www.corrieredellosport.itdi Daniele Rindone
Il presidente pensa di offrirgli il ruolo che è stato di Peruzzi. Presto l’incontro decisivo, Sarri aspettava il rientro di Angelo ma considera Stefan adatto ROMA - Il tempo e i volti della storia recente della Lazio sono cambiati negli ultimi anni. Sono andati via capitani, tanti simboli. Ha salutato anche Stefan Radu, forse è stato solo un arrivederci. Per lui era pronto un posto nel settore giovanile, ma Lotito sta pensando di affidargli il ruolo di club manager. E’ l’uomo che deve garantire la cucitura tra squadra e società, che deve tessere fili. E’ sempre circolata come ipotesi, il presidente ci sta pensando realmente. Ci sarà un incontro prima della partenza per il ritiro di Auronzo prevista l’11 luglio (il raduno è fissato il 9). Radu, dopo l’addio al calcio, ha preso tempo, ragiona sul futuro. L’idea era continuare in campo, ma la possibilità di iniziare la carriera dirigenziale non è scartata a priori. Sarri dopo Lazio-Cremonese ne aveva parlato caldeggiando l’ipotesi: «Radu? Mi sarebbe piaciuto allenarlo qualche anno fa, purtroppo l’ho fatto nel finale della sua carriera. Lo apprezzo come giocatore e persona, è di una lealtà e di una fedeltà unici. Caratterialmente è un ragazzo straordinario, forse troppo per fare l’allenatore, lo vedrei bene all’interno di una dirigenza o in uno spazio tra dirigenza e squadra perché sa curare i rapporti». Sarri ha sempre sponsorizzato il ritorno di Peruzzi, il cui rientro è diventato possibile dopo l’addio del diesse Tare, era una condizione necessaria. Ma Lotito sta pensando di più all’inserimento di Radu nonostante il suo ritiro sia fresco e in poche settimane passerebbe dal vivere lo spogliatoio da giocatore e compagno di squadra a dirigente.
Lazio, le riflessioni sul club manager
Radu ha vissuto giorni emozionanti. Non ha dormito prima di Lazio-Cremonese, ha pianto nella notte dell’addio. E non sono stati facili neppure i giorni seguenti. Aveva salutato i tifosi con un post su Instagram: «Io ho sempre detto che nella mia vita non riesco a immaginarmi lontano dalla Lazio, quando parlo lo faccio con il cuore, non sono mai riuscito a lasciare questa squadra nonostante le numerose offerte in passato perché una volta che ti leghi a questa squadra è difficile che la lasci, tanti giocatori sono andati via e si sono pentiti perché l’amore di questa gente non la trovi da nessuna parte, il prossimo anno sarò qui, 60.000 più Radu». Ci sarà. Se non da dirigente o da allenatore, da tifoso. L’amore di Radu per la Lazio è un amore infinito. Negli ultimi due anni è rimasto nonostante non ci fosse posto per lui in campo. Sarri non ci ha mai puntato né gli ha concesso spazio. Eppure gli ha sempre riconosciuto professionalità, fedeltà ai colori e attaccamento. Il Boss è sempre stato utile nello spogliatoio, da leader. Pur non giocando. Se Lotito lo convocherà per proporgli il ruolo di club manager e Stefan dirà sì, a Formello continuerà ad essere difesa e trasmessa la lazialità. Radu è pur sempre il recordman per presenze nella storia biancoceleste, ha chiuso a quota 427. Stefan ha sempre vissuto la Lazio con dedizione, senza voglia di notorietà. Non ha mai indossato la fascia di capitano, gli spettava, ha sempre preferito che la indossassero altri. Un po’ perché ha sempre faticato a tenere a freno l’istinto, un po’ perché ha sempre vissuto tenendo un profilo basso. «Ho trascorso 15 anni al vostro fianco perché quando entravo in campo avevo la vostra stessa anima, quella del tifoso laziale», è l’eredità che ha lasciato Radu. E che è pronto a raccogliere nuovamente.
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