Autore Topic: La missione di Bielsa: far tornare grande la Lazio  (Letto 737 volte)

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La missione di Bielsa: far tornare grande la Lazio
« : Mercoledì 22 Giugno 2016, 09:42:48 »
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I biancocelesti hanno finalmente il loro condottiero. L’argentino pronto alla rivoluzione




Maniacale, innovativo, controcorrente, antisistema, folle. Queste e molte altre le caratteristiche del “Loco”, che ha chiesto a Lotito le chiavi del centro sportivo di Formello per andarci quando gli pare, pure di notte


La Lazio ha finalmente il suo condottiero. Dopo una trattativa estenuante, Marcelo Bielsa ha detto sì ai biancocelesti. E’ lui il nuovo tecnico dei capitolini. Non un trainer qualunque, ma un profeta del calcio.

Per uno dei tecnici più vincenti della storia recente, Pep Guardiola, “El Loco” è il miglior allenatore al mondo. Maniacale, scrupoloso, integerrimo, riservato, serio, professionista, innovatore, folle. Questo, l’identikit dell’argentino. L’uomo che ha scoperto due ex giallorossi come Batistuta e Balbo, un tecnico che Javier Zanetti paragona addirittura a Mourinho, un mister che ha vinto le Olimpiadi sulla panchina dell’Albiceleste e ha riportato il calcio basco in una finale di coppa europea dopo 35 anni. Tutto questo e molto altro è Bielsa. Riparte da lui la rivoluzione della Lazio, chiamata a riscattare una stagione all’insegna dell’insuccesso e delle delusioni.

E’ un vero e proprio colpo di mercato quello messo a segno dal presidente Lotito. Rimasto letteralmente affascinato dal ‘Loco’, uno che tra i suoi tanti figli prediletti ha un certo Leo Messi. Il deus ex machina del football italiano, sempre criticato perle sue scelte impopolari, ha voluto dare un segnale forte all’ambiente. E a Formello adesso si respira aria di rivoluzione. Che sarà affidata in tutto e per tutto al tecnico di Rosario. Pronto a prendere in mano la situazione e a decidere in prima persona ogni mossa. Sul mercato e non solo.

Il suo arrivo è un chiaro segno di rottura con il recente passato del club, ma anche un ciclone che investirà il calcio italiano in generale. Perché Bielsa non è certo uno qualunque. Ma un tecnico capace di svegliare a tarda notte moglie e figli, portandoli nel campo di calcio costruito nella sua campagna a Rosario, in Argentina, schierandoli così come si trovavano, in pigiama, a ridosso dell’area di rigore, per provare uno schema venutogli in mente nel sonno.

Non ha certo il curriculum vincente dei mostri sacri della panchina, Bielsa. Ma è speciale. Per lui i suoi giocatori sono pronti alla guerra, a morire (sportivamente parlando) sul campo di battaglia. El Loco è famoso pure per non aver mai concesso un’intervista esclusiva, visto che se ne frega dei giornali e ovviamente li ha sempre avuti tutti contro. Gli interessa il campo, solo quello. I passaggi di prima, il pressing forsennato, la palla che non va mai buttata via. L’unico terreno fertile per Bielsa è il manto erboso, tutto il resto non lo riguarda. Una persona totalmente diversa da Lotito, che gli ha affidato le chiavi della Lazio. E che dovrà rispettare la parola data mettendo mano al portafogli per regalare all’argentino i suoi condottieri e riportare i tifosi finalmente allo stadio. Ma per farlo, dovrà cedere almeno due pezzi pregiati. E gli indizi portano tutti a Candreva e Keita. Loro, i due grandi sacrificati.

Tra le prime richieste di Bielsa, quella di avere una copia delle chiavi del centro sportivo di Formello. Per andarci quando gli pare, a ogni ora del giorno e forse pure della notte. I giocatori della Lazio sono avvertiti. Allenamento e cura maniacale di ogni dettaglio, questo il mantra del Loco. Uno che vive il calcio in maniera ossessiva, tra una corsa al mattino presto e un asado (arrosto) con gli amici. Le innovazioni, il suo forte. Il suo schema preferito è il 3-3-1-3, che suona come una bestemmia per il calcio europeo. Non per Bielsa, il rivoluzionario che vuole far tornare grande la Lazio.

Federico Colosimo

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