Autore Topic: Colpo di Stato in Turchia  (Letto 14506 volte)

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Offline Frusta

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #40 : Mercoledì 20 Luglio 2016, 19:44:23 »
Dopo esponenti dell’esercito e della magistratura, oggi nel mirino sono finiti i 1577 rettori di tutte le università della Turchia, le cui dimissioni sono state chieste dal Consiglio per l’educazione superiore.
 
Le epurazioni hanno colpito anche la scuola pubblica, con oltre 15mila tra impiegati, funzionari ministeriali e insegnanti sospesi con effetto immediato e iscritti come indagati in un’inchiesta dello stesso ministero dell’Istruzione. I dipendenti pubblici epurati vanno ad aggiungersi ai quasi 9mila cacciati dal ministero dell’Interno e ai 2400 appartenenti ad altri dicasteri.
 
Problemi anche per gli esponenti religiosi, con la Diyanet, massima autorità islamica che dipende dallo Stato, che ha annunciato l’allontanamento di 492 dipendenti - tra cui docenti di religione e imam - per sospetti legami con la rete di Gülen. La stessa Diyanet ha anche fatto sapere che non concederà lo svolgimento dei funerali islamici per i golpisti uccisi.

http://www.lastampa.it/2016/07/19/esteri/turchia-forte-esplosione-nel-centro-di-ankara-Rh44BSaerBDjZmAzUyoxVK/pagina.html

Soprattutto ha azzerato la magistratura sostituendo tutti i giudici minimamente non allineati con altri di suo totale gradimento.
Ora non ci resta che immaginare con quale imparzialità verranno celebrati i processi a carico delle migliaia di arrestati, soprattutto se verrà ripristinata la pena di morte.

Ma continuo a sostenere che non è Erdogan e quel che fa a casa sua il vero problema.

Il vero problema lo abbiamo qui con il cosiddetto islam "moderato.
Basta vedere (https://www.facebook.com/davide.piccardo?ref=br_rs) come difende Erdogan e la sua politica di restaurazione postgolpe il signor Davide Piccardo, cordinatore del CAIM coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e figlio di Roberto Hamza Piccardo cofondatore dell'UCOII, editore della letteratura islamica in Italia e autore del "Saggio di Traduzione Interpretativa del Santo Corano inimitabile", traduzione integrale e commentata per gli italiani e gli italofoni. e scelta scelta dall'Arabia Saudita (cioè dai wahabiti fondamentalisti che finanziano qui da noi le moschee e i "centri culturali":L https://www.left.it/2016/03/24/bruxelles-le-moschee-pagate-dallarabia-saudita-e-la-diffusione-del-wahabismo-in-europa/)  come interpretazione di riferimento in lingua italiana, divenendo la traduzione ufficiale in lingua italiana.

L' ucoii per chi non lo sapesse è il volto umano e rassicurante dell'islam in Italia, l'organizzazione in pole position sia nel gran premio dell'8 per mille  ;) che nella corsa a diventare il primo partito politico musulmano in Italia.

 :o O i compagni credono che continuando ad arruffianarsi ai maomettani candidando i vari Khalid Chaouki e le varie Sumae Abdel Qader  "poi" continueranno a beccarsi i loro voti?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Skorpius

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #41 : Giovedì 21 Luglio 2016, 07:33:03 »
Come l'incendio del reichstag... E pensavamo non potesse ripetersi in una nazione europea dentro la nato
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Offline chemist

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #42 : Giovedì 21 Luglio 2016, 09:58:45 »

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #43 : Giovedì 21 Luglio 2016, 10:39:41 »
Proclamato stato di emergenza in Turchia. Erdogan può emanare leggi senza passare attraverso il voto del parlamento.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #44 : Giovedì 21 Luglio 2016, 10:47:31 »
Rastrellamenti nelle case dei cd dissidenti e gente che viene fatta sparire.
Tutto riferito dalla mia amica turca che oggi, per protesta, va in giro con un top bianco mostrando pancia e tatuaggio.
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Offline AlenBoksic

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #45 : Giovedì 21 Luglio 2016, 11:03:38 »
Crisi turca, sesto giorno. Ankara e Washington sono alle brutte ed Erdogan sta scivolando lungo il piano inclinato della rissa da osteria. Male. Per lui e per noi. Adesso ha praticamente sigillato la base aerea di Incirlik, tenendo prigionieri almeno 1.500 soldati e aviatori Usa con le loro famiglie. Lo abbiamo già scritto in tutte le salse: l’ex Sublime Porta ha causato, da sempre, rogne grandi quanto montagne all’Europa. Quando i turchi hanno la Mezzaluna storta, gli equilibri continentali ballano.

