Autore Topic: quel che resta del giorno  (Letto 74739 volte)

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borgorosso

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #120 : Giovedì 3 Marzo 2016, 14:44:52 »
è qui che non si può discutere.
la comunicazione è chiara, se non la filtriamo con pregiudizi e preconcetti.

un'ultima chiosa sul losponzo: a più riprese il presidente, il responsabile della comunicazione e i giornalisti degli organi ufficiali della S.S. Lazio hanno ribadito che, pur non avendo un main sponsor (quello sulla maglia), sono in essere diversi altri contratti di sponsorship che hanno potuto prevedere certe cifre proprio per la mancanza dello sponsor principale, sponsorship che avrebbe previsto l'occupazione di oltre la metà degli spazi pubblicitari, oltre allo spazio sulla maglia, a disposizione della società. Evidentemente, un'offerta di due-tre milioni l'anno da parte di un main sponsor (che è la cifra massima offerta alla Lazio in questi dieci anni) non porterebbe vantaggi perché costringerebbe a rivedere al ribasso tutti questi contratti "minori" che invece la Lazio riesce a mantenere a un certo livello, ritenuto accettabile dalla dirigenza. non è che se il presidente, alla 20esima volta che si ripete la domanda, non risponde più, la comunicazione diventi poco chiara o elusiva e lasci margine di interpretazione o alibi.

Il problema è molto semplice.
Si chiama responsabilità.
Se vogliamo dire che è colpa del destino cinico e baro, si può fare.

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #121 : Giovedì 3 Marzo 2016, 14:50:09 »
sempre colpa della societa' e', perche' non rende ne radio ne tv ne rivista piu' appetibile e quindi la radio la ascoltani i pochi accoliti del partito, la tv non la guarda nessuno e con la rivista, beh' mi pare che le pagine siano fin troppo dure anche per quello.

ecco quindi che ognuno, scevro da qualunque influenze alternativa si fa l'idea propria. che poi questa concidi con il resto della maggioranza ed informazione alternativa non vuol dire nulla.

e' solo un caso. come per l'indebitamento e l'albergo.

Il topic si stava dipanando in maniera tutto sommato originale. Le discussioni avevano un loro sviluppo. Sindacabile o meno che fosse lo sviluppo del dibattito, grazie a chi era intervenuto eravamo riusciti, ieri, a interessare più utenti. Che hanno sulle questioni di Lazio visioni anche discordanti.

Non andava bene. Troppo pluralismo. Troppe sfumature. Evidentemente alcuni prediligono le opinioni nette e chiare: la ggente deve essere insegnata a pensare nella giusta maniera. E così, puntuale, è arrivato il contro-mantra del condizionamento e dell'eterodirezione delle menti. Per tacere della gratuita deriva sulla questione sponsor, che era puramente incidentale nel riferimento di Jim Bowie.

Trovo che simili derive siano veramente disdicevoli.
Buon viaggio, caro Piero.

CP 4.0

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #122 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:00:55 »
possibile che non ti riesce di essere il soltio umorista fine che di solito interviene dal nulla e nel nulla poi scompare di nuovo, quando si parla di aradio in svariati topic?

era meglio, la menava di meno.

Offline Ataru

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #123 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:11:54 »
Per tacere della gratuita deriva sulla questione sponsor, che era puramente incidentale nel riferimento di Jim Bowie.

Nessuno chi?
La maggioranza? le radio? io? tu?
per esempio Lotito, dicendo chiaro e tondo che la Lazio non ha le risorse per questo costante miglioramento, spiegando anche il perche' la Lazio non ha sponsor, senza trincerarsi dietro queste sono scelte societarie che non devono interessare il tifoso.
chiedere e' lecito, rispondere e' educazione.
non mi è sembrato incidentale, franz, se si volessero evitare simili derive si parlerebbe tenendo conto anche di quello che dicono gli altri, non partendo solo dalla propria percezione e perseguendo solo il proprio pensiero. nello specifico, ho voluto far notare che la Lazio ha parlato chiaro e tondo in merito a queste questioni, ma se da una parte non si vuole ascoltare, la risposta non può arrivare.
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline Jim Bowie

