Autore Topic: sciopero dei calciatori di serie A  (Letto 17176 volte)

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Offline BobLovati

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #140 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 12:31:16 »
... per me va benissimo così, visto che domenica sarò lontanissimo da Roma    :P
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

bak

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #141 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 12:58:47 »
A me un pò gira visto che dovrei andare a Genova, ne avrei approfittato per vedere una partita a Marassi

CiPpi

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #142 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 13:20:44 »
a mio avviso l'idea che i calciatori sciperino e' ridicola.

per il semplice fatto che gia' quando cominciano la loro carriera a 14/15, inteso quando ormai e' chiaro se avranno un futuro o meno nel calcio, sanno che si tratta di decidere tra il prostituirsi volentieri in cambio dei milioni che prenderanno oppure trovarsi un altro lavoro.

scelta che potrebbero fare gia' prima dei 25 anni ritrovandosi diversi milioni in banca per 'rifarsi' una vita.

che poi quando un lavoratore dipendente, visti i continui paragoni, sciopera, la ditta mica chiude.

piuttosto gli manda la precettazione, o chiama qualcuno al suo posto.

o come per esperienza personale, firma il nuovo contratto di nascosto un paio di ore prima l'inizio dello sciopero e poi gli recapita una lettera dicendo che, avendo lui scioperato e quindi manifestato contro il contratto firmato, non ne ricevera' i benefici inclusi.

che la lega ci metta il fritto, senno fanno bene chi ci mette i soldi per far girare la giostra a fare i propri interessi.

magari appoggiando la creazione di un altro sindacato in rotta con l'AIC.

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #143 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 13:49:31 »
ma questo è un confronto ideologico di diverse posizioni e francamente non mi sembra questo ne il luogo ne il momento.

Non è un confronto ideologico, è la trattativa per il rinnovo di un contratto collettivo che qualcuno butta sul confronto ideologico facendo demagogia per prendersi dei vantaggi, conoscendo la grande attenzione dell'opinione pubblica sul calcio e i suoi interpreti. Di "ideologia" ne vedo da parte della Lega, e non certo di stampo illuminato.

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #144 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 13:56:09 »
Io credo che, chi sposa come i  calciatori una filosofia di lavoro che si basa sul liberismo più sfrenato, come accade quando devono spuntare un contratto migliore forti delle loro prestazioni sono fermamente convinto che debbano poi permettere alle controparti di agire secondo il medesimo liberismo. Questa figura dei giocatori che di fatto vogliono il totale ed assoluto controllo del loro cartellino ma di contro, non sono disposti a rimettere niente quando non garantiscono il dovuto rendimento in campo oppure quando ricattano la società che magari ha investito e puntato su di loro per favorire il trasferimento verso squadre di loro gradimento (sospetto in gran parte monetario) non piace. Ma io sono un fan sfrenato del libero mercato.

Occhio alle contraddizioni, però, JJF: se sei un fan sfrenato del libero mercato devi accettare anche che i calciatori si sottraggano ai tentativi di reintrodurre il vincolo, altrimenti il libero mercato c'è solo quando fa comodo a qualcuno. Liberiamolo, il mercato dei calciatori, ma per davvero: smettiamo di commerciare e lucrare sui loro contratti. Basta mercato delle vacche, voglio questo centravanti e lo assumo, non mi piace più e lo licenzio, applicando il contratto con tutte le garanzie che discendono dalla libera contrattazione. Sennò di libero mercato rimane la definizione: una scatola vuota, ne converrai, proprio come certo liberismo libertario e liberale all'italiana.