Inutile rievocare i burrascosi trascorsi, da Kosovo Poljie, a Lepanto, dall’assedio di Vienna al carnaio della Prima guerra mondiale. L’elemento di novità, questa volta, è che a danzare su un campo minato sono anche gli americani. Erdogan lo sa. Dietro il colpo di stato “schizofrenico” (così lo ha efficacemente definito Burak Bekdil su Hurriyet Daily News) ci sono, nell’ordine, mezzo governo Usa, tre quarti della Nato e, di riffa o di raffa, i leader europei più rappresentativi. Questi ultimi, se non l’hanno organizzato, quantomeno “sapevano”.

Gli americani no. Loro ci sono dentro fino al collo. Lo stile è quello tipico delle loro “imprese” da brachettoni: le cose fatte a metà. Dal Vietnam in poi si sono imbarcati nelle operazioni più sporche (o più necessarie, dipende dai punti di vista) facendo finta di non entrarci. E, come sanno tutti, anche quelli che non masticano “teorie strategiche”, fare la guerra con un braccio legato dietro la schiena, prima o dopo, ti porta ad alzarle tutte e due le braccia: in segno di resa. Ora, dopo avere “graziato” Erdogan, sono cavoli loro (e nostri).

L’ambigua figura dell’islamista Gülen (ex alleato di Erdogan), era straconosciuta da tutti gli addetti ai lavori. E anche le sue “entrature” nei gangli vitali dell’Amministrazione turca. Il colpo di Stato l’ha organizzato lui? Ma quando mai. Chi sa come funzionano i meccanismi dell’intelligence può metterci la firma. Tutt’al più ha messo a disposizione di chi ha veramente azzardato il colpo (per noi, senza ombra di dubbio, gli americani) la sua, diciamo, “expertise”. Erdogan sa anche questo. Ma non potendosela pigliare direttamente con gli Stati Uniti ha scelto Gülen come “falso scopo”.
Parlami suocera e intendimi nuora, sostituite al nome “Gülen” quello di “Obama” e la sostanza non cambia. Anche perché la Turchia sta facendo pagare le pere agli “alleati” (sulla carta) a stelle e strisce. La rappresaglia su Incirlik è pesante. Erdogan ha praticamente recintato a doppio filo (spinato) la base e le sue bombe atomiche. E quando all’orizzonte compare il Dottor Stranamore c’è poco da scherzare. Per ora, dalla base non si alza manco un moscerino per andare a bombardare l’Isis.

Gli analisti sostengono che Obama, in una conversazione telefonica svoltasi col “sultano” martedì scorso, sia uscito dai gangheri. Ma Erdogan pare che si sia messo a ridere. Per ora pensa di avere il coltello dalla parte del manico e forse ha ragione, dato che, come fanno notare gli israeliani, nessun esponente dell’Amministrazione americana ha finora detto mezza sillaba sullo spinoso “affaire”. Manco i repubblicani, tutti presi dall’endorsement a Trump, si sono accorti di quanto sta succedendo al confine tra Turchia, Siria e Iran.

Gli unici a muoversi sono stati i giornali russi, che con un misto di compiacimento, ma anche di preoccupazione, hanno sottolineato come la base sotto assedio ospiti le bombe B61, ordigni nucleari tattici “a gravità”. A Incirlik possono entrare (e uscire) solo gli esponenti della polizia militare turca e i magistrati (di parte, è ovvio) che conducono le indagini. Anzi, per dare un’idea della situazione, risulta che i turchi abbiano anche tagliato energia elettrica e rifornimenti. Gli americani, per ora, fino a quando durerà il carburante, sono costretti ad andare avanti coi generatori.

Intanto, i contro-golpisti hanno arrestato lo stesso comandante turco della base, Bekir Ercan. Come finirà? I turchi vogliono la testa di Fatlullah Gülen, residente in Pennsylvania. Gli americani, brachettoni per quanto siano, non glielo daranno. Ma devono stare attenti. Anzi, dobbiamo stare attenti. I più scafati analisti vedono una marea montante islamista in Turchia. E ricordano che i dimostranti, davanti ai carri armati dei rivoltosi, gridavano, prima di tutto “Allah u Akbar”. “Dio è Grande”.


http://www.remocontro.it/2016/07/21/erdogan-isola-la-base-usa-di-incirlik-arsenale-atomico-e-poi/
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Offline Skorpius

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #46 : Giovedì 21 Luglio 2016, 11:36:34 »
Proclamato stato di emergenza in Turchia. Erdogan può emanare leggi senza passare attraverso il voto del parlamento.


