Autore Topic: quel che resta del giorno  (Letto 77190 volte)

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #540 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:12:22 »
Perché non ti va di rispondere a domande precise? Li non ci sono risposte altrettanto precise

Inviato dal mio SM-N910F utilizzando Tapatalk

perche' le risposte precise portano ad altre domande che portano ad altre risposte che aprono la strada per altre domande che dovranno essere risposte al che nuove domande saranno poste per cui tocca rispondere ...

come appunto nell'esempio fatto, o il ritorno delle collaterali e l'andazzo di questo topic, che finora, come da me gia' detto, offre una antologia dei pezzi piu' belli di questi ultimi 10 anni.

vedi la mia firma(e) o il proseguio del topic dopo il tuo post qui quotato.

a me di ripetermi non va. su questo sono un po' paganini.

Offline Fabio70rm

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #541 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:14:34 »
Do il bentornato a Zap e a Mago Merlino, spero che ricominciate a partecipare di nuovo alla vita di forum.

Sto leggendo le solite beghe anti/pro, e me ne astengo, in quanto chi ci rimette è purtroppo sempre e solo la Lazio.

Ma ci sono alcune cose che ho letto che sono palesemente inesatte, e che vengono usate come argomentazione in questa diatriba. Eppure dovrebbero essere chiare da tempo..

- Ancora con lo stadio di proprietà e la presunta speculazione edilizia.

A chi sostiene questa argomentazione lo invito a verificare le leggi in materia di edilizia, che stabiliscono le percentuali di cubature e i rapporti tra residenziale e non residenziale, che deve essere di 3/1 nel caso di edificazione ex novo. E in ogno caso vorrei sapere se vi siete indignati per gli scempi - quelli sì sono speculazioni - delle periferie romane o se, quando andate ai centri commerciali di Roma Est e Porta di Roma, tanto per citarne un paio dei più gettonati, vi siete mai soffermati a contare le cubature intorno...


- Lotito si tiene la Lazio solo per la visibilità e per farci gli affaracci suoi

Scusate ma gli altri presidenti perchè si tengono le loro squadre? Dite che gli Agnelli si tengono da generazioni la Juve perchè sono tifosi o perchè hanno un loro tornaconto? E De Laurentis, Della Valle e Preziosi non ci hanno guadagnato di visbilità rispetto a quando non erano proprietari delle loro squadre? E dite che Berlusconi non ha usato il Milan come mezzo di visiblità? E che dire di Moratti/Thohir, di Mr Bee che vuole prendere quote del Milan, degli ammarracani che si sono accapigliati i cugini sbagliati di Roma? Tutti privi di interessi, tutti tifosi? Siamo seri su....

- Lotito fa affari con le correlate per pagare con i soldi della Lazio le sue aziende, invece che investirli nella Lazio

A parte che certi servizi li devi pagare, e a parte che la Lazio è un'azienda di Lotito, penso sia pleonastico che se io ho due aziende e una delle due gli serve un servizio che eroga l'altra, lo faccio fare alla mia azienda anzichè ad un terzo soggetto, chiamasi sinergia. A quanti dicono invece che i costi sono maggiori, io invito a postare i costi di mercato. Vi aiuto io per quanto riguarda la vigilanza privata, che da bilancio costa 0,19 mln di euro, ossia 190.000 euro. Una GPG (Guardia Particolare Giurata), costa 25 euro + iva l'ora, per una struttura grossa come Formello ve ne servono minimo 7/8, considerando i turni, i riposi, ferie malattie e quant'altro, un'attrezzatura professionale di video sorveglianza ALMENO 10.000 euro, tirate le somme voi e dite se sono gonfiati o meno.

Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Online Ataru

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #542 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:21:57 »
e non hai risposto...
ti assicuro che la stragrande maggioranza di chi contesta la pensa come me sugli investimenti quindi io vorrei sapere TU cosa credi che investimenti io voglia.... un'idea te la sarai fatta no? tu come gli altri.. o mi dite che pretendo troppo più o meno velatamente senza neanche sapere cosa voglio?
la terza perché è speciosa? cos'è la lazio? una società sportiva che ambisce a determinati risultati sportivi o deve esistere per sostenere altre attività del suo proprietario? a me puo anche star bene che si faccia la seconda fase.. MA QUESTA NON DEVE E NON PUO COMPROMETTERE LA PRIMA... anche per te è cosi?

