www.corrieredellosport.itLe parole dette a Candreva rivelano quello che è successo: il centrocampista è incredulo ROMA - Milinkovic voleva giocare dall’inizio. Non è abituato a entrare dalla panchina, fa fatica a trovare il ritmo giusto. Sarri, invece, si è pentito della scelta iniziale. Tornando indietro, non lo lascerebbe fuori dai titolari. «Tanto quello che decidi a tavolino viene stravolto dal campo» ha bofonchiato nella notte dell’Olimpico senza trovare conforto o giustificazione. Lo aveva spiegato più volte in relazione al turnover. Guai farsi condizionare dai calcoli. Neppure ha sposato l’idea che sarebbe stato meglio tenere il gioiello serbo fuori per 90 minuti. Un discorso senza senso. Sotto di un gol, doveva entrare per forza nel tentativo di riequilibrare il risultato. Nessuno peraltro poteva mettere nel conto cosa sarebbe successo in campo, a meno che non si vogliano tirare fuori altri ragionamenti e allora bisognerebbe cambiare mestiere. Il cartellino giallo, guardando e riguardando le immagini, è assurdo. Non trova alibi e attenuanti, perché Sergej era in possesso di palla e il movimento congruo rispetto all’intervento di Bronn. Stava correndo, cercava un naturale appoggio a terra, non voleva schiacciare il piede del difensore tunisino, ex Metz.
Le proteste
Manganiello neppure ha fatto finire l’azione: ha cercato Sergej e ha sventolato l’ammonizione, immaginando di aver visto un intervento volontario (neanche nei film) e con il piede a martello. Il Var non poteva intervenire per ribaltare la decisione arbitrale. Addio derby. L’Olimpico si è imbelvito all’istante, come tutta la Lazio. Milinkovic si è avvicinato all’arbitro, ha protestato, come se non stesse aspettando altro e solo il primo contatto per ammonirlo. Si è interpretato meglio il labiale quando Sergej ne stava parlando con Candreva. «Avevo io il pallone, come fa a essere fallo?» ha chiesto all’ex laziale, eversore di Provedel e autore di un pallonetto che ha cambiato la partita oltre a lanciare la Salernitana verso la tripletta.
Tocca al Mago
Il danno è stato quasi peggiore del risultato che inchioda la Lazio a quota 24 punti, raggiunta dall’Inter, staccata di nuovo dall’Atalanta e con il possibile sorpasso della Roma. Milinkovic salterà il derby. Un bel problema per Sarri considerando lo spessore, la personalità e la fisicità del gioiello serbo, in grado di orientare il destino della Lazio ancora più di Immobile. Sergej giocherà a Rotterdam con il Feyenoord, ma avrebbe giocato lo stesso in Europa League: a maggior ragione non ci saranno dubbi sul suo impiego nella partita decisiva del girone. Il tecnico semmai dovrà riflettere su come sostituirlo con la Roma. Non ci sono incertezze sull’utilizzo di Vecino e Cataldi. Luis Alberto, è probabile, completerà la linea mediana e bisognerà aggrapparsi alla sua fantasia, ai suoi colpi, alla voglia di tornare a correre e sprintare come non gli riesce da qualche settimana. Ieri è stato decisivo, lanciando a rete Zaccagni, per il gol dell’illusione: 49 assist in Serie A, il migliore in Italia dal 2016/17 (era appena arrivato), eguagliando Papu Gomez, ex Atalanta. Il Mago non giocava dallo 0-0 con l’Udinese, quando era entrato in corsa: due panchine con Atalanta e Midtjylland. Si era allenato poco e male, frenato da una contusione all’anca. Avrà una settimana di tempo per prepararsi bene e trascinare la Lazio nel derby.
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