Tiro al piccione

[Mark Lenders]

Lippi, dìcheno...
Tanto paga aaabbanca...

[disabitato]

con lippi batterebbero ogni record di antipatia ai miei occhi...

[Mark Lenders]

Poi c'è un sondaggio bellissimo: "Con un nuovo padrone, vi piacerebbbe Mourinho?"
Hai da vede'! Fino a tre mesi fa era un pallone gonfiato, uno scemo, un maleducato, un presuntuoso, un montato, un sopravvalutato, ecc ecc ecc.
Adesso tutti a sbavare.
Poi mi immagino che tentazione, per uno che allena il Real Madrid, la panchina della Stramaggica...

[contevlad]

Ci sono! Leonardo

Pe faje vince quarcosa je ce vorebbe si Leonardo, ma Da Vinci   

[disabitato]

oddio ma questi sono da studiare... salva e stampa tutto! ad eterna memoria!

[POMATA]

Giocateve er 2 der bologna...

[Er Matador]

il principe di frattocchie è libero?

Mi sembra alleni il Verona, e se ricordo il trattamento ricevuto dai sensy non so quanto sarebbe disposto a salvare il loro didietro.
Ranieri via? Subito, e non mi riferisco al gioco nel quale il suo contributo si è sempre limitato a cambi per solito azzeccati: la mia speranza è che con lui venga meno l'unico punto di riferimento in grado di tenere a bada un ambiente isterico.
Un po' il Carosi della situazione: via lui, caos totale e tifosi/carismatici/bandiere a combinare sfracelli.

[bak]

Caos Roma, Ranieri al capolinea?
 
Totti attacca il tecnico («Facciamo catenaccio»), i tifosi lo accusano per il basso profilo. E qualcuno parla già di Leonardo

GUGLIELMO BUCCHERI (lastampa.it)
ROMA
Nell’uscita a dir poco deflagrante di Francesco Totti da Monaco di Baviera si scomoda la parola «catenaccio» per raccontare la notte capovolta della Roma. «Catenaccio vecchia maniera perché non abbiamo mai tirato in porta: così le partite non si vincono...», è stata l’immediata (e sincera) analisi del capitano giallorosso prima di sgommare lontano dallo stadio che si illumina. A dire la verità, quello disegnato da Ranieri contro il Bayern Monaco di catenaccio all’italiana inteso come gioco comunque organizzato aveva ben poco. Squadra rassegnata, senza entusiasmo e in preda a timori sconosciuti soltanto tre mesi fa tanto da far gridare all’anti-italiano Luis Van Gaal (tecnico bavarese) «sapevo che prima o poi i giallorossi si sarebbe auto-usurati», questo il menù offerto dai capitolini in Baviera.

Nella Capitale, vittorie o ko hanno, spesso, risvolti difficili da governare. Così, ora che il secondo anno di Ranieri in panchina si è aperto come l’ultimo di Spalletti, per il condottiero testaccino si annuncia un autunno da batticuore. Spalletti fece le valigie il primo settembre 2009 alla luce dei rovesci in campionato con Genoa e Juve, ma, soprattutto, dopo un lungo tira o molla sul suo destino. Dodici mesi dopo, per Ranieri i contorni sono certamente diversi perché, in vista, non ci sono rivoluzioni. Ma qualche segno in comune con il suo predecessore comincia a manifestarsi. Molto, o quasi tutto, ruota attorno a Totti. In una delle sue ultime conferenze stampa da allenatore della Roma, Spalletti parlò di «gente che si sacrifica ed altri che pensano a fare i colpi di tacco». Chiaro il riferimento al capitano romanista che, poche ore prima, contro la Juve all’Olimpico si era permesso il lusso di giocate di fino non riuscite. Oggi, Totti, è reduce da due sostituzioni consecutive (a Cagliari e Monaco) e decide di entrare in tackle sulla prima crisi di stagione. Un attacco diretto al suo tecnico, dunque. Ma non l’unico perché dietro alle parole del capitano, si muove uno spogliatoio piuttosto agitato. «Se Francesco (Totti, ndr) ha parlato così ha le sue ragioni. In effetti davanti ha poca assistenza...», il sussurro di Burdisso al risveglio dal 2 a 0 contro il Bayern.

