Autore Topic: sciopero dei calciatori di serie A  (Letto 17118 volte)

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jumpingjackflash

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #20 : Venerdì 10 Settembre 2010, 19:54:49 »
Che le società possono rescindere il contratto corrispondendo solo il 50% degli emolumenti restanti sarebbe già previsto dal regolamento Fifa per i calciatori con un solo anno di contratto restante. La norma in discussione mi pare abbastanza inaccettabile, se succedesse col mio contratto di lavoro mi sembrerebbe di sognare. Ho tuttavia già sorpreso molte persone a dire "invece di pensare agli operai della Fiat", senza sapere di cosa si parli. I calciatori hanno diritto di opporsi, non tanto quelli che hanno fatto esplodere il caso (Grosso, Baptista) o quelli che vogliono starsene a casa in infradito a suon di miliardi, quanto quei difensori di un Cesena o di un Chievo che possono strappare un contratto da 200mila euro annui fino ai 32-33 anni e poi magari finiscono a coltivare un orto. Se io difensore del Cesena con moglie e figli ho 5 anni di contratto da un milione complessivo e la società decide di mandarmi a giocare nella serie A ucraina, io voglio essere libero di oppormi senza dover patire un inspiegabile taglio del 50% dello stipendio.
interessante questione caro Baruch.

secondo me però chi sceglie certi mestieri sceglie anche determinati rischi ovvero un calciatore deve mettere in preventivo di dover cambiare domicilio abbastanza spesso. Se poi invece della serie A Ucraina fosse un paese a 300 km da dove si è svolto il contratto, secondo me se ne potrebbe parlare.
 Sarebbe interessante vedere ad esempio i contratti degli attori per fare un paragone secondo me calzante.

Offline disabitato

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #21 : Venerdì 10 Settembre 2010, 22:46:15 »
ragioniamo:

io società x ho in rosa un esubero di calciatori, gli trovo una nuova collocazione a parità di trattamento contrattuale per un tempo determinato (scadenza del contratto) e dopo quella data, tu giocatore sei libero di sottoscrivere un nuovo contratto con chi vuoi (non necessariamente con la società che ti ha tenuto l'ultimo anno).

Io società x mi tolgo il costo degli ingaggi, tu professionista fai quello per cui sei pagato (tirare calci ad un pallone).
In questa situazione, tu giocatore, fai pippa e vai dove devi andare..
Non è che ti passo dal giocare a calcio al servire in mensa..
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Offline giamma

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #22 : Venerdì 10 Settembre 2010, 23:44:22 »
Dedicato ai calciatori:

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Offline Er Matador

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #23 : Sabato 11 Settembre 2010, 01:38:25 »
Il problema, di fatto, è uno solo: la sentenza Bosman, che toglie alle società un capitale tecnico ed economico alla scadenza del contratto condizionando così in maniera insostenibile tutti i rapporti fra le parti.
Qual era lo spirito originario della norma? Impedire che l'importo del parametro, da corrispondere al club con cui il contratto si era appena esaurito, pregiudicasse la possibilità per il giocatore di trovare una nuova collocazione.
Basta un veloce ragionamento per capire che una situazione del genere si concretizza solo con atleti in età non più verdissima, e quindi riformare il tutto in direzione del buonsenso: ad esempio limitando la norma a chi ha superato i 28 anni - l'età critica, oltre la quale l'investimento su un giocatore inizia a suscitare dubbi, è più o meno quella - togliendo agli altri la possibilità di svincolarsi a zero euro.
Tolto di mezzo l'elemento di disturbo rappresentato dall'attuale e folle normativa, tutto il rapporto società-giocatore si riequilibrerebbe in maniera spontanea: senza scioperi o nuove regole discutibili, e togliendo spazio nel contempo a procuratori & c. (categoria che per me andrebbe semplicemente cancellata dal calcio, fra parentesi).
L'Unione Europea si oppone? Esiste una clausola compromissoria per delimitare l'ingerenza del diritto ordinario rispetto a quello sportivo: usiamola opportunamente.
I mezzi per restituire i nullafacenti di Bruxelles alle loro competenze, cioè mangiare alle nostre spalle senza fare altri danni, ci sono tutti.