In quanto alla primna domanda.. ok sono uno ritadato e non trovo ste risposte di cui parlate che sobn dovunque perché nonb me le date qui? perché non mi date questa risposta specifica con I NUMERI? quanto è l'ivestimento che secondo voi ..SECONDO VOI ... la lazio si puo permettere senza fallire? 10 20 50 100 200???
qual è? non lo sapete??? se non lo sapete se non ve lo siete mai chiesto come fate a criticare chi lo chiede???????? nessuno puo criticare una cosa di cui non ha idea.. idea giusta o sbagliata che sia!
quale paura c'è a dare questo numero? magari siamo d'accordo e stiamo discutendo da anni del nulla!
ho paura che quello che tu chiami investimento io lo chiamo scommessa.
per cui non posso rispondere alle tue prime due domande se non con un esempio:

premetto che per me un investimento è qualcosa che, ragionevolmente, mi frutti un guadagno, di qualsiasi natura. se la probabilità di guadagno scende sotto una soglia che io fisso intorno al 90%, secondo me cessa di essere un investimento. purtroppo, sempre per me, i giocatori rientrano quasi sempre nelle scommesse, e il rischio è sempre più alto quanto più alti sono il prezzo di acquisto e l'ingaggio.
per dire, giocare un preliminare di CL e puntare su un solo giocatore fortissimo in attacco, secondo me è un vero e proprio azzardo, primo perché i soldi che ti servono per acquisire le prestazioni del giocatore sono subordinate al passaggio del turno, cosa che un solo giocatore, per quanto fortissimo, non può garantire (basta, che so, che il tuo miglior giocatore faccia una cappellata in difesa e/o che non ti diano un rigore clamoroso mentre sei in vantaggio e potresti uscire, anche immeritatamente, dalla competizione). inoltre, non hai garantito il ritorno economico e/o tecnico in caso di cessione semi immediata del giocatore in caso di mancata qualificazione. avresti un rischio di impresa enorme, poche probabilità di avere un ritorno economico garantito, e il rischio che il giocatore non renda quanto sperato (ambientazione, inserimento in gruppo, assimilazione degli schemi, ecc.).


per rispondere alla tua terza domanda, a me delle correlate non frega una mazza
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #543 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:25:54 »
Mi dispiace, ma per quello che ha significato lo scudetto del '74, lo scudetto del sor Umberto vale di piu' di quello del 2000 e per me e' secondo solo alla Coppa delle Coppe.
La questione è semplice, se vogliamo pesare le diverse vittorie.

Coppa Italia del 1958: torneo estivo, direi quasi balneare. Non attendibile. Lo includiamo nel palmares ma vale meno della coppa delle Alpi, che vale poco di suo
Scudetto del 1973-74: episodica vittoria in una competizione a sole 16 squadre, in una fase di declino del calcio italiano, con una serie A senza stranieri e dunque di infimo valore tecnico. Equivalente a un torneo di serie B attuale, più o meno
Tutte le vittorie di Cragnotti (Scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea): trofei 'sub iudice', in quanto costruiti con i danari sottratti ai poveri risparmiatori ignari, le cui vite sono state distrutte dal dottore e dalle sue speculazioni.
Coppa Italia del 2004: trofeo illegale, in quanto conseguito da una Società tecnicamente fallita. Con regolamenti più stringenti sarebbe stato revocato.

Cosa resta, dunque? Le tre competizioni conquistate sotto l'era Lotito. Piaccia o meno, se applichiamo questi oggettivi coefficienti di ponderazione alle vittorie della Lazio il risultato non può che dire: titoli sportivi nominali 13, reali 3.
--> Gli unici tre titoli reali conquistati dalla Lazio sono arrivati grazie a Lotito.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline MagoMerlino

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #544 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:27:46 »
E quindi... essendo la Lazio l'asse portante del gruppo... dove dovrebbe prendere l'azionista le risorse in più per destinarle ad investimenti più rischiosi di quelli gestibili in autofinanziamento? Non certo dalle altre società del gruppo, che anzi sono, come ci ricordano i critici, tra i fornitori. Dove?
Se la Juve sbaglia investimenti e va sotto, FIAT ripiana, magari John s'incazza e stringe la cinghia... ma per il gruppo si tratta, come si evince dalle proporzioni che hai indicato, di bruscolini.
Situazioni analoghe per le milanesi, dove hanno deciso di rientrare. Ma dove di certo Mediaset non ha grossi contraccolpi a livello di gruppo se il Milan è in perdita.
Se la Lazio va in perdita, l'intero gruppo, essendo la Lazio l'asset principale, va in sofferenza. Ecco quindi che il gruppo non è che non vuole sostenere la Lazio e le sue ambizioni attraverso investimenti rischiosi, è che non può.
Il gruppo nel quale è inserita ha questi limiti e li gestisce più o meno bene. Qualche anno bene, in altri gli errori portano delusioni sportive. Ma è nelle cose.
Fare parte di un gruppo prevederebbe flussi economici in entrambi sensi e non mi sembra il nostro il caso di specie. Inoltre dal momento che è assodato che la Lazio è l'asset più importante nelle mani di Lotito e le altre aziende hanno come principale cliente la Lazio, significa che l'imprenditore tanto bravo non è. Furbo magari.

