Autore Topic: sciopero dei calciatori di serie A  (Letto 17811 volte)

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Offline WombyZoof

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #100 : Giovedì 14 Ottobre 2010, 01:01:29 »
notizie che non lo erano.
Certo, cattivoni proprio, sti sfaticati (naturalmente, poco spazio, quando si parla di sciopero titolone)

http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2010/10/12/news/serie_a_in_campo_il_6_gennaio-7973026/

era già in calendario il 6 gennaio o sbaglio?
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #101 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 20:54:35 »
Si era detto che erano dei bastardi senza gloria perché non volevano giocare il 6.
Ma giocano. Intanto si è letta la proposta ufficiosa, in altro topic. Io sciopererei a oltranza.

Offline aquilante

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #102 : Sabato 16 Ottobre 2010, 10:39:42 »

td perdonami, stiamo discutendo di un documento "riservato e confidenziale", di una "bozza" la cui interpretazione giunta alla stampa, e quindi a noi, altro non è che la lettura e quindi l'interpretazione propria della associazione calciatori. mi sembra francamente poco, troppo poco, per prendere posizione. questa storia ad esempio del calciatore licenziabile dopo tre mesi di malattia sembra a me francamente ridicola. aspettiamo i documenti ufficiali, leggiamoli noi, non facciamoceli leggere da campana e dai suoi avvocati. poi diciamo la nostra

più in generale, nella posizione che tu sostieni, da tempo e con coerenza, credo di cogliere un punto fondamentale di non condivisione. di qua una confindustria del pallone, la lega calcio, di la il sindacato dei lavoratori: gli interessi dei padroni del vapore da una parte, dall'altra i lavoratori che difendono reddito e condizioni del lavoro

non credo che la realtà del calcio contemporaneo sia (più) leggibile in questo modo. non credo che dei giocatori della Lazio, per fare l'esempio a noi più vicino, si possa parlare negli stessi termini con cui parleremmo delle "maestranze" occupate nelle società di servizi di lotito.  e non per la distanza che che separa il portafoglio dei primi (i calciatori) da quelle delle seconde (le maestranze). il conflitto tra società e calciatori non è sulla spartizione del reddito o sulla dimensione del potere contrattuale

il conflitto tra calciatori e società, dalla legge bosman in poi, verte su un solo punto fondamentale: il valore del contratto. nella visione della ass. calciatori, per rimanere alla Lazio, il comportamento di pandev (ancora un anno di contratto) e di ledesma (due anni di contratto) sono perfettamente legittimi: non vogliono più rimanere nella società in cui giocano, lo dichiarano apertamente alla stampa (con quello che ciò comporta in termini di valore del cartellino), si tolgono di fatto dal mercato rifiutando qualsiasi destinazione "non gradita" (quindi qualsiasi trasferimento, avendo essi già raggiunto un accordo con una società terza). le società, da parte loro, in un comportamento di questo tipo vedono un attacco non sostenibile alla loro stessa capacità o possibilità di gestione, di governo, di direzione e di programmazione

io penso che nell'orizzonte proposto dalla associazione calciatori, per società come la Lazio, il futuro si annuncia triste e insignificante. penso che, in un calcio basato sull'autofinanziamento, la perdita di potere sui contratti privi le società, tendenzialmente e irrimediabilmente, di potenziale tecnico e di valore finanziario. restiamo a casa nostra: se l'orizzonte sarà nel segno di pandev, per la Lazio non c'è futuro. se invece sarà nel segno di kolarov, allora per il futuro della Lazio i limiti saranno pochissimi. solo che, contrariamente a quanto si vuole far credere, quello che sarà l'orizzonte che ci aspetta, dipenderà assai più dalla definizione dei rapporti di forza tra calciatori e società, che non abilità di lotito o di tare, o di questo o quel presidente o direttore sportivo, a rinnovare i contratti. servone regole certe e potere di attuazione. se non diventiamo tutti tifosi del barcellona. o del chelsea

