Autore Topic: Brexit poll  (Letto 49774 volte)

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Re:Brexit poll
« Risposta #120 : Giovedì 14 Luglio 2016, 14:34:18 »
Vischi e petrolio,
peraltro entrambi in Scozia

Per il whisky ho già dato e continuerò a dare. Ho iniziato quest'anno, col Laphroaig seguendo le indicazioni di un lazionetter, poi ho fatto un giro esplorativo, Bowmore, Jura (Superstition e un altro), Highland Park.

Per il petrolio non ho esperienza. Ne fanno uno torbato?
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline DinoRaggio

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Re:Brexit poll
« Risposta #121 : Giovedì 14 Luglio 2016, 15:14:25 »
Perché, pensi che Gentiloni sia meglio di Luca Giurato?  ;D
Ma guarda, Johnson è stato uno dei più attivi politici conservatori in favore del Brexit, al contrario di Cameron, che pur avendo promesso il referendum per guadagnare voti, era molto tiepido per quanto riguarda l'uscita del Regno Unito dalla UE proprio perché non pensava certo che il Leave potesse vincere. Ha giocato d'azzardo ed ha perso, e si è dimesso.

Uno dei successori designati era proprio l'ex sindaco di Londra, noto anche per le sue numerose gaffes, il quale però si è defilato in fretta una volta visto che la poltrona di leader dei conservatori (e quindi primo ministro) scottava parecchio. Ora si tratta di portare avanti un delicato negoziato con l'Unione Europea, e gl'inglesi tremano al pensiero di che cosa potrà succedere con Johnson a capo della diplomazia britannica. Sono pensieri loro, eh. Io mi preparo il caffè in attesa che si alzi il sipario.  ;D
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Frusta

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Re:Brexit poll
« Risposta #122 : Giovedì 14 Luglio 2016, 16:38:43 »
 Io mi preparo il caffè in attesa che si alzi il sipario.  ;D
Scusa se mi ripeto paragonando la loro alla nostra situazione ma se penso alla farsa che si sta replicando sul nostro palcoscenico mi preoccuparsi più del nostro che del loro spettacolo.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline DinoRaggio

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Re:Brexit poll
« Risposta #123 : Venerdì 15 Luglio 2016, 07:47:19 »
Be', ma questo è il topic sulla Brexit. Quando, e se, ci sarà l'uscITA (pronto pure il nome  ;D ) guarderemo agli affari (Esteri) nostri.

Guarda i commenti a questo articolo
http://www.theguardian.com/politics/2016/jul/14/french-foreign-minister-boris-johnson-is-a-liar-with-his-back-against-the-wall

Il più benevolo è "He's not just a liar, he is a complete and utter fool.".
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Frusta

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Re:Brexit poll
« Risposta #124 : Giovedì 21 Luglio 2016, 08:17:37 »

Questo grafico spiega Brexit, Trump, Le Pen, Grillo, Orbàn, Szydlo, Hofer & Co.
In che altro dovrebbe sperare la gente? In Erdogan?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:Brexit poll
« Risposta #125 : Mercoledì 7 Settembre 2016, 09:59:03 »

Questo topic va ritirato su ogni tanto. Se non altro, per sottoporre all'attenzione di chi diceva cosa la (inappellabile) realtà che si va evolvendo.

“La Gran Bretagna ha fatto una cosa giusta: sganciarsi da una realtà economica fallimentare”.
“Non si parla più di Brexit perché i dati sono positivi. Mostrare che chi esce sta meglio, è qualcosa che i media non possono permettersi di raccontare”

Alberto Bagnai, professore di Politica economica, avanguardia italiana del fronte internazionale di economisti contrari alla moneta unica, già autore in tempi non sospetti del libro “Il tramonto dell’euro”: in Gran Bretagna aumentano i consumi interni e gli investimenti esteri. Non c’è male come inizio dell’apocalisse…
Di questa vicenda mi colpisce il fatto che gli economisti, sia accademici sia appartenenti a istituzioni come il Fondo monetario internazionale, sistematicamente tengano un doppio discorso. Stiamo vedendo che nel breve periodo la Gran Bretagna è ripartita. Non è una sorpresa: il Fondo monetario internazionale aveva detto chiaramente che la sterlina era sopravvalutata. Con la Brexit il Regno Unito è riuscito a far aggiustare il suo cambio senza particolari sforzi aggiuntivi di politica monetaria, ma semplicemente con un effetto psicologico: una mossa da maestro. È schizofrenico il fatto che gli economisti dicano che una moneta è sopravvalutata, cioè che costa troppo, e nel contempo preconizzare catastrofi se quella moneta scende. Ci fosse un po’ più di etica professionale tra gli economisti, molti dei quali agiscono in conflitto di interessi, ci sarebbero meno titoli ad effetto e meno turbolenze di breve periodo su mercati.

