senza parolo non si sarebbe mai ribaltato il risultato.
Anche il gol di Marco Parolo, dunque, era regolare e non sarebbe stato da annullare per fuorigioco.
Come non essere d'accordo, aggiungendo che anche il cross per il terzo gol è partito da un fresco ex come Candreva.
La partita degli Azzurri è cominciata di fatto quando il nostro ha restituito una fisionomia verosimile al reparto centrale: soffermiamoci un attimo sulla gestione di quest'ultimo nelle due gare del turno di qualificazione.
Contro la Spagna serviva qualità in costruzione bassa per ripulire i palloni in uscita ed evitare che il tiki-taka si trasformasse, come è invece accaduto, in un monologo senza tregua: dentro due interditori spuri, come De Rossi e appunto Parolo, non molto portati ad alimentare la manovra.
Contro la rappresentativa della FYROM, una squadra abituata a proteggere la difesa con un centrale basso si è ritrovata coi seguenti attori non protagonisti.
Verratti, ruolo diverso e inizio di stagione assai tribolato sul piano fisico, quindi con una condizione al minimo.
Bernardeschi, che nella viola gioca come esterno difensivo nel 3-4-2-1 di Sousa: oltretutto, la sommatoria fra i suoi movimenti centripeti - per guadagnare la palla sul piede buono - e la ricerca della linea laterale da parte di Candreva ha creato una voragine fra i due.
Bonaventura, che ha importato in azzurro il ruolo di corpo estraneo nel nuovo progetto di Montella.
Completiamo con le distanze abissali fra le due linee più basse ed ecco un assetto che, a un avversario più forte e convinto, avrebbe regalato una goleada già nel primo tempo.
E invece sono serviti un doppio harakiri - del quale le palle sanguinosamente perse rappresentano solo la premessa - e un risultato temporaneo equivalente a un piede fuori dai Mondiali perché l'ex tecnico del Giarre si decidesse a intervenire.
In più urge una considerazione sul top player collettivo che Juventus e Nazionale schierano in difesa.
Barzagli mostra palesemente la corda e le conseguenze del non imprevedibile infortunio di Benatia, che gli ha tolto la possibilità di rifiatare, ma appare sempre concentrato e sul pezzo.
Buffon e Bonucci, al contrario, sono entrati in una dimensione nella quale pretendono di vincere le partite giocandone al massimo un quarto d'ora in piena intensità.
Poteva funzionare nel calcio di una volta, quando tecnica e qualità incidevano in maniera assai diversa; non in quello di oggi, nel quale corsa, applicazione e determinazione permettono a una qualsiasi banda di ragazzotti di rovesciare gerarchie apparentemente scolpite nella pietra.
Si è sfiorato il disastro contro la Nazionale numero 140 e spiccioli del ranking FIFA - anche se con un valore leggermente superiore rispetto a quanto indicato dalla grottesca graduatoria -, figuriamoci con avversari meno sprovveduti.
Il portierone bianconero ha incassato in 180' due gol e mezzo per i quali, con un nome meno prestigioso del suo, si sarebbe invocata l'esecuzione sul posto: se già appare lento e in ritardo sulla conclusione di Nestorovski - un giorno Zamparini ci spiegherà dove trova tutti questi talenti in erba -, il sottopancia su Hasani è addirittura imbarazzante.
Altrettanto vale per la marcatura confidenziale proposta dal centrale difensivo, che pure non era stato preso d'infilata sul piano della velocità pura.
Nel suo caso incideranno anche vicende private, ma che non diventino un alibi: se un singolo ha la testa altrove, sia pure per i motivi più legittimi, gioca un altro.
E qui emergono tutti i limiti di Ventura, cui una collocazione scellerata impedisce di far valere le proprie migliori qualità, a partire da un gioco spettacolare e caratterizzato da una forte identità.
La modestissima credibilità personale di chi ha allenato al massimo Bari e Torino e il pochissimo tempo per lavorare lo hanno spinto, invece, a procedere sulla falsariga di Conte.
Lavorando su un 3-5-2 solo omonimo del suo, che quindi non conosce, e con una pressione psicologica sul gruppo inversamente proporzionale a quella esercitata dal leccese: e si sa il gioco dell'ex Ct, senza la feroce applicazione da lui richiesta, vale quanto la sua capigliatura senza parrucchino.
Tornando a "Lazio salva Italia": qualcuno ha adocchiato le reazioni dei media di regime?
Per Immobile, già decisivo contro Israele, era saltata fuori la definizione di "fedelissimo di Ventura".
Per Parolo cosa dobbiamo aspettarci? Ex cesenate, oggetto volante non identificato o che altro?