Autore Topic: Una storia italiana  (Letto 2972 volte)

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline Skorpius

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 8737
  • Karma: +228/-59
    • Mostra profilo
Una storia italiana
« : Martedì 19 Aprile 2016, 13:23:58 »
Mi è capitato spesso di discutere su questo forum sulla illegalità congenita degli italiani, sul loro disprezzo per le istituzioni, sulla cultura del furbo che provoca corruzione ed illegalità diffusa
Ho sempre pensato che questa “peculiarità italiana” non fosse ne genetica ne culturale ma sistemica, ovvero che sia la struttura stessa del sistema giuridico, governativo e di sicurezza italiano ad essere pensato per non lasciare spazio agli onesti.
Vi racconto una storia vera ancora in evoluzione che sta prendendo tutto il tempo lavorativo di mia moglie (avvocato amministrativista).che secondo me racchiude tutti quei meccanismi tecnici, giuridici e sistemici che rendono l’Italia quella che è.

Nel 2001 una importantissima catena di supermercati olandese (in realtà no, ma preservo un pizzico di copertura) decide di aprire un grosso punto vendita nel territorio di un comune dei castelli romani.. dopo mesi di trattative viene approvato il progetto, il supermercato si accolla l’urbanizzazione della zona. A Pochi giorni dall’innaugurazione del punto vendita con il supermercato totalmente costruito e, addirittura, il deposito merci pieno il sindaco del comune chiede al delegato della società olandese di versare una offerta di 25.000 euro ad un fondo gestito dal sindaco stesso, il delegato rifiuta.
Il giorno dopo il comune approva una delibera in cui impedisce l’apertura del supermercato in quanto lo stesso si trova troppo vicino alla strada appena costruita.

L’iter del procedimento amministrativo si conclude nel 2007 con una sentenza nel merito del consiglio di stato che boccia il provvedimento del comune.
Il giorno dopo la sentenza il comune emette un provvedimento IDENTICO a quello annullato bloccando l’apertura.
L’azienda olandese oltre alle vie amministrative imbocca anche quelle penali.
La sentenza finale (2015) del consiglio di stato è clamorosa: non solo annulla il provvedimento ma CONDANNA (cosa rarissima) il comune a pagare un risarcimento che attualmente oscilla sui due milioni di euro.. le procedure penali intanto hanno portato alla condanna di alcuni consiglieri, al commissariamento del comune e all’imminente condanna di altri consiglieri.

Con questa situazione nel settembre del 2015 mia moglie si presenta al comune con la sentenza in mano ed una proposta: noi rinunciamo al risarcimento voi non ci create problemi.
Risposta (ascoltata in prima persona dalla bocca di alcuni dei dirigenti sotto processo in attesa di condanna ma non ancora rimossi): purtroppo al situazione ci impone di farvi pagare quello che è successo, dei due milioni non ce ne frega nulla non essendo soldi nostri.
Il giorno dopo con un provvedimento del commissario la rotonda, parte dell’opera di urbanizzazione, viene dichiarata non a norma.

Tornando in auto con l’amministratore della società olandese gli faccio una domanda precisa: “col senno di poi avrebbe rifiutato di fare quell’offerta?”.. risposta: “sinceramente non lo so!”
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Arch

  • Biancoceleste DOP
  • *****
  • Post: 2622
  • Karma: +163/-6
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #1 : Martedì 19 Aprile 2016, 13:48:02 »
Ad ogni livello, dai rapporti con il vigile urbano, con l'impiegato delle poste, con il Presidente della Repubblica (per dire), siamo sempre sudditi e mai cittadini. Sto cominciando a vergognarmi di essere italiano.

Zapruder

Re:Una storia italiana
« Risposta #2 : Martedì 19 Aprile 2016, 15:07:51 »
Il malcostume è bidirezionale. E quel sindaco è stato scelto dai cittadini, non è piombato da Marte.