Con dati di segno opposto possiamo solo immaginare cosa si sarebbe scatenato sulla stampa italiana e internazionale. Inoltre l’andamento positivo della Gran Bretagna coincide con l’ennesima fase di crisi dell’eurozona.
Siamo ancora nel breve periodo, ma chiedersi se nel lungo periodo la Brexit sarà stata una scelta giusta in termini economici per il Regno Unito non ha molto senso. Perché nel lungo periodo potrebbe succedere di tutto, chessò, potrebbe triplicare il prezzo del petrolio o scoppiare una bolla immobiliare in Cina innescando una recessione mondiale. Fra 3 anni immaginare come sarebbe stata la Gran Bretagna se 3 mesi fa non avesse optato per la Brexit sarà un esercizio speculativo.

Che certezze abbiamo?
L’unica certezza è che l’eurozona sta andando a picco. In termini economici non ha molto senso interrogarsi sulla decisione del Regno Unito. Ha fatto semplicemente una cosa giusta: sganciarsi da una realtà economica fallimentare. Se sei su una nave che affonda cerchi una scialuppa. Poi c’è un tema politico: una delle componenti che ha inciso nella scelta del popolo britannico è stata quella di rivendicare una propria autonomia, una capacità e una possibilità di darsi leggi proprie. Tutto questo non viene raccontato dai nostri media.

Che meccanismo entra in gioco?

I nostri media sono abbastanza opachi da non favorire la nascita di una consapevolezza su certe tematiche, ma questo dipende anche dal comportamento dei miei colleghi. Esiste questa distorsione: non si parla più di Brexit perché i dati sono positivi. Mostrare che chi esce sta meglio, che non esistono apocalissi di sorta, è qualcosa che i nostri media non possono permettersi di raccontare.

Vacilla dunque la bizzarra idea della Brexit come detonatore di catastrofi mondiali. Persino da parte del Governo italiano c’è stato il tentativo di addebitare alla Brexit parte delle sventure economiche del nostro Paese.

Tentativo assurdo. La Gran Bretagna è un’economia relativamente florida rispetto alla nostra, ancor più florida da quando ha manifestato l’intenzione di voler uscire dall’Ue: è bastato questo per scatenare una ventata di ottimismo e di entusiasmo. Non si vede perché il fatto che un nostro vicino, con il quale commerciamo, stia meglio debba far star male noi. È come dire che il panettiere va in dissesto perché i suoi clienti sono più ricchi. Questa è l’applicazione di un sistema illogico, secondo cui il bene dell’Europa si attua facendo il male delle sue componenti.

È il ritornello classico…
Ci dicono che l’Italia o la Spagna o la Grecia devono fare sacrifici, ci dicono che le misure dolorose nel breve periodo ci renderanno virtuosi. Il bene del tutto non si attua facendo il male delle parti. Non c’è nessuna logica economica che stabilisca questo. E infatti chi porta avanti questo discorso fallisce tutte le previsioni. Come il Governo Renzi che toppa le previsioni una dietro l’altra ed è costretto a spiegare i propri fallimenti attraverso fattori esterni come la Brexit e i mercati. Ma la radice del male è da un’altra parte.

La moneta unica, immagino…

Che è l’euro sia la radice del male lo ha autorevolemente detto Stiglitz. Ha spiegato che l’euro è un’istituzione monetaria che ci ha impoverito. Ma nel contempo ha indicato un possibile percorso di soluzione, lo stesso che con altri colleghi come Claudio Borghi avevo indicato da tempo: uno smantellamento controllato dell’euro a partire dai Paesi del Nord. Chi è ricco e stabile si tiene la sua moneta e se ne va accettando un minimo d svalutazione dei suoi crediti, e lasciando ai Paesi del Sud la possibilità di intraprendere un percorso di crescita equilibrato.

Ci sono degli indizi che portano a questi scenari? Dare la parola al popolo può innescare meccanismi inaspettati. Solo un paio d’anni fa nessuno avrebbe immaginato la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea.
Gli scenari politici sono interessanti e sono mossi da storture della costruzione europea attuale, riconducibili all’euro. La teoria economica ci dice che la moneta unica crea disoccupazione nei Paesi più deboli in caso di crisi: la crea perché questi Paesi diventano poco competiviti, cioè le loro merci poco domandate sui mercati internazionali. E allora i Paesi deboli devono abbassare i salari, e per abbassare i salari bisogna ricorrere alla disoccupazione. E qui entra in gioco Schengen.

Per quale motivo?
Può sembrare paradossale: noi parliamo di Schengen sempre in rapporto alla questione dei profughi. Ma in realtà la libera circolazione delle persone dentro l’Unione europea è una conseguenza della moneta unica. Perché la rigidità del cambio impone la flessibilità del fattore lavoro: sia nel senso di flessibilità del salario sia nel senso di flessibilità sul territorio, ovvero andare a trovare lavoro dove c’è.

Cosa ci dice il voto in Maclemburgo con il tonfo della Merkel e l’affermazione della AfD?

In Europa l’opinione pubblica può essere colpita dal flusso di migranti, com’è successo in Austria, oppure dalla disoccupazione. Lo si vede dai dati macroeconomici: in Maclemburgo sono “disoccupofobi”. Lì è la “disoccupofobia” il problema, essendo una delle regioni più povere della Germinia. Abbiamo di fronte una serie di appuntamenti politici potenzialmente devastanti per l’euro: le elezioni austriache, quelle francesi dove la Le Pen andrà al secondo turno, poi le elezioni politiche tedesche.