Offline Il lodolaio

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #145 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 14:15:53 »
Nei fatti non è uno sciopero, ma il rinvio di una giornata.
Oh vivacchiare...

jumpingjackflash

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #146 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 14:46:40 »
Occhio alle contraddizioni, però, JJF: se sei un fan sfrenato del libero mercato devi accettare anche che i calciatori si sottraggano ai tentativi di reintrodurre il vincolo, altrimenti il libero mercato c'è solo quando fa comodo a qualcuno. Liberiamolo, il mercato dei calciatori, ma per davvero: smettiamo di commerciare e lucrare sui loro contratti. Basta mercato delle vacche, voglio questo centravanti e lo assumo, non mi piace più e lo licenzio, applicando il contratto con tutte le garanzie che discendono dalla libera contrattazione. Sennò di libero mercato rimane la definizione: una scatola vuota, ne converrai, proprio come certo liberismo libertario e liberale all'italiana.
le contraddizioni ci sono già e secondo la mia visione, nel libero mercato ci debbono essere le medesime garanzie e possibilità per ambo le parti. per me va bene la sentenza Bosman, va bene che anche quello che dici tu, ma vediamo com'è strutturata la bilancia oggi. Oggi un giocatore può accettare o rifiutare un trasferimento, può giocare da schifo senza che  questo comporti nessuna penale, può pretendere di essere convocato anche se l'allenatore non è d'accordo. ti sembra equilibrato? ti sembra che entrambe le parti abbiano le stesse possibilità, ti sembra che la sperequazione di tali possibilità sia dovuta al libero mercato? oppure tale differenza è dovuta da  norme che  di fatto  privilegiano il lavoratore a sfavore del datore. Questo ovviamente qualora il datore non abbia il potere economico di accontentare le "bizze" del giocatore infatti una bella padellata di soldi appiana normalmente molte divergenze.
Vogliamo la deregulation? magari!! via i limiti di comunitari ed extracomunitari, mettiamo i contratti a gettone , diamo la possibilità qualora la squadra retroceda di diminuire gli ingaggi e parimenti la possibilità ai giocatori di trovarne altri.

 E' Ovvio che il mio sia il punto di vista di un tifoso della Lazio e quindi di una squadra che non ha le possibilità economiche del Chealsea o del Manchester City, a loro questa situazione andrà benissimo.


Offline pepetto

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #147 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 14:52:16 »
I calciatori hanno diritti, come tutti i lavoratori subordinati a cui sono equiparati.
La mia provocazione sul "non possono accampare nessun diritto", nasce dalla incongruenza tra la figura del calciatore ovvero praticante di uno sport e la figura del lavoratore in genere.
Il ragionamento sarebbe lunghissimo, però un paio di cosine: i calciatori non vogliono riconoscere alle società il diritto di organizzare una propria rosa di giocatori di prima squadra e di farli allenare come meglio crede, scegliendo lei quali devono essere questi giocatori. La figura del lavoratore subordinato prevede proprio questo punto "Per quanto riguarda la subordinazione, tale connotazione è presente solo quando il contenuto puntuale della prestazione lavorativa viene determinato non già dallo stesso soggetto che è preordinato a compierla, bensì da un soggetto esterno: la dottrina parla, al proposito, di “eterodeterminazione”. I lavoratori subordinati, infatti, sono sottoposti a un vincolo in base al quale spetta al datore di lavoro e, in sue vece, ai suoi collaboratori gerarchicamente sovraordinati, il potere di impartire direttive e disposizioni tecnico-organizzative che si reputino idonee a migliorare la produttività dell’impresa.". Seconda cosina, sempre i calciatori, contestano la logica del trasferimento a pari condizioni, io sono un lavoratore, la mia azienda è presente con proprie sedi in tutte le regioni italiane, il mio contratto di lavoro prevede che l'azienda possa trasferirmi in una delle citate sedi senza che io possa oppormi, mi pagano solo le spese di trasloco, tantissimi altri contratti di lavoro prevedono la stessa cosa.
Pertanto, anche se sono piccole riflessioni tra di noi, rimango convinto che in alcuni casi, la conoscenza di un pochino di vergogna non guasterebbe.
Virtute duce, comite fortuna (Con la virtù come guida e la fortuna come compagna). Cicerone
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Offline fish_mark

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #148 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 14:52:53 »
Cari amici vicini e lontani voglio rispondere a vari netter

