Detto dell'ignobile killer ternano, la sua indecenza non esaurisce il bollettino domenicale sul fronte delle direzioni di gara.
Terne e quaterne sugli scudi anche all'Olimpico torinese, dove Ventura sbaglia totalmente partita: doveva bloccarla nel primo tempo, contando sull'inevitabile calo dei bianconeri dopo le sfortunatissime fatiche di Coppa, si consegna a un 2-0 senza appello con una tattica insensata alla Pioli.
Il calo però arriva comunque e con esso, dopo il rigore stoppa-record, il pari di Maxi López: che però sparisce dai tabellini per un errore marchiano del collaboratore.
Il tecnico granata si lamenta - e a ragione - anche per i mancati cartellini a Bonucci e al già ammonito Alex Sandro, ma qui occorre introdurre una distinzione giuridica.
I gialli e i rossi rientrano in una discrezionalità difficilmente coercibile, e che comunque pende in maniera inaccettabile nella solita direzione: come i bianconeri, a parti invertite, hanno sperimentato in Coppa.
Il fuorigioco appartiene invece, al pari del gol-non gol, all'ambito delle situazioni matematicamente misurabili: perché, allora, non rivedersi l'azione con un bel TMO pubblico di stampo rugbystico e rimediare all'errore?
Davvero si crede che falsare una gara in quel modo generi un indotto di interesse e dibattito, anziché intaccare un asset decisivo come la credibilità del calcio?
Davvero si è culturalmente fermi a patenti scemenze in malafede, del tipo "è solo un gioco", "torti e ragioni si compensano", "gli arbitri possono sbagliare"?
O, dietro ipocrite formule di stile, non si vuole rinunciare a un fattore di condizionamento come quello rappresentato dal controllo arbitrale?
O ancora il 3-3 di Pepe in Chievo-merde, in cui la Goal-line technology ha tolto due punti alla squadra del Palazzo certificando un gol altrimenti di difficile identificazione, ha imperlato di sudore troppe mani sporche?
Non se ne può più, veramente. Anche perché, così facendo, il tema arbitrale domina per intero le discussioni post-partita: relegando in un cono di penombra la comica disposizione della difesa granata in occasione del raddoppio o lo splendido gesto tecnico di Morata per il terzo gol.
E allora cosa rimane del calcio, perlomeno inteso come fenomeno in grado di affascinare e fidelizzare nuove generazioni di tifosi?
P.S. Ho preferito aprire una nuova discussione sull'argomento per i fatti "freschi" di cui si occupa e per la distanza cronologica da quelle già aperte: in caso, accorpare.