In Germina l’establishment come reagirà?
L’elite politica tedesca si è messa in trappola dando la colpa della situazione a noi. Per consolidare il consenso e prendere voti i politici tedeschi hanno solo una strada da percorrere, che è quella sbagliata: avere un atteggiamento sempre più intransigente nei nostri confronti. È la storia della flessibilità: non possono farlo, altrimenti sarebbero castigati dai loro elettori, che direbbero “ma come quelli sono i pigs, i porci, e voi ora li aiutate?” I politici tedeschi agiranno in una direzione che aumenterà le tensioni politiche legate all’euro. E non è un caso che arrivi proprio ora il libro di Stiglitz.

In che senso?
Il libro di Stiglitz sull’euro è un semaforo verde delle elites americane che segnala l’esistenza di un problema e la necessità di gestirlo. La mia sensazione è che negli Stati Uniti, che sono gli ideatori e i gestori del progetto europeo, stia iniziando una riflessione su quanto questo progetto costi e sia funzionale alle loro strategie.

C’è un interesse degli Stati Uniti circa il futuro dell’euro?
Si è già visto per esempio nel corso della crisi greca, con Tsipras che manifestò interesse a incontrare Putin: poi il quotidiano greco Kathimerini rivelò che durante la crisi Tsipras era costantemente in contatto con gli Stati Uniti. Non solo: dopo il golpe in Turchia Obama immediatamente ha detto alla Germania che occorreva essere più tolleranti con la Grecia. Perché l’euro è la “Nato economica” in qualche modo, ovviamente non tutti i Paesi dell’euro sono Paesi della Nato e viceversa, ma si tratta di uno strumento di coesione economico-politica che in qualche modo si sovrappone alla Nato.

C’è un disegno specifico?
L’idea che si possa sgretolare l’euro agli Stati Uniti fa paura, temono che qualche Paese possa essere attratto nell’orbita russa o medio-orientale. Dall’altra parte però tenere in piedi questa baracca gli costa moltissimi soldi. Il Fondo monetario internazionale nella vicenda greca ha violato tutte le proprie leggi erogando una quantità di soldi spropositata rispetto al peso del Paese. Gli americani da una parte temono che la Grecia possa andarsene con la Turchia e con Putin, dall’altra temono la reazione per esempio di brasiliani e indiani stanchi di vedere quella montagna di denaro, che è anche il loro, buttato in quel modo. Credo che gli Stati Uniti siano arrivati all’idea che bisogna trovare una soluzione concordata.

E l’Italia in tutto questo?

L’Italia è in una situazione molto delicata. La soluzione che descrivevo prima è costosa. Credo in qualche modo che l’Italia, il nostro patrimonio, le nostre case, le nostre banche siano il contentino che il grande capitalismo anglosassone e tedesco vuole spartirsi per sanare i costi di questa evoluzione traumatica verso una nuova flessibilità. In altre parole. È chiaro che le banche tedesche e americane sono molto interconnesse, è chiaro che le banche tedesche vanno a perdere una serie di loro crediti. E in questo processo non è eslcuso che la Troika venga da noi per prendersi tutto quello che può prendere, e tappando queste potenziali perdite, dopo aver risolto una serie di situazioni, avverrebbe lo sganciamento, l’uscita dall’euro.

Lei è ancora di sinistra?
Io non ho mai nascosto di avere un percorso culturale e un’appartenenza di sinistra, con tutte le carattestiche negative che questo comporta (ride ndr) come quello di sentirmi radicalmente dalla parte del giusto e culturalmente e intellettualemente superiore. Il mio blog è nato perché un mio articolo ha ricevuto un’accoglienza di un certo tipo sul Manifesto, che non mi ha censurato, ma da allora chissà perché non ho più scritto un solo articolo. Poi un altro articolo è stato rifiutato dalla Voce.info, organo di economisti molto preparati che assimilerei a grandi linee a un’area progressista. A destra nessuno mi ha mai detto cosa dovessi dire o non dire. A sinistra sì. E questa per me è stata una grossa sconfitta sul piano umano e culturale.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:Brexit poll
« Risposta #126 : Mercoledì 7 Settembre 2016, 13:10:58 »
L'articolo di Bagnai è molto interessante, da più punti di vista.
Per quanto riguarda il cambio sterlina/euro guarderei questo grafico, preso dalle pagine finanziarie di Yahoo.



La svalutazione della sterlina non inizia con la Brexit, anche se ha un'accelerazione dopo il referendum. Se osservate la tendenza che appare a dicembre 2015, il periodo pre-Brexit è in controtendenza, poi si torna ad inizio luglio dove si sarebbe arrivati senza il pre-Brexit. Chissà dove e quando si assesterà il cambio sterlina-euro.

Sulle analisi economiche di Bagnai resto molto scettico.
Bisognerebbe analizzare i motivi del nostro impoverimento, e solo dopo vedere se restare nell'euro conviene o no.
Sicuramente per vari motivi ci è convenuto, in primis per limitare gli interessi sul debito ed il prezzo del petrolio.