Il GEDDY si chiede
Perchè mai a parità di stipendio dovrebbero rifiutare il  trasferimento in un altro club?
Nello specifico perché è sotto contratto con l’attuale società di appartenenza e tra i poteri di cui questa società dispone che discendono dal contratto non può dipendere quello di trasferire contro la volontà del giocatore.
Nel passato questo accadeva perché il calciatore era in regime di vincolo per cui non aveva alcuna possibilità. Proprio questa mattina ho sentito un appassionato intervento di Felice Pulici che oltre a essere profondo conoscitore della materia ha esperienza (e da vendere) come giocatore e anche come dirigente. Ha citato un episodio che lo ha coinvolto personalmente quando, dopo un campionato da protagonista con tanto di qualificazione UEFA, fu costretto a trasferirsi a Monza.
Peraltro, si fa spesso l’esempio di un trasferimento in altra città in un rapporto di lavoro ordinario. A parte il fatto che questi trasferimenti molto spesso sono il preludio a un licenziamento, si potrebbe citare il caso di una FIAT che per liberarsi di alcuni impiegati allora gli propone il trasferimento in una azienda tedesca, la Mercedes-Benz di Stoccarda. Il trasferimento sarebbe a società concorrente, mentre l’impegno contrattuale verte di prestare la propria opera con una certa società.

Perchè mai non dovrebbero essere curati dai medici scelti dal club d'appartenenza?
Perché si tratta di salute, aspetto privatissimo della propria persona. La questione poi non è dove ti vai a curare, ma semplicemente chi paga. Non è questo peraltro lo scoglio più insuperabile. Resta il fatto che se il medico viene imposto dalle società questo non significa che le mani sono sicure. Avrai sentito della querelle tra staff medico laziale e quello della nazionale rumena a proposito del ginocchio di Radu: al di là di chi abbia ragione (io non sono ortopedico quindi taccio), la posta in palio è la salute di Radu e nello specifico la possibilità di proseguire la sua carriera, con gli inevitabili rischi economici.

Perchè mai se ritenuti  non idonei non dovrebbero allenarsi in un campo a parte con un diverso allenatore? 
Perché la squadra è formata da un gruppo unico, non da vari gruppi di giocatori con maggiore o minore dignità calcistica. Inoltre, che significa idonei? Che p.e. paghi un giocatore un 20 milioni gli dai 2,5 mnl annui poi dopo un anno arriva il Mourinho di turno che “non lo vede” e allora lo metti da parte? Questa è la follia del calcio e l’eccessiva disinvoltura che si dimostra.

Non si tratta più del futuro di una o più società, l'intero sistema calcio è in pericolo. Non si tratta di ideologie. I calciatori non dipendo dall'inter, dalla Lazio o dalla Juventus. Da loro ricevono lo stipendio, facciamo in modo che possasno continuare a riceverlo. Regolarmente.
Ecco su questo punto hai ragione, ma i calciatori fanno i propri interessi  chiedono una cifra e su quello si battono. Sono i presidenti che fanno a gara tra di loro e poi si arriva al punto che – poverini – non riescono più a pagare.
Inoltre, sono i padroni del vapore (sempre gli stessi nel corso degli anni, a parte il ricambio, ma soltanto nelle posizioni di rincalzo) ad aver creato questo calcio pieno di debiti, di stadi vuoti, di televisione che fa e disfa il calendario. Sono loro la vera rovina del calcio. Togliete il calcio ai presidenti.


Inoltre, voglio commentare la battuta di ROBCOUTO per ricorda come una dipendente che ha criticato pubblicamente il suo dirigente è stata sanzionata. Infatti, in questo caso si parla di rapporto gerarchico ed è dovuta a un comportamento disciplinare adeguato, ma la stessa dipendente potrebbe in sede sindacale fare affermazioni impegnative e pesanti sul conto del dirigente ed essere libera da qualsiasi conseguenza disciplinare.
Inoltre, la questione del rapporto dei calciatori come lavoratori dipendenti è controversa perché c’è anche chi parla di rapporto di lavoro a tempo determinato, chi di lavoro a progetto.