Ranieri annota infastidito, ma non commenta. «Di momenti così nella mia carriera ne ho vissuti tanti», dice prima di chiudersi in un lungo faccia a faccia con Totti negli uffici di Trigoria. Le bocche dei giocatori, intanto, vengono chiuse per scelta del club. A parlare sono le radio capitoline dove il partito unico pro-Totti non c’è più. «Ha corso di più Menez in dieci minuti che il capitano in 80...», è lo sfogo di una minoranza che in altri tempi non avrebbe trovato spazio. Gli umori capitolini, però, cominciano ad intaccare quello che veniva indicato come il regno di Ranieri, tecnico, adesso, accusato di basso profilo («Non siamo da scudetto», il suo pensiero). Fantascienza pensare ad un progetto tecnico da cambiare in corsa? Alle porte ci sono tre sfide in una settimana (Bologna, Brescia, Inter) alle quali sono appesi i segnali di risveglio, altrimenti il corto circuito sarebbe totale.

La Roma è sul mercato e, in bilico quando il cambio di proprietà sarà realtà, si ritroveranno dipendenti e tesserati. Da Trigoria fanno sapere come la fiducia in Ranieri sia intatta, ma, allo stesso tempo, c’è attesa per capire se la falsa partenza sia frutto solo di amnesie passeggere. Senza un’inversione di tendenza, ogni scenario diventerebbe possibile anche perché Unicredit non può permettere che la società perda valore nelle ore della sua cessione. Ranieri è ancora saldo. I primi rumors su un potenziale successore portano, fra gli altri, a Leonardo.

[TD]

ammazz, un non po' dì Leonardo che subito lo riportano sul giornale 

[disabitato]

Big mario se la prende con ranieri perchè ha speso 8 mln per burdisso quando ci prendevi lugano e behrami...

FAN-TA-STI-CI!

[Trilux]

Non sono più una squadra di calcio, ma il paradigma di come si possa dire e fare tutto ed il contrario di tutto, condito in salsa coatta ed ampliato dalla grancassa di un potere mediatico, politico ed economico. Cambi d'umore repentini; allenatori osannati e poi impiccati ai pali di Trigoria; un capitano poco coraggioso,  ipocrita e potente, pronto ormai più per i film di Vanzina che per sculettare con pesantezza sui campi di calcio; spogliatoio diviso e scazzottante con la copertura da regime dei giornali che nulla dicono ma tutto sanno. Stipendi non pagati, società all'asta, sconfitte in campo: ma la loro realtà virtuale è piena di immagini allucinatorie: coppe campioni sollevate dal capitano in serate romane di maggio alla presenza di milioni di tifosi e ministri e attori e cantanti e amministratori di banche (il ritorno dell'Impero romano, ci mancherebbe!), scudetti stravinti con 20 punti di vantaggio sulla seconda, palloni d'oro che rotolano lungo le scalinate di Piazza di Spagna con sindaci plaudenti in una città rigorosamente in giallo e rosso. Se, in quei rari momenti di lucidità, ci si risveglia per pochi minuti e si osserva la realtà nuda e cruda, ci si deve scagliare contro qualcuno o qualcosa: l'allenatore catenacciaro, il palazzo, il complotto. Guai a vedere la realtà per quella che è, guai a non fornire alibi, guai a non rinfocolare il sogno (o l'illusione) della grande Roma che schiaccia il mondo: questa è una città in profonda crisi, la Roma è la morfina, da anni. Vai, Capitano, digliene 4 a quel deficiente di Ranieri...er catenaccio, er capitano, er cuppolone...     

[syrinx]