Allo stesso tempo, come detto, non c'era la salvaguardia del diritto televisivo... se la società faceva schifo, in serie B ci potevano andare anche il Milan, la Lazio e qualsiasi club. Oggi non più.
Basterebbe rendersi conto della propria dimensione e dare ognuno il proprio contributo perché la si possa un po' migliorare. Ma farlo costa. Vivere una passione calcistica era, e per questo era bello, anche sacrificio. Oggi questo sacrificio non si vuole più sostenerlo, alcuni surrogati (tv, internet) ci forniscono un altro modo, più comodo, per vivere questa passione, gratuitamente, senza sforzo e, soprattutto, rendendoci protagonisti. Partecipando con le nostre opinioni, che diventano il nostro fine, e la Lazio un occasionale strumento.
La nostra idea... non la lasceremo mai sola. La Lazio ormai sì.
E, grazie alla presenza di Lotito, ma accadrebbe lo stesso OGGI con Calleri e Cragnotti, abbiamo anche l'alibi per poter rifiutare, senza avvertirne colpa, quei sacrifici, quei costi, che una volta sostenevamo spontaneamente per pura passione. Il costo di partecipare anche a una sconfitta, a una delusione, cantando il nostro Amore per la Lazio, il costo di impegnare un'intera domenica per la Lazio. Dovevi essere allo stadio quattro ore prima per prendere un posto decente (altro che le rielaborazioni postume del "potevi decidere d'anna' mezzora prima.."), prendere una mezza giornata di ferie per acquistare il biglietto tra calci e spintoni, attendere l'inizio di un match di cartello contro l'odiata rivale tra lacrimogeni e cariche della polizia (dentro la curva). Oggi, se tra il momento in cui chiudi la porta di casa e quello in cui posi le chiappe sul seggiolino dello stadio passa più di un'ora, lo stadio è "scomodo" e "irraggiungibile". E se ti dividono la curva in due, allo stesso prezzo, hai la scusa per non andare allo stadio, mentre quando nel '91 te l'hanno divisa in tre, inventandosi i Distinti a 10 mila lire a partita in più, a nessuno sano di mente è venuta l'idea di disertare lo stadio e abbandonare la Lazio per questo.
Normale che sia così, che ormai sia così... è più comodo vivere la nuova passione sul divano, con la possibilità di vedere la nostra e tante altre partite. E affacciarsi, con gioia, giusto quando c'è qualche bella festicciola e coriandoli da lanciare, a prezzi stracciati ovviamente... tipo Lazio-Empoli.
Quando c'è da soffrire con la nostra squadra che non gira, non ne vale più la pena.
E lì, in soccorso, c'è Lui. L'ALIBI.
Qui il problema non è che c'è da soffrire sportivamente per le sorti della Lazio, qui c'è da incazzarsi perchè la Lazio viene usata dal proprietario per garantirsi ritorni, non per forza economici, o almeno non solo, invece di offrire ai tifosi la squadra migliore possibile.
Non è l'alibi, è il colpevole. Al colpevole l'alibi lo stanno offrendo chi ancora gli offre consenso.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline Drenai

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #545 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:29:59 »
a parte l'ironia di franz, se stiamo parlando di scudetto, è palese che era piu facile (o diciamo meno difficile) vincerlo all'epoca di lenzini piuttosto che oggi. è una semplice constatazione della realtà, nessuno sta sminuendo le vittorie del passato.
"It's not that I like winning that much, it's that I HATE losing"
Larry Bird

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #546 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:32:48 »
a parte l'ironia di franz, se stiamo parlando di scudetto, è palese che era piu facile (o diciamo meno difficile) vincerlo all'epoca di lenzini piuttosto che oggi. è una semplice constatazione della realtà, nessuno sta sminuendo le vittorie del passato.
Non sono ironico ma serissimo.
A molti fa male ammettere quello che è oggettivo: la Coppa Italia del 2013, conquistata in finale contro la xxxx e dopo aver sconfitto la fortissima juventus in semifinale, ha un valore tecnico ben superiore all'episodico Scudetto del 1974. Vittoria a tal punto estemporanea da aver visto la Lazio, ad appena due anni di distanza, evitare per un soffio la retrocessione.
A distanza di due anni dalla Coppa Italia del 2013 la Lazio è arrivata terza, sfiorando la qualificazione Champions.

Questi sono FATTI.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Eagles71

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #547 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 10:41:25 »
@esculapio...
ma la diversa gestione del dopo sensi e dopo cragnotti non ti ha insegnato nulla?
a loro una banga se li prende sotto l'ala e li tiene a galla consentendogli non solo di pagare i debiti ma di farne ancora.

a noi hanno staccato tutto, compreso le bandiere.
Lotito o chi al suo posto al prossimo giro se va in rosso la Lazio sparisce.
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline gentlemen