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #103 : Sabato 16 Ottobre 2010, 19:58:10 »
Caro Aquilante, il punto non è chi interpreta la parte dei lavoratori e chi del padrone in un conflitto che non ha le tinte marcate della contrattazione, a volte drammatica, per il rinnovo del contratto di una categoria qualsiasi di lavoratori.
Il punto è il sistema di valori e la corretta individuazione dei responsabili del degrado morale del calcio, nel quale, com'è noto, girano troppi soldi. Se basta questo a creare i presupposti per una certa corruzione di valori, resta aperta la questione della ricerca delle responsabilità.
I calciatori non hanno troppo potere contrattuale. Ce l'hanno, forse, i calciatori forti, questo sì.
Le regole dicono che l'assenso del calciatore è un pilastro del contratto che lo trasferisce da una squadra all'altra.
Il che, spogliato da tutte le sovrastrutture, è sacrosanto.
Se poi c'è un mercato fatto in un certo modo la responsabilità non è dei calciatori. Nella migliore delle ipotesi se la dividono a metà con le società, ma io andrei oltre. La regola sui trasferimenti a parità d'ingaggio e di livello competitivo è fatta per alterare i presupposti del contratto di compravendita del calciatore, il cui assenso cesserebbe di avere rilevanza, perlomeno in certe condizioni.
Questa regola serve soltanto a liberare le mani delle società per fare mercato senza l'assenso del calciatore. Ottenendo una serie di vantaggi economici legati al non più indispensabile ottenimento del consenso del calciatore: buonuscite, agevolazioni, incentivi che fanno parte di ogni rapporto che abbia delle caratteristiche simili.
La mia posizione è che (pur con tutte le ricadute negative sulle società che crescono i calciatori) la strada sia quella di arrivare a limitare fortemente la compravendita dei calciatori, facendo in modo che i loro contratti somiglino il più possibile a dei normali contratti di lavoro, fatte salve alcune caratteristiche che sono peculiari del calcio, tipo le finestre temporali in cui vanno effettuati i trasferimenti. Certamente la strada non è quella di reintrodurre un vincolo parziale, come va predicando, tra gli altri, Lotito. La legge Bosman è stata una piccola conquista di civiltà e non si può mettere in discussione questo tipo di equilibrio nei trasferimenti senza tornare indietro.
Le offerte al rialzo ai calciatori in scadenza, favorite dai procuratori (altra categoria da limitare fortemente e da riallineare DIETRO al calciatore nelle trattative, facendo cessare il malcostume che vuole che siano le società a pagare il compenso all'agente del pedatore) le fanno le SOCIETA'. Il livello degli ingaggi fuori controllo in tutte le categorie professionistiche dipende dalle società. Che hanno rose pletoriche perché hanno messo sotto contratto troppi calciatori, il che basterebbe a ridimensionarne gli ingaggi se questo mercato non fosse drogato quanto questo calcio ipertrofico e fuori di testa. Il tutto avviene per più di un motivo: perché non si può perdere, perché non si può retrocedere, e fin qui... Ma c'è dell'altro: perché i soldi devono circolare, perché i pollai devono produrre pulcini da vendere a peso d'oro, magari facendo uso di qualche trucchetto.
Scaricare il peso della corruzione del mondo del calcio sulle spalle dei calciatori è comodo, di esercizi di demagogia se ne sono fatti tanti. C'è un modo semplice per abbassare i prezzi nel calcio e Lotito è uno che ha mostrato la strada. Basta volerlo.

Offline BobLovati

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #104 : Sabato 16 Ottobre 2010, 20:03:29 »
con Aquilante al 99% ( non di più, sinnò ce crede, poi ... )   ;)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #105 : Sabato 16 Ottobre 2010, 21:22:53 »
(aggiungo:
1. la posizione dell'associazione calciatori su Pandev e Ledesma non rileva per quanto riguarda il rinnovo del contratto;
2. se si afferma un principio non si cambia posizione quando questo principio ci viene contro;
3. la Lazio rispetto a un mercato dei contratti di calciatori non è squadra nella fascia del Barcellona ma è comunque a un livello importante
4. non si può impedire a un calciatore di non firmare un rinnovo)