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Offline Frusta

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Re:Brexit poll
« Risposta #127 : Mercoledì 7 Settembre 2016, 14:20:07 »
Il cambio di una moneta senza vincoli rispecchia esattamente il valore della sua economia, e questo alla lunga sarà il vero vantaggio per la GB.
L'euro non rappresenta la nostra e lo dimostra il fatto che ci stiamo dissanguando per averla forzatamente legata ad una divisa che non ci possiamo permettere. La Grecia è l'esempio limite di quello che sto dicendo.
Giova invece alla Germania per il motivo contrario, perché può spadroneggiare con un cambio inferiore a quello che oggi avrebbe il marco.
Comunque non dobbiamo aspettare chissà quanti anni per verificarlo, la dimostrazone inoppugnabile l' abbiamo già:

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Re:Brexit poll
« Risposta #128 : Domenica 18 Settembre 2016, 07:12:40 »
Copioeincollo da "bastaeuro"


RENZI E LA SBROCCATA DI CHI SI E' ACCORTO DI ESSERE CIRCONDATO.

Dunque il vertice UE di Bratislava, il primo dopo la Brexit, il vertice che doveva "rilanciare" il grande progetto europeo, s'è concluso a palate di merda in faccia.
Come del resto era poi ampiamente prevedibile, date le premesse che venivano dal gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Slovacchia, Cechia) decise a chiedere, di fatto, la divisione della UE in due e la delegittimazione della Commissione Europea.

Invece quello che s'è preso la scena è stato quello che non ti aspettavi.
Si, proprio lui, il nostro Matteuccio nazionale.
Resta da stabilire se sia vera la sua tesi, ovvero "ho disertato a conferenza stampa con Merkel e Hollande" oppure sia vera la tesi degli altri due, ovvero "Renzi? Non era stato invitato" che però comunque, da entrambi i lati si guarda la cosa, il risultato è uguale: la UE è unita per la ceppa di stoc***o.

Se questa cosa non sarà solo penoso cinema lo dirà solo il tempo. Poco tempo, in realtà, perhè gli altarini sono più che scoperti sia a livello nazionale nostro (banche, referendum) sia a livello nazionale ovunque (la Merkel in crisi in patria, Hollande politicamente morto, gli anti-UE che aumentano ovunque i consensi) che a livello globale (la guerra USA-Germania tra multe e contromulte e il TTIP quasi definitivamente naufragato).
L'impressione nostra è piuttosto semplice: Renzi, che fino all'altro ieri con la Merkel e Hollande faceva lingua in bocca, s'è accorto di due cose.
La prima: quando in UE la posta in gioco si alza, lui effettivamente non conta un cazzo. Ieri ne ha avuto la dimostrazione palese e s'è incazzato.
La seconda: Renzi sa benissimo che è agli sgoccioli, "vittima" dei suoi tragici errori dati dall'accondiscedenza totale proprio alla Merkel (ad esempio sul bail-in che sta mandando a puttane l'intero sistema bancario) e anche della sua goffa tronfiaggine che lo ha portato ad indire un referendum che molto probabilmente perderà e al cui esito, anche se ora si sforza di dire il contrario, è strettamente legato il suo destino politico.
Renzi l'ha capito e così, anche per questo, ieri ha cominciato a togliersi dei sassolini.

Deve essere così per forza, non ci sono alternative, perchè l'unica alternativa possibile sarebbe quella che Renzi abbia scoperto solo nelle ultime settimane che ad esempio la Germania sfora le regole di Maastricht alla carlona, che la Merkel sui migranti è stata schizofrenica e losca e che Sarkozy prima e Hollande poi non erano altro che fedeli servi dello storico patto franco-tedesco, con però una Francia che nel tempo si è talmente indebolita che è diventata anch'essa una succursale ignorante del volere e potere teutonico.
Questa alternativa ecco, non può essere verosimile, per il semplice fatto che si sta parlando del Presidente del Consiglio e non del collezionista di lombrichi di Viggiù.
Si può parlare di buonafede o malafede, ma non si può certo pensare che certe cose non le sapesse prima.

Insomma, ieri si arrivava a Bratislava per potenziare la propaganda europea dopo la Brexit, ma dopo che nemmeno un mese fa i tre porcellini (Merkel, Hollande, Renzi) si trovavano a Ventotene tra squilli di tromba, baci, abbracci e proclami, e che però la scorsa settimana due porcellini (Renzi e Hollande) avevano raggiunto l'altro porcellino, quello forse più sporco in assoluto (Tsipras) per parlare di un eventuale "blocco mediterraneo" avverso al comando tedesco del continente.
Inoltre, come detto, i 4 paesi dell'Est sul punto di chiedere quello che nessuno fino ad oggi aveva mai osato chiedere, ovvero, di fatto, sfasciare per sempre il progetto unitario di Europa, e anche dopo i fatti del giorno prima in cui si scopriva che il Portogallo sta peggio del previsto e che l'Italia, manco a dirlo, s'era vista rifiutare per l'ennesima volta la flessibilità richiesta.
Non male come premesse...