Io credo che, chi sposa come i  calciatori una filosofia di lavoro che si basa sul liberismo più sfrenato, come accade quando devono spuntare un contratto migliore forti delle loro prestazioni sono fermamente convinto che debbano poi permettere alle controparti di agire secondo il medesimo liberismo. Questa figura dei giocatori che di fatto vogliono il totale ed assoluto controllo del loro cartellino ma di contro, non sono disposti a rimettere niente quando non garantiscono il dovuto rendimento in campo oppure quando ricattano la società che magari ha investito e puntato su di loro per favorire il trasferimento verso squadre di loro gradimento (sospetto in gran parte monetario) non piace. Ma io sono un fan sfrenato del libero mercato.
Caro JJF
Parli di liberismo come di possibilità che deve essere riconosciuta ad ambo le parti, ma forse dimentichi – ce lo ricorda sempre il presidente – che quando si firmano i contratti questi “hanno forza di legge tra le parti” (art. 1372 c.c.).
Inoltre, vale la pena di ricordare che il contratto di un calciatore, in ordine al contenuto della sua prestazione, è assimilabile alle obbligazioni di mezzi, ossia di un rapporto nel quale un soggetto si impegna a prestare la sua opera ma non può garantire il risultato.
Mai sentito parlare di cantanti o attori messi sotto contratto per qualche anno dalle maggiori case discografiche o dalle major per la produzione di alcuni dischi o film. Se poi questi vanno male, non è certo colpa dell’attore o del cantante, che intanto dovrà essere pagato per la cifra pattuita. E’ il rischio di impresa, succede questo da sempre. Quanti soldi si bruciano nel cinema, dove se uno trova una pepita a mala pena riesce soltanto a quel punto a rientrare delle spese di un'altra decina di film che sono stati soltanto dei fiaschi (Febbre da cavallo, fu un fiasco!).


 
per il semplice fatto che gia' quando cominciano la loro carriera a 14/15, inteso quando ormai e' chiaro se avranno un futuro o meno nel calcio, sanno che si tratta di decidere tra il prostituirsi volentieri in cambio dei milioni che prenderanno oppure trovarsi un altro lavoro.

In queste parole emerge tutto l’odio che si può avere per chi fa un mestiere per cui si dice che “gioca” e non che “lavora”. Abbiamo tutti tirato calci a un pallone e tutti abbiamo sognato di “giocare“ in serie A. I praticanti in Italia sono circa 3 milioni mentre i calciatori professionisti sono un migliaio. Ebbene sulla base di queste cifre si può dire che “uno su mille “ ce la fa.
Detto questo, però non si ricorda mai abbastanza dei sacrifici personali che un giovane di 14-15 anni deve fare per poter un giorno arrivare lassù, come se tutto fosse scontato, come se il talento che magari gli è stato dato da madre natura sia di per sé sufficiente per sfondare.
Qualche settimana Delio Rossi parlò di ragazzini di 15 anni che si trasferiscono in altra città così mettendo a rischio la scuola, le amicizie, intendendo dire che sono sacrifici anche questi e che sacrifici per arrivare così in alto.
Ma è sempre bello fare la demagogia dei bei tempi andati.

che poi quando un lavoratore dipendente, visti i continui paragoni, sciopera, la ditta mica chiude.
piuttosto gli manda la precettazione, o chiama qualcuno al suo posto.
temo che fai un po’ di confusione tra impresa privata e impresa che svolge servizi pubblici essenziali. Nel primo caso non si ha potere di precettazione degli scioperanti né tanto meno che si chiamino dei sostituti, vietatissimo dallo statuto dei lavoratori come condotta antisindacale.
Se a Pomigliano d’Arco si sciopera l’unica conseguenza è che verrà interrotta la produzione delle Panda, con grave nocumento ai nervi di Marchionne: ma se ne dovrà fare una ragione.



Infine, una battuta sull’intervento di TD che mi trova in gran parte d’accordo, ma su un punto mi lascia perplesso. Il mercato dei calciatori totalmente liberato potrebbe essere un rimedio peggiore del male, con ripercussioni negative sulla possibilità delle società di pianificare i propri investimenti in termini di stabilità tecnica della squadra e con possibili aumenti degli ingaggi a livelli di molto superiore rispetto a quelli attuali.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #149 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 14:53:13 »
Nei fatti non è uno sciopero, ma il rinvio di una giornata.

quasi tutti gli scioperi sono il rinvio di una giornata lavorativa, se ci pensi

Offline fish_mark

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #150 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 14:55:53 »
 E' Ovvio che il mio sia il punto di vista di un tifoso della Lazio e quindi di una squadra che non ha le possibilità economiche del Chealsea o del Manchester City, a loro questa situazione andrà benissimo.


