Saronni vs Moser

[cartesio]

Ennesimo spin-off, stavolta dal topic di Lazio-Empoli.

http://www.biancocelesti.org/index.php/topic,23262.msg697238/boardseen.html#new

Qui sono in imbarazzo, mi stavano entrambi sui cosiddetti. Saronni più scattista e arrampicatore - mirabolante un suo scatto in salita in una Milano-Sanremo - Moser più passista.
Moser riesce nella storica impresa di vincere 3 Parigi-Roubaix consecutive, oltre a fare qualcosina d'altro, tipo record dell'ora.

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Moser:
... tre Parigi-Roubaix, due Giri di Lombardia, una Freccia Vallone, una Gand-Wevelgem e una Milano-Sanremo, oltre a un campionato del mondo su strada e a uno su pista, nell'inseguimento individuale.

Saronni riuscì a vincere due Giri,  7 tappe nello stesso Giro, una Milano-Sanremo, una Freccia Vallona, un Giro di Lombardia, un campionato del mondo su strada, ecc. ecc.
https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Saronni

Tra i due non riesco a scegliere. Li vedo come rappresentanti di due categorie, l'esplosività di Saronni e la combinazione potenza-resistenza di Moser. Moser non mi ha mai dato quella sensazione di irresistibilità che a tratti comunicava Saronni. Benzina contro diesel.

[The Loner]

Non c'è paragone.
Moser un Gigante.
Saronni un succhiaruote.

[AlenBoksic]

Moser vinceva al nord in anni in cui era l'unico corridore italiano ad andarci.
La Gand Wevelgem, oggi purtroppo classica decaduta, fu il primo italiano a vincerla.
Ancora oggi, a quelle latitudini, è un personaggio amato e ammirato.
È anche l'unico italiano oltre a Fausto Coppi ad aver vinto il mondiale su strada e su pista.
È stato anche il primo ciclista nella storia a conquistare la maglia bianca al Tour, visto che tale maglia venne istituita proprio nell'anno in cui disputò - come al solito da protagonista - la corsa francese

[darienzo]

Fino a San Cristobal sono stato un grande tifoso di Moser.

Poi con l'ascesa della stella di Saronni ho fatto una scelta di campo.

L'ultimo Moser conconiano lo ho francamente detestato.

Ma in realtà il mio idolo assoluto era Giovanni Battaglin

[Jim Bowie]

Non c'è paragone.
Moser un Gigante.
Saronni un succhiaruote.

1000%
Succhiaruote ed acetone.

[ThomasDoll]

Saronni come tozzy

[DinoRaggio]

Saronni tutta la vita, non scherziamo.

[AlenBoksic]

«Chi l’avrebbe mai detto detto, trentacinque anni fa, che avremmo visto Moser organizzare nella sua cantina un evento con Saronni protagonista? Roba da non crederci e per di più con tanto di gigantografie celebrative del “Giaguaro“ sulle botti d’acciaio del nostro “Sceriffo“. Incredibile». Erano increduli i tifosi, gli appassionati e gli ex ciclisti presenti sabato mattina a Maso Wart per la 34esima edizione della festa del “Nonno 'n bicicleta”. Tutti lì a stropicciarsi gli occhi: Saronni-Moser, Moser-Saronni, campioni assoluti del ciclismo mondiale, rivali in sella e, si diceva in quegli anni, molto distanti anche nella vita, insieme. Quasi amici. Seduti fianco a fianco a fianco a sorseggiare il nuovo rosè extrabrut del Checco. «Che ci posso fare, a me il vino piace – spiega Saronni sorridendo e strizzando l’occhiolino ai presenti – e Francesco, mi tocca ammetterlo, lo fa davvero bene. Ecco perché mi vedete qua per la seconda volta (la prima due anni fa per la presentazione di un libro del giornalista e scrittore Beppe Conti sul dualismo dei due campioni ndr) nella tana del mio rivale».

