Autore Topic: Sarri e la scelta sulla Lazio dopo il ko di Lecce: colloquio a Formello con il ds Fabiani  (Letto 290 volte)

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di Fabrizio Patania

Nuovi acquisti appena arrivati e troppi fuori forma: la sconfitta in Salento ha fatto scattare i primi confronti

                   ROMA - Superficialità, atteggiamento, fase difensiva ridicola e secondo tempo inaccettabile, senza spiegazioni: i capi d’accusa di Sarri, un’autentica requisitoria durante le interviste in tv e nella conferenza stampa al Via del Mare, erano appena stati enunciati all’interno dello spogliatoio. La squadra ha ascoltato Mau, spiazzato (o forse non troppo) dalla notte di Lecce. Era nervoso sabato a Formello, preoccupato dalla trasferta in Salento, dal caldo opprimente, dalla sensazione di aver assistito all’allenamento più complicato della carriera (parole sue) e forse dalla consapevolezza di essere arrivato al 20 agosto come se fosse ancora il 15 luglio, con quattro o cinque acquisti da inserire, giocatori senza preparazione atletica sufficiente e altri con problemi fisici. La condizione peggiore per rispondere subito alle pressioni del risultato, alle aspettative superiori, moltiplicate dalla Champions. Non c’è troppo tempo per allenarsi o piangersi addosso, neppure di buttare punti e perdere partite vinte o quasi, come è successo domenica. Ecco la profonda differenza rispetto al ko del gennaio scorso, stesso risultato, un altro sorpasso subito: a cinque minuti dalla fine, sopra di un gol, non puoi buttarla via.


Lazio, questione di responsabilità

Così Mau ha parlato con pacatezza. La Lazio è consapevole del danno consumato a Lecce. C’è un vantaggio: siamo alla prima di campionato, a volte certi schiaffoni possono essere salutari, servono a svegliarsi subito. L’anno scorso, più o meno nello stesso modo, la Lazio è andata sotto al Via del Mare dopo la sosta invernale e alla fine si è piazzata seconda. Sarri non ha strigliato la squadra biancoceleste, ha cercato di responsabilizzarla. C’è una convinzione: se la Lazio ritrova l’antico spirito e lotta, può costruire il futuro e una bella stagione. Se dopo Champions e secondo posto tutti pretendono o si sentono arrivati, lo spogliatoio andrà incontro a mesi tormentati e poco divertenti. Ieri si è aggiunto il colloquio tra il tecnico e il ds Fabiani, appena ufficializzato e rientrato nella notte in macchina da Lecce. L’ex dirigente della Salernitana non è transitato dallo spogliatoio di Lecce, ma ieri era in campo per la ripresa a Formello. Un segnale tangibile di una nuova figura dirigenziale accanto alla squadra, come non era successo sinora. Lotito deve completare la rincorsa, ma i ritardi di programmazione si riflettono e si vedono sul campo se non ti presenti a dovere il 20 agosto.


Lazio in ritardo

Era la stessa Lazio del secondo posto senza Milinkovic e con qualche acciacco in più. Marusic paga l’intervento di ernia inguinale e il lungo stop. Hysaj si trascina un’infiammazione al tendine d’Achille. Pellegrini è entrato in corsa dopo oltre un mese da fuori rosa con la Juve. Luis Alberto ha avuto diversi fastidi durante l’estate. Cataldi, dopo l’intervallo, era in evidente flessione. Felipe svagato. La Lazio è lenta, compassata, manca di contrasto: le sue caratteristiche si conoscono. La corsa, il pressing e l’intensità del Lecce erano stati letali anche a gennaio. Sono stati 90 minuti in bilico, non solo 45. Sarri poteva vincere 2-0 con tre tiri in porta e invece ha perso 1-2 prendendone due in meno di cento secondi a cinque minuti dalla fine. E’ il calcio, senza troppe analisi psicologiche.

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