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #24 : Sabato 11 Settembre 2010, 07:12:48 »
Francamente, a parte i luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano, mi pare un buon motivo per scioperare.
E' giusto che si abbia la possibilità di rifiutare una destinazione, che si guadagni 1 euro o un miliardo. Provino a fargli preaccettare qualunque destinazione, se credono (e credo che nemmeno in quel caso possano obbligare qualcuno ad andare dove non vuole).
Che una parte dei calciatori siano lavoratori particolari è sacrosanto, non per questo si può decidere di mandarli dove si vuole...
E comunque le spese scriteriate di quasi tutte le società sono colpa delle società, non dei calciatori. Se non te le puoi permettere, non le fai. Ragionassero tutti così, il calcio sarebbe ricchissimo, altro che debiti.

zorba

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #25 : Sabato 11 Settembre 2010, 08:04:57 »
(Il Fatto Quotidiano 11.09.2010)

Anche i calciatori scioperano

STIPENDIO MEDIO: OLTRE 1 MILIONE DI EURO, MA SONO CONTRARI AL NUOVO CONTRATTO

(di Luca De Carolis)

Il pallone si fermerà per un turno, perché tra club e giocatori è guerra aperta su soldi e diritti. Ieri l’Associazione calciatori, il sindacato dei giocatori, ha indetto uno sciopero per il 25 e il 26 settembre, in occasione della quinta giornata di Serie A. Un’agitazione ampiamente annunciata, contro il mancato rinnovo del contratto collettivo e le nuove norme chieste dai club, “ma anche contro lo status di oggetto con cui veniamo trattati”, secondo il portavoce dei calciatori, il milanista Massimo Oddo. Che assicura: “Senza accordi consoni, lo sciopero si protrarrà”. Sarebbe il secondo, per il calcio italiano. L’unico precedente risale al marzo del 1996, quando i calciatori non scesero in campo per una serie di rivendicazioni: dal rinnovo dell’accordo collettivo alla ristrutturazione dei campionati. In seguito i giocatori hanno spesso minacciato di fermarsi, come strumento per contrattare. Ma questa volta fanno sul serio, perché la partita è delicatissima. La Lega di Serie A, che rappresenta i club, spinge per un contratto collettivo che riduca il peso economico e decisionale dei calciatori. Innanzitutto, vuole che i tesserati, a un anno dalla fine del contratto, siano obbligati ad accettare la cessione a un altro club (a parità di stipendio), o in alternativa la risoluzione dell’accordo, con lo stipendio dimezzato. Una norma per impedire casi come quello dello juventino Grosso, che in estate ha rifiutato di passare al Milan, e del romanista Julio Baptista, che ha detto no a quattro club. I club pretendono poi che i giocatori si rivolgano solo a medici di fiducia della propria società: in caso contrario, dovrebbero pagarli di tasca propria. Possibile invece l’accordo sulla riforma degli stipendi, con riduzione delle quote fisse, e aumento di quelle flessibili, basate su rendimento e risultati. Ma per ora tra club e calciatori la distanza è enorme. Il presidente dell’Aic, Sergio Campana, bolla come “fuori di ogni immaginazione” le richieste delle società. Il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, replica: “Lo sciopero è una prevaricazione immotivata. Il nuovo contratto riguarderebbe solo 625 giocatori di A, con uno stipendio medio di un milione e 300 mila euro. Nessuno resterebbe senza tutele, e comunque i club sono tenuti dalla Fifa a cercare un equilibrio tra costi e ricavi”. Lunedì prossimo il presidente federale Giancarlo Abete proverà a mediare tra le parti. La Figc spera almeno in una soluzione intermedia, ovvero il rinvio dell’inizio delle gare al posto dello sciopero.