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #548 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:03:02 »
E quindi... essendo la Lazio l'asse portante del gruppo... dove dovrebbe prendere l'azionista le risorse in più per destinarle ad investimenti più rischiosi di quelli gestibili in autofinanziamento? Non certo dalle altre società del gruppo, che anzi sono, come ci ricordano i critici, tra i fornitori. Dove?
Se la Juve sbaglia investimenti e va sotto, FIAT ripiana, magari John s'incazza e stringe la cinghia... ma per il gruppo si tratta, come si evince dalle proporzioni che hai indicato, di bruscolini.
Situazioni analoghe per le milanesi, dove hanno deciso di rientrare. Ma dove di certo Mediaset non ha grossi contraccolpi a livello di gruppo se il Milan è in perdita.
Se la Lazio va in perdita, l'intero gruppo, essendo la Lazio l'asset principale, va in sofferenza. Ecco quindi che il gruppo non è che non vuole sostenere la Lazio e le sue ambizioni attraverso investimenti rischiosi, è che non può.
Il gruppo nel quale è inserita ha questi limiti e li gestisce più o meno bene. Qualche anno bene, in altri gli errori portano delusioni sportive. Ma è nelle cose.
La Lazio ha inoltre limiti propri in termini di bacino di utenza e quindi di ricavi, che, da un lato, la pongono in una posizione invidiabile (grazie ai diritti tv, che Lenzini non aveva... bla, bla, bla...) e difficilmente scalzabile, nel breve periodo, da chi sta dietro. Quindi, tranquilli, non si retrocede più, e questo non è di certo un merito di Lotito, non mi sfiora neanche l'idea.
Ma gli stessi diritti televisivi hanno acuito la forbice con i grandi club, in quanto pongono un divario strutturale e non modificabile neanche nel lungo periodo. La Lazio lo scudetto, se non con una annata tipo Leicester, non lo vincerà più, chiunque sia in cabina di comando. Lotito lo scudetto potrebbe vincerlo se, con la stessa politica aziendale, gestisse la Juventus, Agnelli e FIAT se prendessero la Lazio stazionerebbero in EL e magari andrebbero in CL qualche volta in più del tiranno. Ma la dimensione strutturale dei club del nostro calcio è data e non modificabile nel medio periodo.
Negli anni 70 e 80 i presidenti ci mettevano del proprio, non c'erano i diritti tv, ma anche per questo se ce ne mettevano tanti di soldi... vincevano lo scudetto. Viola, Mantovani, Felaino, anche Cragnotti sia pure in una fase di passaggio, nel momento in cui hanno investito non avevano nessuno svantaggio competitivo rispetto ai club della triade. E hanno vinto. Oggi partirebbero con un gap negativo strutturale e invalicabile.
Allo stesso tempo, come detto, non c'era la salvaguardia del diritto televisivo... se la società faceva schifo, in serie B ci potevano andare anche il Milan, la Lazio e qualsiasi club. Oggi non più.

Basterebbe rendersi conto della propria dimensione e dare ognuno il proprio contributo perché la si possa un po' migliorare. Ma farlo costa. Vivere una passione calcistica era, e per questo era bello, anche sacrificio. Oggi questo sacrificio non si vuole più sostenerlo, alcuni surrogati (tv, internet) ci forniscono un altro modo, più comodo, per vivere questa passione, gratuitamente, senza sforzo e, soprattutto, rendendoci protagonisti. Partecipando con le nostre opinioni, che diventano il nostro fine, e la Lazio un occasionale strumento.
La nostra idea... non la lasceremo mai sola. La Lazio ormai sì.
E, grazie alla presenza di Lotito, ma accadrebbe lo stesso OGGI con Calleri e Cragnotti, abbiamo anche l'alibi per poter rifiutare, senza avvertirne colpa, quei sacrifici, quei costi, che una volta sostenevamo spontaneamente per pura passione. Il costo di partecipare anche a una sconfitta, a una delusione, cantando il nostro Amore per la Lazio, il costo di impegnare un'intera domenica per la Lazio. Dovevi essere allo stadio quattro ore prima per prendere un posto decente (altro che le rielaborazioni postume del "potevi decidere d'anna' mezzora prima.."), prendere una mezza giornata di ferie per acquistare il biglietto tra calci e spintoni, attendere l'inizio di un match di cartello contro l'odiata rivale tra lacrimogeni e cariche della polizia (dentro la curva). Oggi, se tra il momento in cui chiudi la porta di casa e quello in cui posi le chiappe sul seggiolino dello stadio passa più di un'ora, lo stadio è "scomodo" e "irraggiungibile". E se ti dividono la curva in due, allo stesso prezzo, hai la scusa per non andare allo stadio, mentre quando nel '91 te l'hanno divisa in tre, inventandosi i Distinti a 10 mila lire a partita in più, a nessuno sano di mente è venuta l'idea di disertare lo stadio e abbandonare la Lazio per questo.
Normale che sia così, che ormai sia così... è più comodo vivere la nuova passione sul divano, con la possibilità di vedere la nostra e tante altre partite. E affacciarsi, con gioia, giusto quando c'è qualche bella festicciola e coriandoli da lanciare, a prezzi stracciati ovviamente... tipo Lazio-Empoli.
Quando c'è da soffrire con la nostra squadra che non gira, non ne vale più la pena.
E lì, in soccorso, c'è Lui. L'ALIBI.
Da incorniciare, analisi perfetta.

Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #549 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:11:54 »
E poi il concetto che "investo quindi incasso" non abbia riscontri fattuali è davvero simpatico da fare tenerezza: se ne parla molto alla Scuola Radio Elettra e chissà le risate che si farebbe un Marchionne o anche un Briatore. Quasi quasi se li incontro gliene parlo.

Io eviterei di farmi ridere in faccia, al posto tuo, confrontando il calcio con l'industria automobilistica. Funziona qui sopra, lo spostamento del bersaglio e l'apertura continua di nuove finestre, senza chiuderne mai nessuna finché non si capisce più nulla, mentre in un contesto meno comprensivo di rischia di essere sgamati.

Torniamo a bomba: personalmente sarei molto confortato dall'illustrazione chiara e convincente del concetto "investo e recupero l'investimento in termini di risultati tecnici e finanziari". Grazie. Io fornisco un elemento di riflessione: questa cosa non la fa NESSUNO. Ognuno si basa sul proprio bacino d'utenza e consegue risultati tecnici congrui. Questo nel calcio italiano è vero e inconfutabile dal 1949/50 almeno.

Online Ataru

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #550 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:14:28 »
Qui il problema non è che c'è da soffrire sportivamente per le sorti della Lazio, qui c'è da incazzarsi perchè la Lazio viene usata dal proprietario per garantirsi ritorni, non per forza economici, o almeno non solo, invece di offrire ai tifosi la squadra migliore possibile.
Non è l'alibi, è il colpevole. Al colpevole l'alibi lo stanno offrendo chi ancora gli offre consenso.

me lo dimostri? mi dimostri che lotito si garantisca ritorni economici e non a discapito della gestione sportiva della Lazio? appena ho una prova concreta di quanto affermi, sono pronto a darti ragione.

ah, "non ha cacciato i sordi" non è una prova.
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

esculapio

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #551 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:21:01 »
ho paura che quello che tu chiami investimento io lo chiamo scommessa.
per cui non posso rispondere alle tue prime due domande se non con un esempio:

premetto che per me un investimento è qualcosa che, ragionevolmente, mi frutti un guadagno, di qualsiasi natura. se la probabilità di guadagno scende sotto una soglia che io fisso intorno al 90%, secondo me cessa di essere un investimento. purtroppo, sempre per me, i giocatori rientrano quasi sempre nelle scommesse, e il rischio è sempre più alto quanto più alti sono il prezzo di acquisto e l'ingaggio.
per dire, giocare un preliminare di CL e puntare su un solo giocatore fortissimo in attacco, secondo me è un vero e proprio azzardo, primo perché i soldi che ti servono per acquisire le prestazioni del giocatore sono subordinate al passaggio del turno, cosa che un solo giocatore, per quanto fortissimo, non può garantire (basta, che so, che il tuo miglior giocatore faccia una cappellata in difesa e/o che non ti diano un rigore clamoroso mentre sei in vantaggio e potresti uscire, anche immeritatamente, dalla competizione). inoltre, non hai garantito il ritorno economico e/o tecnico in caso di cessione semi immediata del giocatore in caso di mancata qualificazione. avresti un rischio di impresa enorme, poche probabilità di avere un ritorno economico garantito, e il rischio che il giocatore non renda quanto sperato (ambientazione, inserimento in gruppo, assimilazione degli schemi, ecc.).


per rispondere alla tua terza domanda, a me delle correlate non frega una mazza
cumulo di ENORMI inesattezze per chiunque abbia un minimo di formazione scientifica e non creda a fortuna sfortuna befana e babbo natale.
nel calcio non esistono investimenti ma solo scommesse? quandi la juve che vince 5 scudetti consecutivi ed ha un buon bilancio ha vinto scommesse? il napoli che 7 anni fa fatturava meno di noi non ha fatto investimenti ma scommesse e le ha vinte?
non è il mio campo ma credo che tu abbia idee alquanto confuse su scommesse ed investimenti! investire non significa che vinci sicuro eh! investire significa predire un ritorno, indipendentemente dal fatto che ci sara o no... se l'investimento è ben fatto anche se non c'è il ritorno che si spera non fallisci ugualmete.
 LA scommesse  invece, nel calcio, è prendere parametri zero e scarti di altri campionati e sperare che ti rendano come giocatori che dimostrano in quel momento di essere bravi.

ps
anche a frank... tu che sei tanto bravo con i numeri sai per caso quale era la situazione contabile della lazio prima dello scudetto? il perche della domanda immagino tu lo  capisca.. visto che parlavio di vittorie dopate.

e parliamo della casualita... cosa c'è di più casuale della vittoria di un torneo dove sei in finale con 2 partite giocate nell'arco temporale di 6 mesi incontrando avversari spesso zeppi di riserve o perche magari hanno la champion e 5 partite in 15 giorni? cosa c'è di più casuale di un torneo dove in finale incontri una volta la samp ed una volta la peggior roma degli ultimi 10 anni?
COSA C'è DI PIU CASUALE DI UN TORNEO CHE VEDE IL MILAN IN FINALE DOPO AVER AFFRONTATO UNA SQUADRA DI LEGA PRO?