Offline aquilante

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #106 : Venerdì 29 Ottobre 2010, 11:37:48 »

da repubblica.it del 29 ottobre 2010

"Con iI nuovo contratto salveremo il calcio"
I calciatori non vogliono Lotito al tavolo delle trattative: "Vogliono scegliersi con chi trattare? Non vogliamo tornare a 40 anni fa ma solo portare regole sostenibili: il mondo è cambiato"

di MASSIMO MAZZITELLI

ROMA - Sciopero, trattativa ad oltranza, sindacato contro padroni, anche il calcio ha il suo "autunno caldo". Sul rinnovo del contratto collettivo per i calciatori di serie A la spaccatura è totale tra Aic e Lega Serie A, con tanto di annuncio di sospensione del campionato per una giornata, "almeno per ora....". Per riprendere a parlare l'associazione calciatori ha posto, neanche tanto velatamente, una condizione: via Lotito dal tavolo delle trattative.

Presidente ha sentito, i calciatori non la vogliono più vedere...
Bene, vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro. Prendo atto che il calcio è un mondo a parte, ma da quando il sindacato si sceglie anche gli interlocutori?

I calciatori dicono che volete tornare indietro di 40 anni
Sono gli unici che forse non si sono accorti che il mondo sta cambiando: ma il punto non è questo. La bozza del nuovo contratto collettivo è un tentativo di mettere regole in un mondo che sino ad oggi non ne ha avute: 8 punti per un accordo moderno che tuteli tutti. Giusto che i calciatori rivendichino i loro diritti. Ma i doveri?

Allora non è solo un problema di soldi?
I soldi sono sempre un problema, ma vorrei mettere dei paletti per far capire di cosa parliamo. Punto uno: il contratto riguarda solo i giocatori di serie A. Quindi togliamo di mezzo la demagogia che i ricchi stanno lottando anche per i poveri: sfido chiunque a portare un contratto di un giocatore di serie
A e definirlo povero. Punto due: Con l'arrivo del fair play finanziario è finita la pacchia del presidente che si mette le mani in tasca e ripiana i debiti. Non si potrà più fare, i conti delle società dovranno essere sempre a posto e i compensi dei calciatori oggi rappresentano l'80% delle uscite. Punto terzo: i soldi sono finiti, e, arabi a parte ma in Italia non ne vedo, sono finiti i tempi in cui qualcuno poteva contare su milioni di euro da buttare nel calcio.

Flessibilità: è questa la parola che spaventa?
Ne parla Marchionne agli operai della Fiat, a chi ha buste paga da 1000 euro al mese, non possiamo parlarne noi a chi guadagna milioni di euro? E' difficile capire o adeguarsi alla regola del compenso legato a risultati? Solo in Italia non si vuole accettare un principio che ormai tutti i calciatori europei hanno capito. Eto'o quando è arrivato all'Inter aveva percepito dal Barcellona 9 milioni di euro: volete sapere come era divisa la sua busta paga? Tre milioni di fisso, tre milioni per aver vinto la Champions, due milioni per lo scudetto e un milione per la coppa di Spagna. Moratti ha dovuto dargli 9 milioni netti di fisso.

Ma non tutti giocano in squadre che vincono tutto...
Ma chi ha detto che i premi devono essere legati solo ai risultati sul campo? Io vorrei dare un premio a Stendardo e Chiellini che si sono laureati. Il loro messaggio è più importante che non vincere una Coppa.  L'ingaggio può essere legato al comportamento, alle presenze e altre voci che possiamo concordare. Io vorrei fare a un contratto ad un giovane della Primavera con un fisso da 100 mila euro, minimo contrattuale, ma poi dargli premi che potrebbero far arrivare il suo ingaggio a 700 mila euro al primo anno da professionista. Non posso farlo.

Ma voi volete tagliare anche gli stipendi a chi retrocede...
E dov'è lo scandalo? Se c'è un fallimento non è giusto pagarne tutte le conseguenze? Se una squadra va in B i conti saltano: i giocatori, che probabilmente sono la causa della sconfitta, non devono partecipare alle perdite? Proponiamo: via il 30% dell'ingaggio. Non si può pretendere di prendere soltanto. Vogliono essere liberi professionisti quando trattano l'ingaggio e dipendenti quando si passa alla cassa: cosi non va