Offline Skorpius

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 8737
  • Karma: +228/-59
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #3 : Martedì 19 Aprile 2016, 15:09:01 »
Questo non è malcostume questo è "sistema"
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Frusta

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 10017
  • Karma: +286/-20
  • Laziale credente e praticante.
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #4 : Martedì 19 Aprile 2016, 16:14:14 »
Interessante.
Non tanto per avere un'idea dei problemi che avrebbe chi volesse investire in Italia, quanto per mettere a dura prova la fantasia di chi, come me in questo momento, volesse immaginarne la soluzione. Si potrebbe ipotizzare un Ente pubblico per gli investimenti stranieri, diciamo uno sportello unico, capace di dare l’ ok scavalcando la selva di “no” che bersaglia ogni nuovo progetto, con il pericolo però di creare un potere più grosso ma per niente differente dai tanti piccoli poteri, per dirla alla Totò,"da caporale".
Cioè proprio di quel tipo di potere che fa vergognare Arch, e me con lui, della nazionalità che ci è toccata in sorte.
Questo perché non appena si concede un qualsiasi tipo di potere decisionale al caporale di turno, quello che succede è che il caporale di turno automaticamente inizierà a sentire il bisogno di dire di no. E non tanto perché, come come ci insegnava Totò, il caporale è un essere la cui principale libidine è quella di esercitare il potere, nel senso che “è meglio a commannà che a fottere”, ma perché chi dice di no non agisce solo per libidine: nel mettere il bastone fra le ruote al nuovo investitore il caporale sta facendo un favore a qualcun altro, e state tranquilli che verrà ricompensato per questo.
L'investitore olandese che si lamenta con Skorpius fa il paio coi tanti che, pur non arrivando agli estremi che abbiamo appena letto, potrebbero raccontarci di chissà quanti mancati investimenti dovuti ai caporali burocrati che hanno detto di no, hanno fatto perdere tempo, hanno fatto fare giri inutili e hanno poi richiesto altro tempo in altri adempimenti.
Ma questi caporali burocrati non hanno lavorato gratis: sono stati abbondantemente pagati. Io non ho bisogno di prove per sapere che quando l'ipotetico investitore olandese non apre in un posto girino fior di mazzette di concorrenti locali per fermare la cosa: basta la logica.
E poi c'è un' altra considerazione da fare: nel momento in cui basta il veto di UN ente (magari che so, su 10) per bloccare tutto, è assolutamente chiaro che, anche volendo pagare mazzette, pagare 10 mazzette per il SI costi molto di più che pagarne una per il NO.
E, dato che ci siamo, andiamo, nel caso specifico a cui si è riferito Skorpius, a chiederci cui prodest.
A quale catena di supermercati nostrana fa comodo la mancata apertura del supermercato olandese? Ennò, perché a me viene da ridere quando sento i politici italiani lamentarsi per i mancati investimenti stranieri in Italia, perché sono convinto che a casa dei loro protetti puntualmente si brindi a champagne per ogni investimento straniero che salta.
Così ci sono due cose per le quali mi viene da dire che Arch ed io con lui abbiamo di che vergognarci.
La prima è che qui in Italia a nessuno è mai venuto in mente di toccare i due principali punti del problema, cioè il funzionamento della giustizia e quello della pubblica amministrazione, e la seconda è che quel malfunzionamento fa comodo tanto alla pubblica amministrazione i cui caporaletti vengono pagati a mazzette per dire di no quanto a chi risparmia sulle mazzette evitando di pagarne chissà quante per comprarsi dei si. 
Aiutati, magari involontariamente, dal malfunzionamento della giustizia che, perdendo tempo per indagare sulle mazzette pagate per FARE le cose, non ne ha abbastanza per sollevare il coperchio del calderone peggiore, quello delle mazzette pagate perchè qualcosa NON si faccia.

Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline BobLovati

  • Biancoceleste Clamoroso
  • *
  • Post: 20669
  • Karma: +441/-147
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #5 : Martedì 19 Aprile 2016, 17:08:52 »
Ieri pomeriggio mi sono recato al Municipio ... per avere una certificazione di quelle che sono consegnate al momento.