C'e' pure il decreto dei pieni poteri..  Esattamente lo stesso percorso
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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #47 : Giovedì 21 Luglio 2016, 11:37:06 »
Bel casino.
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ThomasDoll

Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #48 : Giovedì 21 Luglio 2016, 13:32:23 »
non va a finire bene per niente, questa storia
Paolo, dì alla tua amica di stare attenta e che per quello che vale ha tutta la mia solidarietà.

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #49 : Giovedì 21 Luglio 2016, 13:45:17 »
Lei è un'insegnate e (per ora) non è stata epurata. Già le ho offerto casa mia se dovesse aver necessità di lasciare il paese per un po'.
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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #50 : Giovedì 21 Luglio 2016, 13:50:26 »
perfettamente d'accordo con le tesi di Frusta

ThomasDoll

Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #51 : Giovedì 21 Luglio 2016, 13:58:58 »
Lei è un'insegnate e (per ora) non è stata epurata. Già le ho offerto casa mia se dovesse aver necessità di lasciare il paese per un po'.

A Siena un'ajo e ojo per lei c'è sempre.

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #52 : Giovedì 21 Luglio 2016, 15:26:21 »
Mio fratello e' stato con una ragazza turca tra il 2006 e il 2007. Viveva in Turchia ad Ankara. Ragazza moderna, indipendente, che aveva studiato in America e con un lavoro di PR in un'azienda. Ci incontrammo con la mia ex di allora e mio fratello per visitare Istanbul, grandissima personalita' e gentilissima ci porto' in un ristorante sul Bosforo a mangiare del pesce squisito. Poi visto che la storia con mio fratello non prosegui' non ci siamo piu' sentiti. Pero' avevo conservato il suo cellulare di allora. Ho provato, senza successo a mandargli un messaggio la notte del golpe. Chissa' che fine ha fatto. Mi ricordo che aveva sempre problemi con i fratelli che la volevano piu' 'casalinga' a lavorare nella loro attivita' familiare. Si chiamava Nuray.

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #53 : Giovedì 21 Luglio 2016, 15:53:12 »
E' paurosa la quantita' di epurati nel campo dell'educazione. Ed e' lampante il fatto che Erdogan abbia un piano a lungo termine di re-islamizzare totalmente la societa' turca.


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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #54 : Giovedì 21 Luglio 2016, 15:55:42 »
Mi raccomando subito in Europa questi tagliagole. Ridatemi confini e frontiere, vi prego!
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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #55 : Giovedì 21 Luglio 2016, 16:02:10 »
Mi raccomando subito in Europa questi tagliagole. Ridatemi confini e frontiere, vi prego!

Paolo, anche in tempi non sospetti non c'era nessun piano a breve termine di far entrare i turchi in Europa. Nel 2007, quando andai io e non c'era Erdogan mi dissero che erano ancora lontani 10 anni almeno. Da allora nessun progresso e' stato fatto sulla loro candidatura e certamente in questo momento sono ritornati a 0% chances.

Offline Skorpius

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #56 : Giovedì 21 Luglio 2016, 17:52:57 »
E' paurosa la quantita' di epurati nel campo dell'educazione. Ed e' lampante il fatto che Erdogan abbia un piano a lungo termine di re-islamizzare totalmente la societa' turca.


Mi suona strano leggere che la reislamizzazione della società turca sia il fine erdogan (addirittura un piano a lungo termine).. a me sembra evidente che sia il mezzo con cui erdogan vuole ottenere quello che desidera: la dittatura.
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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #57 : Giovedì 21 Luglio 2016, 18:01:07 »
Mi raccomando subito in Europa questi tagliagole.

Curiosamente (o forse no) la deriva turca è proprio cominciata nel moneto in cui son state chiuse loro le porte dell'Europa.
Nel frattempo sospesa la convenzione europea sui diritti umani.
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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #58 : Giovedì 21 Luglio 2016, 18:44:57 »
Curiosamente (o forse no) la deriva turca è proprio cominciata nel moneto in cui son state chiuse loro le porte dell'Europa.
Nel frattempo sospesa la convenzione europea sui diritti umani.

