Autore Topic: "E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"  (Letto 55463 volte)

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Offline fish_mark

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“Complice!”, “Gufo!”: l’assurda battaglia degli insulti sui social. Ridateci il bar dello sport

di Vincenzo Cerracchio

Se fossi ancora un giovane cronista di quotidiano proporrei al mio direttore – per ingannare il tempo di questa sosta inopportuna – un servizio su quel singolare e stupefacente fenomeno che prospera sui social tra i tifosi della Lazio e che si potrebbe definire banalmente “dell’insofferenza per l’altro”. Ove “l’altro” non è il romanista o lo juventino. L’”altro” è il laziale che non la pensa come te.
Siccome molti di voi non la penseranno come me, sarò anch’io l’”altro” alla fine di questo articolo. Sarò il laziale spurio, peggio il sedicente laziale, peggio il laziale presunto, peggio il “troll” – oddìo si dirà davvero così? – giallorosso infiltrato nei forum per seminare zizzania. O per rivelare, maledetto giornalista, notizie falsificate apposta, amplificate ad arte o che andrebbero tenute segrete, anche se basta aprire facebook o twitter per trovarle spiattellate, spesso accompagnate da illazioni e bassezze di ogni sorta. Una specie di tutti contro tutti.
 Ripensandoci… se fossi un giovane cronista lascerei perdere. Scriverei dei giocatori fagocitati dalle nazionali, di Basta che recupera e di Strakosha che contende il posto tra i pali a Marchetti. Ma credo che ci sia bisogno di persone  – persone che vogliono bene alla Lazio punto e basta – le quali fermino un attimo la giostra e facciano scendere tutti prima che prenda troppa velocità, rompa i freni e sfracelli definitivamente i cervelli residui. Ed è solo con questo intento che continuo il ragionamento.
 Ho un osservatorio privilegiato da cui guardare, lo ammetto. Perché i miei amici che vanno allo stadio, e anche in trasferta quando capita, sono più o meno dello stesso numero di quelli che promettono di non andarci finché ci sarà Lotito. Perché è di questo che sto parlando, lo avranno capito anche gli ingenuotti: non ci si insulta più tra laziali e romanisti. Non ci si denigra neanche più nel nome che sappiamo (che sempre soggetto sottinteso resta…) bensì nel nome – niente di meno che – della lazialità. Ovvero se siano più laziali gli uni o gli altri delle due fazioni contrapposte. Qualcuno ricorderà, quando studiammo la storia di Dante Alighieri, che non c’erano solo guelfi contro ghibellini a Firenze, ma pure guelfi bianchi contro guelfi neri. Ecco nel campo dell’attuale tifo laziale, le sfaccettature potrebbero assumere tutti i colori dell’iride…
Dunque cosa accade? Chi va allo stadio accusa i contestatori di avere ormai un legame incestuoso con il proprio divano e una passione insana e morbosa per le pantofole sfondate. Chi non ci va accusa i viandanti del pane e frittata di fare il gioco della dirigenza ovvero di complicità nel prolungare un’agonia che potrebbe durare all’infinito, facendo sparire generazioni intere di (ancor giovani) potenziali tifosi. Il brutto è che nessuno crede – come credo io, conoscendo bene gli uni e gli altri – alla pura e semplice buona fede. Perché ormai si vive nel sospetto,  nella pericolosa sindrome da “pensiero unico”, si milita in un partito “politico” dove chi è contrario o chi tradisce va fatto fuori (bannato, si dice così?) dalle discussioni, isolato, deriso, sbeffeggiato ed esposto al pubblico social-ludibrio. Ho letto tweet di insospettabili facinorosi, al secolo incravattati professionisti. “Sei complice!”, “E tu sei un gufo!” Sono rimasto allibito per chi conosco, lo confesso.
 E allora, dico a voi, vi dispiace scendere un attimo dal preconcetto? Poi ci risalirete per carità.  Però alla stragrande maggioranza dei miei amici che vanno allo stadio, di Lotito non può fregare di meno, non lo considerano proprio e se andasse via domani stapperebbero champagne. E i miei amici che allo stadio rinunciano ci tornerebbero anche a piedi scalzi, bruciando divano, pantofole e abbonamento al calcio tv, se solo Lotito accettasse di intavolare una trattativa qualunque per farsi da parte.