Mi rendo conto, non avendo saputo della novità, che non si può fare nulla se non si è effettuata (nel Municipio o sul sito del Comune) l´apposita prenotazione; chiedendo al funzionario dello sportello di informazione perché, essendoci 3 "clienti" e 5 dipendenti comunali, non si potesse fare senza prenotare.
Mi dice che il sistema è stato tarato in maniera che senza codice di prenotazione non è possibile.

Cioè, cambiano il sistema per far fare la prenotazione o, se non si è informati, andare 2 volte al Municipio per "migliorare il servizio" ??

Speriamo che lo possa risolvere MafiaCapitale  :(   
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline cartesio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 6953
  • Karma: +202/-8
  • Sesso: Maschio
  • sex 'n drug 'n cupinface
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #6 : Martedì 19 Aprile 2016, 17:20:53 »
Falce e carrello. Le mani sulla spesa degli italiani

Di Bernardo Caprotti

Da http://www.ibs.it/code/9788831720861/caprotti-bernardo/falce-carrello-mani.html

"Bernardo Caprotti è l'imprenditore che ha portato all'eccellenza i supermercati in Italia. Ne ha fatto un caso di rinomanza internazionale, nel settore. A 81 anni ha deciso di rompere il suo riserbo (niente interviste, niente fotografie, poche apparizioni pubbliche, tanto lavoro) e in questo libro-denuncia racconta ciò che ha dovuto subire per mano delle Coop. Dai primi contatti con il gigante "rosso" della grande distribuzione fino alle polemiche degli ultimi mesi, il fondatore di Esselunga ricostruisce un confronto pluridecennale scambiato fino a poco tempo fa per normale concorrenza. Invece, mettendo insieme con meticolosità le tessere del mosaico, a Caprotti è apparso un disegno preciso: far sparire la sua azienda dal mercato. In questo j'accuse l'imprenditore documenta, prove alla mano, una serie di vicende che di primo acchito sembrano tentativi imprenditoriali andati a vuoto, nella realtà si rivelano parte di un censurabile piano strategico altrui. Giacché Esselunga non può essere la sola vittima del 'sistema'. Dalla rigorosa esposizione dei fatti appare di tutta evidenza che molte iniziative di Esselunga sono state affossate dalla Legacoop, il gigante economico agli ordini del Pci-Pds-Ds, con l'indispensabile appoggio delle amministrazioni locali di sinistra". Prefazione di Geminello Alvi.

L'ho letto, molto istruttivo. Da far leggere soprattutto ai compagni.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline Skorpius

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 8737
  • Karma: +228/-59
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #7 : Martedì 19 Aprile 2016, 17:35:54 »
Ringrazio Frusta e Bob che toccano due elementi del racconto.
Ma quello che mi ha colpito di più è il perfetto e oliato meccanismo che garantisce l'impunità.
Se si scorrono gli eventi non si può non notare come tutto abbia apparentemente funzionato: il sistema giudiziario sia amministrativo che penale ha fatto il suo dovere, probabilmente nel proseguimento la giustizia civile condannerà il comune e la core dei conti porrà sulle spalle dei singoli soggetti il danno subito dal comune.
Ma tutto questo sarà perfettamente inutile.
La società olandese avrà perso molti soldi, noi (come contribuenti) avremo perso molti soldi e il paese non avrà il suo supermercato.. mentre i criminali avranno anni di mazzette incassate, una condanna civile ineseguibile (beni fatti sparire per tempo) una condanna penale in fin dei conti modesta per cui sarà valsa la pena accumulare soldi per anni e sistemare tutti i familiari.