Questa è bella! Qui rilevi una delle più grandi contraddizioni di questo calcio, forse il vero problema.
La distanza siderale della possibilità di investimento tra un Chelsea e una Lazio, tra un Milan e un Chievo.
Il calcio oggi è una partita a poker tra tre impiegati e un miliardario, con i tre che stanno con le pezze al culo al tavolo per spillare qualche mano, mentre il miliardario se la ride visto che ha possibilità di rilancio praticamente illimitate!
E il rimedio sarebbe la possiblità di trasferire i calciatori?!?
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RobCouto

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #151 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 15:11:29 »
I lavoratori subordinati, infatti, sono sottoposti a un vincolo in base al quale spetta al datore di lavoro e, in sue vece, ai suoi collaboratori gerarchicamente sovraordinati, il potere di impartire direttive e disposizioni tecnico-organizzative che si reputino idonee a migliorare la produttività dell’impresa.[/i]".

Attento però: il diritto dell'imprenditore di organizzare il lavoro come meglio crede ha dei confini. Il datore di lavoro, ad esempio, se ritiene che non gli serva più non può mettermi in un sgabuzzino senza assegnarmi incarichi.

jumpingjackflash

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #152 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 15:43:20 »


Questa è bella! Qui rilevi una delle più grandi contraddizioni di questo calcio, forse il vero problema.
La distanza siderale della possibilità di investimento tra un Chelsea e una Lazio, tra un Milan e un Chievo.
Il calcio oggi è una partita a poker tra tre impiegati e un miliardario, con i tre che stanno con le pezze al culo al tavolo per spillare qualche mano, mentre il miliardario se la ride visto che ha possibilità di rilancio praticamente illimitate!
E il rimedio sarebbe la possiblità di trasferire i calciatori?!?
perché riduci tutto al mero trasferimento?


jumpingjackflash

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #153 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 16:25:36 »
Cari amici vicini e lontani voglio rispondere a vari netter

Il GEDDY si chiede Nello specifico perché è sotto contratto con l’attuale società di appartenenza e tra i poteri di cui questa società dispone che discendono dal contratto non può dipendere quello di trasferire contro la volontà del giocatore.
Nel passato questo accadeva perché il calciatore era in regime di vincolo per cui non aveva alcuna possibilità. Proprio questa mattina ho sentito un appassionato intervento di Felice Pulici che oltre a essere profondo conoscitore della materia ha esperienza (e da vendere) come giocatore e anche come dirigente. Ha citato un episodio che lo ha coinvolto personalmente quando, dopo un campionato da protagonista con tanto di qualificazione UEFA, fu costretto a trasferirsi a Monza.
Peraltro, si fa spesso l’esempio di un trasferimento in altra città in un rapporto di lavoro ordinario. A parte il fatto che questi trasferimenti molto spesso sono il preludio a un licenziamento, si potrebbe citare il caso di una FIAT che per liberarsi di alcuni impiegati allora gli propone il trasferimento in una azienda tedesca, la Mercedes-Benz di Stoccarda. Il trasferimento sarebbe a società concorrente, mentre l’impegno contrattuale verte di prestare la propria opera con una certa società.
Perché si tratta di salute, aspetto privatissimo della propria persona. La questione poi non è dove ti vai a curare, ma semplicemente chi paga. Non è questo peraltro lo scoglio più insuperabile. Resta il fatto che se il medico viene imposto dalle società questo non significa che le mani sono sicure. Avrai sentito della querelle tra staff medico laziale e quello della nazionale rumena a proposito del ginocchio di Radu: al di là di chi abbia ragione (io non sono ortopedico quindi taccio), la posta in palio è la salute di Radu e nello specifico la possibilità di proseguire la sua carriera, con gli inevitabili rischi economici.
Perché la squadra è formata da un gruppo unico, non da vari gruppi di giocatori con maggiore o minore dignità calcistica. Inoltre, che significa idonei? Che p.e. paghi un giocatore un 20 milioni gli dai 2,5 mnl annui poi dopo un anno arriva il Mourinho di turno che “non lo vede” e allora lo metti da parte? Questa è la follia del calcio e l’eccessiva disinvoltura che si dimostra.
Ecco su questo punto hai ragione, ma i calciatori fanno i propri interessi  chiedono una cifra e su quello si battono. Sono i presidenti che fanno a gara tra di loro e poi si arriva al punto che – poverini – non riescono più a pagare.
Inoltre, sono i padroni del vapore (sempre gli stessi nel corso degli anni, a parte il ricambio, ma soltanto nelle posizioni di rincalzo) ad aver creato questo calcio pieno di debiti, di stadi vuoti, di televisione che fa e disfa il calendario. Sono loro la vera rovina del calcio. Togliete il calcio ai presidenti.


