Autore Topic: quel che resta del giorno  (Letto 77071 volte)

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Pomata

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #640 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:00:47 »
Dagli investimenti no? Ad esempio quello sulla Salernitana, quando cominceranno a tornare gli utili dei milioni di Euro che stiamo investendo?
Perchè è un investimento vero?

Puo darsi che qualche giocatore piazzato li spunti et voilà.

L'unico cammino che abbiamo di crescere con Lotito è quello dei giovani e delle scommesse.

Prima ce ne facciamo una ragione, meglio sarà. La Lazio è questa almeno fino a quando l'opzione disabitato venga messa in atto ;D ;D ;D

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #641 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:07:12 »
In sostanza, a Federsupporters non se li è filati di pezza nessuno. Ulteriore dimostrazione (ma come? C'è dentro Felice Pulici e vogliono mettere il pepe al sedere a Lotito, io immaginavo che la gente facesse a cazzotti per collaborare con costoro!) che il tifosone chiacchiera e chiacchiera, ma poi non produce altro che aria fritta.
Sono pienamente d'accordo con Zapruder.

Premessa: convengo parecchio con chi ritiene che l'attuale Dirigenza abbia assicurato e assicuri alla Lazio risultati più che decorosi, in un fisiologico percorso ciclico di ascese e discese periodiche (possiamo obiettare sull'andamento della sequenza: prima crescita e poi decrescita o nuova crescita che segue puntualmente gli anni di fisiologica decrescita? Richiamo in ciò all'interessante post di Frank73 di qualche giorno fa).

Allo stesso tempo ritengo legittime (pur sulla base di aspettative incoerenti e irrealistiche) le rimostranze di quei tifosi che non approvano l'attuale gestione.

Eppure, buon Dio!, esiste un concreto modo per provare a far sentire la propria voce all'interno della gestione della Lazio. Imponendo quasi al maggior azionista la propria presenza (imponendo si fa per dire: si tratterebbe di percorso pienamente rispettoso della legalità da condividere, necessariamente. Magari con la benedizione degli amministratori locali, a livello cittadino e regionale).
Un rappresentante dei tifosi/azionisti della Lazio - da designare secondo rigorosi criteri di affidabilità, onestà, competenza e onorabilità - potrebbe entrare nel governo societario. Senza possibilità di influenzare la gestione, visto che l'azionista di maggioranza resterebbe tale (indicato da più del 50% dell'assemblea dei soci), ma potendo controllare, supportare, suggerire e assieme all'azionista di maggioranza - magari - individuare soluzioni per migliorare la gestione della Lazio.
--> Non penso ad alcuna co-gestione, sia chiaro. Lo chiamerei, piuttosto, coinvolgimento.

I circa 1,7 milioni di azioni che assommano al 2,5% del capitale sono un valore assai cospicuo ma che, frazionato tra non meno di mille soggetti, non sarebbe poi così impossibile da mettere assieme. Scrivo "non impossibile", intendiamoci: anni luce distante dal concetto di "facile".

Per onestà intellettuale va detto che mettere d'accordo mille teste sarebbe assai arduo e che i meccanismi di 'governo' di questa associazione di piccoli azionisti - chiamata a designare un proprio rappresentante che entrerebbe nel consiglio della Lazio - assumerebbero una valenza di capitale importanza (mi riferisco in particolare alla CRUCIALE questione della rappresentatività ovvero della definizione del soggetto che l'associazione esprimerebbe e che si candiderebbe a entrare nel Consiglio della Lazio come soggetto indipendente e di minoranza). Sarebbe di capitale importanza nel senso di assicurare, prima di ogni altra cosa, la tutela della Lazio.
Ma sarebbe possibile. E non solo in mera teoria.

La questione, correttamente sollevata da Zapruder, è che ciò richiederebbe - da parte di quanti volessero candidarsi a guidare una piccola comunità di tifosi/azionisti attivisti - oltre a un esborso finanziario di poco inferiore agli 8mila euro [agli attuali valori di mercato] - impegno, capacità di pianificazione, di organizzazione e d'azione. Disinteresse. Onestà intellettuale e alta caratura morale. E, non ultimo, amore incondizionato per la Lazio. Tutte caratteristiche, considerato quello che è in ballo, davvero difficili da riunire assieme in una o più limitate figure.
 