In ogni caso Renzi, arrivato davanti ai giornalisti mentre Hollande e Merkel cianciavano di "ritrovata unità" e di altre amenità che al popolo europeo affamato non può fregare il cazzo come "ci vuole una difesa comune europea", ha lasciato andare il braccio ed ha tirato fuori di tutto:

- " Qui davvero pare che nessuno capisca la gravità della situazione ".
- " Ma vi rendete conto che mi hanno presentato un documento con dieci pagine, dico dieci, sulla Turchia, e nemmeno una parola sull’Africa? Come se tutto il problema dell’immigrazione si esaurisse con la Turchia. Ma scherziamo? Io non sono soddisfatto, l’ho detto chiaramente, la montagna rischia di partorire un topolino. Allora se così stanno le cose vado io in Africa e faccio accordi bilaterali con gli Stati africani. Non pensate che non ne sia capace, non ci vuole molto ".

- " Io non partecipo a questo teatrino, non ci riesco a dire che va tutto bene, non è così, non si può essere soddisfatti, da qui a breve o si cambia pagina, in tema di migrazioni e di politica economica, o facciamo da soli ".

- " Anche sulla crescita non siamo d'accordo. Per esempio questo Fiscal Compact che è stato valutato in questi 5 anni ed è chiaro che non ha nessun futuro! ".

- " Non è l’Italia che non cresce, è tutta la UE che ha performance inferiori agli altri continenti, è inutile negarlo e qui sembra che si continui a far finta di niente o a fare passettini che non portano da nessuna parte ".

- " Se Germania e Francia sono d'accordo su alcuni temi e devono dirlo a tutti, io sono contento per loro, ma io non sono contento per l'Italia, quindi non posso fare una conferenza stampa insieme a loro. Non è che devo fare una recita-copione per far vedere che siamo tutti uniti ".

- " Le risorse per la finanziaria, gli zero virgola, non mi interessano, magari fosse questo il problema, ci metterei subito una firma.
Noi una soluzione con il nostro bilancio la troveremo, e sia chiaro che non chiederemo il permesso a nessuno per gli investimenti sulla sicurezza nelle scuole, o sui sistemi antisismici, e dunque sui nostri figli, ma il discorso è più ampio e riguarda tutti, la capacità di dare risposte alla crisi della UE. Mi sembra che non ci sia coraggio, ma ci rendiamo conto che è appena uscita la Gran Bretagna o no? Mi pare che nessuno capisca la gravità della situazione! ".

" Non possono chiederci di rispettare noi le regole e non farlo loro, la Germania ha 90 miliardi di surplus commerciale, sfora il 6%, e non li riinveste come vorrebbero le regole europee. L’ho detto apertamente durante il Consiglio ".

Bene. Davvero niente male.
Resta da capire perchè abbia aspettato due anni a dire queste cose, e resta da capire soprattutto, in caso di ulteriori pesci in faccia, che intenzioni ha.

Se la tempesta bancaria si aggrava, nazionalizzi il sistema finanziandolo con nuova moneta o no?
Se tutti intorno ti chiudono le frontiere e non ti lasciano prendere accordi bilaterali sui flussi migratori, le chiudi anche tu le frontiere almeno per l'emergenza, salvando quelli che rischiano la vita, oppure lasci che entrino migliaia di persone al giorno solo perchè non potranno più andare altrove?
Se la flessibiltà non te la danno e tu dici che te la prendi lo stesso, come hai intenzione di fare non avendo a disposizione la leva monetaria ma solo la possibilità di tagliare sulla sanità, come se poi fosse una cosa intelligente da fare?

Ad ogni modo, questa è l'unità europea di oggi.
Cinema o meno, gli USA si sono rotti le palle del surplus tedesco, gli Stati dell'Est si sono rotti le palle di farsi dire quanti immigrati devono accogliere e di farsi dire come devono riformare il loro Stato di Diritto, i paesi del Sud sono a pezzi e nemmeno vanno d'accordo tra loro tra chi incontra Tsipras e Renzi un giorno e il giorno dopo incontra la Merkel.
Gli unici davvero uniti sembrano quelli del Nord Europa, ma anche loro hanno il loro brutto anatroccolo nella Finlandia.

In attesa di capire se finirà presto e di capire come finirà, non lo sentite anche voi questo fortissimo vento di fratellanza europea?

Hanno distrutto tutto, questi luridi cialtroni.
Tramite un disegno meramente politico dalle logiche totalitarie spacciato per un progetto di pace nato dall'antifascismo post guerra mondiale (la UE) ed uno strumento monetario spacciato per un fatto economico irreversibile nonostante gli stessi paesi europei in passato erano reduci da esperienze simili del tutto disastrose (euro), hanno fatto diventare in poco meno di vent'anni quella che era una sempre più stretta e logica convergenza di rapporti di tutti i tipi tra i paesi europei che con il susseguirsi naturale degli eventi avrebbe senz'altro portato ad un qualcosa di unitario che avrebbe reso felici tutti in un incubo dove la gente viene privata dei diritti basilari e anche della dignità, e dove le economie degli stessi paesi invece di convergere si sono allontanate in un modo che per alcuni è forse irreversibile.
E la cosa più grave sapete qual è? Che di fronte a questo lager, c'è gente ancora oggi che parla di "cambiare le politiche di austerità" e di "democratizzare la UE" come se fosse davvero possibile cambiare lo status quo restandoci dentro, come se davvero in questa situazione drammatica cche dura ormai dal 2008 e che non accenna minimamente a cambiare ci fosse ancora tempo da perdere per aspettare che in Germania, Francia o Italia vincano le elezioni quelli "giusti" (che poi sono diversi a seconda di chi lo sostiene) o pregando che i protagonisti vengano fulminati sulla via di Damasco e accendano la spia dell'umiltà che gli faccia riconoscere gli errori commessi, che per chissà quale motivo oggi vengono fatti scontare ai cosiddetti "populisti" che sarebbero "pericolosi".
Assurdo, totalmente assurdo e vomitevole!