 Direte: sì, vabbè! Ma quanta gente all’Olimpico invece non ci va perché deve posteggiare lontano? E si nasconde dietro l’antilotitismo? Penso una minoranza, che sbaglia ma che comunque va rispettata. Sbaglia non perché il tifo deve superare ogni ostacolo (c’è chi non ce la fa fisicamente e chi ha il portafogli vuoto, checché ne dica l’Istat) ma perché è diventato lui stesso ingenuamente ingranaggio di quel meccanismo “di potere” che predica il calcio lontano dagli stadi, soldi solo alle tv e dalle tv alle società in un sistema di mutua assistenza e generale arricchimento di chi governa. Ci avete fatto caso che i presidenti ormai lasciano solo per limiti di età? Ricordate quando li chiamavano i ricchi scemi? Ora sono ricchi e basta. E non mollano l’osso, statene certi. Andare allo stadio almeno ogni tanto vuol dire quasi quasi fargli un dispetto!
 Il tutto con la benedizione dello Stato. Meno tifosi, meno ressa. Più barriere, più abbandono del campo dei ragazzi, dei bambini verso divertimenti casalinghi, magari qualche alienante videogioco. Meno poliziotti in strada, più straordinari risparmiati.
 Scendete dalla giostra e pensateci. Pensiamoci. Che tutta questa acredine, questo insultarsi, questo prendersi per i fondelli, questa “prevalenza del cretino” che a volte sfocia in comportamenti bulleschi, violenti sia pure solo a parole, questa intolleranza – chiamiamola per nome – non fa che il gioco altrui.  E’ già accaduto a ben tragici livelli politici nei cosiddetti anni di piombo, giovani messi ad arte gli uni contro gli altri.
 Questo contesto divide, nel nostro caso, un popolo sviluppatosi dal 1900 lungo percorsi diametralmente diversi, quello dello spirito sportivo, dell’amicizia e della solidarietà. Con uno stile che stiamo disperdendo nel nome e per conto di chi laziale non è, di chi della Lazio non è mai importato nulla.
 Non ho proposte rivoluzionarie da fare. Pareggio 0-0 e ne sono contento, anzi fiero. Magari 2-2 perché un paio di gol vorrei averli segnati. Perché sono idealmente nato in piazza della Libertà e per me ogni laziale vale un altro, non ce n’è uno migliore di un altro. Viva chi va allo stadio e viva chi non ci va, specie se il motivo è nobile e costa identico sacrificio. Detesto solo chi manipola la nostra storia sostenendo che sempre Laziotta siamo stati – niente di più falso, rileggetevi le classifiche e soprattutto i contesti! –  e dovremmo quindi accontentarci per l’eternità di esserlo.
 Potrei aggiungere, l’età me lo consente: ai miei tempi… Beh ai miei tempi c’erano lo stadio e il bar, quasi sempre il bar dello sport. E si litigava e ci si riabbracciava nello stesso spazio fisico e temporale, perfino tra laziali e romanisti seduti fianco a fianco in tribuna. Contavano il contatto visivo,  l’adrenalina, l’emozione e alla fine il buon senso. Oggi dietro alla tastiera ci sono leoni, asini e altri animali virtuali. Soprattutto c’è la giungla del nonsenso da cui sottrarsi in fretta. Ora conta la Lazio. E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia. Perché al cuore non si comanda, questo almeno dovremmo averlo imparato…
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Offline franz_kappa

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #1 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 16:21:41 »
“Complice!”, “Gufo!”: l’assurda battaglia degli insulti sui social. Ridateci il bar dello sport

di Vvincenzo Ccerracchio

Se fossi ancora un giovane cronista di quotidiano proporrei al mio direttore – per ingannare il tempo di questa sosta inopportuna – un servizio su quel singolare e stupefacente fenomeno che prospera sui social tra i tifosi della Lazio e che si potrebbe definire banalmente “dell’insofferenza per l’altro”. Ove “l’altro” non è il romanista o lo juventino. L’”altro” è il laziale che non la pensa come te.