Un simile progetto mi affascina, mi conquista e mi esalta. Tuttavia, applicando un po' di sano buonsenso, esso pare destinato a restare confinato nel campo delle suggestioni. Quasi, mi vien da dire con amarezza, delle utopie.
Eppure, a chi mi domanda "Ma cosa fare per cambiare lo stato delle cose?", io rispondo che solo il modesto schema d'azione sommariamente esposto in questo intervento mi offre qualche speranza di modificare il contesto esistente.
Da un diretto coinvolgimento dei tifosi nella gestione del Club, dal riconoscimento (= legittimazione) reciproco fra Presidenza/Dirigenza e tifoseria, dalla maggior conoscenza collettiva delle cose di Lazio che si realizzerebbe potrebbero sperabilmente derivare grandi benefici per la Lazio e per i laziali tutti.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Frank 73

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #642 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:12:30 »
La questione è quella di criticare una gestione eccessivamente rigorosa che, di fatto, porta la società a rinunciare a sfruttare pienamente le sue risorse a disposizione. Al posto suo farei la stessa cosa, ma sai bene che se la Lazio spende ogni anno per il calciomercato sui 30 milioni di euro la richiesta che gli si fa è quella di mettere sul piatto qualcosa di più, magari 10 milioni o anche 20 in più. Personalmente, al posto suo, spenderei mediamente una decina di milioni in più il che può tradursi in qualche calciatore di qualità in più con cui arrivare a certi traguardi che con questa conduzione sono considerati a dir poco un lusso che non ci posiamo permettere.

Quindi spendere un po' di più rispetto a quanto fa adesso.
Adesso, scrivi, fa 30, ne dovrebbe spendere 40...
Immagino che se ne spendesse 40, il "piccolo sforzo" sarebbe arrivare a 50...
E così via.

Qual era il piccolo sforzo la scorsa estate? Non so, a leggere le analisi del giorno in cui MS pascolava per il Comunale di Firenze, il piccolo sforzo sarebbe dovuto essere il serbo ormai sfumato. Il giorno dopo il piccolo sforzo è diventato un altro.

Il giorno in cui ci soffiarono Astori, il "minimo sforzo" per riparare il danno (anche di immagine) era acquistare per forza De Vrij e mettergli vicino un mestierante della difesa. E' arrivato De Vrij dopo qualche giorno e il mestierante già non bastava più.

E' il tifoso, è normale, sono normali aspettative di un tifoso. Sono le conseguenze (apocalittiche) che stento a comprendere.

Una volta non avevi grosse possibilità di scelta. Per vedere la partita ci dovevi andare allo stadio, altrimenti ti dovevi accontentare di qualche filmato, magari alle 23,30, oppure la tradizione orale di amici, parenti e giornalisti. Oggi non hai problemi e questo porta molta, troppa gente, di fatto, lontana dallo stadio il vero e unico posto dove si gioca la partita.
Non è colpa dei tifosi ma di chi ha voluto tutto questo: da altre parti non fanno esattamente le stesse e cose e gli stadi sono pieni. Poi ci sarebbero altre cose da dire (club, curva, società) ma andremo troppo oltre.
La questione dell’ALIBI non ha alcuna rilevanza. Interessa un ristretto gruppetto di persone, non la grande massa dei tifosi che chiedono solo una cosa: una squadra forte e la possibilità di sognare traguardi importanti.

E' un processo inevitabile. Chinaglia lo potevi "vedere" da casa ascoltando la radiocronaca di Enrico Ameri, Piola no. Non per questo disertavi lo stadio preferendo il surrogato.
Il progresso ci ha portato il bar dello sport su Internet, tutte le partite in tv, ecc.
Ma non si può eliminarlo. La televisione ha ucciso il cinema? Che facciamo, vietiamo i televisiori?
Il fatto che non ovunque sia così, che da altri Paesi non si faccia una programmazione televisiva come la nostra, non spiega il tutto. E poi la situazione Lazio è particolare anche rispetto agli altri club italiani, che albergano nello stesso sistema.
Se un club italiano ha una potenzialità di 50 mila tifosi (Lazio-Empoli), se l'anno dopo delude è normale che la partecipazione scenda. Ma a 25/30 mila, è questo il calo che si verifica altrove e si è sempre verificato da noi.
Non le cinque/seimila persone allo stadio. C'è altro e non è corretto, né in chi ha un'opinione, né in chi ne ha un'altra, attribuirlo ad un solo aspetto o a pochi e definiti "colpevoli". Forse le cause sono diverse e il risultato patologico che viviamo è un insieme di concause. Focalizzarsi su una ci allontana dalla corretta analisi e dalla ricerca delle soluzioni.
"Chi ama la Lazio va a vedere la Lazio" (S. Cragnotti)

Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #643 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:14:05 »
Indovina un po ...