Inoltre, voglio commentare la battuta di ROBCOUTO per ricorda come una dipendente che ha criticato pubblicamente il suo dirigente è stata sanzionata. Infatti, in questo caso si parla di rapporto gerarchico ed è dovuta a un comportamento disciplinare adeguato, ma la stessa dipendente potrebbe in sede sindacale fare affermazioni impegnative e pesanti sul conto del dirigente ed essere libera da qualsiasi conseguenza disciplinare.
Inoltre, la questione del rapporto dei calciatori come lavoratori dipendenti è controversa perché c’è anche chi parla di rapporto di lavoro a tempo determinato, chi di lavoro a progetto.
Caro JJF
Parli di liberismo come di possibilità che deve essere riconosciuta ad ambo le parti, ma forse dimentichi – ce lo ricorda sempre il presidente – che quando si firmano i contratti questi “hanno forza di legge tra le parti” (art. 1372 c.c.).
Inoltre, vale la pena di ricordare che il contratto di un calciatore, in ordine al contenuto della sua prestazione, è assimilabile alle obbligazioni di mezzi, ossia di un rapporto nel quale un soggetto si impegna a prestare la sua opera ma non può garantire il risultato.
Mai sentito parlare di cantanti o attori messi sotto contratto per qualche anno dalle maggiori case discografiche o dalle major per la produzione di alcuni dischi o film. Se poi questi vanno male, non è certo colpa dell’attore o del cantante, che intanto dovrà essere pagato per la cifra pattuita. E’ il rischio di impresa, succede questo da sempre. Quanti soldi si bruciano nel cinema, dove se uno trova una pepita a mala pena riesce soltanto a quel punto a rientrare delle spese di un'altra decina di film che sono stati soltanto dei fiaschi (Febbre da cavallo, fu un fiasco!).


 
In queste parole emerge tutto l’odio che si può avere per chi fa un mestiere per cui si dice che “gioca” e non che “lavora”. Abbiamo tutti tirato calci a un pallone e tutti abbiamo sognato di “giocare“ in serie A. I praticanti in Italia sono circa 3 milioni mentre i calciatori professionisti sono un migliaio. Ebbene sulla base di queste cifre si può dire che “uno su mille “ ce la fa.
Detto questo, però non si ricorda mai abbastanza dei sacrifici personali che un giovane di 14-15 anni deve fare per poter un giorno arrivare lassù, come se tutto fosse scontato, come se il talento che magari gli è stato dato da madre natura sia di per sé sufficiente per sfondare.
Qualche settimana Delio Rossi parlò di ragazzini di 15 anni che si trasferiscono in altra città così mettendo a rischio la scuola, le amicizie, intendendo dire che sono sacrifici anche questi e che sacrifici per arrivare così in alto.
Ma è sempre bello fare la demagogia dei bei tempi andati.
temo che fai un po’ di confusione tra impresa privata e impresa che svolge servizi pubblici essenziali. Nel primo caso non si ha potere di precettazione degli scioperanti né tanto meno che si chiamino dei sostituti, vietatissimo dallo statuto dei lavoratori come condotta antisindacale.
Se a Pomigliano d’Arco si sciopera l’unica conseguenza è che verrà interrotta la produzione delle Panda, con grave nocumento ai nervi di Marchionne: ma se ne dovrà fare una ragione.