Nome e cognome in minuscolo, grazie. Sarebbe tuttavia preferibile riferirsi al signor cerracchio con un soprannome che ne storpi nome e cognome in maniera derisoria, in linea con una consolidata tradizione. Che ne so... perdenzo al posto di vincenzo oppure il più caustico "pernacchio" o financo "scaracchio".

Siccome molti di voi non la penseranno come me, sarò anch’io l'’”altro” alla fine di questo articolo.

Lo sei da parecchio. Dal 2 luglio 2010, per quanto mi riguarda. IO NON DIMENTICO.

Sarò il laziale spurio, peggio il sedicente laziale, peggio il laziale presunto, peggio il “troll” – oddìo si dirà davvero così? – giallorosso infiltrato nei forum per seminare zizzania.
Non posso che assentire. Mi permetto di chiedere una modifica di tempo verbale. Non "sarò" ma, più correttamente, "sono".

O per rivelare, maledetto giornalista, notizie falsificate apposta, amplificate ad arte o che andrebbero tenute segrete
Non è esattamente questo il quotidiano agire di pennivendoli e giornalari che alimentano la marcia cornice cateterara?

, anche se basta aprire facebook o twitter per trovarle spiattellate, spesso accompagnate da illazioni e bassezze di ogni sorta. Una specie di tutti contro tutti.
Su Facebook o Twitter un manipolo di coraggiosi militanti prova ad arginare la lutulenta marea della mistificazione. Un'azione che non prevede certo "illazioni o bassezze di ogni sorta" ma solo legittime e doverose azioni di contro-informazione.

To be continued
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Il frigorifero

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #2 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 16:32:19 »
Serve un pò di moderazione, per confrontarsi senza offendere. Mi è capitato di essere preso in giro da perfetti estranei, per aver detto che sarei andato allo stadio ( "Vacce te, te meriti de tifà la lotitese pe' 50 anni...").

La Lazio non c'entra, e neanche Lotito. E' una questione di educazione e rispetto per l'altro.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline franz_kappa

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #3 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 16:38:35 »
Serve un pò di moderazione, per confrontarsi senza offendere. Mi è capitato di essere preso in giro da perfetti estranei, per aver detto che sarei andato allo stadio ( "Vacce te, te meriti de tifà la lotitese pe' 50 anni...").
Chiunque deride un tifoso della Lazio che si reca allo stadio per sostenere la Lazio è equiparabile al peggiore dei xxxxnisti. Non può esistere alcuna giustificazione nei confronti di simili manifestazioni.

E' chiaramente accettabile un'ostilità non violenta (nelle parole e non certo nei fatti) nei confronti dell'attuale Proprietà, che ha ben operato nell'ultimo dodicennio ma ha anche commesso parecchi errori.
E viceversa INACCETTABILE ogni forma di dileggio indirizzata a sinceri appassionati il cui unico scopo è sostenere la Lazio e manifestare vicinanza alla Lazio. Vicinanza alla Lazio, per Dio! Non a Lotito, che possiede i due terzi delle azioni della SS Lazio Spa.
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Offline MagoMerlino