No spiega, io non ho molto intuito. Da dove dovrebbero uscire questi 10 milioni in più che tu spenderesti?

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #644 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:16:53 »
No spiega, io non ho molto intuito. Da dove dovrebbero uscire questi 10 milioni in più che tu spenderesti?

Io ho poche idee e molto confuse.
Ho bisogno quindi di leggere i contributi di altri. Per esempio leggo volentieri le tue, sicuramente copiose e chiarissime, anche se finora non percepibili al tatto.
Quindi la palla sta a te. Dacci dentro.
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Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #645 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:19:57 »
Io ho poche idee e molto confuse.
Ho bisogno quindi di leggere i contributi di altri. Per esempio leggo volentieri le tue, sicuramente copiose e chiarissime, anche se finora non percepibili al tatto.
Quindi la palla sta a te. Dacci dentro.

Hai detto che spenderesti 10 milioni in più l'anno. Quindi hai le idee molto chiare in merito: altrimenti perché non 100?

Donde verrebbero fuori 'sti 10 milioni?

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #646 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:30:09 »
Quindi spendere un po' di più rispetto a quanto fa adesso.
Adesso, scrivi, fa 30, ne dovrebbe spendere 40...
Immagino che se ne spendesse 40, il "piccolo sforzo" sarebbe arrivare a 50...
E così via.

Non metterla così in burla. Ho rappresentato un’idea del limite un pochino più audace di quella interpretata da Lotito. Non mi sembra una critica così’ feroce.

Qual era il piccolo sforzo la scorsa estate? Non so, a leggere le analisi del giorno in cui MS pascolava per il Comunale di Firenze, il piccolo sforzo sarebbe dovuto essere il serbo ormai sfumato. Il giorno dopo il piccolo sforzo è diventato un altro.

Il giorno in cui ci soffiarono Astori, il "minimo sforzo" per riparare il danno (anche di immagine) era acquistare per forza De Vrij e mettergli vicino un mestierante della difesa. E' arrivato De Vrij dopo qualche giorno e il mestierante già non bastava più.

E' il tifoso, è normale, sono normali aspettative di un tifoso. Sono le conseguenze (apocalittiche) che stento a comprendere.

Non si capisce quale sia il tuo timore. Per quanto mi riguarda le priorità delal squadra erano ben note a giugno, il 1° giugno e si aveva tutta la possibilità di intervenire per tempo e senza spendere fantastiliardi.
Invece si è fatto altro con i soliti tempi della nostra proprietà. La cinematografia è ben nota. Se per te non è un problema, per me incide molto sulla competitività della squadra.

E' un processo inevitabile. Chinaglia lo potevi "vedere" da casa ascoltando la radiocronaca di Enrico Ameri, Piola no. Non per questo disertavi lo stadio preferendo il surrogato.
Il progresso ci ha portato il bar dello sport su Internet, tutte le partite in tv, ecc.
Ma non si può eliminarlo. La televisione ha ucciso il cinema? Che facciamo, vietiamo i televisiori?
Il fatto che non ovunque sia così, che da altri Paesi non si faccia una programmazione televisiva come la nostra, non spiega il tutto. E poi la situazione Lazio è particolare anche rispetto agli altri club italiani, che albergano nello stesso sistema.
Se un club italiano ha una potenzialità di 50 mila tifosi (Lazio-Empoli), se l'anno dopo delude è normale che la partecipazione scenda. Ma a 25/30 mila, è questo il calo che si verifica altrove e si è sempre verificato da noi.
Non le cinque/seimila persone allo stadio. C'è altro e non è corretto, né in chi ha un'opinione, né in chi ne ha un'altra, attribuirlo ad un solo aspetto o a pochi e definiti "colpevoli". Forse le cause sono diverse e il risultato patologico che viviamo è un insieme di concause. Focalizzarsi su una ci allontana dalla corretta analisi e dalla ricerca delle soluzioni.