jumpingjackflash

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #26 : Sabato 11 Settembre 2010, 08:10:55 »
Francamente, a parte i luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano, mi pare un buon motivo per scioperare.
E' giusto che si abbia la possibilità di rifiutare una destinazione, che si guadagni 1 euro o un miliardo. Provino a fargli preaccettare qualunque destinazione, se credono (e credo che nemmeno in quel caso possano obbligare qualcuno ad andare dove non vuole).
Che una parte dei calciatori siano lavoratori particolari è sacrosanto, non per questo si può decidere di mandarli dove si vuole...
E comunque le spese scriteriate di quasi tutte le società sono colpa delle società, non dei calciatori. Se non te le puoi permettere, non le fai. Ragionassero tutti così, il calcio sarebbe ricchissimo, altro che debiti.
se ti riferisci alla mia postilla, non ho detto che sia ingiusto pagare tanto i giocatori, volevo solo far notare come i maggiori introiti delle società dovuti in prevalenza ai diritti televisivi fossero stati di fatto assorbiti in maggioranza dalle spese per i calciatori. A fronte anche di questo ragionamento e visto che i giocatori sono un bene patrimoniale delle società, auspico che si trovi un equilibro tra il potere contrattuale dei calciatori e quello delle aziende calcistiche. Tale equilibrio è ad oggi completamente sbilanciato a favore delle pippearsugo.

Offline Er Matador

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #27 : Sabato 11 Settembre 2010, 11:29:41 »
Francamente, a parte i luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano, mi pare un buon motivo per scioperare.
E' giusto che si abbia la possibilità di rifiutare una destinazione, che si guadagni 1 euro o un miliardo.
Che il tormentone "sono miliardari, quindi..." abbia stancato è un fatto. Per meglio dire: lo capisco da parte dell'uomo della strada, che lo sciopero e le lamentele dei dipendenti li associa a tutt'altro tipo e gravità di situazioni economiche individuali.
Non lo accetto da un giornalista: in primo luogo perché il suo ruolo sarebbe quello di equilibrare le istanze popolari più epidermiche con analisi sostenute da ben altra lucidità e preparazione, non di seguirle demagogicamente per vendere copie; in secondo luogo perché la categoria di cui fa parte, almeno nelle passate generazioni, è una fra le ultime a poter parlare di contratti.
Mi permetto però un paio di osservazioni:

a) l'accettazione obbligata di un trasferimento sarà contestabile in sé con buone ragioni, ma arriva in un contesto eccessivamente sbilanciato a favore dei giocatori: la mia speranza è che possa trattarsi di un'arma tattica, di una proposta estrema in un senso per rafforzare la propria posizione nella ricerca di un accordo a metà strada.
Certo il modo in cui hanno agito le società, introducendola direttamente nel Regolamento, non è il massimo della diplomazia;

b) oltre a non essere nei fatti comuni lavoratori, i giocatori dispongono di tutt'altre opportunità per difendere i propri diritti: se un normale dipendente e Ibra hanno problemi coi rispettivi datori di lavoro, non credo che il diritto di tribuna e l'audience siano gli stessi in entrambi i casi.
Pur rispettando le loro ragioni, sono proprio in torto se affermo che lo sciopero, almeno nella scelta del mezzo per farsi sentire, rimane una spaventosa mancanza di buon gusto?

E comunque le spese scriteriate di quasi tutte le società sono colpa delle società, non dei calciatori. Se non te le puoi permettere, non le fai. Ragionassero tutti così, il calcio sarebbe ricchissimo, altro che debiti.
Qui a mio avviso sbagli. Basta considerare come i giocatori intendono i contratti a rendimento: butto due palloni in rete? Chiedo subito un aumento, minacciando di andarmene e iniziando a tirare indietro la gamba se non vengo accontentato. Faccio schifo? C'è un contratto da rispettare, ma solo in questo caso, e prendo soldi rubati o quasi.
Colpa dei club anche questo? In un certo senso sì, perché sono loro ad aver spinto per bestialità legislative come lo svincolo a parametro zero e la libera circolazione nella prospettiva, rivelatasi totalmente infondata, di speculare su un mercato calciatori meno rigido.
Ma negare che i calciatori e i loro parassiti si siano comportati da usurai mi sembra problematico.
La soluzione? Piantarla con la deregulation selvaggia imponendo, nel quadro del fair play finanziario, una percentuale massima del bilancio societario da destinare agli ingaggi, pena l'esclusione dalle competizioni Uefa.
Ci si arrivi pure per gradi, ma la strada è questa: a quel punto i rapporti si riequilibrerebbero senza scomodare il vincolo o altri fantasmi del passato.