Offline gentlemen

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #552 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:22:15 »
@esculapio...
ma la diversa gestione del dopo sensi e dopo cragnotti non ti ha insegnato nulla?
a loro una banga se li prende sotto l'ala e li tiene a galla consentendogli non solo di pagare i debiti ma di farne ancora.

a noi hanno staccato tutto, compreso le bandiere.
Lotito o chi al suo posto al prossimo giro se va in rosso la Lazio sparisce.
E' questo che non capiscono, ed il motivo è proprio nelle situazioni che molti di noi pongono i risalto in maniera critica: siamo una tifoseria tiepida, ipercritica (scassacazzi), poco passionale e poco fideistica (eccezion fatta, piaccia o no, della curva quando decide di essere presente e tifare), e soprattutto poco incline all'entusiasmo costante; tutti questi elementi fanno sì che per un investitore, imprenditore, o anche per gli stessi mezzi di comunicazione siamo un prodotto molto meno appetibile rispetto ad una roma, napoli, e forse anche della stessa fiorentina, rispetto a quest'ultima ci salva solo la quantità di tifosi e la città d'appartenenza, ma per il resto gli sponsor pagano il giusto, nessuno sarebbe mai disposto a dare di più, perché noi l'entusiasmo, che poi è quello che ti porta a comprarti di tutto con il marchio, fare biglietti a go-go anche in una partita contro il Bologna, e finanche la partecipazione "normale" in Champions darebbe poco perché dopo il primo e fugace entusiasmo per averla raggiunta, porterebbe le solite polemiche sul fatto che "....è inutile parteciparci se poi non puoi competere...." (parole ripetute all'inverosimile di nostri comunicatori allorquando entrammo in CL nel 2007-08, invece di goderci lo spettacolo si creò il solito clima velenoso perché non erano stati acquistati campioni.......siamo una tifoseria di rompipalle, che crea problemi, esempio ne è il casino che si sta montando per un semplice punto di ritrovo da cui poi andare a vedere la partita a Praga....invece di essere entusiasti, alimentare il pathos per un ottavo di finale si fa polemica perché bisogna radunarsi per rendere omaggio a questo o quel rivoluzionario.....ma io se non fossi laziale nel sangue direi che la nostra è una tifoseria al limite del demenziale e dell'illogico......in tutto ciò, in una finale storica, che si gioca nella Tua città, e nel Tuo stadio, contro gli storici rivali cittadini, non riempi neanche i settori a Te dedicati , il 26 maggio avanzarono migliaia di biglietti riservati ai Laziali...e gli spazi vuoti in tevere erano evidentissimi.....ah dimenticavo....era colpa di Lotito pure allora.....ma finitela.....

Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #553 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:27:25 »
e cosa c'entra? prima le società si gestivano con le risorse proprie dei presidenti e oggi si gestiscono con i soldi delle tv... i rapporti di forza son cambiati..

Vero. Oggi vincere lo scudetto con una serie di colpi azzeccati come accaduto nel '74 è impossibile. Gli scudetti di Fiorentina, Cagliari, Lazio, Torino, Roma, Verona, Napoli...  Tanto è vero che non accade.

(squadra immensa quella del '74, che tenne testa, unica, per tre anni di seguito alla Juventus. Pareggiò 1-1 senza sfigurare col Bayern campione d'Europa e zeppo di freschi campioni del mondo. Squadra che in un "merge" con quella del 2000 vedrebbe almeno 5 dei suoi scalzare i titolari del Dottore. Non ci provi nessuno a dire che viene minimizzata nei confronti)

esculapio

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #554 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:29:41 »
a parte l'ironia di franz, se stiamo parlando di scudetto, è palese che era piu facile (o diciamo meno difficile) vincerlo all'epoca di lenzini piuttosto che oggi. è una semplice constatazione della realtà, nessuno sta sminuendo le vittorie del passato.
che fosse più facile è verissimo, infatti prima dell'avvento delle paytv ogni 4 anni circa vinceva qualcuno aldifuori del triangolo juve inter milan, ma questo non svilisce certo uno scudetto arrivato dopo ben 74 anni di storia. tra l'altro è bello constatare come per taluni sia facile accorgersi che le paytv han cambiato qualcosa in merito alla facilita di vincere scudetti ma non nelle proporzioni tra i rapporti di forza tra le varie squadre... quando per esempio ti citano lotito che in rapporto alla storia della lazio ha vinto tanto... vittorie a corrente alterna...