Osservazione interessante. Potrebbe anche essere cosi'. Non ci volete in Europa? allora ve la facciamo pagare alla nostra maniera.


Mi suona strano leggere che la reislamizzazione della società turca sia il fine erdogan (addirittura un piano a lungo termine).. a me sembra evidente che sia il mezzo con cui erdogan vuole ottenere quello che desidera: la dittatura.


Beh, forse hai ragione, il fine e' la dittatura, ma certamente il mezzo e' la re-islamizzazione. La religione che funge da collante ed esalta gli animi contro i nemici occidentali farebbe del popolo turco un blocco unico tutto a favore del loro condottiero.

Mi chiedo se sia vero che solo una piccola parte dell'esercito sia contro Erdogan.

Offline AlenBoksic

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Re:Colpo di Stato in Turchia
« Risposta #59 : Sabato 23 Luglio 2016, 18:15:17 »
In Turchia sono al centro delle epurazioni, dopo che il presidente Erdogan li ha indicati come i principali ispiratori del tentato golpe di una settimana fa. E vengono additati come una sorta di Stato parallelo, cresciuto in questi anni nel Paese. Ma c’è chi dei seguaci di Fetullah Gülen in questi anni ha conosciuto un volto decisamente diverso. È il caso di Paolo Branca - islamista, docente all’Univesità Cattolica e responsabile della sezione per i rapporti con l’islam per l’arcidiocesi di Milano - che da alcuni anni in Italia collabora con le associazioni legate alla galassia gulenista. E che non ci sta a vedere identificato un movimento ampio e complesso solo con i giochi di potere in corso oggi ad Ankara.
 
Professor Branca, come ha conosciuto il movimento di Fetullah Gülen? 
«Devo ammettere che il nome di Fethullah Gülen mi era quasi ignoto fino a pochi anni fa. Lo conoscevo solo come un continuatore dell’opera del grande mistico turco contemporaneo Said Nursi. Essendo però un arabista avevo già abbastanza da fare nel seguire potenziali riformatori e plateali restauratori di un universo complesso e contraddittorio qual è l’islam arabofono. È stata l’esperienza, del tutto casuale, dell’incontro con molti attivisti del movimento Hizmet (che in turco significa Servizio) operanti in Italia sotto varie sigle (Alba, Milad, Tevere...) a farmi conoscere una realtà che mi ha profondamente colpito».
 
E cioè? 
«Donne e uomini, generalmente professionisti o studenti. In Italia costituiscono solo una piccola parte della ridotta comunità turca, poco più di 15mila anime. Pur essendo profondamente credenti e praticanti non hanno cercato di vendermi la loro merce. Hanno, anzi, mostrato interesse e rispetto per il mio modesto ma non occasionale percorso di conoscenza della loro tradizione religiosa. Da subito hanno impostato le nostre relazioni su una base di perfetta parità. Mai una volta - né qui né in Turchia dove sono stato spesso presso le loro istituzioni - mi sono minimamente sentito trattato con ipocrita condiscendenza».
 
Che tipo di attività ha svolto insieme a loro? 
«A Istanbul ci incontravamo a cena in casa di amici, insieme alle famiglie dove riuscivo a comunicare direttamente in inglese coi più giovani, mentre con gli adulti qualcuno faceva da interprete. La sera di un Venerdì Santo mi è stato chiesto di spiegar loro cosa significasse per me, cristiano, quel giorno particolare. Mentre raccontavo la passione e la morte di Gesù, il capofamiglia prese da uno scaffale una Bibbia in turco e mi disse: “Quello che lei sta dicendo è scritto qui”. In nessun Paese arabo niente del genere m’era capitato nei trent’anni precedenti. Proprio in quei giorni era avvenuto l’assassinio del famoso giornalista armeno Hrant Dink. Uno degli ospiti mi confessò, con sincero rammarico: “Avrei voluto dire a un armeno quanto ne sono addolorato... ma ho scoperto di non avere alcun amico armeno”».
 
Si parla molto in questi giorni anche delle loro scuole. C’è chi le presenta come una rete parallela di indottrinamento... 
«Le circa 2000 scuole promosse dal movimento in ogni parte del mondo sono impostate su criteri di eccellenza, senza la minima intenzione di essere delle madrase. “Ce n’è già troppe, se per 200 anni non ne edificheremo più basta così - mi hanno detto -. Il Corano si studia in moschea o a casa, lì facciamo etica”. Non credevo alle mie orecchie. Del resto le molte iniziative promosse e generosamente sostenute da loro anche in Italia si sono sempre ispirate all’apertura verso gli altri, di religioni diverse o anche di nessuna religione. Un bel libro pubblicato da Jaca Book su Giovanni XXIII, amico dei turchi, raccoglie la straordinaria esperienza umana e spirituale del Papa del Concilio sulle rive del Bosforo, iniziativa editoriale ancora una volta sostenuta da queste realtà che oggi sono accusate in patria d’ogni nefandezza».
 