Offline disabitato

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #28 : Sabato 11 Settembre 2010, 12:44:48 »
Concordo in parte con er matador..

ricordiamoci che nel caso Pandev (guarda caso tutto questo casino si alza dopo che noi ce la siamo presa nel chulo, e da quando i dissidenti hanno colori meno nobili dei nostri) s'è tirato il ballo come la Lazio non permettesse l'espressione professionale del ragazzo ecc ecc.

PROBLEMA

le società hanno giocatori che non fanno più parte del progetto tecnico.
I giocatori però non vogliono veder lesa la loro dignità professionale.

SOLUZIONE

Ti mando a giocare presso un altro club con condizioni contrattuali migliori od uguali a quelle che ti offro io, per la durata residua del contratto, dopodichè sei padrone del tuo cartellino e vai dove ti pare.

viene da sè che un giocatore con un ingaggio anche medio (es 700k euri netti), difficilmente troverà un club della serie b ucraina disposto a pagare questa cifra.

male che ti va dall'italia puoi finire in spagna, inghilterra, francia o germania.. non è che vai a stare male.
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Offline TomYorke

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #29 : Sabato 11 Settembre 2010, 13:05:15 »
Francamente, a parte i luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano, mi pare un buon motivo per scioperare.
E' giusto che si abbia la possibilità di rifiutare una destinazione, che si guadagni 1 euro o un miliardo. Provino a fargli preaccettare qualunque destinazione, se credono (e credo che nemmeno in quel caso possano obbligare qualcuno ad andare dove non vuole).
Che una parte dei calciatori siano lavoratori particolari è sacrosanto, non per questo si può decidere di mandarli dove si vuole...
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Siccome credo ti riferissi a me, perchè capisco che quello che ho scritto possa sembrare uno sfogo da "uomo della strada" come lo definisce el matador, io non credo ci sia nessun luogo comune in quello che ho scritto!

Io ho detto che alcune richieste dei calciatori possono essere anche leggittime, ma se le inseriamo nel momento storico che stiamo attraversando, sinceramente lo "sciopero" ,che per me ha una valenza ben precisa, è un mezzo che i calciatori o meglio questi calciatori non si possono permettere di usare.

Sarà demagogia ma vadano a Pomigliano, abbassino la testa e si vergognino una volta tanto.

P.S. ammetto la mia mancanza di serenità in questa discussione, quindi non pretendo di aver ragione; la mia è sicuramente una reazione emotiva, dettata da certi convinzioni politiche personali, ma non ce la faccio proprio a comprendere i loro bisogni!
Bianco azzurro è il colore del cielo, è il colore che amo di più, scusa merda se ti chiamo roma, ma di merda ci sei solo tu!!

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #30 : Sabato 11 Settembre 2010, 13:45:24 »
La soluzione è ridurre il potere dei procuratori.

TomY: il luogo comune de sò miliardari e se devono vergognà non lo usi solo te, come dice bene anche Er Matador è facile fare demagogia su questo tema. Si tratta però di una trattativa tra due parti per un contratto collettivo, quindi è sacrosanto che i calciatori curino i propri interessi. Non sta a loro prendere le parti dei lavoratori di Pomigliano e non è la negazione di diritti e il regresso sostanziale di una compagine di operai che può dettare la linea su tutti i fronti di trattativa, per fortuna. Altrimenti, piegata la testa agli operai di Pomigliano, l'hai piegata a tutti. Il CCNL dei calciatori riguarda tutti, Ibra è un privilegiato tra privilegiati, non è un esempio da portare se si vuole discutere costruttivamente, altrimenti si può anche agitare lo spettro della voja de lavorà caro ad alcuni nell'ambito di qualunque tipo di trattativa tra lavoratori e datori.