La mia critica non è luddista e non sto qui a proporre di abolire i televisori e di costringere, anche manu militari, a riportare la gente al cinema. Certo oggi i cinema sono cambiati e non vedrai più la maxi sala dell’Atlantic, ma una multisala al suo posto, così come non ha senso pretendere di portare 70 mila persone domenicalmente allo stadio, quando è già sufficiente che siano 40-50 mila mentre tutto il resto degli appassionati può seguire lo spettacolo ovunque si trovi, anche con lo smartphone. Il cinema non è morto così come addirittura il web ha rilanciato la musica dal vivo, visto che i cantanti per fare soldi sono costretti proprio ad esibirsi altrimenti non farebbero un centesimo con la musica sulla rete.
Sei tu che ti lamentavi dello stadio deserto ed è un dispiacere che provo anche io. Ma la questione dell’alibi e del complotto non spiega nulla: fa soltanto tenerezza, mi scuserai. Sono tante le cause, hai ragione, e io ho provato a indicarne diverse nel passato: TV, ma anche orari sfalsati e che cambiano in continuazione, troppe partite serali e un calendario che non da punti fermi. Di certo, in Inghilterra e Germania non fanno molte cose che facciamo da noi, come tutte le partite in TV oppure i posticipi al lunedì e gli anticipi al venerdì.
Ti ricordi il Borussia Moechengladbach da noi elimianto in Europa League? Dopo la partita del giovedì si giocò la sua partita di campionato al sabato (in Bundesliga fanno un anticipo al venerdì sera, 6 partita in contemporanea il sabato pomeriggio, altre due al pomeriggio della domenica).

Hai detto che spenderesti 10 milioni in più l'anno. Quindi hai le idee molto chiare in merito: altrimenti perché non 100?

Donde verrebbero fuori 'sti 10 milioni?

Perché non stai parlando con il solito cazzaro del baretto dello sport che tu cerchi tanto.
Se vuoi parlare seriamente io ti ho dato una cifra.
A te invece interessa non proporre la tua tesi, che non hai (forse perché troppo impegnato a fare il defensor societatis) ma cercare i punti critici della mia (ce ne sono quanti ne vuoi) per metterla in cojonella.
Se vuoi divertirti fai pure.
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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #647 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:38:49 »
Bravo frank ottimo davvero


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Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #648 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 17:59:45 »
Perché non stai parlando con il solito cazzaro del baretto dello sport che tu cerchi tanto.
Se vuoi parlare seriamente io ti ho dato una cifra.
A te invece interessa non proporre la tua tesi, che non hai (forse perché troppo impegnato a fare il defensor societatis) ma cercare i punti critici della mia (ce ne sono quanti ne vuoi) per metterla in cojonella.
Se vuoi divertirti fai pure.

Hai detto che spenderesti 10 milioni in più l'anno.

Perché non 100?

Se hai detto 10 e non 100 vuol dire che sai che si può spendere 10, ma non si può spendere 100. Quindi hai le idee ben chiare sui conti. Perché non spieghi anche a noi in che modo Lotito avrebbe la possibilità di spendere 10 mln in più sul mercato ogni anno, ma non lo fa?

Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #649 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 18:01:42 »

La questione, correttamente sollevata da Zapruder, è che ciò richiederebbe - da parte di quanti volessero candidarsi a guidare una piccola comunità di tifosi/azionisti attivisti - oltre a un esborso finanziario di poco inferiore agli 8mila euro [agli attuali valori di mercato] - impegno, capacità di pianificazione, di organizzazione e d'azione. Disinteresse. Onestà intellettuale e alta caratura morale. E, non ultimo, amore incondizionato per la Lazio. Tutte caratteristiche, considerato quello che è in ballo, davvero difficili da riunire assieme in una o più limitate figure.

Somme molto elevate. In realtà, Federsupporters si riprometteva, molto più prosaicamente di riunire sotto il suo ombrello coloro GIA' in possesso di azioni della Lazio. Nessuna spesa.

Ma non se li è intruppati nessuno lo stesso.

Offline fish_mark

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #650 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 18:09:36 »
Hai detto che spenderesti 10 milioni in più l'anno.

Perché non 100?

Se hai detto 10 e non 100 vuol dire che sai che si può spendere 10, ma non si può spendere 100. Quindi hai le idee ben chiare sui conti. Perché non spieghi anche a noi in che modo Lotito avrebbe la possibilità di spendere 10 mln in più sul mercato ogni anno, ma non lo fa?

Ho detto 10 e non 100. Non è un errore di battitura ho detto proprio 10 e non 100 e nell'economia del discorso che ho fatto (mille volte) hai capito benissimo (da tempo) perché proprio 10 in più, e non 100.
Piuttosto sono sicuro che puoi spiegare perché Lotito non lo fa. Te lo chiedo perché ti vedo animato da uno spirito aziendalistico molto sincero e profondo. Ti leggo volentieri.
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Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #651 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 18:13:52 »
Somme molto elevate. In realtà, Federsupporters si riprometteva, molto più prosaicamente di riunire sotto il suo ombrello coloro GIA' in possesso di azioni della Lazio. Nessuna spesa.
I miei calcoli (purtroppo errati) si basavano sull'entità del 2,5% delle azioni, oggi riferito in una risposta a CP 4.0. Avevo moltiplicato il numero per il valore unitario ad oggi delle azioni. Ho preso una topica: 1.693.472 azioni, pari al 2,5% del capitale della SS Lazio Spa, oggi varrebbero circa 750mila euro. Per raggiungere tale valore mille soggetti sarebbero chiamati a investire in teoria (non funziona così) 750 euro a testa. Valori ben più modesti dei circa 8mila indicati a spoposito nel precedente post.