Mobilità altro tema caldo. Su questo punto dicono che volete tornare a 40 anni fa...
Capisco che sia un punto delicato, ma va affrontato e regolato. Le società ormai devono avere rose di almeno trenta giocatori e tutti con contratti lunghi per poter patrimonializzare le società. Poi arriva un nuovo allenatore e dice. "Questi con me non giocheranno mai". E' un problema che tocca i presidenti, ma anche la professionalità dei giocatori. Noi chiediamo che a parità di condizioni economiche, di durata di contratto e solo in squadre di serie A, si possa cedere il giocatore senza avere il suo assenso. Vi sembra una norma che riporta il calcio indietro di 40 anni? E' meglio che ci siano giocatori che per anni non giocano una partita,  che vedono sfiorire la loro professionalità  e perdono occasioni per rilanciarsi? Ma qui il problema secondo me non sono i calciatori...

E qual è il problema?
A loro l'ho detto in faccia. E' tutto quel sottobosco che sta rovinando il calcio, che vuole lucrare sulla mancanza delle regole e che io voglio sparisca da questo mondo. Ma lasciamo perdere...

Risolti i problemi della flessibilità e della mobilità si risolve tutto?
Non lo so. Dicono no a tutto. Multe, assistenza sanitaria, allenamento a gruppi, arbitrato, concordare lavori extra calcistici. A me sembrano punti normali, magari da mettere a posto, ma non mi aspettavo chiusure così radicali.  Il nuovo contratto prevede che tutte le società debbano garantire assistenza sanitaria di primo ordine ed è normale visto che sia nell'interesse dei presidenti avere giocatori sempre al massimo della forma fisica: ma se poi qualcuno vuole curarsi per conto suo perché deve pagare la società? E mi sembra giusto che la società debba anche essere informata e dare un parere sul medico scelto. Se qualcuno vuole andare da maghi e santoni un presidente potrà opporsi? E vi sembra strano che se un giocatore voglia svolgere un'attività diversa da quella per la quale viene profumatamente pagato debba chiedere il permesso? Noi abbiamo messo dei vincoli strettissimi ai presidenti per potersi opporre, ma almeno avere voce in capitolo. Lei può fare quello che vuole o deve chiedere al direttore se può collaborare con qualcun altro?   

Sembra di capire che sarà dura arrivare ad un accordo... 
La Lega è con me, siamo tutti d'accordo. Dopo 30 anni stiamo cercando di fare un contratto serio. Io vado avanti. Me lo ha detto anche Platini: "Lotito, non ti fermare". 
(29 ottobre 2010)


direi td che questa intervista a lotito, come rappresentante della lega calcio, contribuisce a fare chiarezza. speriamo che sulla stampa ci siano presto interviste altrettanto approfondite a campana, o a chi per lui, per conoscere meglio il punto di vista della associazione calciatori

la volontà - come dici tu - di "alterare i presupposti del contratto di compravendita del calciatore", limitando di fatto il diritto di assenso dei calciatori, e di qui, a scalare, rimettere in discussione tutti gli altri diritti complementari (la scelta del medico, l'allenamento in rosa, ecc.), appare evidente

il punto, a mio parere, è che dietro la conquista grande (altro che "piccola") di civiltà rappresentata dalla legge bosman, si è sviluppata una forma contrattuale che altro non è se non una incrostazione di privilegi, di tutele che sclerotizzano qualsiasi processo di crescita. lo so che questo mio sembra il linguaggio di confindustria, o di marchionne, verso lo statuto dei lavoratori. e hai perfettamente ragione a sostenere che "se si afferma un principio non si cambia posizione quando questo principio ci viene contro". però io dico che bisogna uscire da questo equivoco, o meglio che si deve uscire da questo ricatto: la differenza dei soggetti in gioco - forza lavoro manuale da una parte, calciatori professionisti dall'altra - modifica la natura stessa dei principi e dei diritti in questione

lo statuto dei lavoratori nasce per garantire il diritto alla salute, al sapere, al tempo libero di milioni di uomini e donne che consumano la propria vita nei cantieri, nelle catene di montaggio, in luoghi di lavoro dove è grazia diddio portare a casa la pelle la sera più che la paga. la legge bosman ha finito per rappresentare lo schermo dietro cui si è costruita la macchina del privilegio di una ristrettissima nicchia di professionisti ultragarantiti. macchina del privilegio inoltre che ha portato il calcio, soprattutto quello italiano, su una strada senza uscita