Per diventare europei non c'era bisogno della UE, non c'era bisogno dell'euro, non c'era bisogno di Schengen, non c'era bisogno di derubricare a "fascismo" ogni parola o iniziativa riguardante qualsiasi cosa di "interesse nazionale", c'era solo bisogno di imparare dal passato evitando di commettere certi errori fatti dal lato politico ed economico (in primis proprio le passate castronerie monetarie a cambi più o meno fissi) e di stabilizzare il continente in modo intelligente dopo il crollo del comunismo e la riunificazione della Germania.
Ed invece le cose sono state fatte nel peggior modo possibile e questi sono i risultati.
Paradossalmente, se non ci fosse stato Schengen oggi non starebbero costruendo muri.
Paradossalmente, se non ci fosse stata la UE ma si fosse anche solo salvata la vecchia CEE, oggi i popoli europei sarebbero ben più uniti del solo fatto di poter volare a basso costo da una capitale all'altra.
Paradossalmente, se non ci fosse stato l'euro, la convergenza economica tra aree a diverso tasso di sviluppo, di produttività e di pressione fiscale, sarebbe senz'altro stata facilitata perchè senza euro mai la Germania si sarebbe gonfiata così come un pallone e mai l'Italia avrebbe avuto un crollo simile della produzione industriale.

Ci dispiace perchè, come vi abbiamo detto mille volte e come capirete anche da questo post, non può che finire male. E si poteva assolutamente evitare.

Ora Renzi ha il compito di fare lo Statista. Ma seppur nel merito ieri avesse completamente ragione, ovviamente non lo farà.
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Re:Brexit poll
« Risposta #129 : Lunedì 10 Ottobre 2016, 15:04:36 »
Volevo aggiornare il grafico sull'evoluzione del rapporto sterlina-euro, ma vedo che il grafico si aggiorna da sé. Ovvero il link è attivo su una pagina che viene aggiornata ad intervalli regolari, quindi dà la quotazione aggiornata. Vedete che la sterlina continua a scendere, con occasionali rialzi poi riassorbiti.
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Offline DinoRaggio

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Re:Brexit poll
« Risposta #130 : Giovedì 3 Novembre 2016, 13:12:05 »
L'Alta Corte britannica ha praticamente deliberato che il referendum del 23 giugno è stato puramente consultivo e che dovrà essere il Parlamento ad invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, in pratica l'inizio dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Il governo (conservatore) è deciso ad appellarsi alla Corte Suprema.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Skorpius

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Re:Brexit poll
« Risposta #131 : Venerdì 4 Novembre 2016, 07:08:19 »
L'Alta Corte britannica ha praticamente deliberato che il referendum del 23 giugno è stato puramente consultivo e che dovrà essere il Parlamento ad invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, in pratica l'inizio dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Il governo (conservatore) è deciso ad appellarsi alla Corte Suprema.

era abbastanza scontato..

Mi spiegate come potete considerare un atto di democrazia diretta un referendum che non produce effetti giuridici? L'unico effetto e' politico ovvero viene lasciata al parlamento inglese la scelta se seguire l'esito o affrontare una possibile sanzione elettorale... Come vedete e' un meccanismo dinamico interno alla democrazia indiretta non esistendo (a differenza del referendum abrogativo italiano che ha effetti reali immediati, ed anche per questo e' necessario il quorum) alcun obbligo giuridico di seguire la volonta' popolare. La scelta di uscire sara' del parlamento e del governo e sara' politica, come lo e' stata la scelta stessa di indire il referendum: scelta politica.

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Offline Frusta

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Re:Brexit poll
« Risposta #132 : Venerdì 4 Novembre 2016, 07:55:34 »
L'Alta Corte britannica ha praticamente deliberato che il referendum del 23 giugno è stato puramente consultivo e che dovrà essere il Parlamento ad invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, in pratica l'inizio dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Il governo (conservatore) è deciso ad appellarsi alla Corte Suprema.