Peraltro, la soluzione tecnica che ipotizzerei per una simile operazione sarebbe una sorta di aumento di capitale 'dedicato', ammesso che ciò si rivelasse fattibile (non lo so, la mia è una mera suggestione). Detto aumento di capitale 'dedicato' consentirebbe a mille nuovi soci di entrare nel capitale della Lazio apportando mezzi finanziari freschi, che andrebbero direttamente alla Lazio.
Settecentocinquantamila euro non sono cifre enormi ma potrebbero costituire la base di un fondo ad hoc per finanziare iniziative dedicate al consolidamento della fidelizzazione della tifoseria come pure all'ampliamento della base dei sostenitori.
Più serio operare così, anziché provare a coinvolgere gli azionisti già in essere, dispersi e difficilmente mobilitabili. E un cui intervento non apporterebbe alcun vantaggio finanziario alla Lazio (essendo costoro già azionisti).

Ciò detto, va rimarcato come hai giustamente fatto che all'epoca l'iniziativa avviata da un'organizzazione che ambiva a rappresentare i tifosi/azionisti non riscosse alcun successo.
Buon viaggio, caro Piero.

CP 4.0

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #652 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 18:33:53 »
non credo che ci sia bisogna neanche di dare soldi a qualcuno, basta acquistare le azioni e poi organizzarsi.

ma forse e' troppo semplicistica.

Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #653 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 18:39:18 »
Ciò detto, va rimarcato come hai giustamente fatto che all'epoca l'iniziativa avviata da un'organizzazione che ambiva a rappresentare i tifosi/azionisti non riscosse alcun successo.

Storicamente, i tentativi di richiedere contribuzioni straordinarie al tifoso sono sempre falliti in modo misero e triste.

Del resto, il tifoso fa il suo al botteghino, pagando l'abbonamento a Sky e acquistando prodotti ufficiali. Siamo abituati (in Italia) a un ritorno molto diretto e immediato, nel rapporto con il club per cui tifiamo: siamo disposti a pagare 90 Euro uno straccetto di maglietta (inteso come qualità, sia chiaro) che ne vale al massimo 15, perché il rapporto col prodotto comprato è estremamente empatico: la mia maglia della Lazio. Il mio posto allo stadio, eccetera. Il mattone col mio nome allo stadio, per il contributo dato alla sua costruzione è invece un concetto molto anglosassone, non ci appartiene: niente da fare.

Per questo l'idea che anche gli antilotitiani più feroci mettano 10 Euro l'anno, o semplicemente si coalizzino in modo gratuito ma strutturato pur di combattere l'odiato panzone, è perdente. Non è una questione di "ignavia", è semplicemente la conseguenza di una cultura. Dice, allora perché c'è la diserzione di massa dello stadio quando il tifoso viene sensibilizzato in tal senso? Perché il messaggio è molto più diretto e semplice, e l'istinto del branco fa il resto.

Ma il sistema calcio ha già scavalcato il problema: l'incasso al botteghino conta poco. Non fosse così, non assisteremmo allo spargimento delle partite del nostro fu bel campionato di A dal venerdì al lunedì e su ogni orario immaginabile.

Inoltre, l'idea che i presidenti dei club di seconda fascia - quelli a immediato ridosso di Milan Inter e Juventus, per capirci - si arrovellino per trovare la maniera di vincere lo scudetto e operino in tal senso va totalmente abbandonata: questo è vero per Lotito come per gli altri competitori: che si sono adoperati invece per gonfiare il più possibile i ricavi televisivi: promuovendo un torneo pletorico e interminabile che, come ampiamente spiegato - perfino da Fish! - in questa ed altre discussioni, comporta la difficoltà estrema (e finora insuperata) anche per un club come l'as che galleggia tra prima e seconda fascia di vincere il torneo.

Che fare allora?

Paradossalmente, l'unica soluzione per mettere il pepe al qulo del gestore panzone è quella di... aumentare i ricavi. Costringendolo a spendere i soldi che entrano, esattamente come ha fatto negli ultimi 12 anni visto che la Lazio dividendi - salvo non mi sia perso qualcosa - non ne distribuisce. Se entrano più soldi, sarà costretto a spenderne di più. Non c'è altra strada per il tifoso. Quello che vuole veramente bene alla Lazio, s'intende.