certo che questa degenerazione non è solo colpa dei calciatori. la confindustria del pallone è il corpo deforme di topi che si ingrassano nel formaggio. quale capacità progettuale, innovativa, di trasformazione, ha mai espresso gente come zamparini o preziosi, come della valle o cellino? e perché mai dovrebbero (o avrebbero dovuto)? vendere bene qualche calciatore, qualche prima pagina, prosperare all'ombra delle grandi, l'applauso e il consenso sono i loro obiettivi. adesso però la ridefinizione dei fondamenti delle norme contrattuali si è fatta questione ineludibile. anche per loro. le carte adesso sono tutte sul tavolo. vedremo la partita che sviluppo avrà

bak

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #107 : Domenica 31 Ottobre 2010, 17:33:44 »
Oddo è sconfessato lascia sindacato calciatori
Massimo Oddo, calciatore del Milan e portavoce (anzi, ex) del sindacato calciatori, si è incontrato in gran segreto con una delegazione della Lega di serie A (fra cui Beretta e Lotito). Oddo ha trattato, assistito da alcuni avvocati, e quasi raggiunto un'intesa sugli otto punti del contratto collettivo: ma lo ha fatto a titolo personale, di nascosto, e quindi per l'Aic non vale. Oddo è stato subito sconfessato dal sindacato: ora lascerà la carica di portavoce e si dimetterà dall'Aic, confluendo nel nuovo sindacato calciatori che sinora ha raccolto una trentina di iscritti. Sergio Campana ha spiegato che "Oddo ha parlato a titolo personale", mentre Demetrio Albertini ha ammonito, "attenti al gioco al massacro": c'è stato il tentativo, passando da Oddo, di spaccare i sindacato. Ma non è riuscito, o almeno così non sembra. Martedì l'Aic non sarà presente al tavolo convocato da Giancarlo Abete: con la Lega di serie A ormai è rottura totale, e lo sciopero sembra più vicino (10 novembre o 5 dicembre?). Anche se Oddo è contrario. Adesso lo è, perché nei giorni scorsi aveva litigato coi vertici del sindacato (Campana, Grosso e Grazioli), accusandoli di non avere scioperato in settembre. Nei prossimi giorni Campana e c. sentiranno i capitani di serie A: se dovessero pensarla come Oddo, i vertici dell'Aic dovrebbero dimettersi. Ma sono convinti che anche i big sono al loro fianco.

Offline gazzaladra

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #108 : Domenica 31 Ottobre 2010, 17:37:28 »
no dai la trasferta a Cesena no.

e che caxxo.
Non chi comincia...ma colui che persevera.

zorba

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #109 : Mercoledì 17 Novembre 2010, 17:33:52 »

Sindacato miliardari annoiati

Un sindacato giallo, come quelli che, da sempre, si inventano le controparti padronali per rompere il fronte dei lavoratori. Nel caso specifico, trattasi di lavoratori-pedatori, ma l’obiettivo non cambia. Cambia la sigla: da Aic (Associazione italiana calciatori) a Anc (Associazione nazionale calciatori). Cambiano anche le facce: dall’avvocato Sergio Campana all’avvocato Piero Gualtieri. E poi, da Mazzola, Rivera, Bulgarelli (i fondatori di allora) a Doni, Buffon, Biondini, Guana, Del Grosso (quelli di adesso). Più un convitato di lusso: Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale, ex Libero, ex Indipendente, ex Europeo (quand’era settimanale), ex inviato del Corriere della Sera, uno che con il sindacato dei giornalisti è sempre stato in conflitto e agli scioperi è allergico fin da giovane, figurarsi da quando (e ormai sono più di vent’anni) sta dall’altra parte del tavolo (la barricata non gli si addice).