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #124 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:13:58 »
sempre colpa della societa' e', perche' non rende ne radio ne tv ne rivista piu' appetibile e quindi la radio la ascoltani i pochi accoliti del partito, la tv non la guarda nessuno e con la rivista, beh' mi pare che le pagine siano fin troppo dure anche per quello.

ecco quindi che ognuno, scevro da qualunque influenze alternativa si fa l'idea propria. che poi questa concidi con il resto della maggioranza ed informazione alternativa non vuol dire nulla.

e' solo un caso. come per l'indebitamento e l'albergo.
e'  qui chevengono fuori i tuoi preconcetti.
io di radio, a parte quelle USA, ascolto solo LSR eppure non sono un accolito del partito.
scevrati e le diecusdioni saranno piu fluenti, poi quando non hai argomenti, ti verranno concesse anche le battutite.

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #125 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:16:56 »
non mi è sembrato incidentale, franz, se si volessero evitare simili derive si parlerebbe tenendo conto anche di quello che dicono gli altri, non partendo solo dalla propria percezione e perseguendo solo il proprio pensiero. nello specifico, ho voluto far notare che la Lazio ha parlato chiaro e tondo in merito a queste questioni, ma se da una parte non si vuole ascoltare, la risposta non può arrivare.
te l'ho detto e ripetuto lo spondor era soltanto preso a mo di esempio quindi incidentale, se poi non ci crefi amen, piu di tanto non posso fare

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #126 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:24:01 »
non mi è sembrato incidentale, franz, se si volessero evitare simili derive si parlerebbe tenendo conto anche di quello che dicono gli altri, non partendo solo dalla propria percezione e perseguendo solo il proprio pensiero. nello specifico, ho voluto far notare che la Lazio ha parlato chiaro e tondo in merito a queste questioni, ma se da una parte non si vuole ascoltare, la risposta non può arrivare.
Lo era, eccome se lo era.
Il discorso si stava sviluppando sul tema aspirazioni iperboliche (attesa di un costante miglioramento delle performance sportive della Lazio, con andamento mai regressivo) da parte della tifoseria e conseguente ostilità nei confronti di una Dirigenza ritenuta inadeguata da quanti manifestano aspirazioni iperboliche.
--> Tutto ciò era legato alla mia aspirazione di dibattere sulla questione della diffusa disaffezione da parte di larghissima parte della tifoseria laziale con l'obiettivo, prima di giudicarle e di bollarle come inconsistenti, di provare a individuare una coerenza nelle posizioni e nelle percezioni di chi ritiene che l'attuale sia la peggior Lazio della storia (cosa oggettivamente falsa). La cosa di un qualche interesse doveva essere, visto che più d'uno replicava. Tanto assentendo quanto dissentendo, come è giusto. Ma tutti apportando qualcosa.

In questo discorso, che si stava mantenendo su toni di civile e pacato confronto, senza alcun flame si è inserito legittimamente lo spunto di Jim Bowie, che nel rispondere alla mia replica a Skorpius ha ipotizzato come Lotito (voce autorevole) si sarebbe potuto inserire nel dibattito sul perché le aspirazioni di costante miglioramento, che parte della tifoseria ritiene legittime, non possono purtroppo venir soddisfatte.

Se infatti l'attesa/pretesa di molti laziali è un costante miglioramento delle performance sportive, a ragione e con molto senno Jim Bowie ha osservato

per esempio Lotito, dicendo chiaro e tondo che la Lazio non ha le risorse per questo costante miglioramento, spiegando anche il perche' la Lazio non ha sponsor, senza trincerarsi dietro queste sono scelte societarie che non devono interessare il tifoso.
chiedere e' lecito, rispondere e' educazione.

E' proprio così: la Lazio, in autofinanziamento perché Lotito non immette risorse personali nel Club (scelta legittima e coerente con il trend del calcio mondiale), non ha le risorse per finanziare il costante miglioramento delle performance sportive. E' OGGETTIVO.

Jim Bowie ha auspicato che dalla Dirigenza venisse - evidentemente con stile di comunicazione diverso da quanto sinora adottato, visti i risultati conseguiti ad oggi - una chiarificazione in tal senso.
Inappuntabile, onesto, lineare e chiaro.