sweeper77

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #555 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:33:18 »
si porta spesso ad esempio il 26 maggio.
Ma lo sapete che il magnifico bobolo, quelli che dovevano fare sesso con lazio, furono presenti solo per 2.000 unità più di noi?
I famosi sei mioni de tifosi, quelli che per un laziale ce so 5 romanisti, riempirono solo 2.000 seggiolini più di noi.
Per non parlare delle presenze allo stadio in questi ultimi anni, che fatto salvo quando lottarono per il primo posto si discostavano sempre di 7-8 k tifosi.
Questo per dire che il calcio e il tifo sono comuni in molti stadi italiani, stadi semideserti li hanno visti il milan, l'inter, il napoli, la viola....se lo facciamo noi, c'è un peccato di lesa maestà.
Quello che ci accomuna ad ogni tifoseria italiana è che se i risultati ci sono, e finalmente si può lottare per un sogno, allora la gente risponde presente, se si ricade sempre negli stessi errori, moltissimi tifosi si stufano.
Guardate io avrei capito perfettamente, se la guida societaria si fosse insediata da poco tempo, anche 3-4 anni, allora era lecito chiedere pazienza, attendere, e poi valutare.... molti però ignorano che 12 anni sono un consistente lasso di tempo per far tirare ad ognuno le proprie valutazioni.

esculapio

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #556 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:37:24 »
Vero. Oggi vincere lo scudetto con una serie di colpi azzeccati come accaduto nel '74 è impossibile. Gli scudetti di Fiorentina, Cagliari, Lazio, Torino, Roma, Verona, Napoli...  Tanto è vero che non accade.

(squadra immensa quella del '74, che tenne testa, unica, per tre anni di seguito alla Juventus. Pareggiò 1-1 senza sfigurare col Bayern campione d'Europa e zeppo di freschi campioni del mondo. Squadra che in un "merge" con quella del 2000 vedrebbe almeno 5 dei suoi scalzare i titolari del Dottore. Non ci provi nessuno a dire che viene minimizzata nei confronti)
benissimo abbiamo risposto quasi in contemporanea la stessa cosa osservando che i diritti tv hanno cambiato le cose... ora pero il primo che mi ricita la storia .. che non abbiamo mai vinto niente etc etc me lo magno..  :D

Offline gentlemen

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #557 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:41:09 »
si porta spesso ad esempio il 26 maggio.
Ma lo sapete che il magnifico bobolo, quelli che dovevano fare sesso con lazio, furono presenti solo per 2.000 unità più di noi?
I famosi sei mioni de tifosi, quelli che per un laziale ce so 5 romanisti, riempirono solo 2.000 seggiolini più di noi.
Per non parlare delle presenze allo stadio in questi ultimi anni, che fatto salvo quando lottarono per il primo posto si discostavano sempre di 7-8 k tifosi.
Questo per dire che il calcio e il tifo sono comuni in molti stadi italiani, stadi semideserti li hanno visti il milan, l'inter, il napoli, la viola....se lo facciamo noi, c'è un peccato di lesa maestà.
Quello che ci accomuna ad ogni tifoseria italiana è che se i risultati ci sono, e finalmente si può lottare per un sogno, allora la gente risponde presente, se si ricade sempre negli stessi errori, moltissimi tifosi si stufano.
Guardate io avrei capito perfettamente, se la guida societaria si fosse insediata da poco tempo, anche 3-4 anni, allora era lecito chiedere pazienza, attendere, e poi valutare.... molti però ignorano che 12 anni sono un consistente lasso di tempo per far tirare ad ognuno le proprie valutazioni.
Loro esaurirono i biglietti messi a disposizione per la loro parte di stadio, noi no.
Se avessero messi in vendita i nostri 2mila e più...avanzati, li avrebbero acquistati, non potevano.