Per il resto, le aste selvagge, la tratta dei calciatori e ogni distorsione di questo mercato professionistico superdrogato vede il calciatore come parte non principale: non si offrono da soli ingaggi faraonici, sono le società che fanno quello che fanno, fidando sull'interesse privato dei procuratori fin quando, poi, non se li ritrovano in casa a muovere le loro trattative-estorsione. Le società possono cambiare tutto, volendo. Non lo fanno perché il calcio è una gallina dalle uova d'oro. E' sacrosanto che la fetta più grossa spetti ai calciatori, ignorare le regole di questo showbiz è ingenuo e fuori dal tempo. E un po' schizofrenico, quando poi si chiede ai presidenti di investire.

POMATA

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #31 : Sabato 11 Settembre 2010, 14:14:52 »
Io fermerei il campionato e li manderei a cercare lavoro...ma che davvero davvero.


Offline carpelo

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #32 : Domenica 12 Settembre 2010, 11:34:56 »
Costringere un giocatore (anche multimilionario) ad andare dove decide la società mi sembra un abominio.
Ma garantirgli il 50% del salario e lasciarlo libero di cercarsi un altro ingaggio dove meglio crede, non mi pare così drammatico. Se vogliamo tutelare quei giocatori con stipendi non faraonici, si potrebbe introdurre una soglia entro la quale questo meccanismo non sia valido. O si potrebbero fare dei ragionamenti in base al numero di presenze del calciatore nella stagione precedente, oppure sull'età dello stesso.
Detto questo, proclamare uno sciopero prima ancora dell'incontro tra le parti (che avverrà lunedi, se non ho capito male) mi pare eccessivo e di cattivo gusto specie se accoompagnato dalle dichiarazioni di un Oddo in cui si chiede di non essere trattati come oggetti.
Concordo nel ritenere i procuratori (o almeno una parte di essi) una piaga sociale, ma non dimentichiamoci che i procuratori sono scelti dai calciatori, lavorano per loro e non fanno nulla che i propri assistiti non vogliano.

Offline Er Matador

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #33 : Lunedì 13 Settembre 2010, 04:26:57 »
Concordo nel ritenere i procuratori (o almeno una parte di essi) una piaga sociale, ma non dimentichiamoci che i procuratori sono scelti dai calciatori, lavorano per loro e non fanno nulla che i propri assistiti non vogliano.
Uhm... Quindi Pitta, Martins e gli altri squali che circondavano Ronaldo agivano solo su suo mandato?
D'accordo che quello del brasiliano è un caso limite per il suo "peso" debordante a livello di sponsor, marketing ecc.: ma temo che il loro strapotere dipenda almeno in parte dalla capacità di condizionare per interessi personali la volontà dei propri assistiti, impresa spesso non impossibile se si considerano intelligenza e cultura dei medesimi.
Si limitassero davvero ad una semplice consulenza gestionale, secondo me non saremmo a questo punto.

Offline carpelo

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #34 : Lunedì 13 Settembre 2010, 10:07:46 »
Le eccezioni ci sono sempre, in un senso e nell'altro. Ma se pure vogliamo far passare che i giocatori son tutti dei deficenti ed i procuratori tutti degli squali, mica possiamo incolpare le società se ci sono degli "ingenui" che si fanno abbindolare. "Ingenui" che comunque, nella maggior parte dei casi, hanno un ritorno dall'avidità dei loro procuratori

Offline Skorpius

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #35 : Lunedì 13 Settembre 2010, 18:45:46 »
Certo che parlare di diritti dei lavoratori come se "lavoratori" fosse una parola che indichi uno stato perfettamente omogeneo mi sembra un po' superficiale
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline WombyZoof

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Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #36 : Lunedì 13 Settembre 2010, 20:03:00 »
alcune istanze sono anche condivisibili, soprattutto quella del trasferiimento obbligato. il metodo dello sciopero no. qualunque cosa ma non lo sciopero.
«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

POMATA

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #37 : Martedì 14 Settembre 2010, 01:18:43 »
Dedicato a loro:



Artro che caxxi ;D ;D ;D

TD

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #38 : Martedì 14 Settembre 2010, 08:03:03 »
Gianni Mura, domenica scorsa.
Totalmente d'accordo.