Tutto ciò ha inspiegabilmente suscitato la tua reazione, incentrata sul riferimento alla mancanza di un main sponsor, cui si è accodato CP 4.0 che non si lascia mai sfuggire l'occasione per reiterare il mantra che si è messo pure nella firma, tanto per essere chiari su quali siano le sue finalità di utilizzo di questo spazio.
I vostri commenti erano del tutto OT alla luce dello sviluppo che la discussione stava avendo. Del tutto starati con i temi che erano oggetto sino ad allora di riflessione.

Risultato? Discussione abortita. Bel guadagno.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline MagoMerlino

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #127 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:29:16 »
è qui che non si può discutere.
la comunicazione è chiara, se non la filtriamo con pregiudizi e preconcetti.

un'ultima chiosa sul losponzo: a più riprese il presidente, il responsabile della comunicazione e i giornalisti degli organi ufficiali della S.S. Lazio hanno ribadito che, pur non avendo un main sponsor (quello sulla maglia), sono in essere diversi altri contratti di sponsorship che hanno potuto prevedere certe cifre proprio per la mancanza dello sponsor principale, sponsorship che avrebbe previsto l'occupazione di oltre la metà degli spazi pubblicitari, oltre allo spazio sulla maglia, a disposizione della società. Evidentemente, un'offerta di due-tre milioni l'anno da parte di un main sponsor (che è la cifra massima offerta alla Lazio in questi dieci anni) non porterebbe vantaggi perché costringerebbe a rivedere al ribasso tutti questi contratti "minori" che invece la Lazio riesce a mantenere a un certo livello, ritenuto accettabile dalla dirigenza. non è che se il presidente, alla 20esima volta che si ripete la domanda, non risponde più, la comunicazione diventi poco chiara o elusiva e lasci margine di interpretazione o alibi.
Sospetto che molto dei chiarimenti offerti dagli organi ufficiali siano più a giustificazione che non attinenti alla realtà dei fatti, bisognerebbe analizzare bene i dati sui bilanci.
La Lazio ha perso alcuni degli sponsor minori, soprattutto locali e questo per espressa responsabilità della dirigenza.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline Ataru

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #128 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:38:05 »
te l'ho detto e ripetuto lo spondor era soltanto preso a mo di esempio quindi incidentale, se poi non ci crefi amen, piu di tanto non posso fare

ok, incidentale, ma allora perché chiedi chiarezza su cose che sono già state chiarite? pensi veramente che tare abbia detto che la squadra è difficilmente migliorabile perché la più forte della serie A? oppure convieni che il limite di difficoltà esternato da tare fosse implicito nella situazione economica della S.S. Lazio? se vuoi, poi torniamo anche all'inadeguatezza di lotito, altra deriva di questo topic, ma che si riaggancia in modo prepotente alle sensazioni che proviamo in questo momento e al clima che respiriamo allo stadio ma anche fuori, quando ci rapportiamo con altri tifosi laziali.

edit. leggo ora il chiarimento di franz. è una questione di modi, quindi?
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Offline Jim Bowie

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #129 : Giovedì 3 Marzo 2016, 15:57:56 »
ok, incidentale, ma allora perché chiedi chiarezza su cose che sono già state chiarite? pensi veramente che tare abbia detto che la squadra è difficilmente migliorabile perché la più forte della serie A? oppure convieni che il limite di difficoltà esternato da tare fosse implicito nella situazione economica della S.S. Lazio? se vuoi, poi torniamo anche all'inadeguatezza di lotito, altra deriva di questo topic, ma che si riaggancia in modo prepotente alle sensazioni che proviamo in questo momento e al clima che respiriamo allo stadio ma anche fuori, quando ci rapportiamo con altri tifosi laziali.
Lo sponsor e' un esempio fuorviante? bene potrei essere daccordo, anzi alla luce della tua spiegazione sono anche daccordo se i "condizio sine qua non" sono veritieri( le tue sono solo supposizioni), ma torniamo a bomba, se e' un esempio fuorviante, bastava dirlo senza incancrenirsi sulla mentalizzazione, di cui, snche per motivi ligistici, sono scevro.
Hai detto della frase di Tare, pronunciata questa estate, bene questo e' proprio quello che intendevo dire, quella frase lascia aperta la porta a molteplici interprerazioni ( in un topic ne ho anche discusso con drenai, credo) ed e' un esempio di una comunicazione che, stante la situazione attuale(eufemismo),  non dovrebbe dovrebbe essere fatta. Quello che interpreto io oppure come la interpreti tu, non e' importante, la frase non dovrebbe poter dare la possibilita' di interpretazione, perche' tutto cio che e' interpretabile diventa materia di discussione non necessariamente costruttiva.