Offline Il lodolaio

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #654 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 18:54:11 »
No spiega, io non ho molto intuito. Da dove dovrebbero uscire questi 10 milioni in più che tu spenderesti?

Io ti ho risposto, tu hai detto che non sei d'accordo.
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"

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« Risposta #655 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 19:01:15 »
Storicamente, i tentativi di richiedere contribuzioni straordinarie al tifoso sono sempre falliti in modo misero e triste.

Del resto, il tifoso fa il suo al botteghino, pagando l'abbonamento a Sky e acquistando prodotti ufficiali. Siamo abituati (in Italia) a un ritorno molto diretto e immediato, nel rapporto con il club per cui tifiamo: siamo disposti a pagare 90 Euro uno straccetto di maglietta (inteso come qualità, sia chiaro) che ne vale al massimo 15, perché il rapporto col prodotto comprato è estremamente empatico: la mia maglia della Lazio. Il mio posto allo stadio, eccetera. Il mattone col mio nome allo stadio, per il contributo dato alla sua costruzione è invece un concetto molto anglosassone, non ci appartiene: niente da fare.
per questo l'idea che anche gli antilotitiani più feroci mettano 10 Euro l'anno, o semplicemente si coalizzino in modo gratuito ma strutturato pur di combattere l'odiato panzone, è perdente. Non è una questione di "ignavia", è semplicemente la conseguenza di una cultura.

Dice, allora perché c'è la diserzione di massa dello stadio quando il tifoso viene sensibilizzato in tal senso? Perché il messaggio è molto più diretto e semplice, e l'istinto del branco fa il resto.

Qui cominci a tornare sul tuo vecchio repertorio.

Ma il sistema calcio ha già scavalcato il problema: l'incasso al botteghino conta poco. Non fosse così, non assisteremmo allo spargimento delle partite del nostro fu bel campionato di A dal venerdì al lunedì e su ogni orario immaginabile.

Perché gli industriali del pallone nazionale la pensano così. In altri campionati, peraltro molto più ricchi televisivamente, a fronte di una distribuzione di diritti TV molto ipiù equa, hanno introiti da stadio molto più cospicui dei nostri senza contare le presenze sugli spalti. E’ un problema del calcio italiano, che non può essere un motivo di vanto, né uno strumento concui si argina lo strapotere dei tifosi. Di chi? Delle frangie organizzate? Sono davvero pericolose? Oppure non sono servite finora come “servizio d’ordine” delle varie società?

Inoltre, l'idea che i presidenti dei club di seconda fascia - quelli a immediato ridosso di Milan Inter e Juventus, per capirci - si arrovellino per trovare la maniera di vincere lo scudetto e operino in tal senso va totalmente abbandonata: questo è vero per Lotito come per gli altri competitori: che si sono adoperati invece per gonfiare il più possibile i ricavi televisivi: promuovendo un torneo pletorico e interminabile che, come ampiamente spiegato - perfino da Fish! - in questa ed altre discussioni, comporta la difficoltà estrema (e finora insuperata) anche per un club come l'as che galleggia tra prima e seconda fascia di vincere il torneo.

Oh finalmente siamo d’accordo. Ma questo è il risultato di un epoca davvero piccina, con personaggi davvero piccini. E parlo in generale. Accettare un campionato dove ci sono un paio di competitor e il resto da sparring partner (e lo stesso vale in Europa dove non se ne può più di Barca, Mancester e Real).
Oggi è impossibile un Cragnotti, come anche un Ferlaino che va a prendersi un Maradona per vincere lo scudetto, perché aveva questa idea in mente, dal momento che se ti vai a prendere un giocatore del genere hai quell’obiettivo di fondo.

Che fare allora?
Niente, se non attendere che arrivino personaggi con idee e ambizioni migliori.

Paradossalmente, l'unica soluzione per mettere il pepe al qulo del gestore panzone è quella di... aumentare i ricavi. Costringendolo a spendere i soldi che entrano, esattamente come ha fatto negli ultimi 12 anni visto che la Lazio dividendi - salvo non mi sia perso qualcosa - non ne distribuisce. Se entrano più soldi, sarà costretto a spenderne di più. Non c'è altra strada per il tifoso. Quello che vuole veramente bene alla Lazio, s'intende.