Rivali in mille “battaglie” combattute su salite e sterrati, discese e volate praticamente ovunque dal Giro d’Italia (Saronni ne ha vinti due, nel ’79 e nell’83, Moser uno nell’84 ma ha indossato la maglia rosa per 57 giorni terzo di ogni epoca alle spalle di Merckx e Binda) alle classicissime come la Parigi Roubex (il Checco ne ha vinte tre consecutive, Saronni nessuna e anzi al terzo successo del suo avversario, nell’80, la definì polemicamente «un ciclocross da abolire») testa a testa, spalla a spalla, sempre. In diverse occasioni anche da compagni di squadra: in Nazionale ci furono le coppe del mondo (nel ’77 fu Moser a vincere a San Cristobal, nell’82 toccò a Saronni a Goodwood); e addirittura nel Trofeo Baracchi in coppia.
«Prima che te lo racconti lui te lo dico io - scatta in volata Saronni anticipando Moser - quella era una gara che si correva proprio a coppie e nel ’79 ci avevano abbinato. Lui ha tirato come un disperato. Mi ha imposto un ritmo forsennato. E anche se avevamo più di due minuti di vantaggio sui secondi ha continuato a spingere. Pensavo volesse staccarmi». «Si diciamo che gli ho tirato un po’ il collo al Baracchi» replica il Checco. «Me l’ha tirato davvero - completa il “Giaguaro” - ma non mi ha staccato. Moser, va detto, le ha suonate a tutti ma gli unici due che, pur a fatica, sono riusciti a tenerlo a ruota siamo stati io e Hinault». Per la cronaca, poi, quel Baracchi i due lo stravinsero. In quegli anni si spartirono tutto: dalle vittorie ai tifosi che in Italia si dividevano tra saronniani e moseriani salvo un piccola “terza forza” composta dai sostenitori di Baronchelli.




http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/sport/2015/12/14/news/saronni-moser-storia-di-un-selfie-1.12613446

(Per la cronaca il 51.151 Trento Doc di Moserone è stato appena premiato al Vinitaly.
Ha un prezzo abbordabile (sui 19 a bottiglia). Merita. Il rosé invece ancora non l'ho bevuto)

[Zapruder]

Il giovane Saronni, il Moser all'apice della carriera se l'è messo in tasca per un lustro.

Poi a 32 anni e ormai alla frutta, il trentino fu miracolato. Da pratiche all'epoca legali, ma che comportavano un tale miglioramento delle prestazioni (lo stesso Conconi a 48 anni stracciava i propri record di cronoscalata in bicicletta) da rendere insensato qualsiasi confronto con chi non ricorreva a certi giochini.

[The Loner]

Saronni tutta la vita, non scherziamo.

Dino, non ti spernacchio perché ho rispetto anche per i compagni biancocelesti che sbagliano....

[DinoRaggio]

Inviato dal mio ASUS_Z00ED utilizzando Tapatalk

[Frusta]

Saronni era dotato di un talento cristallino ma quando il gioco si faceva duro spariva, mentre fango sudore e fatica esaltavano Moser.
Alle vittorie del primo, figlie più che altro di madrenatura (infatti quando si è trattato di metterci del suo ha smesso) io (stendendo una pietosa pennellata di bianchetto su quelle figlie di Conconi) ho sempre preferito quelle del secondo, figlie soprattutto di se stesso.

[Frusta]

Saronni come tozzy

  maddai! Ce lo vedi Saronni a quarant'anni che vorrebbe ancora pedalà?

[AlenBoksic]

Il palmarès è a disposizione di tutti ed è molto facile da confrontare, sia come qualità che come quantità delle vittorie.
Ma la differenza sostanziale è quanto sottolineato da Frusta: Moser aveva un modo di correre generoso e garibaldino che seduceva i tifosi, fino quasi a trascinarli in sella.
(Come dice un mio amico "con Moser correvi con lui").
Modo di correre che se gli ha fatto sfumare diversi successi d'altro canto lo ha fissato nell'immaginario collettivo in modo indelebile, cosa che al calcolatore saronni non è riuscita.
E proprio tale modo di correre ha portato Moser sulle strade del nord a ingaggiare battaglie contro Hinault, De Vlaeminck, Maertens, Raas & c., per tacer della maglia gialla soffiata in casa ad un certo Merckx.
Sulle strade di quella che - non a caso - è chiamata l'università del ciclismo Moser ha scritto la Storia, Saronni s'è sempre ritirato