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #4 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 16:41:26 »
Vincenzo Cerracchio descrive a parole quello che è il ritratto, alle volte grottesco, della realtà che circonda la Lazio nel mare dei social.
Ha azzeccato tutto, soprattutto quando riferisce dell'insofferenza verso l'altro, quando l’”altro” è il laziale che non la pensa come te.
Fosse stato un messaggio sul forum, avremmo avuto la conferma di tutto quello che descrive, per filo e per segno, attraverso le risposte di quegli utenti che si sentono superiori per qualche imprecisato motivo e che avrebbero postato le solite contumelie, senza entrare nel merito (e quando mai) degli argomenti trattati.
Avremmo quindi letto risposte che vanno dal 2 luglio, alla richiesta di scuse, fino a definire quel messaggio come il più violento attacco alla Lazio dal 1900, o per sintesi KakutaPostigaNoveretti.
 
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

neweagle

Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #5 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 16:44:09 »
Ve prego basta co' le prediche de cerracchio.

L'ultima volta che l'ho letto parlava di creduloni e gente che aveva perso la dignità, faceva la bocca a chi "la domenica senza stadio non si può".

La penultima aveva definito la Lazio uno "sputo nell'oceano".

La versione hippy riappacificatore autocèlebrante è persino più ostica da digerire però.


Offline Jim Bowie

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #6 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 16:44:46 »
Chiunque deride un tifoso della Lazio che si reca allo stadio per sostenere la Lazio è equiparabile al peggiore dei xxxxnisti. Non può esistere alcuna giustificazione nei confronti di simili manifestazioni.

E' chiaramente accettabile un'ostilità non violenta (nelle parole e non certo nei fatti) nei confronti dell'attuale Proprietà, che ha ben operato nell'ultimo dodicennio ma ha anche commesso parecchi errori.
E viceversa INACCETTABILE ogni forma di dileggio indirizzata a sinceri appassionati il cui unico scopo è sostenere la Lazio e manifestare vicinanza alla Lazio. Vicinanza alla Lazio, per Dio! Non a Lotito, che possiede i due terzi delle azioni della SS Lazio Spa.
Bravo!
Chi tocca la Lazio muore.
Che c'entra la Lazio con Lotito?

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Offline franz_kappa

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #7 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 16:54:24 »
Bravo!
Chi tocca la Lazio muore.
Che c'entra la Lazio con Lotito?
Qualcosa c'entra, intendiamoci: la figura del Presidente nonché maggior azionista si sovrappone necessariamente alla Lazio. Tuttavia non si identifica né si risolve certo nella Lazio, che è altro da Lotito.

Piena cittadinanza alla critica nei confronti di una Dirigenza che ha sbagliato, sbaglia e sbaglierà, in alcuni casi in maniera grossolana.
Lotta senza quartiere agli attacchi - quello sì "mortale" (cit.) - indirizzati contro la Lazio con l'intenzione di colpire Claudio Lotito.
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Offline Drenai

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #8 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:12:48 »
considerazioni per la gran parte condivisibili, per quanto ormai trite e ritrite. purtroppo stando tutti noi su un forum, sappiamo bene quali sono i lati positivi e negativi dei nuovi media. fa un pò specie il pulpito da cui proviene questo appello all'uguaglianza ma vabè.
contesto solo il riferimento alla "laziotta" (ma non era laziEtta?), quella attuale non è una lazio ridimensionata. non è una lazio che primeggia, ma è una squadra che si batte per posizioni onorevolissime, non ha senso il riferimento ad una mediocrità storica.
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darienzo

Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #9 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:30:51 »
Cosa vuole costui?
Il personaggio si muove chiaramente da posizioni "antilo", avendolo dimostrato a più riprese.
Impossibile quindi stabilire una riconciliazione, su questi assunti


Offline fish_mark

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #10 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:31:56 »
Cosa vuole costui?
Il personaggio si muove chiaramente da posizioni "antilo", avendolo dimostrato a più riprese.
Impossibile quindi stabilire una riconciliazione, su questi assunti

mi arrendo. Sei qui su scherzi a parte. Lo abbiamo capito tutti ormai. Io ci ho messo un po' di più degli altri, ma è un mio limite.
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Panzabianca

Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #11 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:38:42 »
dal Vocabolario Treccani: onorévole (ant. orrévole) agg. [rifacimento del lat. honorabĭlis (v. onorabile), secondo gli agg. in -evole]. – 1. Degno d’onore, onorato, che gode alta reputazione (per meriti, dignità, grado, nobiltà, ecc.): un o. cittadino; con molti o. compagni magnificamente cenarono (Boccaccio); scherz., il molto, il poco o. signor Tale. In Italia (e in altri paesi a regime parlamentare, per calco dell’ingl. the Honourable), è appellativo riservato ai membri del Parlamento, deputati e senatori (abbreviato di solito in on.): l’on. N. N.; l’on. ministro; usato anche assol., sia come vocativo sia sostantivato: mi rivolgo a lei, o., per sapere ...; l’o. in questo momento è occupato; è stato un o. a informarmi. Talvolta attribuito anche come titolo d’onore a enti o istituti: l’on. confraternita. 2. a. Riferito a cosa, che fa onore, che torna a onore: atto, comportamento o.; che è conforme ai principî, alle esigenze dell’onore (direttamente contrapp. a disonorevole): è una professione o.; avete preso il solo partito o., conveniente, che vi rimanesse (Manzoni); soluzione o., di una controversia, tale che può essere accettata dalle due parti senza che nessuna delle due senta leso il proprio onore. O che tende a onorare, a rendere onore: menzione o. (v. menzione); ricevette o. accoglienze; ebbe o. sepoltura; comandò loro che l’essequie s’apparecchiassero a Gabriotto grandi e o. (Boccaccio). Con sign. più partic.: o. ammenda, nel medioevo, confessione pubblica fatta dal reo d’un delitto (oggi, per estens., riparazione pubblica d’un danno, d’un errore commesso, ritrattazione aperta di un’offesa e sim.); pezze o., in araldica (v. pezza, n. 3 b). b. ant. Con uso neutro sostantivato, stare (in) sull’o., assumere un atteggiamento di orgoglio, di sussiego: e’ viniziani ... in ogni cosa che egli hanno avuto a fare e trattare collo imperadore, ... sempre sono stati in sullo onorevole (Machiavelli). ◆ Avv. onorevolménte, in modo onorevole, con onore, in modo da meritare onore: visse onorevolmente come privato cittadino; controversia risolta onorevolmente; o con dimostrazioni, con segni d’onore; sono stati ricevuti onorevolmente; fu onorevolmente sepolto, con esequie solenni.

er nono posto era tutto questo? ed io che alla luce di questo arrapantissimo risultato nun me so manco toccato. Cazzarola.
Cerracchio dice cose giuste. Verso questo giornalista non ho particolare livore, quindi nun ve seguo quando come al solito indugiate su questioni quasi personali... 

Vi inviterei ad entrare nel merito e a non banalizzare... gettandovi desiderosi sul solito refrain del "questo è quello che ha detto..., che ha fatto..., mettemolo minuscolo e storpiamoje er nome..."

neweagle

Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #12 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:41:50 »
Il merito stavolta è più banale dei refrain panzabià.

Offline fish_mark

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #13 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:47:32 »
Il merito stavolta è più banale dei refrain panzabià.

Quale è il merito?

A mio avviso, il pezzo non è sulla Lazio, ma su una sorta di metaLazio che ognuno ha creato e rielabora sui forum dove - dietro il paravento di un anonimo nick (che poi così anonnimo non è) dispensa giudizi, trancia sentenze e indica i verinemicidaaalazzio.

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darienzo

Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #14 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:54:34 »
Direi di piantarla con questo fantomatico e famigerato "merito" dietro il quale nascondersi

Panzabianca

Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #15 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 17:56:26 »
Il merito stavolta è più banale dei refrain panzabià.
sipperò tu per prima cosa hai detto...: "ahò, ancora questo che... che ...che ..." o no?
Come dire:  se lo dice Cerracchio manco ce perdo tempo...
mah, mi sembra un ottimo modo per dargli ragione...anzi no, come direbbe Darienzo: convalidarne gli assunti.