"Sindacato milionari" è il titolo più ricorrente, ed è un timbro che l' Aic si porta appresso dalla nascita, dal luglio' 68. Pur ammettendo che Oddo come portavoce non è intonatissimo, vorrei ricordare che i fondatori del sindacato furono Mazzola, Rivera, Bulgarelli, De Sisti, Ernesto Castano, Losi, Corelli, Mupo, Sereni e Campana, tutti di un certo nome,o capitani,o entrambe le cose. Fossero stati calciatori di serie B o C, avrebbero fatto notizia? Ne dubito. Idem l' altroieri: avanzare richieste senza sventolare un possibile sciopero non avrebbe raccolto attenzione, né sollevato polveroni. La mia idea è che i calciatori non abbiano tutte le ragioni, ma nemmeno tutti i torti. E' indubitabile che ci siano forti spinte di restaurazione in ogni settore. Campana ha sufficiente esperienza per capire che se alle società dai un dito quelle si prendono il braccio, tanto più se mandano in campo i falchi. Alcuni calciatori saranno miliardari, ma non rubano negli asili. Hanno un contratto controfirmato da adulti consenzienti e, a occhio, non indigenti, né cardellini, né pettirossi. C' è nell' aria una voglia di tornare al vincolo, opportunamente mascherato. Le società non hanno torto a chiedere una sorta di codice etico ai giocatori, le cui cattive abitudini diurne e notturne sono aumentate. Se tu ti fai di coca e sei squalificato un anno o due, perché il tuo sgarro devo pagarlo anch' io? Però, dico al dottor Beretta che parla di pistola puntata (oops): perché le società non rendono pubbliche le multe ai giocatori? Ed è proprio obbligatorio firmare contratti superiori ai 2/3 anni? Molti guai nascono da lì. Se Grosso o Baptista non accettano il trasferimento a Istanbul o a Brema, arrivo a capirli. In Italia hanno la donna del cuore, o la scuola dei figli, e preferiscono non muoversi. Oppure, più o meno consciamente, vogliono farla pagare a un club che li ha voluti e poi rimossi, scartati, per giunta mandandogli contro i tifosi. Oppure sperano che il vento giri e torni a loro favore. Ci sono tante spiegazioni e c' è anche un contratto. Ci sono strade per risparmiare soldi. La prima che mi viene in mente è che nel mondo dello spettacolo è l' assistito a pagare la percentuale all' assistente, leggi procuratore, non il club che ingaggia il giocatore. La seconda è che se un calciatore, bravo quanto si vuole, decide di vivere con moglie, un figlio e un cane in una villa di 26 stanze l' affitto se lo paga lui, oppure si raggiunge un accordo preventivo: fino a questa cifra paga la società, da qui in su ci pensa il calciatore. Idem per le varie bollette. È un discorso che riguarda le squadre più ricche e i calciatori più ricchi: di qui i privilegi a pioggia. Assai meno chiara la richiesta dei club di pagare a rendime nto. Chi lo stabilisce il mio rendimento? Il presidente? Il direttore sportivo? Lo staff tecnico? Una media dei voti dei quotidiani sportivi? Ho perfino letto l' ipotesi di attaccanti pagati in base ai gol: sarebbe la morte dell' assist, e insieme dello spirito collettivo del gioco. Sarebbe il trionfo del pensare solo a se stessi, dell' egoismo che non s' addice a uno sport di squadra.

jumpingjackflash

Re:sciopero dei calciatori di serie A
« Risposta #39 : Martedì 14 Settembre 2010, 08:58:42 »
Gianni Mura, domenica scorsa.
Totalmente d'accordo.