I protagonisti che stanno cercando di "bloccare" la Brexit:
1) Gina Miller, l'avvocato che ha presentato ricorso all'Alta Corte, è una delle donne più ricche del Regno Unito e moglie di un gestore di hedge-fund. Ha pagato altri 12 avvocati per la causa. Ovvero per far capire a chi la Brexit non conviene: la City.
Paradosso: cittadini che hanno paura delle conseguenze della Brexit per il ceto medio e per i più poveri, dicono, hanno l'appoggio dei più ricchi del paese.
2) Uno dei 3 giudici dell'Alta Corte, Lord Thomas, ha fondato un gruppo di "Diritto Europeo" che si occupa dell' "integrazione giuridica europea", e tra maggio 2008 e dicembre 2010 è stato presidente dell' "European Network of Counsils for the Judiciary".
Ovvero per far capire che ci sarebbe un conflitto d'interessi grosso come un oceano...
Paradosso: è come se un membro della terna arbitrale che dirige la finale della Champions League avesse lavorato fino a poco tempo prima per una delle due squadre...
Detto questo:
3) La sentenza dell'Alta Corte è tecnicamente corretta, quindi sbaglia la May se fa ricorso.
Il problema, nel caso, è del Parlamento, che essendo il rappresentante dei cittadini dovrebbe ratificare la volontà degli stessi cittadini epressa attraverso il referendum consultivo ben prima della volontà del governo, che nel frattempo è cambiato e favorevole alla Brexit a differenza del precedente.
Il problema del Parlamento, però, è quello che in caso di non ratifica sarebbe come ammettere di aver preso per il culo 16,5 milioni di persone, non proprio una minoranza, accollandosi oneri politicamente insostenibili e la responsabilità di eventuali disordini pubblici e sociali.
Sarebbe solo un'azione formale quella che l'Alta Corte impone, ma gli europeisti (che a questo punto è giusto chiamare euronazisti) ovviamente puntano sul fatto che il Parlamento attuale è rappresentato in maggioranza da parlamentari che hanno votato Remain.
Ma i parlamentari sono stati buttati dentro dai collegi elettorali, che se il referendum ha avuto il risultato di 52-48 per la Brexit, nel voto per collegi del Regno Unito la bilancia si allarga a 70-30 a favore della Brexit.
Quindi un'eventuale non ratifica del referendum da parte dei parlamentari sarebbe "democraticamente" legittima quanto "politicamente" insostenibile.
Vediamo ora come agirà il governo di Theresa May: per me non può che ratificare il risultato del referendum.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:Brexit poll
« Risposta #133 : Venerdì 4 Novembre 2016, 09:15:29 »
Presumo i conservatori vogliano evitare il voto politico per non dividersi al loro interno.
Quindi la decisione - che sarebbe più opportuno chiamare ratifica visto che l'esito era scontato sin dall'inizio - crea non piccoli problemi

Ma i parlamentari sono stati buttati dentro dai collegi elettorali, che se il referendum ha avuto il risultato di 52-48 per la Brexit, nel voto per collegi del Regno Unito la bilancia si allarga a 70-30 a favore della Brexit.

Forse volevi dire Inghilterra,
con l'esclusione di Londra.
Sia come sia il problema sarebbe uguale e opposto per gli eletti nelle zone dove ha vinto il remain.
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Offline Skorpius

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Re:Brexit poll
« Risposta #134 : Venerdì 4 Novembre 2016, 09:24:09 »
Per una volta, al netto delle esagerzioni da cabaret, concordo con frusta. Siamo di fronte ad una normale (seppur molto importante nei temi) dinamica di democrazia indiretta alla faccia di chi, in maniwra tanto superficiale ed ignorante, ha bollato il tutto come la vittoria del populismo. Se il parlamento non ratifichera' e manterrà consenso alle prossime elezioni il ritorno in Europ sarà una scelta democratica.
E viceversa. Soprattutto viceversa
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Offline DinoRaggio

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Re:Brexit poll
« Risposta #135 : Venerdì 4 Novembre 2016, 20:25:40 »
Il Daily Mail ha accettato serenamente il verdetto dell'Alta Corte  ;D

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La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline DinoRaggio

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Re:Brexit poll
« Risposta #136 : Venerdì 4 Novembre 2016, 20:54:24 »
Il problema, nel caso, è del Parlamento, che essendo il rappresentante dei cittadini dovrebbe ratificare la volontà degli stessi cittadini epressa attraverso il referendum consultivo ben prima della volontà del governo, che nel frattempo è cambiato e favorevole alla Brexit a differenza del precedente.
Il problema del Parlamento, però, è quello che in caso di non ratifica sarebbe come ammettere di aver preso per il culo 16,5 milioni di persone, non proprio una minoranza, accollandosi oneri politicamente insostenibili e la responsabilità di eventuali disordini pubblici e sociali.
L'errore è stato di Cameron, che per fagocitare i voti dell'UKIP ha indetto il referendum, una decisione come detto da Skorpius, più politica che un venire incontro alla volontà del popolo. Referendum che ha spaccato il Regno Unito, e che giustamente viene considerato dall'Alta Corte per quello che, secondo me, tutti i referendum dovrebbero essere, un referendum consultivo. Che poi Cameron si sia dimesso, passando la patata bollente alla May, è un altro chiaro segno di quanta politica ci fosse in questa chiamata alle urne. Peraltro non so se questo gioverno è "favorevole alla Brexit a differenza del precedente".

Comunque andrà, lascerà un Regno molto disunito, Scozia e Irlanda del Nord sono pronte a indire referendum indipendendisti, non volendo riunciare ai fondi dell'Unione Europea, sui quali hanno sputato (ed è caso di dire che l'hanno fatto nel piatto in cui mangiano) Galles ed Inghilterra (eccetto Londra).