Un sistema oliato che non più essere cambiato dalla buona volontà dei singoli ma solo da un sistematico e radicale cambiamento
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Skorpius

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 8737
  • Karma: +228/-59
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #8 : Martedì 19 Aprile 2016, 17:37:44 »
Falce e carrello. Le mani sulla spesa degli italiani

Di Bernardo Caprotti

Da http://www.ibs.it/code/9788831720861/caprotti-bernardo/falce-carrello-mani.html

"Bernardo Caprotti è l'imprenditore che ha portato all'eccellenza i supermercati in Italia. Ne ha fatto un caso di rinomanza internazionale, nel settore. A 81 anni ha deciso di rompere il suo riserbo (niente interviste, niente fotografie, poche apparizioni pubbliche, tanto lavoro) e in questo libro-denuncia racconta ciò che ha dovuto subire per mano delle Coop. Dai primi contatti con il gigante "rosso" della grande distribuzione fino alle polemiche degli ultimi mesi, il fondatore di Esselunga ricostruisce un confronto pluridecennale scambiato fino a poco tempo fa per normale concorrenza. Invece, mettendo insieme con meticolosità le tessere del mosaico, a Caprotti è apparso un disegno preciso: far sparire la sua azienda dal mercato. In questo j'accuse l'imprenditore documenta, prove alla mano, una serie di vicende che di primo acchito sembrano tentativi imprenditoriali andati a vuoto, nella realtà si rivelano parte di un censurabile piano strategico altrui. Giacché Esselunga non può essere la sola vittima del 'sistema'. Dalla rigorosa esposizione dei fatti appare di tutta evidenza che molte iniziative di Esselunga sono state affossate dalla Legacoop, il gigante economico agli ordini del Pci-Pds-Ds, con l'indispensabile appoggio delle amministrazioni locali di sinistra". Prefazione di Geminello Alvi.

L'ho letto, molto istruttivo. Da far leggere soprattutto ai compagni.

Si va su un altro piano!
Interessi dei colossi contro interessi dei più piccoli.
Un altro mondo (e il sospetto di una strumentalizzazione politica qui è forte)
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

CP 4.0

Re:Una storia italiana
« Risposta #9 : Martedì 19 Aprile 2016, 19:16:43 »
la cultura, intesa come modo di pensare, usi e costumi, e' soggetta alle stesse 'leggi' evolutive.

l'Italia e' stato un paese da sempre 'dominato' da forze straniere, quindi con nessun legame con iresidenti. anche una volta unita, lo si e' fatto sotto l'egidia ideologica dell'Impero Romano, non certo Italiano.

in tale contesto, si e' sviluppata l'idea che lo 'stato' e' qualcosa di non proprio di cui approfittare appena possibile perche' esso stesso sfrutta i cittadini, ocme sempre avviene sotto 'conquista'.

chi poi vuole far parte dello 'stato' lo fa convinto che sia li per 'comandare' e decidere secondo le proprie convenienza sulla stessa base culturale.

Offline Skorpius

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 8737
  • Karma: +228/-59
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #10 : Martedì 19 Aprile 2016, 21:06:57 »
la cultura, intesa come modo di pensare, usi e costumi, e' soggetta alle stesse 'leggi' evolutive.

l'Italia e' stato un paese da sempre 'dominato' da forze straniere, quindi con nessun legame con iresidenti. anche una volta unita, lo si e' fatto sotto l'egidia ideologica dell'Impero Romano, non certo Italiano.

in tale contesto, si e' sviluppata l'idea che lo 'stato' e' qualcosa di non proprio di cui approfittare appena possibile perche' esso stesso sfrutta i cittadini, ocme sempre avviene sotto 'conquista'.

chi poi vuole far parte dello 'stato' lo fa convinto che sia li per 'comandare' e decidere secondo le proprie convenienza sulla stessa base culturale.

A questo concetto ribatto sempre con questo esempio: La civilissima Scozia dove nelle città ogni auto rispetta il codice della strada in maniera rigorosa e scrupolosa, mica come in italia dove chiunque se ne strafrega..
Se fosse solo una questione di "leggi evolutive di usi e costumi" le telecamere del traffico presenti OVUNQUE nelle città scozzesi sarebbero superflue perchè basterebbe quel "legame con i residenti" formatosi nei secoli a rendere lo scozzese (a differenza dell'italiano) ligio non per paura della multa ma solo per rigoroso ordine morale.
C'è una cosa però che non capisco.. appena arrivi nelle zone discretamente desertiche del nord dove le strade non sono ne controllate ne pattugliate come è possibile che questi ligi scozzesi si trasformano al volante nei peggiori "napoletani"?
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

CP 4.0

Re:Una storia italiana
« Risposta #11 : Martedì 19 Aprile 2016, 23:41:29 »
La Scozia ha avuto infatti la sua indipendenza che l'Italia non ha mai avuto e gli scozzesi hanno un orgoglio ad essere scozzesi che gli italiani non hanno.