Perché rompere il fronte? Perché sul tavolo della Federcalcio c’è, ormai da metà settembre, la questione (non più rinviabile) del rinnovo del contratto collettivo, senza il quale l’Aic attuerà uno sciopero già promesso e poi sospeso, ora riproposto ma senza data (dovrebbe essere alla quindicesima giornata, spezzettata tra il 3 e il 6 dicembre). Lo scontro con la Lega di Serie A, nonostante la mediazione del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, ha provocato solo rotture e fughe strategiche. Su sei punti ci sarebbe la possibilità di accordo, ma su due (il trasferimento senza consenso del calciatore sotto contratto e l’estromissione dalla rosa per chi non rientra più nei piani tecnici, nonostante il contratto), l’Aic non vuole nemmeno discutere. Nel primo caso a garantire la legittimità della norma è nientemeno che una legge dello Stato (la numero 91 del 1981 che abolì il vincolo); nel secondo, è la logica e la specificità del calcio: non è pensabile far allenare un calciatore individualmente visto che stiamo parlando di un gioco collettivo. La Lega di Serie A, presieduta da Maurizio Beretta, sa che l’Aic ha stretto intorno a sé quasi tutti i calciatori e che lo sciopero, questa volta, difficilmente sarà evitato. Sa, soprattutto, che se a dirimere la controversia sarà chiamato un commissario straordinario, nominato dalla Federcalcio, il contratto collettivo potrebbe offrire il pretesto per uno scontro frontale dalle conseguenze tutt’altro che vantaggiose.

Perciò, da almeno tre settimane, intorno all’Aic, l’unica sigla riconosciuta e ammessa in Consiglio federale, in forza di una rappresentatività assoluta, sono state segnalate strane manovre. Prima, la conversione di Massimo Oddo, difensore del Milan, ma ex laziale. Si era autoproclamato leader dei falchi dell’Aic, aveva polemizzato con il presidente Campana per la sospensione dello sciopero e l’avvio delle trattative con la Lega, appariva in pubblico sostenendo una linea fieramente radicale.

All’improvviso, un sabato pomeriggio di tre settimane fa, la folgorazione sulla via per Fiumicino dove si incontrò, non proprio casualmente, con alcuni rappresentanti della Lega di Serie A. Motivo? Capire meglio le posizioni. E, a fine summit, la disponibilità (a titolo personale) di firmare subito l’accordo. Dopo un paio di imbarazzanti apparizioni pubbliche, in cui Oddo faceva capire di aver fatto tutto da solo, il terzino massimalista si è eclissato. Ed è spuntata l’Anc. A farne parte, circa quaranta calciatori (“I nomi? Non ci pare il caso”), però si sa che dodici appartengono alla Lazio, la società di cui è presidente Claudio Lotito, uno degli esponenti di spicco della delegazione della Lega di Serie A.

Non tutti – va detto – pensano male. Qualcuno ritiene che la nascita dell’Anc non sia frutto di una volontà recente e, soprattutto, non sia esplicitamente riconducibile ad alcuni presidenti di società. Buffon, per esempio, è (seppur in uscita) della Juve; Doni dell’Atalanta, che sta in Serie B e, al momento, non è coinvolta nel contratto collettivo; Biondini è del Cagliari. Insomma, saremmo di fronte a una libera scelta o a un’operazione dietro cui si cela l’attività di qualche procuratore. Se, infatti, la controparte della Lega sono i calciatori, i loro agenti non possono pensare di starne fuori.

Troppe, comunque, le incongruenze per pronosticare lunga vita al sindacato alternativo. La più macroscopica: possono aderirvi solo calciatori o ex calciatori di Serie A. E non si capisce dove, partendo da quaranta associati, potrebbero raccoglierne altri, visto che quattrocento e cinquanta sono iscritti e fedeli all’Aic.

di Giancarlo Padovan

Da Il Fatto Quotidiano del 17 novembre 2010

bak

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #110 : Mercoledì 17 Novembre 2010, 20:36:14 »
Sindacato miliardari annoiati
Perciò, da almeno tre settimane, intorno all’Aic, l’unica sigla riconosciuta e ammessa in Consiglio federale, in forza di una rappresentatività assoluta, sono state segnalate strane manovre. Prima, la conversione di Massimo Oddo, difensore del Milan, ma ex laziale. Si era autoproclamato leader dei falchi dell’Aic, aveva polemizzato con il presidente Campana per la sospensione dello sciopero e l’avvio delle trattative con la Lega, appariva in pubblico sostenendo una linea fieramente radicale.
Ed è spuntata l’Anc. A farne parte, circa quaranta calciatori (“I nomi? Non ci pare il caso”), però si sa che dodici appartengono alla Lazio, la società di cui è presidente Claudio Lotito, uno degli esponenti di spicco della delegazione della Lega di Serie A.