Panzabianca

Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #16 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 18:00:30 »
Direi di piantarla con questo fantomatico e famigerato "merito" dietro il quale nascondersi
e de che voi parlà Dariè?
entri nel topic? devi entrà nel merito! Mettiamola come regola generale.

per citare un passo del pezzo di Cerracchio che potrei aver scritto io: "Detesto solo chi manipola la nostra storia sostenendo che sempre Laziotta siamo stati – niente di più falso, rileggetevi le classifiche e soprattutto i contesti! –  e dovremmo quindi accontentarci per l’eternità di esserlo".

Son cose che qui sopra qualcuno ha scritto con seguito plaudente... Son cose che qui sopra non hanno meravigliato nessuno. Sono cose tristi se dette da una della Lazio.

Offline JoeSlide

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #17 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 18:01:37 »
Come spesso accade non vi seguo, cerco di seguirvi, ma poi mi perdo nei discorsi. Quello che so è che mi dispiace e mi dispiace veramente, quando vi attaccate in modo "aggressivo" su cose che sembrano anche futili.
Io sono lontano da altri Laziali, né a casa né quando esco, ho amici e fratelli laziali. Mi sono registrato sul forum per parlare di Lazio per trovare una "famiglia sportiva", ma evidentemente è stato vano e sbagliato nutrire questa speranza.
Non pretendo che deponiate l' ascia, ma almeno pensateci, ogni tanto, quando vi accanite che non state facendo il bene della Lazio e dei laziali.
Quando dico ciò non ce l' ho con una ne con l' altra parte, anzi non so neanche cosa voglia dire questa "differenza".
Spero leggiate le mie parole per quello che sono . Grazie.

Offline fish_mark

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #18 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 18:02:41 »
Direi di piantarla con questo fantomatico e famigerato "merito" dietro il quale nascondersi

Specie quando non si hanno argomenti sul merito è una scelta saggia.
Del resto, come suggerisce il Panza, se non si hanno argomenti allora è ulteriormente saggio evitare di intervenire.


Come spesso accade non vi seguo, cerco di seguirvi, ma poi mi perdo nei discorsi. Quello che so è che mi dispiace e mi dispiace veramente, quando vi attaccate in modo "aggressivo" su cose che sembrano anche futili.
Io sono lontano da altri Laziali, né a casa né quando esco, ho amici e fratelli laziali. Mi sono registrato sul forum per parlare di Lazio per trovare una "famiglia sportiva", ma evidentemente è stato vano e sbagliato nutrire questa speranza.
Non pretendo che deponiate l' ascia, ma almeno pensateci, ogni tanto, quando vi accanite che non state facendo il bene della Lazio e dei laziali.
Quando dico ciò non ce l' ho con una ne con l' altra parte, anzi non so neanche cosa voglia dire questa "differenza".
Spero leggiate le mie parole per quello che sono . Grazie.

Caro Joe
nessun livore, nessuna aggressività e te lo dice uno della marcia dei 40 mila.
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Offline Drenai

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Re:"E quando vince, credete a me, gode pure chi è lontano mille miglia"
« Risposta #19 : Giovedì 6 Ottobre 2016, 18:08:02 »
il fatto stesso che una stagione nata male e proseguita peggio, chiusa all'ottavo posto (dopo che l'anno prima eri arrivato terzo sfiorando il secondo), dopo essere stati in corsa per l'europa fino alla penultima giornata e in cui sei arrivato agli ottavi di EL, venga portata come esempio contrario rispetto al "battersi per posizioni onorevolissime", dimostra proprio che la dimensione raggiunta è tutt'altro che ridimensionata rispetto allo storico.
che è esattamente ciò che contestavo al cerracchio.
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