P.S.: Vedo che molti ricordano Conconi.
Ci sarebbe anche da ricordare allora il Giro del '77 in cui Moser arrivò secondo dietro ad un tizio passato alla storia perché aveva i tubicini sotto la maglia gialla,
oppure le corse perse dietro a gente che non è arrivata a 50 anni...

[Zapruder]

Moser: tanti tifosi rumorosi, molta scena, molto rosicamento, vittorie in linea, un Giro d'Italia organizzato per lui, alleati e protezioni ovunque. Palmares significativo: un Mondiale, un Giro nell'84, una Milano-Sanremo nell'84 (nell'84 andava forte).

Saronni: classe, lavoro, poche chiacchiere, pochi alleati. Palmares significativo: un Mondiale, due Giri, una Milano-Sanremo.

Direi che se fosse una rivalità calcistica, non è difficile individuare chi è la roma e chi la Lazio... 

[The Loner]

Aspè, Zap...
Ti sei dimenticato un paio di Parigi-Roubaix, più altre classiche.
Non metterle tra le vittorie significative, vuol dire essere di parte.
Quindi sei daaaroma....

 

[cartesio]

Il palmares essenziale l'ho messo nel mio post iniziale. Non si possono dimenticare le tre Roubaix e due giri di Lombardia.
Possiamo aggiungere questo:

Con 273 vittorie su strada da professionista precede Giuseppe Saronni (193) e Mario Cipollini (189) e risulta a tutt'oggi il ciclista italiano con il maggior numero di successi all'attivo. È inoltre terzo assoluto a livello mondiale, alle spalle di Eddy Merckx (426) e Rik Van Looy (379), e davanti a Rik Van Steenbergen (270) e Roger De Vlaeminck (255).[1]

Potremmo anche chiederci quale dei due viene più ricordato all'estero come campione.
Secondo me più Moser, per le Roubaix.

[Frusta]

Direi che se fosse una rivalità calcistica, non è difficile individuare chi è la roma e chi la Lazio... 

Saronni come tozzy

uno a uno  ecco, mò vai a vedé chi è laziale e chi riommico

[ThomasDoll]

E le 748 Parigi-Roubaix le diamo al gatto?

[AlenBoksic]

 (nell'84 andava forte).

Anche nel 1978, quando si aggiudicò - unico italiano a farlo - il Super Prestige Pernod, classifica a punti d'antan (secondo nel 1977, terzo nel 1975 e 1980).
1977, 1975, 1980 altri anni in cui andava forte tanto che nelle classiche monumento il conto totale è 6 a 2 in suo favore.
Quanto alla rete protezione vediamo i risultati all'estero: Moser ha battuto Merckx a casa sua e portato la maglia gialla per una settimana al Tour, è andata a sfidare belgi e olandesi a casa loro quando era l'unico italiano a farlo.
Saronni al Fiandre non c'ha mai messo piede, alla Gand Wevelgem c'è andato una volta e s'è ritirato, alla Roubaix idem, al Tour pure, mentre alla Vuelta ha fatto en plein con un bel poker di ritiri.

Potremmo anche chiederci quale dei due viene più ricordato all'estero come campione.
Secondo me più Moser, per le Roubaix.

No,
per i risultati sopra elencati Moser è venerato mentre Saronni proprio non sanno chi sia o quasi.
Ma veramente.
Se non ci credete andate a farvi una vacanza a Bruges quando c'è il Giro delle Fiandre.
E non solo per le Roubaix, ma per tutte le corse che ha disputato all'estero sempre da protagonista, magari non vittorioso, ma quasi mai anonimo, fossero classiche, gare a tappe, a cronometro, circuiti o sei giorni in pista.