Non tutti – va detto – pensano male. Qualcuno ritiene che la nascita dell’Anc non sia frutto di una volontà recente e, soprattutto, non sia esplicitamente riconducibile ad alcuni presidenti di società.
di Giancarlo Padovan
Da Il Fatto Quotidiano del 17 novembre 2010

Miserabili, non ho altri aggettivi per voi. Miserabili, fatevi i gargarismi con l'acido muriatico anzichè parlare di Lazio. E fottetevi, che non vi fà mai male.

Offline fiDelio

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #111 : Mercoledì 17 Novembre 2010, 21:14:55 »
Giancarlo Padovan

Miserabili, non ho altri aggettivi per voi. Miserabili, fatevi i gargarismi con l'acido muriatico anzichè parlare di Lazio. E fottetevi, che non vi fà mai male.

Rocco dai, stiamo a parlà di uno che non sta bene, poraccio, un caso umano più che altro....
#Liberate I Laziali

"Ancora date retta a quegli stronzi dei giornalisti?"

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bak

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #112 : Mercoledì 17 Novembre 2010, 21:41:51 »
Non lo conosco. Noto che questo giornale si scaglia quotidianamnte contro la Lazio. Adesso il fiume è esondato o meglio per dirla con un francsismo hanno rotto er .....

Offline fiDelio

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #113 : Mercoledì 17 Novembre 2010, 22:17:19 »
Non lo conosco. Noto che questo giornale si scaglia quotidianamnte contro la Lazio. Adesso il fiume è esondato o meglio per dirla con un francsismo hanno rotto er .....

Lo avrai visto sicuramente, andava da Biscardi anni fa e pure da Piccinini.
E quel tipo tutto precisino con gli occhialetti, che parlava nervosetto, scegliendo vocabili un pò desuenti e con gli occhi di fuori.
Un esagitato, lo hanno messo ai margini della Tv, da tutto, se lo sono accattato solo quelli de "Il Fatto" e ho detto tutto.
#Liberate I Laziali

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #114 : Giovedì 18 Novembre 2010, 09:10:24 »
Ma scriveva sul corsera ?

Offline fiDelio

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #115 : Giovedì 18 Novembre 2010, 13:01:15 »
Si è lui.
#Liberate I Laziali

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #116 : Martedì 30 Novembre 2010, 16:06:44 »
Proclamato lo sciopero l'11 e 12 dicembre. Dovrebbe saltare Juve-Lazio

Offline fish_mark

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #117 : Martedì 30 Novembre 2010, 16:28:47 »
ben contento di leggere certe notizie.
Si aspetta di vedere i calciatori sul tetto della copertura dell'Olimpico.
Sarebbe uno spettacolo indimenticabile, magari con le forze dell'ordine intente a caricare i gruppi di giocatori precari, quelli messi ai margini dagli allenamenti.

 :P
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #118 : Martedì 30 Novembre 2010, 16:48:54 »
bah..
ma è obbligatorio aderire allo sciopero? se una squadra mette in campo 11 giocatori, non dovrebbe essere in grado di giocare?
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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #119 : Martedì 30 Novembre 2010, 16:59:51 »
bah..
ma è obbligatorio aderire allo sciopero? se una squadra mette in campo 11 giocatori, non dovrebbe essere in grado di giocare?

Potremmo prevedre la precettazione per alcuni, mentre per altri si potrebbe garantire la loro presenza secondo in bae a un elenco delle Fasce Garantite durante lo Sciopero nelle squadre che svolgono servizio desunte dagli accordi vigenti e, in mancanza, dalle proclamazioni di sciopero.
Ad esempio Zarate, Floccari, Mauri ed Hernanes precettati, mentre per Del Nero, Lichsteiner e Matuzalem la loro presenza viene garantita fino al 20° del primo tempo e negli ultimi 20 minuti finali ...
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
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