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #130 : Giovedì 3 Marzo 2016, 16:22:06 »
Lo sponsor e' un esempio fuorviante? bene potrei essere daccordo, anzi alla luce della tua spiegazione sono anche daccordo se i "condizio sine qua non" sono veritieri( le tue sono solo supposizioni), ma torniamo a bomba, se e' un esempio fuorviante, bastava dirlo senza incancrenirsi sulla mentalizzazione, di cui, snche per motivi ligistici, sono scevro.
Hai detto della frase di Tare, pronunciata questa estate, bene questo e' proprio quello che intendevo dire, quella frase lascia aperta la porta a molteplici interprerazioni ( in un topic ne ho anche discusso con drenai, credo) ed e' un esempio di una comunicazione che, stante la situazione attuale(eufemismo),  non dovrebbe dovrebbe essere fatta. Quello che interpreto io oppure come la interpreti tu, non e' importante, la frase non dovrebbe poter dare la possibilita' di interpretazione, perche' tutto cio che e' interpretabile diventa materia di discussione non necessariamente costruttiva.

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devi però anche considerare che un rappresentante di una società quotata in borsa non può dire sic et simpliciter che non ci sono margini di crescita. alla fine diventa un circolo vizioso, ma, e qui entriamo nella sfera personale, me ne rendo conto, preferisco una società che mi faccia intuire le cose ad una che mi nasconde tutto e che poi mi lascia in mutande a cose fatte.

d'altro canto, non sono affatto sicuro che con una comunicazione più diretta e, quindi, una maggiore presa di coscienza da parte della tifoseria della situazione economico-finanziaria della Lazio, si possano calmare le acque e migliorare i rapporti tifosi-Lazio, almeno allo stato attuale.

ps. non era assolutamente mia intenzione incancrenirmi sulla "mentalizzazione", anzi, puntavo più sul discorso della comunicazione e come questa venga poi riportata sui media, di  quanto vengano omesse certe informazioni e poi riproposte le solite argomentazioni, sempre e solo "contro". non solo sulle "aradio" ma ormai anche su quotidiani, sportivi e non, che dovrebbero essere quantomeno imparziali
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darienzo

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #131 : Giovedì 3 Marzo 2016, 16:28:35 »
Alla fine avete parlato di tutto, ma il mio era semplicemente uno sfogo di "cuore".

E' che vorrei unità, non vorrei sentire tanti laziali come altro da me.

Oggi ho sentito che un eventuale successo della Roma in una grande manifestazione darebbe l'ultima spallata al Patron incarognendo gli animi al massimo consentito. Qualche laziale tiferebbe per questo.

A cosa siamo arrivati per questo odio

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #132 : Giovedì 3 Marzo 2016, 16:29:00 »
Sicuramente una comunicazione non risolverebbe ne migliorerebbe la situazione, e deve essere vero perche' anche F_K me lo faceva motare, ma toglierebbe parecchie cartucce ai denigratori di mestiere. Questo era il succo del mio pensiero nella discussione.

ps.
la poca trasparenza in tutte le componenti italiane ha portato a mani pulite.

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #133 : Giovedì 3 Marzo 2016, 16:33:56 »
Alla fine avete parlato di tutto, ma il mio era semplicemente uno sfogo di "cuore".

E' che vorrei unità, non vorrei sentire tanti laziali come altro da me.

Oggi ho sentito che un eventuale successo della Roma in una grande manifestazione darebbe l'ultima spallata al Patron incarognendo gli animi al massimo consentito. Qualche laziale tiferebbe per questo.

