Le coppe però non si vincono a comando, perché i tifosi lo desiderano.
Concordo TD che le coppe non vi vincono a comando, e neanche le singole partite. Il mio giudizio parte dalla convinzione che la Lazio (la Lazio, non Sarri) abbiano scelto di non partecipare alla competizione. La responsabilità principale, e l'ho scritto nel mio post e in quelli precedenti, è quindi principalmente della dirigenza, in seconda battuta anche di Sarri che, dall'alto del suo cv e del suo carisma, mi ha deluso nell'averla assecondata.
E' così bravo, anche dialetticamente, a fare le pulci, anche pubblicamente, ad altri settori della società sui quali non dovrebbe avere alcuna competenza, se non di riflesso, mi sarei aspettato che gli obiettivi sportivi da mettere nel mirino egli avesse voce, e che voce, in capitolo. Se poi Sarri è stato convintamente in linea con la scelta societaria, non vedo come non confermare la critica.
Critica che non vuol dire cha la Lazio snobba l'Europa per scelta di Sarri, ma che Sarri condivide la scelta societaria di snobbarla.
Al punto che la partecipazione europea è diventata, da prima di Sarri e da un momento preciso in poi, importante solo per l'accesso e la riscossione dei diritti televisivi di base (lato società) e come partitella infrasettimanale del giovedì, di preparazione alla domenica, per Sarri (bellissima la Lazio di Cremona, dopo l'allenamento in Danimarca di tre giorni prima...).
Del fatto che a quelle competizioni si partecipa, come in tutte, essenzialmente per vincerle, la nostra dirigenza (e il tecnico a rimorchio) non se ne è curata e non se ne cura più.
Hai scritto da Salisburgo... io direi da Lazio-Inter dello stesso anno, che poi è la stessa cosa dal punto di vista temporale. La mancata qualificazione alla CL in quello spareggio con i nerazzurri condizionò un po' tutto l'ambiente, i giocatori ci misero a riprendersi nella stagione successiva, la società, più che andare a verificare i propri margini di miglioramento e i propri errori, e senza neanche considerarne altri di errori ad essa non imputabili (fu la stagione di Giacomelli e di tanti Giacomelli), stabilì, desunse, che la partecipazione alla competizione europea, il doppio impegno, era stata la causa di qualche punto in meno in campionato e del fallimento dell'obiettivo CL sul filo di lana. E già dalla stagione seguente, con Inzaghi al timone, la Lazio in Europa andò solo per timbrare la presenza (salvo la stagione in CL).
Hai scritto bene inoltre... anche i tifosi non è che partecipassero tanto alle partite di EL e la loro richiesta alla società, sui social e altrove (e queste cose un club calcistico, neanche a torto, le valuta), era la partecipazione alla CL. Quindi tutto l'ambiente, tutto il contesto, è stato in questi ultimi anni indirizzato a quell'obiettivo quasi sempre fallito.
Però quest'anno, arrivo a dire anche l'anno scorso, è diverso. Sarri (e la Lazio in primis) affrontano un'altra EL, non quella di Inzaghi. Con la partita di Salisburgo Inzaghi aveva disputato 12 partite di EL, quante ne sarebbero bastate a Sarri per approdare in finale. Quello che non si coglie è che sono due competizioni diverse, in particolare per la durata e l'impegno richiesto. Quella di oggi è decisamente più leggera, se affrontata con l'intenzione di competere. Lo avesse fatto, la Lazio avrebbe vinto il girone (sarebbe bastato un punto in più, se consideri che cinque partite e mezzo del girone non le hai disputate, il livello del girone da cui ti sei fatto eliminare è evidente) e avrebbe avuto un'autostrada verso la finale, partendo tra l'altro direttamente dagli ottavi e non dai sedicesimi.
E la rioma l'avremmo incontrata probabilmente ai quarti, e non avremmo rimesso in ballo nulla.
La specialità del 26 maggio è che è stata la prima volta, non che resterà l'unica.
Non dico niente di straordinario se affermo che di coppe in faccia tra Lazio e rioma ve ne saranno altre, qualche volta la prenderemo in faccia noi, altre volte (speriamo di più) avremo la meglio noi. Ma in questo calcio che moltiplica le competizioni, è inevitabile che prima o poi ci si possa incontrare di nuovo a contendersi una coppa. L'anomalia sono questi dieci anni in cui non è accaduto, non lo sarà invece un eventuale (prima o poi inevitabile) confronto.
Ma qualsiasi altro confronto non cambierà mai il fatto che, la prima volta, abbiamo vinto noi.
Quindi un'eventuale Lazio finalista di una coppa europea minore, fatto non garantito a priori, se non nelle intime convinzioni dei tifosi, avrebbe probabilmente pregiudicato un risultato storico in campionato.
Neanche il risultato storico in campionato era garantito. E, garantito per non garantito, la Lazio finalista di una competizione europea è molto più storico e importante di un sia pur prestigioso secondo posto in campionato.
Col senno di prima, il percorso fino alla finale di EL era molto più semplice che arrivare davanti a Milan, Inter, rioma e Atalanta (mica lo sapevamo prima che in campionato avrebbero quasi tutte frentato per dedicarsi alle coppe). E dato che l'EL doveva essere per noi anche più importante, dato che si trattava di competere per una vittoria e non per un piazzamento, secondo me la scelta da fare doveva essere un'altra.
Ora è andata così e sono felice di come va la Lazio, non vedo l'ora sia domenica per applaudire Sarri e i suoi ragazzi.