Autore Topic: Laziomania: A Milano contro l’Inter e Inzaghi la resa no  (Letto 197 volte)

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Laziomania: A Milano contro l’Inter e Inzaghi la resa no
« : Lunedì 1 Maggio 2023, 10:12:42 »
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di Luca Capriotti
                                           
Mi è riuscito difficile scrivere dopo Inter-Lazio, e non tanto per il risultato. Partiamo da qui: perdere a San Siro 3 a 1 ci sta, non è un dramma, rimette l’Inter dentro la tonnara Champions, e preoccupa quasi più Milan e Roma, per ora. Mi è riuscito difficile scrivere non tanto per i 3 gol subiti, o le 2 sconfitte consecutive in un momento della stagione così delicato. Certo, con 4 punti in più mi sentirei decisamente più sereno, felice, soddisfatto. Ma questa è la Lazio, non tifo altre squadre, tifiamo questa roba anti-logica, anti-umana, anti-normale da sempre. Amare la Lazio è irragionevole, controintuitivo, uno scherzo del destino da sempre, un meraviglioso sorriso del fato su di noi. Ma no, ho fatto fatica a scrivere perché anche io la vedo come Sarri: mi è sembrato che i nostri si siano arresi. 

QUANDO CI URLANO IN FACCIA - Da laziale, da sempre si coalizzano contro di noi, ci scherniscono in tanti contro uno o due, fraternizzano, la storia personale e collettiva ce lo dice e lo racconta e ce lo ricorda. Da sempre, e per sempre, sarà così. Non siamo fatti per la maggioranza: come diceva un vecchio leone degli Irriducibile, mi sta bene così, perché vuol dire che diamo fastidio, che non ci siamo integrati a certi schemi, certi sistemi. Però la resa no. La resa non la accetto. La sensazione brutta di girare le spalle e scappare. Quando l’Inter ha urlato, lo ha detto Sarri, la Lazio si è rimpicciolita, si è ristretta. Mamma, mi si è ristretta la Lazio. Ok, l’Inter ha un altro tipo di costruzione. Certo, sono costruiti per Scudetto e Champions. Ovvio, entrano Lautaro, Gosens, e via discorrendo. Una serie di giocatori che giocherebbero titolarissimi nel City, un altro po’. Noi fatichiamo, come dice il saggio Mou sempre quando non vince, fatichiamo a sostituire i nostri titolari con giocatori presentabili. E a volte tradiscono pure quelli, come Vecino, che dovrebbero darci qualche certezza in più. Quando l’Inter ha alzato la voce, la Lazio se l’è fatta addosso, e si è nascosta, si è rintanata. Anzi peggio: ha dato la sensazione di volersi arrendere. E questo no: questo non possiamo accettarlo. Contro Inzaghi e de Vrij no. Contro la solita Inter no. 

QUANDO CI URLANO IN FACCIA DOBBIAMO URLARE PEGGIO - Quando ci urlano in faccia, da sempre lo fanno, il laziale reagisce con ironia, o alle brutte se becero come me urla peggio, più ad alta voce, perché la Lazialità non è una cosa sporca da nascondere, ma identità da difendere. Quando l’Inter ha cominciato a tambureggiare, forte, dopo 1 ora di gioco, non dico che avremmo dovuto rispondere colpo su colpo. Però una sortita alla Aragorn al fosso di Helm me l’aspettavo. Io l’ultima cavalcata la volevo. Quando Pedro scappa via e Felipe Anderson rinuncia a spalleggiarlo, a seguirlo, ad aiutarlo, per me è resa. Quando non riesci più ad aggredire alto, per me è resa. Quando non palleggi in faccia, ma ti fai palleggiare in faccia inerte, per me è resa. Quando smetti di considerare questa roba, questo sport, questa partita una fottuta questione di vita e di morte, e pensi che alla fine sono più forti, possiamo perdere, per me è una resa ideologica. 

QUANDO CI URLANO IN FACCIA LA RESA NO - La mentalità vincente passa per la voglia di giocarsela contro tutti, specialmente contro quelli forti, specialmente quando sono troppo forti. Dicevo su Twitter che non abbiamo più bonus, e vi siete arrabbiati, ma fate male. Lo affermavo guardando il calendario, e pensando al post Milan. Ma in realtà sempre a Milano guardavo,  o al Sassuolo, a tutte le partite che restano. Lo dice Sarri: ora bisogna andare forte, dare tutto e oltre tutto, spezzettare il nostro fiato oltre ogni limite, spiegazzare il nostro cuore per farlo più grande possibile. Diceva un vecchio leone degli Irriducibili: noi ridevamo mentre correvamo verso i tifosi avversari. Nessuno qui pretende il fosso di Helm. Però la resa no. La resa no. Noi compatti con voi, voi arrendersi mai.

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