A cosa siamo arrivati per questo odio
chi si augura una vittoria delle merdacce abusive, oppure della Lazio in B, per risolvere situazioni interne alla Lazio, deve morire, le diatribe si combattono all'interno, le guerre all'esterno tutti uniti.

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Offline cartesio

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #134 : Giovedì 3 Marzo 2016, 16:41:57 »
@Franz_Kappa.

A volte isolo un'affermazione perché se un ragionamento per me è errato, è sul punto errato che bisogna puntare l'attenzione. Così ho fatto.

Aspirazioni.
Oggettive, ovvero oggettivamente riscontrate sui forum e altrove.
Sono reali, non c'è dubbio.
Sono realistiche?
No.
No, e non solo per la Lazio, ma anche - per fare un esempio - per il Milan di Berlusconi, che non vince un trofeo da 4 anni, con la Supercoppa italiana. Ma anche per l'Inter, che vince un trofeo dal 2011. L'idea che ci possa essere una crescita costante dei risultati sportivi è assurda. Nel calcio e fuori.
A questo punto è naturale chiedersi da dove venga quest'idea assurda, chi la coltivi e perché.
Dai risultati sportivi?
No.
L'ultimo trofeo è più recente di quelli di due delle tre grandi strisciate.
La posizione in Europa è 28esima, contro il 44esimo posto come fatturato. Oltre il preventivabile. Da notare che altre società con fatturato pari o superiore al nostro sono dietro di noi. Inoltre i risultati della Grande Lazio non contano più per questa classifica, quindi il merito va ascritto alla gestione Lotito.
In campionato abbiamo risultati oscillanti. In media, intorno al sesto posto, che è la posizione relativa del nostro fatturato. È ciò che si potrebbe aspettare.

Domande e risposte (piccolo catechismo laziale).

D1. Perché in Europa andiamo meglio del preventivabile, ed in Italia no?
R1. Perché l'Europa è meno mafiosa dell'Italia. In soldoni, abbiamo arbitri meno disonesti, anche se in media meno preparati di quelli italiani (che quindi sono ancor più disonesti).  È l'opposto di quel che accadeva qualche decennio fa alla Juve, che dominava in Italia e faceva magre figure in Europa. Allora la Juve beneficiava di ciò che ora ci danneggia.

D2. Perché non stiamo sempre al sesto posto, che è quel che dovremmo aspettarci in base al fatturato?
R2. Perché alcune società, tra cui la Lazio, investono di più in alcune stagione e compensano la stagione successiva con minori investimenti. Questo comporta dei cicli di maggiore e minore rendimento delle squadre. La media rispecchia il fatturato.

Primo giudizio sulla dirigenza: più che buono, per i risultati ottenuti in Europa (sopra il preventivabile) ed in Italia (come preventivabile, ma con pesanti condizionamenti mafiosi).

Secondo giudizio sulla dirigenza: molto più che buono, per i risultati ottenuti in Europa (sopra il preventivabile) ed in Italia (come preventivabile, ma con pesanti condizionamenti mafiosi), partendo da condizioni iniziali molto peggiori dei diretti concorrenti, sia italiani che europei. De Martino parlava oggi di 550 milioni di euro di debiti al 2004, io ricordavo "solo" 400 milioni, ma si tratta comunque di un macigno che avrebbe affossato società più solide. Il quadruplo del fatturato. In rapporto al fatturato, è peggio del debito pubblico italiano, che è meno del triplo del bilancio dello Stato.

E si ritorna alla domanda fondamentale: perché, con buoni risultati e una buona dirigenza, tanta contestazione e stadio vuoto?

Ovvero: chi ha montato delle aspettative irrealistiche e creato un'atmosfera invivibile allo stadio?

Come dice Borgorosso, è una questione di responsabilità.

Non della dirigenza, ma dei suoi nemici.

e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

darienzo

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #135 : Giovedì 3 Marzo 2016, 16:48:10 »
L'assurdo mantra del "bisogna sempre migliorarsi" che qua sopra aveva un suo campione da poco rientrato è per me assolutamente inaccettabile.

