Autore Topic: Genovesi, Champions League conquistata e cuore Lazio: “Aquila sempre sul petto”  (Letto 246 volte)

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Il fisioterapista agli ordini di Guardiola si gode il successo europeo, ma non dimentica la sua passione per i biancocelesti



                   ROMA - Fisioterapista e osteopata sul tetto d’Europa con il Manchester City. Da Roma, Federico Genovesi, ha conquistato la Champions League a Istanbul insieme a Pep Guardiola. Battuta l’Inter e festa grande. A Radiosei, Genovesi ha parlato della gioia vissuta dopo la finale e di una passione mai dimenticata: “Sono laziale e avrei preferito vivere la finale di Champions con l’aquila sul petto anche se i colori del City sono gli stessi. Lavorare con Guardiola è esattamente come lavorare con chiunque altro: una volta instaurato il rapporto con l’allenatore, diventa tutto più facile e automatico. Il grande vantaggio di lavorare per il City è che qualunque cosa ci serva per la nostra professione, la chiediamo e in uno due giorni arriva tutto. La mentalità è totalmente diversa qui”.

Genovesi tra Lazio e Oasis

"La passione per il calcio qua a Manchester è diversa: ci si ricorda della partita solo il weekend. Durante la settimana non c’è interesse: i giocatori vanno in giro tranquillamente e nessuno li assedia o li disturba. Anche al campo d’allenamento i tifosi non si vedono mai. A Formello dopo un derby vinto venivano in 5.000. L’ambiente è internazionale e tutto questo contribuisce ad un ambientamento più rapido. Ho visto più volte i fratelli Gallagher allo stadio e ormai ho un rapporto stretto con Noel. Sono grandi tifosi del City. Nei primi anni di Lazio di Lotito avevo avuto la possibilità di lavorare per la Primavera della Lazio, poi per una serie di coincidenze mi sono trovato a lavorare in prima squadra provvisoriamente. Avendo poi fatto studi e perfezionamenti, decisero di trattenermi. Così sono rimasto per sei anni come fisioterapista della Lazio e ho vissuto la Coppa Italia con Delio Rossi, mentre il 26 maggio del 2013 ero in curva a tifare Lazio. Ricordo tutti i derby perché vengo da una famiglia di laziali. Sono abbonato alla Lazio da quando avevo 5 anni. Ricordo benissimo il gol di Behrami al 94? e ricordo anche la mia corsa sotto la curva. Così come al gol di Klose. Alla Lazio ho legato con quasi tutti i giocatori con cui ho avuto a che fare: Ledesma, Pandev, Kolarov. Mi sento ancora con i magazzinieri e i fisioterapisti e alcuni lavorano ancora nella Lazio”.

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