Non sono più una squadra di calcio, ma il paradigma di come si possa dire e fare tutto ed il contrario di tutto, condito in salsa coatta ed ampliato dalla grancassa di un potere mediatico, politico ed economico. Cambi d'umore repentini; allenatori osannati e poi impiccati ai pali di Trigoria; un capitano poco coraggioso,  ipocrita e potente, pronto ormai più per i film di Vanzina che per sculettare con pesantezza sui campi di calcio; spogliatoio diviso e scazzottante con la copertura da regime dei giornali che nulla dicono ma tutto sanno. Stipendi non pagati, società all'asta, sconfitte in campo: ma la loro realtà virtuale è piena di immagini allucinatorie: coppe campioni sollevate dal capitano in serate romane di maggio alla presenza di milioni di tifosi e ministri e attori e cantanti e amministratori di banche (il ritorno dell'Impero romano, ci mancherebbe!), scudetti stravinti con 20 punti di vantaggio sulla seconda, palloni d'oro che rotolano lungo le scalinate di Piazza di Spagna con sindaci plaudenti in una città rigorosamente in giallo e rosso. Se, in quei rari momenti di lucidità, ci si risveglia per pochi minuti e si osserva la realtà nuda e cruda, ci si deve scagliare contro qualcuno o qualcosa: l'allenatore catenacciaro, il palazzo, il complotto. Guai a vedere la realtà per quella che è, guai a non fornire alibi, guai a non rinfocolare il sogno (o l'illusione) della grande Roma che schiaccia il mondo: questa è una città in profonda crisi, la Roma è la morfina, da anni. Vai, Capitano, digliene 4 a quel deficiente di Ranieri...er catenaccio, er capitano, er cuppolone...     

meraviglioso.

[Monteverde74]

domenica 1 fisso
senza se e senza ma
questi non possono non vince contro un bologna che deve annà in B
 

[WBB]

il Bologna è a pezzi, anzi in briciole, ho sentito che giocherà lupatello in porta...
lupatello, non so se me so' spiegato
Il Bologna c'ha un giocatore, Viviano, rotto.
What else?

[Rupert]

il Bologna è a pezzi, anzi in briciole, ho sentito che giocherà lupatello in porta...
lupatello, non so se me so' spiegato
Il Bologna c'ha un giocatore, Viviano, rotto.
What else?

rioma in vantaggio e pareggio al 91° di Portanova di testa su calcio d'angolo.
il tutto sotto la curva sudde....

[Il lodolaio]

A RR hanno detto che i bookmakers quotano Ballardini allenatore dei galacticos a 25 

[borges]

il Bologna è a pezzi, anzi in briciole, ho sentito che giocherà lupatello in porta...
lupatello, non so se me so' spiegato
Il Bologna c'ha un giocatore, Viviano, rotto.
What else?

chi quello che entrò in trigoria cagliari per sostituire marchetti.....

[borges]

ma che tytty ha sputtanato d'ubaldo è stato già detto?

[bak]

Assogna, cronista sky, all'inizio della ripresa diceva incomprensibile la sostituzione di cassetti con burdissino, mentre sisigno sbuffava in panca. I suoi dubbi erano dati dal fatto che l'argentino essendo alto 1 e 90 poteva soffrire la velocità dei bolognesi. Touchè in pieno.
Vuoi vedere che il tecnico incazzoso pure questi giorni verrà crocefisso

[POMATA]

Non sono più una squadra di calcio, ma il paradigma di come si possa dire e fare tutto ed il contrario di tutto, condito in salsa coatta ed ampliato dalla grancassa di un potere mediatico, politico ed economico. Cambi d'umore repentini; allenatori osannati e poi impiccati ai pali di Trigoria; un capitano poco coraggioso,  ipocrita e potente, pronto ormai più per i film di Vanzina che per sculettare con pesantezza sui campi di calcio; spogliatoio diviso e scazzottante con la copertura da regime dei giornali che nulla dicono ma tutto sanno. Stipendi non pagati, società all'asta, sconfitte in campo: ma la loro realtà virtuale è piena di immagini allucinatorie: coppe campioni sollevate dal capitano in serate romane di maggio alla presenza di milioni di tifosi e ministri e attori e cantanti e amministratori di banche (il ritorno dell'Impero romano, ci mancherebbe!), scudetti stravinti con 20 punti di vantaggio sulla seconda, palloni d'oro che rotolano lungo le scalinate di Piazza di Spagna con sindaci plaudenti in una città rigorosamente in giallo e rosso. Se, in quei rari momenti di lucidità, ci si risveglia per pochi minuti e si osserva la realtà nuda e cruda, ci si deve scagliare contro qualcuno o qualcosa: l'allenatore catenacciaro, il palazzo, il complotto. Guai a vedere la realtà per quella che è, guai a non fornire alibi, guai a non rinfocolare il sogno (o l'illusione) della grande Roma che schiaccia il mondo: questa è una città in profonda crisi, la Roma è la morfina, da anni. Vai, Capitano, digliene 4 a quel deficiente di Ranieri...er catenaccio, er capitano, er cuppolone...     

Da stampare e diffondere...