www.corrieredellosport.itdi Daniele Rindone
Base di accordo tra Lotito e la squadra per l’eventuale ritorno nell’Europa dei big: premio di 2 milioni. L’accordo va solo ratificato ROMA - Amnistia per lo smacco Conference, incentivo alla Champions. Dopo settimane di trattative e tiremmolla, la Lazio e il suo presidente sono vicini alla sottoscrizione del patto che regola i premi collettivi. Restano solo due obiettivi, la Champions o la semplice qualificazione europea. La Lazio, seconda, punta al jackpot. La qualificazione all’Europa dei big varrà 2 milioni da dividere nello spogliatoio, è su questa base di accordo che si lavora. Ma non è una questione di vil guadagno, è soprattutto una questione di ambizione.
Il racconto
Lotito ieri era a Formello per l’esame della relazione finanziaria semestrale consolidata al 31 dicembre 2022, l’occasione è servita per continuare la negoziazione con i rappresentanti della squadra. Era iniziata alla vigilia del turno di Coppa contro l’AZ Alkmaar per trattare anche il premio Conference, s’era interrotta per via dell’eliminazione. E’ ripartita nei giorni scorsi, mercoledì e ieri è stata approfondita. La definizione del patto è vicina, rientra nell’ambito dei premi previsti dall’accordo collettivo con i giocatori. Lotito si è impegnato verbalmente a versare la cifra pattuita, ora va ratificata. Sarebbe ben lieto di pagarla a fronte di un incasso da almeno 40 milioni. Lo mette in palio l’accesso alla Champions. Sono soldi che il presidente aspetta come una manna dopo l’esborso record dell’estate scorsa (circa 50 milioni) e la pesante rateizzazione strappata grazie ad una legge dello Stato (da lui ispirata) per chiudere i conti con i contributi non versati durante la pandemia. Per non parlare dei soldi che Lotito ha dovuto versare dai suoi conti correnti nell’agosto 2021 e nel giugno 2022 per i vincoli imposti dall’indice di liquidità, non ancora svanito.
La contesa
La Champions è un obiettivo naturale a meno 11 giornate dal termine. Lotito ci punta per dare respiro alle casse. Sarri, invece, preferisce puntarci senza esporsi. L’obiettivo Champions è uno dei motivi che ha scatenato le guerre fredde di Formello e che continua a mettere di fronte Sarri e il diesse Tare. «Champions miracolosa», fu la chiosa di Mau. «La Champions non sarebbe miracolosa», fu la replica del diesse. Le diverse rappresentazioni dei traguardi stagionali avevano costretto il presidente Lotito a intervenire dopo Sassuolo-Lazio diramando il famoso comunicato di non belligeranza: «A inizio campionato abbiamo individuato insieme gli obiettivi sportivi di questa stagione, ambiziosi e insieme realistici, con la finalità di migliorare sempre, dando seguito a un progetto tecnico che deve necessariamente tendere a evolversi nei piazzamenti e nelle prospettive». Sarri è tornato sulla questione dopo il derby ribadendo che a lui Lotito non ha chiesto la Champions a tutti i costi mentre sembra che nei confronti di Formello sia stato fatto: «Lotito ci ha detto proviamoci, non ci ha detto che è un obiettivo infallibile. Ci stiamo provando seppur ci siano squadre più attrezzate sulla carta». Oggi Sarri si trova in piena corsa, ha sorpassato e/o distanziato tutte le concorrenti. Anche la Curva Nord di recente, a sorpresa, si è espressa sull’argomento senza salvare nessuno: «Ora basta nascondersi: la Champions League è alla nostra portata. Non ci siamo mai identificati in giocatori, allenatori, presidenti, ma sempre e solo davanti al nostro simbolo: la maglia e l’aquila sul petto... Tutti uniti fino alla fine». L’unione di tutti era stata auspicata dal diesse Tare prima del derby, dopo che Lotito il giorno prima aveva parlato separatamente con lui e Sarri. Tare era intervenuto non senza replicare alle parole espresse da Sarri dopo l’eliminazione dalla Conference («Non abbiamo una struttura per fare più di una competizione»). Questa la versione del diesse: «Secondo la mia opinione possiamo sostenere più competizioni... Rimane il campionato, dobbiamo remare tutti verso la stessa direzione». La Champions è una frontiera per questa società che sta vivendo contemporaneamente un grande exploit e la più acuta delle crisi interne.
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