Autore Topic: Zarate: regina o cavallo? Deve cambiare modo di giocare  (Letto 947 volte)

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Offline Daniela

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Zarate: regina o cavallo? Deve cambiare modo di giocare
« : Giovedì 16 Settembre 2010, 09:35:29 »
lalaziosiamonoi.it




El pibe de Haedo ha aumentato, e molto, la massa muscolare. La sua posizione in campo deve cambiare tenendo conto delle sue esigenze mentali, ma anche fisiche.


Ai margini dell’Area Ospitalità, nella pancia dello Stadio Olimpico, in quella parte dello stadio in cui capisci perché la Uefa abbia assegnato all’impianto le famigerate cinque stelle – beh lì c’è una fotografia di Edy Reja che si coccola Mauro Zarate. Lo prende paternamente sulla propria spalla. La partita è Parma-Lazio dell’anno scorso, la prima di Reja, il ritorno al gol di Zarate – nel giorno di San Valentino (ma per non scadere in fraintendimenti, meglio chiudere qui la parentesi dei ricordi). Sembrava tutto rinato. Si diceva che sì in fin dei conti Edy avrebbe potuto far solo del bene a Mauro, e che sì in fin dei conti anche star seduto su una poltroncina imbottita gli avrebbe potuto far ritrovare l’entusiasmo. Ma era solo un’illusione. L’espulsione di Genova (anzi le espulsioni, visto che pure Reja si fece cacciare), lo scarso feeling con il gol, il nervosismo l’hanno portato a chiedersi perché nessun’altro l’abbia più saputo capire come Delio Rossi. Si chiedeva e probabilmente si chiede ancora perché uno come il mister romagnolo era l’unico in grado di capire come utilizzare al meglio il suo talento, il talento di Mauro Zarate. Solo un allenatore con quelle doti offensive poteva capirlo (e allo stato attuale delle cose, per deduzione gli unici a riuscirci sarebbero Zdenek Zeman e Quique Sanchez Flores). Con un altro sembra destinato a fallire di nuovo.
Ma non dimentichiamoci che in fin dei conti Mauro ha pur sempre 23 anni. Va verso la fine dell’adolescenza, e arriva l’età adulta. Non si può più tentennare. O si cresce o si rimane bambini incompresi per sempre. Life is too short (e la carriera ancora meno). Starà a lui riuscire a riconquistare platea e allenatore. L’importante è non buttarsi giù. Neanche quando si viene sostituiti a metà tempo. È dura ma in fondo ne vale la pena. Trovare il modo per fargli sentire l'affetto dei tifosi può aiutarlo a sentirsi meno solo.
Altra riflessione merita sicuramente la sua forma fisica. È da svariati mesi che Maurito è diventato Mauro, che insomma il furetto Zarate ha aumentato con il duro lavoro e con gli esercizi la massa muscolare. Il risultato è quello che tutti possono vedere: non gli riesce neanche più un uno contro uno contro Britos o qualsiasi altro difensore che, in genere, è più alto di lui (e quindi teoricamente più macchinoso…). Un tempo Mauro riusciva a seminare gli avversari sullo scatto da fermo. Adesso invece non gli riesce più neanche il suo classico tiro a rientrare. Se è aumentata la massa muscolare, significa che non solo il peso reale ma anche quello specifico nell’attacco laziale deve cambiare. Se prima Zarate poteva giocare in un modo, adesso dovrà cambiare la maniera di farlo. La forma fisica acquisita evidentemente ancora non gli consente di potersi muovere come faceva un tempo. Forse non è un caso che contro il Bologna tendesse a giocare più in mezzo che sulle ali, come invece gli aveva chiesto di fare Reja. Il male non è solo psicologico, ma anche e soprattutto fisico. Per questo il suo futuro dipenderà sempre di più anche dalla posizione nella scacchiera di mastro Edy. Regina imbellettata o cavallo d’assalto? Urge una risposta.

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