L'ho sempre rispedito al mittente.

Normale è un'oscillazione che non porti mai a precipitare, questo è per me. E mi sembra ci si è riusciti e ci si stia riuscendo.

Con errori certo, ma nessuno ha il siero dell'infallibilità.

Riprendere a fare i tifosi nei modi e coi ruoli ben definiti resta per me l'unica salvezza

Offline fish_mark

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #136 : Giovedì 3 Marzo 2016, 17:02:48 »
Mentre provo a raccogliere l'assurdo e assolutamente inaccettabile mantra del "bisogna sempre migliorarsi", che qua sopra aveva un suo campione da poco rientrato, e che è stato giustamente rispedito al mittente (se la vedrà lui poi con il porta lettere) si osserva che la normale oscillazione fa parte dei limiti delle attività. Il fatto che ci si stia riuscendo non sembra l’a realizzazione né di un sogno né di una prodezza, ma sicuramente il risultato di un lavoro che non è impossibile dal giudicare come buono

Nessuno ha il siero dell'infallibilità, quindi, ma un limite – abbastanza inaccettabile agli occhi infantili e incontentabili di un tifoso – è ritrarsi dalla sfida per il massimo risultato che può significare anche l’aggiornamento e il miglioramento di un limite precedentemente raggiunto.

Tutto questo fa parte della natura dell’attività sportiva e prima ancora umana. E fa parte anche del ruolo del tifoso, corretto o meno che sia, posto che la lettura delle dissertazioni sulla giusta postura del tifoso fa venire l’orticaria.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #137 : Giovedì 3 Marzo 2016, 17:13:10 »
L'assurdo mantra del "bisogna sempre migliorarsi" che qua sopra aveva un suo campione da poco rientrato è per me assolutamente inaccettabile.

L'ho sempre rispedito al mittente.

Normale è un'oscillazione che non porti mai a precipitare, questo è per me. E mi sembra ci si è riusciti e ci si stia riuscendo.

Con errori certo, ma nessuno ha il siero dell'infallibilità.

Riprendere a fare i tifosi nei modi e coi ruoli ben definiti resta per me l'unica salvezza
Parole sensate, le tue.

Però - proprio nell'esprimere ambizione per l'avvio di un percorso di ricerca di nuova unità nella tifoseria - non possiamo che prendere atto che per moltissime persone quello che definisci (probabilmente con piena ragione) un "mantra" è piuttosto un'aspettativa legittima, coerente e fondata.

Con l'ambizione di provare a offrire ai dibattiti sulla Lazio contenuti di valore (qualcosa più della semplice e scontata censura nei confronti di chi ha torto. Anche se le controparti ideali hanno davvero torto, intendiamoci!) credo non possiamo dunque prescindere dal fondare ogni nostra riflessione sull'acquisizione appena enunciata ovvero che la Lazio, nelle ambizioni/attese/aspettative/desideri di moltissimi suoi tifosi, deve costantemente migliorare le proprie performance sportive, senza mai regredire, sino a stabilizzarsi permanentemente fra le prime cinque d'Italia, con qualificazione ai preliminari di Champions almeno un anno ogni tre (quando non un anno ogni due).

Io, te, decine di altri tifosi della Lazio che scrivono qua sopra possono anche ritenere inconcepibile quella che non sarebbe, nella nostra visione, una ambizione, un'attesa, un'aspettativa, un desiderio ma semplicemente un'assurda e illogica pretesa.

Ma questo non ci fa progredire di un millimetro. Restiamo nel nostro spazietto autoreferenziale a raccontarcela tra noi, sviluppando un certo qual settarismo che si radicalizza con passar del tempo (agevolato in ciò dalla visione tanto semplicistica quanto talebana o manichea di alcuni) e che non approda a nulla.

Iniziamo a guardare oltre, iniziamo a guardare all'altro senza la pretesa che l'altro aderisca incondizionatamente alla nostra visione delle cose laziali ma allo stesso tempo pretendendo che l'altro non ci imponga, a sua volta, la sua visione delle cose laziali.