Erdogan li accusa di essere stati i promotori di un tentato golpe in Turchia. 
«Ho abbastanza anni sulle spalle per poter immaginare che qualcuno dei componenti di un gruppo di tale energia abbia anche potuto sconfinare in terreni minati. Non mi sogno lontanamente di presentarli come angeli piovuti dal cielo. So però che il governo di Berlino ha affidato alle loro scuole l’insegnamento del tedesco ai profughi siriani. So che prima di partire per Istanbul alcuni di loro hanno visitato insieme a me la cappella dell’aeroporto dicendomi “se posso, preferisco pregare in una casa di Dio”. So che mentre assistevo mio suocero in un hospice per malati terminali, a pregare con me al suo capezzale in piena notte ho avuto solo uno di loro al mio fianco. E quando mi imbattei in un gruppo di profughi (soprattutto donne e bambini) nel periodo in cui i media neppure ne parlavano, telefonai a uno di loro disperato per avere aiuto: non mi chiese chi fossero, di quale religione o razza, ma solo quanti e dove. Dopo pochi minuti arrivarono 50 pasti caldi. Nessuno mi ha mai chiesto in seguito dettagli o rendiconti».
 
Qual è il loro atteggiamento nei confronti delle altre religioni? 
«Insieme abbiamo fatto uno stupendo viaggio nella città a cavallo fra Europa e Asia: ebrei, cristiani e musulmani insieme, visitando moschee, chiese e il museo ebraico di Galata. Abbiamo preso parte anche alla messa domenicale celebrata da un prete congolese in italiano a pochi passi da Taksim. Eravamo più noi di tutti i pochi fedeli locali presenti e un immancabile the in casa del parroco ci ha dato l’arrivederci. Potrei continuare, ma penso che vada precisata una cosa: qualche anno fa, durante quei viaggi, non mi sembrava di rilevare un abisso fra loro e l’Akp. Anzi, per certi versi mi auguravo che la Turchia potesse fare la differenza anche grazie a un grande partito popolare non laicista ma vicino alla tradizione religiosa locale, com’è stato per i democratici cristiani d’Europa».
 
E adesso? 
«Sono profondamente indignato per quanto sta succedendo. In Turchia una bramosia di potere da tempo connota molte scelte irresponsabili e liberticide di un leader che ha perso ogni credibilità. E anche in Italia il centro gulenista di Modena (che come tutte le altre loro sedi non è né vuol diventare una moschea) proprio la notte del cosiddetto golpe ha subito un attentato incendiario presumibilmente da parte di sostenitori del Sultano. Mi risulta che sia la prima volta in assoluto che in Italia un luogo animato da musulmani venga attaccato non da xenofobi locali ma da correligionari fanatici, nel silenzio assordante dei media».
 
Nella bufera, dunque, oggi è proprio uno dei volti di quell’islam moderato che tanto si invoca? 
«Non mi piace chiamarli moderati: sono credenti convinti e praticanti, ma danno alla loro fede un diverso orientamento che di rado si riscontra altrove. Proprio in questi giorni osservo con orrore l’esaltazione di Erdogan e della sua repressione come una “vera rivoluzione” al posto delle “primavere arabe” da parte dei soliti esponenti dell’islam organizzato ed etichettato che naturalmente mai hanno speso una parola di condanna sulle condizioni disumane con cui vengono trattati i lavoratori stranieri – musulmani compresi - nelle petrolmonarchie del Golfo. Eppure questi musulmani da salotti televisivi hanno una visibilità enorme rispetto agli amici turchi per i quali esprimo il mio inutile, quasi disperato dolore. Ai primi tutti i vantaggi del circo mediatico-politico che non merita ormai nessuna fiducia. Agli altri l’oscurità in cui ama operare qualsiasi cosa che possiamo chiamare Spirito».


http://www.lastampa.it/2016/07/23/vaticaninsider/ita/documenti/paolo-branca-quello-che-non-sapete-sui-gulenisti-DACBZGN6E1R81ongn7wA1J/pagina.html
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