Infine, una battuta sull’intervento di TD che mi trova in gran parte d’accordo, ma su un punto mi lascia perplesso. Il mercato dei calciatori totalmente liberato potrebbe essere un rimedio peggiore del male, con ripercussioni negative sulla possibilità delle società di pianificare i propri investimenti in termini di stabilità tecnica della squadra e con possibili aumenti degli ingaggi a livelli di molto superiore rispetto a quelli attuali.
scusa, sto di corsa ma ti prego di controllare bene la parte che ti ho messo in neretto a mente mi viene ad esempio franco e ciccio, anche nella musica ce ne sono diversi costretti da contratti con le case discografiche a fare tour o dischi secondo le regole auree.

Offline Skorpius

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #154 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 16:34:37 »
Fino a quando ci sarà un corrispettivo per la cessione di un giocatore sotto contratto tra le società ogni paragone tra calciatori e qualsiasi altro lavoro è improponibile.
Si battano per abbolire questo che è l'elemento che li distingue da qualsiasi altro lavoratore molto più dell'alto compenso.. da li e solo da li derivano le richieste della lega.. non per altri motivi.. solo da li
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #155 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 16:51:30 »
Fino a quando ci sarà un corrispettivo per la cessione di un giocatore sotto contratto tra le società ogni paragone tra calciatori e qualsiasi altro lavoro è improponibile.
Si battano per abbolire questo che è l'elemento che li distingue da qualsiasi altro lavoratore molto più dell'alto compenso.. da li e solo da li derivano le richieste della lega.. non per altri motivi.. solo da li

Temo che questa proposta incontrerebbe la fiera resistenza dei presidenti ...
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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #156 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 16:52:56 »
quasi tutti gli scioperi sono il rinvio di una giornata lavorativa, se ci pensi

Ci sto pensando e mi sembra proprio che non sia così.
La differenza sta nel fatto che quasi tutti i lavori riempano tutti i giorni feriali, quindi se io sciopero un mercoledì la giornata di recupero sarebbe comunque a discapito di un'altra giornata di lavoro.
Nel calcio la saltuarietà della prestazione permette il rinvio.
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline Skorpius

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #157 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 16:56:21 »
Temo che questa proposta incontrerebbe la fiera resistenza dei presidenti ...

Ok certo, anche perchè nel mondo funziona anche peggio (pensiamo ai molteplici proprietari dei cartellini dei sudamericani).
Ormai è un dato di fatto imprescindibile.. e fare finta che non esista è ridicolo.. tutti i vostri discorsi si scontrano con questa INCREDIBILE peculiarità che non può essere ignorata.
Il valore del cartellino è il motivo delle due richieste scandalose delle società.. per poterle liquidare queste richieste non si può fare a meno di affrontare il problema.. e invece continuiamo a paragonarli a lavoratori normali: mi dite in quale lavoro il lavoratore ha una valutazione economica come se fosse una "cosa"? ? ? ? ?

La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

jumpingjackflash

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #158 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 17:00:19 »
Ok certo, anche perchè nel mondo funziona anche peggio (pensiamo ai molteplici proprietari dei cartellini dei sudamericani).
Ormai è un dato di fatto imprescindibile.. e fare finta che non esista è ridicolo.. tutti i vostri discorsi si scontrano con questa INCREDIBILE peculiarità che non può essere ignorata.
Il valore del cartellino è il motivo delle due richieste scandalose delle società.. per poterle liquidare queste richieste non si può fare a meno di affrontare il problema.. e invece continuiamo a paragonarli a lavoratori normali: mi dite in quale lavoro il lavoratore ha una valutazione economica come se fosse una "cosa"? ? ? ? ?
mi trovi d'accordo.
Però è prassi di tutti gli sport professionistici e mi è sembrato di capire, fin dalle giovanili valutare economicamente un giocatore.


Offline Skorpius

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #159 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 17:03:04 »
mi trovi d'accordo.
Però è prassi di tutti gli sport professionistici e mi è sembrato di capire, fin dalle giovanili valutare economicamente un giocatore.

Se vi sembra normale..
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.