Il riavvicinamento che tanto auspichi e sembri voler perseguire, almeno nei tuoi post, passa infatti dal riconoscimento della controparte. Compiamo questo indispensabile passo e poi potremo approdare a qualcosa.
In alternativa non ci resta che un ottuso eterno avvitarci attorno al solito baricentro, guardando al nostro ombelico e concionando come novelli Catoni, che paventano la fine della Lazio per l'azione di buona parte dei suoi tifosi e al contempo censurano e castigano - quasi mai ridendo, visto che a molti manca anche senso dell'umorismo - i costumi (laziali) altrui.
Buon viaggio, caro Piero.

darienzo

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #138 : Giovedì 3 Marzo 2016, 17:37:18 »
Io dico che non si può odiare per la ricerca di qualcosa umanamente impossibile.

E non parlo di una insoddisfazione generalizzata da sempre insita nel carattere di un tifoso di pallone, specialmente di quello laziale.

Parlo di qualcosa che travalica in modo assurdo tutto questo.

E le conseguenze le vediamo tutti. Stanno qua sopra, le ascoltiamo in giro, alle radio che raccolgono i frutti del loro lavorio incessante sfregandosi le mani.

Una tifoseria intera è mortificata e lacerata nonostante discreti risultati sportivi ottenuti in questi anni. Anni molto buoni, meno buoni, insufficienti, anche mediocri come è di moda dire, e poi di nuovo ancora buoni.

Se dico che bisognerebbe tornare a fare i tifosi "normali", certuni si fanno venire l'orticaria. Probabile non lo siano mai stati allora




Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #139 : Giovedì 3 Marzo 2016, 17:37:44 »
@Franz_Kappa.

A volte isolo un'affermazione perché se un ragionamento per me è errato, è sul punto errato che bisogna puntare l'attenzione. Così ho fatto.
Eh, ma io prenderei in considerazione che un'errata comprensione del ragionamento - che, semplicemente, può essere sintonizzato su lunghezze d'onda diverse dalle tue - conduce a ritenere che il ragionamento sia errato. Ad essere errata è invece la sua esegesi.
Può capitare, intendiamoci.


E si ritorna alla domanda fondamentale: perché, con buoni risultati e una buona dirigenza, tanta contestazione e stadio vuoto?

Ovvero: chi ha montato delle aspettative irrealistiche e creato un'atmosfera invivibile allo stadio?

Come dice Borgorosso, è una questione di responsabilità.

Non della dirigenza, ma dei suoi nemici.
Ah, quanto è confortante dipingere uno scenario chiaro, netto, inequivocabile: i buoni da una parte, i cattivi dall'altra.
I 'buoni' sostengono la Lazio, i 'nemici' congiurano contro la Lazio.

Ho idea che lo scenario sia più complesso, onestamente. E ho anche la sensazione che le aspettative irrealistiche di buona parte della tifoseria laziale, che accusa la Dirigenza di non agire per un costante miglioramento delle performance sportive, non necessariamente siano state, dal nulla, trasferite nelle menti malleabili come cera di decine di migliaia di persone a mezzo radio, come da più parti avventurosamente si sostiene da anni e anni.

Innumerevoli volte leggo, su questo forum, riferimenti a Goebbels. Riferimenti invero arditi, che lasciano presupporre (e molti ne sono convinti, sicuramente) che le tecniche di propaganda degli anni Trenta possano pedissequamente essere riproposte e attuate con successo anche oggi, con le medesime modalità e gli stessi risultati. I sociologi degli anni Quaranta la chiamavano "teoria ipodermica": si teorizzava che i messaggi, inoculati come siringa negli organismi dei destinatari, producessero universale e immediata eguale reazione nell'audience. Come una puntura sottocutanea, insomma. Ma si era negli anni Quaranta, agli inizi della sociologia della comunicazione.

Da allora le scienze sociali hanno compiuto indubbi progressi, evolvendosi. E le società - oggi sempre più interconnessa, con un livello di interscambio di comunicazioni non comparabile, nemmeno lontanamente, al mondo degli Anni Trenta - è ben diversa dal contesto nel quale agiva la propaganda nazista.
Forse, mi viene da dire, lo scenario è più complesso e merita altre riflessioni.
Buon viaggio, caro Piero.