Zapruder

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #558 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:42:14 »
E quindi... essendo la Lazio l'asse portante del gruppo... dove dovrebbe prendere l'azionista le risorse in più per destinarle ad investimenti più rischiosi di quelli gestibili in autofinanziamento? Non certo dalle altre società del gruppo, che anzi sono, come ci ricordano i critici, tra i fornitori. Dove?
Se la Juve sbaglia investimenti e va sotto, FIAT ripiana, magari John s'incazza e stringe la cinghia... ma per il gruppo si tratta, come si evince dalle proporzioni che hai indicato, di bruscolini.
Situazioni analoghe per le milanesi, dove hanno deciso di rientrare. Ma dove di certo Mediaset non ha grossi contraccolpi a livello di gruppo se il Milan è in perdita.
Se la Lazio va in perdita, l'intero gruppo, essendo la Lazio l'asset principale, va in sofferenza. Ecco quindi che il gruppo non è che non vuole sostenere la Lazio e le sue ambizioni attraverso investimenti rischiosi, è che non può.
Il gruppo nel quale è inserita ha questi limiti e li gestisce più o meno bene. Qualche anno bene, in altri gli errori portano delusioni sportive. Ma è nelle cose.
La Lazio ha inoltre limiti propri in termini di bacino di utenza e quindi di ricavi, che, da un lato, la pongono in una posizione invidiabile (grazie ai diritti tv, che Lenzini non aveva... bla, bla, bla...) e difficilmente scalzabile, nel breve periodo, da chi sta dietro. Quindi, tranquilli, non si retrocede più, e questo non è di certo un merito di Lotito, non mi sfiora neanche l'idea.
Ma gli stessi diritti televisivi hanno acuito la forbice con i grandi club, in quanto pongono un divario strutturale e non modificabile neanche nel lungo periodo. La Lazio lo scudetto, se non con una annata tipo Leicester, non lo vincerà più, chiunque sia in cabina di comando. Lotito lo scudetto potrebbe vincerlo se, con la stessa politica aziendale, gestisse la Juventus, Agnelli e FIAT se prendessero la Lazio stazionerebbero in EL e magari andrebbero in CL qualche volta in più del tiranno. Ma la dimensione strutturale dei club del nostro calcio è data e non modificabile nel medio periodo.
Negli anni 70 e 80 i presidenti ci mettevano del proprio, non c'erano i diritti tv, ma anche per questo se ce ne mettevano tanti di soldi... vincevano lo scudetto. Viola, Mantovani, Felaino, anche Cragnotti sia pure in una fase di passaggio, nel momento in cui hanno investito non avevano nessuno svantaggio competitivo rispetto ai club della triade. E hanno vinto. Oggi partirebbero con un gap negativo strutturale e invalicabile.
Allo stesso tempo, come detto, non c'era la salvaguardia del diritto televisivo... se la società faceva schifo, in serie B ci potevano andare anche il Milan, la Lazio e qualsiasi club. Oggi non più.

Basterebbe rendersi conto della propria dimensione e dare ognuno il proprio contributo perché la si possa un po' migliorare. Ma farlo costa. Vivere una passione calcistica era, e per questo era bello, anche sacrificio. Oggi questo sacrificio non si vuole più sostenerlo, alcuni surrogati (tv, internet) ci forniscono un altro modo, più comodo, per vivere questa passione, gratuitamente, senza sforzo e, soprattutto, rendendoci protagonisti. Partecipando con le nostre opinioni, che diventano il nostro fine, e la Lazio un occasionale strumento.
La nostra idea... non la lasceremo mai sola. La Lazio ormai sì.
E, grazie alla presenza di Lotito, ma accadrebbe lo stesso OGGI con Calleri e Cragnotti, abbiamo anche l'alibi per poter rifiutare, senza avvertirne colpa, quei sacrifici, quei costi, che una volta sostenevamo spontaneamente per pura passione. Il costo di partecipare anche a una sconfitta, a una delusione, cantando il nostro Amore per la Lazio, il costo di impegnare un'intera domenica per la Lazio. Dovevi essere allo stadio quattro ore prima per prendere un posto decente (altro che le rielaborazioni postume del "potevi decidere d'anna' mezzora prima.."), prendere una mezza giornata di ferie per acquistare il biglietto tra calci e spintoni, attendere l'inizio di un match di cartello contro l'odiata rivale tra lacrimogeni e cariche della polizia (dentro la curva). Oggi, se tra il momento in cui chiudi la porta di casa e quello in cui posi le chiappe sul seggiolino dello stadio passa più di un'ora, lo stadio è "scomodo" e "irraggiungibile". E se ti dividono la curva in due, allo stesso prezzo, hai la scusa per non andare allo stadio, mentre quando nel '91 te l'hanno divisa in tre, inventandosi i Distinti a 10 mila lire a partita in più, a nessuno sano di mente è venuta l'idea di disertare lo stadio e abbandonare la Lazio per questo.
Normale che sia così, che ormai sia così... è più comodo vivere la nuova passione sul divano, con la possibilità di vedere la nostra e tante altre partite. E affacciarsi, con gioia, giusto quando c'è qualche bella festicciola e coriandoli da lanciare, a prezzi stracciati ovviamente... tipo Lazio-Empoli.
Quando c'è da soffrire con la nostra squadra che non gira, non ne vale più la pena.
E lì, in soccorso, c'è Lui. L'ALIBI.

Stampo e incornicio. PERFETTO.

(18.000 persone a vedere la Lazio in Champions nel 2001/02... Vergogna)

Offline Drenai

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #559 : Mercoledì 9 Marzo 2016, 11:42:34 »
benissimo abbiamo risposto quasi in contemporanea la stessa cosa osservando che i diritti tv hanno cambiato le cose... ora pero il primo che mi ricita la storia .. che non abbiamo mai vinto niente etc etc me lo magno..  :D

non sono sicuro di aver capito cosa intendi.
i rapporti sono cambiati nel senso che il gap con i top teams che si è cristallizzato a seguito della ripartizione all'italiana dei diritti TV è AUMENTATO rispetto a prima.
così come è aumentato quello fra la lazio e le retrocedende (oltre alle 3 retrocessioni su 20 squadre) e infatti non credo tu abbia mai letto nessuno ascrivere a lotito il merito di mantenere la lazio in A.
"It's not that I like winning that much, it's that I HATE losing"
Larry Bird