a Lisbona - per l’Atalanta e di conseguenza travolgente per la Lazio: due gol e due chance per irrobustire il vantaggio in appena 18’. Un po’ di fortuna per l’1-0, dopo meno di 5’: un corner come sempre velenoso di Luis Alberto e pallone spiovente, che in una selva di gambe sbatte sulla coscia di De Ketelaere, per un autogol che mette fuori causa Musso. La Dea accusa il colpo, la Lazio coglie l’attimo e all’11’ raddoppia, con un’azione che mette in evidenza quella che sembra stanchezza fisica, e in realtà nasconde solo un approccio meno feroce del solito, degli uomini di Gasperini: un velo di Luis Alberto attiva Zaccagni che scappa a Zappacosta, cambio gioco su Felipe Anderson che brucia Kolasinac e radente su cui Castellanos (primo gol laziale) che anticipa Djimsiti. Tre nerazzurri su tre in ritardo. Ma non è finita: dopo 3’, sugli sviluppi di una punizione, Casale si trova la porta spalancata ed è complice della prodezza di Musso che dice no. Quando al 18’ Guendouzi colpisce anche la traversa si pensa al crollo della Dea, e invece è lì che l’Atalanta, poco a poco, approfitta di un rallentamento della Lazio e ritrova energie, il filo del gioco e dunque, almeno un po’ il governo della partita. Da lì in poi ci sono solo occasioni per la Dea: al 25’, su un cross di Ruggeri spizzato da Casale, Pasalic - che ormai ha più movimenti da centravanti che da trequartista - arriva di testa con un attimo di ritardo. Ma è sempre di testa il gol del 2-1, al minuto 33: ancora un cross affilato di Ruggeri (terzo assist in campionato, più uno in Europa League) e Ederson ha abbastanza libertà per colpire e rimettere in corsa l’Atakanta. Che prima del riposo ha ancora due buone occasioni, sempre con Zappacosta: primo tiro respinto da Rovella, il secondo invece mirato malissimo con il sinistro.
SECONDO TEMPO— La ripresa inizia così com’era finito il primo tempo: con l’Atalanta che ci mette qualcosa in più ed è più pericolosa. Subito (4’) con De Ketelaere, che chiude un’azione personale con un gran sinistro su cui serve il miglior Provedel. Il gol del pareggio è nell’aria e arriva puntualmente al 18’, quando sugli sviluppi di un angolo, un cross dalla sinistra di Koopmeiners trova lo stacco di testa (sesto gol aereo dell’Atalanta in stagione) di Kolasinac, che sovrasta Marusic. La partita sembra avviata ad un pareggio, anche perché le forze calano, ma una punizione calciata non troppo alta da Isaksen (minuto 36’) è il segnale che il serbatoio dell’Atalanta tende alla riserva. E l’azione del 3-2, come i primi due, trova i nerazzurri mal disposti e poco pronti: su cross di Marusic è prezioso il ponte di testa di Castellanos, ma Vecino è liberissimo in area per il 3-2. E a quel punto la reazione dell’Atalanta è veemente, ma non lucida: si esaurisce in un colpo di testa di Scalvini fuori di poco, una girata di Muriel su cross di Lookman bloccata da Provedel e in una punizione guadagnata ai 25 metri dal colombiano, però murata dalla difesa biancoceleste.