Autore Topic: Lazio, con Inzaghi sarà divorzio: Mihajlovic favorito per la panchina  (Letto 798 volte)

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Le parole del ds Tare ("nel momento opportuno diremo chi sarà il nuovo allenatore") lasciano aperte varie intepretazioni, ma la più logica va verso la non conferma dell'attuale tecnico. Ora serve un mercato all'altezza. Lotito smentisce voci su investitori russi

di MARCO ERCOLE

ROMA - La sensazione è che la sconfitta con la Sampdoria non abbia solo certificato il fallimento stagionale della Lazio (sebbene non servissero ulteriori prove), ma anche la cessazione delle residue speranze di Simone Inzaghi di confermarsi sulla panchina biancoceleste in vista dell'anno prossimo.
 
INZAGHI, ADDIO A FINE STAGIONE - Perché lui, Inzaghino, assicura di lavorare per raggiungere proprio quell'obiettivo e sottolinea come, nonostante la seconda sconfitta consecutiva, tutta la squadra sia con lui. Il pensiero della società, però, è stato espresso indirettamente dalla contraddizione del ds Tare prima del fischio d'inizio. Prima ha spiegato di essere d'accordo con Inzaghi nel valutare queste partite per prendere in considerazione l'eventuale conferma, poi qualche secondo dopo, ha parlato in altri termini: "Noi abbiamo le idee chiare, nel momento opportuno diremo chi sarà il nuovo allenatore della Lazio". Una frase non esclude necessariamente l'altra, ma sa tanto di gaffe involontaria. A prescindere dalle interpretazioni, è davvero difficile che Inzaghi possa essere confermato e la società nelle ultime ore sta approfondendo i discorsi con i potenziali sostituiti: Sinisa Mihajlovic resta il favorito (e preferito da Lotito), più defilati  ci sono Montella (l'ideale per Tare), De Biasi, Ventura, Prandelli e Mazzarri. Ma non sarà certo il nuovo allenatore a risolvere i problemi della Lazio. Almeno non solo lui.
 
ORA SERVE UN MERCATO ALL'ALTEZZA  - Serve una rifondazione tecnica, perché i giocatori protagonisti di questa stagione si sono rivelati inadeguati per perseguire gli obiettivi di inizio campionato. A fine stagione, poi, partiranno probabilmente due big come Biglia e Candreva, e non è detto che siano i soli a fare le valigie. La rivoluzione, quindi, questa volta non potrà passare per giovani scommesse come Milinkovic o Kishna (che tra le altre cose dovrà sottoporsi a una nuova operazione), per parametri zero come Morrison, Patric, Hoedt e Bisevac, o per esuberi ai margini di altri club come Matri. Possono essere utili come innesti supplementari, ma questa volta la priorità è creare un'intelaiatura nuova e di valore assoluto (almeno un difensore centrale, un centrocampista e un centravanti) capace di riportare in Europa la Lazio che verrà. La prima vera sterzata deve arrivare insomma dalla società, in primo luogo dal presidente Lotito. Che non ha alcuna intenzione di cedere alle pressioni della piazza e mettere in vendita il club. A margine della partita vinta dalla Salernitana contro il Livorno, poi, il presidente della Lazio ha anche commentato le voci su presunte trattative con investitori russi: "Sono tutte invenzioni. Ho già fatto una denuncia alla Procura della Repubblica per aggiotaggio".

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