"Sindacato milionari" è il titolo più ricorrente, ed è un timbro che l' Aic si porta appresso dalla nascita, dal luglio' 68. Pur ammettendo che Oddo come portavoce non è intonatissimo, vorrei ricordare che i fondatori del sindacato furono Mazzola, Rivera, Bulgarelli, De Sisti, Ernesto Castano, Losi, Corelli, Mupo, Sereni e Campana, tutti di un certo nome,o capitani,o entrambe le cose. Fossero stati calciatori di serie B o C, avrebbero fatto notizia? Ne dubito. Idem l' altroieri: avanzare richieste senza sventolare un possibile sciopero non avrebbe raccolto attenzione, né sollevato polveroni. La mia idea è che i calciatori non abbiano tutte le ragioni, ma nemmeno tutti i torti. E' indubitabile che ci siano forti spinte di restaurazione in ogni settore. Campana ha sufficiente esperienza per capire che se alle società dai un dito quelle si prendono il braccio, tanto più se mandano in campo i falchi. Alcuni calciatori saranno miliardari, ma non rubano negli asili. Hanno un contratto controfirmato da adulti consenzienti e, a occhio, non indigenti, né cardellini, né pettirossi. C' è nell' aria una voglia di tornare al vincolo, opportunamente mascherato. Le società non hanno torto a chiedere una sorta di codice etico ai giocatori, le cui cattive abitudini diurne e notturne sono aumentate. Se tu ti fai di coca e sei squalificato un anno o due, perché il tuo sgarro devo pagarlo anch' io? Però, dico al dottor Beretta che parla di pistola puntata (oops): perché le società non rendono pubbliche le multe ai giocatori? Ed è proprio obbligatorio firmare contratti superiori ai 2/3 anni? Molti guai nascono da lì. Se Grosso o Baptista non accettano il trasferimento a Istanbul o a Brema, arrivo a capirli. In Italia hanno la donna del cuore, o la scuola dei figli, e preferiscono non muoversi. Oppure, più o meno consciamente, vogliono farla pagare a un club che li ha voluti e poi rimossi, scartati, per giunta mandandogli contro i tifosi. Oppure sperano che il vento giri e torni a loro favore. Ci sono tante spiegazioni e c' è anche un contratto. Ci sono strade per risparmiare soldi. La prima che mi viene in mente è che nel mondo dello spettacolo è l' assistito a pagare la percentuale all' assistente, leggi procuratore, non il club che ingaggia il giocatore. La seconda è che se un calciatore, bravo quanto si vuole, decide di vivere con moglie, un figlio e un cane in una villa di 26 stanze l' affitto se lo paga lui, oppure si raggiunge un accordo preventivo: fino a questa cifra paga la società, da qui in su ci pensa il calciatore. Idem per le varie bollette. È un discorso che riguarda le squadre più ricche e i calciatori più ricchi: di qui i privilegi a pioggia. Assai meno chiara la richiesta dei club di pagare a rendime nto. Chi lo stabilisce il mio rendimento? Il presidente? Il direttore sportivo? Lo staff tecnico? Una media dei voti dei quotidiani sportivi? Ho perfino letto l' ipotesi di attaccanti pagati in base ai gol: sarebbe la morte dell' assist, e insieme dello spirito collettivo del gioco. Sarebbe il trionfo del pensare solo a se stessi, dell' egoismo che non s' addice a uno sport di squadra.
molto interessante. Il discorso del rendimento però non mi convince. Se un giocatore non garantisce prestazioni del livello per cui viene pagato secondo me è giusto che prenda di meno. Come si giudica il rendimento di un calciatore? interessante domanda che credo sia risolvibile però attraverso dei parametri statistici ben precisi certo non limitati al solo gol. Si potrebbero concordare dei parametri condivisi e per una volta tanto lasciare le demagogie a casa ed usare il cervello.