Il cambio di passo:
2022/23 secondi o terzi e in CL
2021/22 riassetto tecnico e quinto posto
2020/21 fine ciclo Inzaghi, superata fase a gironi in CL
2019/20 in lotta per lo scudetto fino al lockdown, qualificati per la CL
2018/19 persa la CL per un giocatore traditore, vinte Coppa Italia e supercoppa
sostanziale, direi.
Si e no. C'è una piccola imprecisione ma sostanziale se la vediamo dall'ottica di Dissent, nel 2018/19 arriviamo ottavi, ci precedono tutti, compresi Atalanta e Torino, la Coppa Italia salva la stagione che altrimenti sarebbe stata fallimentare.
L'anno prima 2017/18 è l'anno del tradimento che non avrebbe rilevato se non fossimo andati a Crotone, in piena emergenza causa anche rosa limitata, a fare quello che ci riesce meglio, ovvero da situazione di comodo vantaggio farci recuperare e superare da una squadra retrocessa alla penultima giornata, salverà poi il pareggio Milinkovic Savic. Anche con l'Inter eravamo in vantaggio, fino a 15 minuti dalla fine, poi il crollo e la follia in 5 minuti, rigore contro, espulsione di Lulic, gol di Vecino. Una delle tante Salisburgo che hanno contraddistinto le ultime stagioni della Lazio.
Che la Lazio con i risultati sia perfettamente in linea alle griglie tanto amate dal nostro amico aventiniano, è innegabile. Un anno più quarti che sesti, un anno più ottavi che quinti. E' pur vero che in tutti questi anni non abbiamo dato mai l'impressione di provare, almeno provare, ad andare un po' oltre.
Cosa che è riuscita quest'anno, complici, alcune evidenti défaillance di concorrenti e la nostra assoluta necessità di approdare alla Champions per salvare la baracca, cosa che ci è costato il mettere in secondo piano le competizioni europee e la coppa Italia.
Ecco secondo me cosa manca alla Lazio nella narrazione di queste stagioni, la programmazione a breve e medio termine, la sensazione di riuscire a presentarsi alle partenze delle competizioni con una squadra migliore della precedente. Tutti i nostri risultati sembrano ottenuti stressando al massimo il materiale umano a disposizione dei tecnici, che ci ha portato come conseguenza diretta i crolli in vista del traguardo.
Quando la Lazio ottiene i suoi risultati sembra sempre che abbia compiuto una impresa eccezionale, miracolosa. Mai la logica conseguenza del lavoro svolto da tecnici, calciatori e società.
Questa è diretta responsabilità societaria, perchè non ha mai integrato le rose che metteva a disposizione del tecnico, offrendo troppo l'impressione di mantenere lo status quo, comodo e redditizio per la proprietà.
Quest'anno, ormai possiamo dirlo con discreta certezza, è andata di lusso, grazie al lavoro di Sarri e soprattutto grazie alla toppata di quell'altri ieri, cosa che ci fa vedere sotto un'altra luce sia la posizione in classifica, impreziosita dai 2 derby 2 vinti e sticazzi delle coppe.
Sai meglio di me che se avessero vinto sarebbe stato un serio problema, perchè difficilmente noi saremmo riusciti ad accontentarci della posizione e dei derby, la conference dell'anno scorso tutto sommato, chissenefrega, ma l'Europa League sarebbe stata ben altra cosa.
Fortunatamente sono rimasti a sfogliare la solita margherita tra pijasselanderculo e attaccassearcazzo.
Molta meno pressione per la società, sempre ammesso e non concesso che gliene fregasse mai qualcosa. Non c'è l'immediata necessità di rispondere a loro con una prestigiosa vittoria che gli renda la pariglia, potremmo anche puntare alla solita Coppa Italia o alla Supercoppa che dal prossimo anno diventa qualcosa di più strutturato e ti obbligherà, se la vuoi vincere, di giocare 2 partite in 3 giorni contro avversari del calibro di Inter prima e Napoli dopo e sappiamo quanto questa squadra soffra impegni del genere ravvicinati.
Ora bello il secondo/terzo posto, bella 'a boiserie, bello l'armadio, belle 'e cassapanche... bello tutto, ma adesso se devono mette a lavorà per la prossima stagione. Seriamente, da società matura.
Sarri è stato chiaro, Lotito avrebbe risposto che ci pensa lui... speriamo sia una boutade e che si faccia quanto prima chiarezza. Un DS degno di questo nome e calciatori scelti in completo accordo con il tecnico a disposizione dal primo giorno di ritiro.
Partiamo dall'esperienza che ormai è una certezza, questa rosa è corta per il campionato ed è inadeguata per l'Europa dove si gioca più fisicamente e le squadre con le mammolette che hanno paura dei contrasti o faticano a fare la corsetta in più, non vanno lontane.
La Lazio deve ricostruire il centrocampo con anche giocatori fisicamente e caratterialmente adeguati, c'è molto da lavorare anche se non mi sembra Sarri abbia chiesto la Luna. Di certo c'è da sciogliere i nodi Luis Alberto, Milinkovic Savic, giocatori straordinari, quando gli va, ma senza continuità di rendimento e sono con Immobile e Felipe Anderson il comune denominatore che lega la Lazio alla sindrome di Salisburgo.