Che la Lazio non distribuisca dividendi è affermazione priva di senso, anche se stiamo parlando di società con fine di lucro. Non corrisponde a prescrizione medica distribuire dividendi, specie in un azionariato polverizzato come la Lazio.
Che il tifoso debba spendere più soldi è anche questa affermazione che sfiora il senso del ridicolo per una serie di motivi. Primo, perché il nostro azionista di maggioranza non ha la minima ambizione di poter arrivare a sfidare il titolo, per sua stessa dichiarazione. Al personaggio la Lazio piace così. Punto. Pace.
Secondo, perché se anche il tifoso si mobilitasse l’incidenza sul bilancio sarebbe appena percettibile, visto che con il merchandising si viaggia su cifre da 1,5 mln al massimo, mentre dal botteghino si arrivò soltanto nel primo anno lotitiano a 14 mln di euro di incassi, grazie anche alla partecipazione nell’allora coppa Uefa.
Sono altri i margini che una società può scandagliare per acquisire maggiori risorse: lo sponsor (eh si, proprio quello) come anche la capacità di vendere i giocatori, visto che da qualche anno il piatto piange e l’abilità negoziale del nostro non sembra più così smagliante come un tempo. Stanno proprio qui i 10 milioni in più, ulteriori, aggiuntivi, rispetto a quelli che già in più può spendere e non fa (per sua legittima e incontestabile decisione) l’attuale azionista di maggioranza.
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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #656 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 19:08:01 »
Storicamente, i tentativi di richiedere contribuzioni straordinarie al tifoso sono sempre falliti in modo misero e triste.

ne ho già parlato, cioè scritto da queste parti, più d´una volta; in nessuna delle occasioni ho letto interventi di quelli che oggi (e, comunque, da 11 anni in qua) scrivono interventi su interventi e risposte su risposte facendo conti e piani immaginativi.

Il presidente Miceli (e qui mi affido al grandioso lavoro di Laziowiki - http://www.laziowiki.org/wiki/Miceli_Angelo), dal quale estraggo un passaggio interessante:

Mentre la squadra si apprestava a tornare in serie A, anche grazie all'abilità di Juan Carlos Lorenzo, improvvisamente Brivio scomparve misteriosamente e quindi il 21 febbraio 1963 fu necessario ripristinare il consolato tra Giovannini e Miceli.
Il successivo 18 giugno Siliato affidò proprio ad Angelo Miceli i destini di una Lazio priva di ogni risorsa economica. Questo dirigente, molto orgoglioso e già coinvolto emotivamente, cedette alle lusinghe e alle promesse di Siliato che però non trovarono riscontro alcuno nella realtà e la sospirata trasformazione della Lazio in Società per Azioni si esaurì di fronte ai soli 7 milioni racimolati. Il 29 settembre, dopo aver pagato di tasca propria gravosi e improrogabili effetti in scadenza, Miceli fu nominato Commissario straordinario. Divenne presidente il successivo 12 dicembre e sempre alla disperata ricerca di liquidi, ideò insieme a Lorenzo il cosiddetto Piano MI-LOR (Miceli-Lorenzo) che permise alla società di vivere con un minimo di tranquillità. Si trattava di anticipare il costo di 4 annualità di abbonamento in tribuna Monte Mario, per un totale di 200.000 lire, da parte di almeno 3.000 tifosi, per ricavare repentinamente 600 milioni da destinare alla campagna acquisti e al pagamento degli stipendi dei giocatori. Il cinico abbandono della Lazio a favore della Roma da parte di Lorenzo, spense però molti entusiasmi e il 30 settembre 1964 Miceli, stanco e deluso, tornò in un primo tempo ad essere Commissario per dimettersi poco dopo.
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Abbiamo ancora voglia di parlare di compartecipazioni; basta per favore   :(
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Il lodolaio

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #657 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 19:14:53 »
Un paradosso: alla Lazio conviene vendere un giocatore a 60mln di euro ? La risposta è  NO.
Analizziamo.
Se vendi un giocatore a quelle cifre, potresti, facendo degli esempi, prendere un giocatore a 50mln o 3 a 20mln.
Me se spendi quelle cifre non puoi dargli poco di ingaggio, quindi significherebbe alzare il monte ingaggi.
Prendere tanti giocatori a poco ? Non possiamo, siamo la Lazio, le critiche sarebbero tantissime.
Meglio invece la politica del non abbiamo venduto nessuno che consiste nel tenerseli fino all'ultimo per venderli poi a 20mln max, in questo modo si possono prendere giocatori a 5mln non alzando il monte ingaggi.
Il bilancio sarebbe a posto, le aspirazioni sportive no.
Quindi noi potremmo avere un Cavani, ma non avremo mai un Higuain.
Si può chiedere ai tifosi che gli vada bene tutto questo ?
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"

