Autore Topic: Lazio, è un esame di maturità a Udine  (Letto 470 volte)

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Lazio, è un esame di maturità a Udine
« : Venerdì 30 Settembre 2016, 10:07:03 »
Corriere dello Sport




Lazio, è un esame di maturità a Udine . Salto mancato a San Siro, 6 gol presi in 3 trasferte
 


di Fabrizio Patania
 
ROMA -. Al Friuli è il primo bivio del campionato. Un esame in trasferta per cominciare a decifrare e misurare il peso della Lazio. Simone Inzaghi ha bisogno di spazzare le ombre: tre gol presi a Bergamo con l’Atalantam(ma segnandone quattro), uno al Bentegodi dal Chievo, due a San Siro dal Milan.
Domani proverà a battere l’Udinese. Un successo permetterebbe di scavare il solco in classifica, restando nel gruppo piazzato al quarto posto, e consentirebbe di far crescere l’autostima del gruppo. Servono punti, in attesa del gioco, per lavorare con tranquillità, superare le perplessità della piazza, recuperare gli infortunati, altra zavorra di inizio stagione come se non fosse bastata la campagna acquisti avviata quando il ritiro di Auronzo di Cadore si stava concludendo.
DIFESA. Ci vuole tempo per plasmare una squadra, Simone è stato richiamato in corsa a metà luglio, congelato in quei due mesi tra fine campionato e preparazione estiva, quando si costruiscono le fondamenta e bisognava impostare un nuovo ciclo. Per adesso ha raccolto 10 punti e la classifica sorride, ma certo l’impegno con l’Udinese potrebbe contenere significati e prospettive non solo legati al risultato. A San Siro è stato fallito il salto di qualità. Fuori casa la difesa della Lazio ha funzionato meno e in generale non c’è stata continuità nei novanta minuti. La squadra biancoceleste ha incassato sei gol sui sette totali nelle prime sei giornate di campionato. C’è differenza rispetto all’Olimpico, dove è stato subìto solo il gol di Khedira con i campioni d’Italia della Juve e si è vista maggiore compattezza anche nella sofferenza, come è capitato con l’Empoli.
 
DISCONTINUITA’. In trasferta la Lazio è stata più altalenante. Mezz’ora da urlo a Bergamo, tre gol per ipotecare la partita, la distrazione di Marchetti per riaprirla, ma anche una squadra che si era tirata troppo indietro favorendo il tentativo di rimonta dell’Atalanta nella ripresa. Al Bentegodi poca costruzione offensiva, una buona difesa ma tanti brividi sui calci piazzati di Birsa, la reazione e il pareggio immediato dopo il gol di Gamberini sugli sviluppi di un angolo. E infine San Siro, quella che tutti ritenevano potesse essere la trasferta della svolta. Lazio padrona del campo per mezz’ora ma poco pericolosa, incapace di sbloccare il risultato e poi il contraccolpo negativo dopo essere stata castigata in contropiede da Bacca. La partita del Friuli arriva a proposito e può aiutare Simone a capire i limiti del suo gruppo. Dovrà peraltro scontare le assenze di quattro titolari come Marchetti, Basta, Biglia e Bastos e così si apprezzerà ancora meglio il livello delle cosiddette alternative, quei giovani su cui stanno puntando tecnico e società.
 
PRECEDENTI. Udine, anche sotto la gestione Lotito, ha spesso rappresentato un crocevia fondamentale se non proprio decisivo, come accadde a Reja, caduto per due anni di fila al Friuli con Guidolin a un passo dal traguardo Champions, stagioni 2010/11 e 2011/12. All’epoca della gestione Rossi, nella primavera del 2007, la Lazio si impose a Udine per 4-2 centrando il settimo successo consecutiva. Poi sarebbero diventate otto vittorie e la squadra biancoceleste avrebbe raggiunto la qualificazione ai preliminari di Champions. Due anni fa, invece, Pioli proprio allo stadio Friuli si impose per 1-0 (rigore trasformato da Candreva) il 15 febbraio dando il via ad una cavalcata lunga 9 vittorie consecutive. La striscia positiva si concluse il 12 aprile allo stadio Olimpico (Lazio-Empoli 4-0) con il sorpasso sulla Roma al secondo posto. Nell’ultimo mese di campionato, complici gli infortuni di Biglia e De Vrij, la Lazio non riuscì a tenere lo stesso passo e chiuse al terzo posto, vanificato in estate ai preliminari Champions.
 

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