Sull'istituzione del referendum, mia umilissima opinione, dovrebbe dare solamente un'indicazione di massima al Parlamento dell'orientamento popolare. Parlamento che, in teoria, dovrebbe essere formato da persone elette (sia nel senso di scelte che da quello di rappresentanti il meglio di un popolo), i quali dopo adeguato dibattito, valutati i pro e i contro, votano e deliberano sull'importante decisione.

Sulla "presa per il culo", mi piacerebbe moltissimo leggere o vedere qualcosa sulla campagna referendaria dei due schieramenti, per sapere davvero su che cosa hanno votato i cittadini britannici. Posto che sono fuori dall'euro, credo che gli argomenti siano stati del tipo "Non vogliamo essere governati dai burocrati di Bruxelles (o dalla Germania), non vogliamo frontiere aperte, non vogliamo immigrati (specialmente dai Paesi dell'Europa Orientale), non vogliamo che i nostri soldi vadano ad altri Paesi dell'Unione". Insomma, sempre MUTATIS MUTANDIS (lo scrivo pure in maiuscolo, a scanso di equivoci) un po' gli argomenti in stile Lega Nord dei primi anni (quella attuale s'è adeguata alla grande all'andazzo generale della partitocrazia).

Vedremo che succederà.
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Offline AlenBoksic

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Re:Brexit poll
« Risposta #137 : Sabato 5 Novembre 2016, 09:39:04 »
Sull'istituzione del referendum, mia umilissima opinione, dovrebbe dare solamente un'indicazione di massima al Parlamento dell'orientamento popolare. Parlamento che, in teoria, dovrebbe essere formato da persone elette (sia nel senso di scelte che da quello di rappresentanti il meglio di un popolo), i quali dopo adeguato dibattito, valutati i pro e i contro, votano e deliberano sull'importante decisione.
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Pomata

Re:Brexit poll
« Risposta #138 : Domenica 6 Novembre 2016, 08:46:00 »
L'errore è stato di Cameron, che per fagocitare i voti dell'UKIP ha indetto il referendum, una decisione come detto da Skorpius, più politica che un venire incontro alla volontà del popolo. Referendum che ha spaccato il Regno Unito, e che giustamente viene considerato dall'Alta Corte per quello che, secondo me, tutti i referendum dovrebbero essere, un referendum consultivo. Che poi Cameron si sia dimesso, passando la patata bollente alla May, è un altro chiaro segno di quanta politica ci fosse in questa chiamata alle urne. Peraltro non so se questo gioverno è "favorevole alla Brexit a differenza del precedente".

Comunque andrà, lascerà un Regno molto disunito, Scozia e Irlanda del Nord sono pronte a indire referendum indipendendisti, non volendo riunciare ai fondi dell'Unione Europea, sui quali hanno sputato (ed è caso di dire che l'hanno fatto nel piatto in cui mangiano) Galles ed Inghilterra (eccetto Londra).

Sull'istituzione del referendum, mia umilissima opinione, dovrebbe dare solamente un'indicazione di massima al Parlamento dell'orientamento popolare. Parlamento che, in teoria, dovrebbe essere formato da persone elette (sia nel senso di scelte che da quello di rappresentanti il meglio di un popolo), i quali dopo adeguato dibattito, valutati i pro e i contro, votano e deliberano sull'importante decisione.

Sulla "presa per il culo", mi piacerebbe moltissimo leggere o vedere qualcosa sulla campagna referendaria dei due schieramenti, per sapere davvero su che cosa hanno votato i cittadini britannici. Posto che sono fuori dall'euro, credo che gli argomenti siano stati del tipo "Non vogliamo essere governati dai burocrati di Bruxelles (o dalla Germania), non vogliamo frontiere aperte, non vogliamo immigrati (specialmente dai Paesi dell'Europa Orientale), non vogliamo che i nostri soldi vadano ad altri Paesi dell'Unione". Insomma, sempre MUTATIS MUTANDIS (lo scrivo pure in maiuscolo, a scanso di equivoci) un po' gli argomenti in stile Lega Nord dei primi anni (quella attuale s'è adeguata alla grande all'andazzo generale della partitocrazia).

Vedremo che succederà.

In Italia questo sarebbe impossibile, prima di tutto perchè hanno abolito le elezioni generali...

Offline DinoRaggio

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Re:Brexit poll
« Risposta #139 : Mercoledì 25 Gennaio 2017, 18:23:34 »
L'Alta Corte britannica ha praticamente deliberato che il referendum del 23 giugno è stato puramente consultivo e che dovrà essere il Parlamento ad invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, in pratica l'inizio dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Il governo (conservatore) è deciso ad appellarsi alla Corte Suprema.

E la Corte Suprema ha rigettato il ricorso del governo, confermando che dovrà essere il Parlamento a votare per l'uscita dall'Unione Europea. I Conservatori sono a maggioranza per l'uscita, i Liberaldemocratici ed i Verdi per rimanere nell'Unione. Particolare sembra il caso dei Laburisti, il cui leader Corbyn è a favore dell'uscita, ma la maggior parte dei deputati è contro quest'ipotesi.

Sullo sfondo, ci sono anche il possibile referendum indipendentista scozzese e la difficile situazione che potrebbe (ri)crearsi al confine fra l'Irlanda del Nord e la Repubblica d'Irlanda.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)