È una delle poche parti d'Europa da cui i romani dovettero stare alla larga. Anzi costruirono pure un muro per difendersi.

Offline Breizh

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 6411
  • Karma: +308/-5
  • Sesso: Maschio
  • "Simpatizzante???"
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #12 : Mercoledì 20 Aprile 2016, 08:53:28 »
C'è una cosa però che non capisco.. appena arrivi nelle zone discretamente desertiche del nord dove le strade non sono ne controllate ne pattugliate come è possibile che questi ligi scozzesi si trasformano al volante nei peggiori "napoletani"?
Tre possibilità:
1. Sono napoletani emigrati
2. Sono in ritardo per la partita di freccette al pub
3. Hanno preso la patente grazie a un istruttore di guida napoletano.

Scherzi a parte, io ricordo le strade a un'unica corsia con le piazzole per fermarsi e far passare chi viene in senso contrario: il più delle volte ci si ferma in due per far passare l'altro (tranne le pecore che non ti lasciano passare).

Riprendendo invece il tristissimo episodio da te descritto, credo, semplificando molto, che sia un problema in cui la matrice culturale e strutturale siano talmente indissociabili da sembrare un po' come la storia della precedenza dell'uovo sulla gallina.
Abbiamo quello che abbiamo costruito per decenni e quello che abbiamo costruito per decenni e in cui viviamo contribuisce a renderci quello che siamo.

Offline Skorpius

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 8737
  • Karma: +228/-59
    • Mostra profilo
Una storia italiana
« Risposta #13 : Mercoledì 20 Aprile 2016, 09:36:37 »
Per una incredibile coincidenza, da me non voluta, la storia che vi ho raccontato oggi è  sui giornali. Nel leggere la ricostruzione mi colpiscono le inesattezze, mi domando quanto di questa ricostruzione in parte parziale in parte non veritiera faccia parte del sistema
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline BobLovati

  • Biancoceleste Clamoroso
  • *
  • Post: 20669
  • Karma: +441/-147
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #14 : Mercoledì 20 Aprile 2016, 09:44:57 »
la prossima volta che ci vediamo (spero presto ;) ) ti racconterò una storia incredibile che mi ha fatto decidere, una volta per tutte, di non leggere mai più giornali   :(
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline cartesio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 6953
  • Karma: +202/-8
  • Sesso: Maschio
  • sex 'n drug 'n cupinface
    • Mostra profilo
Re:Una storia italiana
« Risposta #15 : Mercoledì 20 Aprile 2016, 11:24:09 »
Anni fa partecipai ad una riunione di un organo ufficiale di un ente pubblico, che prese un'importante decisione.
Il giorno dopo il più noto e venduto dei giornali locali riportò erroneamente luogo, data, ed oggetto della decisione. Tutti sbagliati.
La cosa fu oggetto di ilarità tra i partecipanti alla riunione, ma ci portò anche a chiederci se si trattasse di un fatto isolato o fosse una prassi standard.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

CP 4.0

Re:Una storia italiana
« Risposta #16 : Mercoledì 20 Aprile 2016, 11:50:36 »
quando vi capita di parlare con qualcuno che e' a conoscenza diretta dei fatti, avvenimenti, situazioni, contesti ecc.ecc. di cio' che viene riportato sui giornali, fate caso a quante volte vi verra' detto che cio' che riportano i giornali e' inesatto, inaccurato se non totalmente sballato.

se state sotto il 95% dei casi fatemi sapere.

non parlo comunque solo dell'Italia qui.

Offline cartesio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 6953
  • Karma: +202/-8
  • Sesso: Maschio
  • sex 'n drug 'n cupinface
    • Mostra profilo
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.