Offline Drenai

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #658 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 19:26:35 »
non è vero.
il monte ingaggi della lazio viene tenuto entro una percentuale del faturato in modo abbastanza rigido (quando è cresciuto al limite si è provveduto a calmierarlo) non per tirchieria, ma semplicemente per avere quel minimo margine di manovra sul mercato. se la lazio spingesse il monte ingaggi al limite della sostenibilità potrebbe fare mercato solo coi prestiti.

per questo motivo io sono d'accordo con te che la lazio non prenderebbe un higuain anche qualora si ritrovasse per le mani un cavani (credo di averlo gia scritto questo identico esempio) ma non perchè "non può", semplicemente perchè ritiene a torto o a ragione piu competitiva una rosa piu equilibrata. viceversa a differenza tua io ritengo che i 3 giocatori da 20 siano sostenibilissimi, e credo perfettamente compatibili con la strategia societaria solo che non sarebbero giocatori gia maturi (perchè come dici tu andremmo fuori parametro col monte ingaggi) ma bensì talenti giovani in modo da mantenere i loro stipendi entro i nostri paletti. esattamente come facciamo ora, solo che con 20 milioni puoi pescarli anche da realtà piu competitive invece di andarli a pescare per forza in squadre sconosciute.
"It's not that I like winning that much, it's that I HATE losing"
Larry Bird

Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #659 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 19:31:18 »
Negli ultimi 6 anni le squadre italiane sono state eliminate ai play off di CL 5 volte. Due volte l'Udinese, una ciascuna Lazio, Napoli e Sampdoria. Solo il Milan è riuscito a qualificarsi nel 2013/14. Il rischio di eliminazione, per un club che non ha una tradizione molto forte, è assai elevato. L'ultima squadra di seconda fascia a passare il preliminare fu la Fiorentina nel 2009/10, grazie a un pari in casa (1-1) e uno in trasferta (2-2) con lo Sporting Lisbona.

Il rischio di non farcela è estremamente elevato, e l'ipotesi di recuperare "l'investimento" con cessioni è legato alla disponibilità dei calciatori: per giunta deprezzati dalla legge della domanda e dell'offerta, perché lo stato di necessità di chi vende depaupera ulteriormente il prezzo. Molto, molto rischioso.

Peraltro, quale è stato l'effetto positivo di quella partecipazione alla CL sui campionati della Fiorentina? 47 punti nello stesso 2009-10, 51 l'anno successivo, 46 nel 2011-12. Poi 70, 65 e 64: e spero che a nessuno venga da dire che l'effetto-CL si sia concretizzato dopo tre anni.

Ce n'è abbastanza per scartare decisamente l'idea che "entro in CL così aumento i ricavi e faccio ooooo squadrone": anzi, ce n'è abbastanza per una gestione societaria per starsene alla larga da quel torneo. Salvo che per le 3+1 squadre i cui bilanci permettono di partecipare.

E il tifoso?

S'attacca al causio: ormai tifa per un calcio che divora sé stesso e il concetto stesso della gratificazione a tutti i livelli derivante dalla partecipazione a un torneo. E quelli come Biglia, de Vrij, Candreva, Anderson, che aspirano al massimo scenario continentale, otterranno il loro scopo semplicemente cambiando squadra.

In questo senso, l'idea della SuperLega europea non è altro che la certificazione di uno stato di fatto già consolidato. C'è chi può permettersi di partecipare, e chi no. Alla faccia del meccanismo delle promozioni/retrocessioni e delle qualificazioni.

L'idea che un Lotito alla guida di una Lazio, anche a colpi di ipotetici aumenti di capitale, possa rimontare questo stato di cose, è semplicemente utopia. Anche un'iniezione a bilancio di 100 milioni una tantum (impensabile) scucirebbe un ricco baffo alla giostra: che avrebbe un piccolo sussulto, poi s'ingoia i 100 milioni e tanti saluti.

Il cosiddetto "tifoso" che strepita abbaia a una luna che sta lì tranquillamente per i fatti suoi. Lotito è, sì, responsabile della nostra impotenza a vincere: per il semplice motivo che della giostra fa parte anche lui. Né più, né meno di altri. Chi pensa che l'avvento dei diritti tv sia un vantaggio per i club come il nostro, non ha semplicemente capito nulla: è invece proprio la pietra tombale, perché dilata a dismisura le distanze già esistenti. Chi chiede aumenti di capitale e cose del genere continua a ragionare, lui sì, come fossimo negli anni '70.