Autore Topic: quel che resta del giorno  (Letto 74631 volte)

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Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #60 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 15:22:00 »
Ma manco per niente, Drenai.

Se la Società è ritenuta inadeguata è un problema della Società convincere del contrario decine di migliaia di persone (limitandomi ai soli tifosi militanti).

Peraltro, il problema centrale è che la Società è davvero inadeguata sulla base delle legittime aspettative di svariate decine di migliaia di tifosi.
Quindi il problema è sempre della Società. Il giro si conclude e arriva sempre a Lotito.

Riassumendo: i tifosi della Lazio (di tutte le Lazio, dal 1900 al 2016) chiedono alla Lazio di Lotito (la Lazio attuale) cose che la Lazio di Lotito non può purtroppo garantire (il costante miglioramento delle performance sportive, pur a fronte di una dotazione economico-finanziaria inferiore a quella di almeno cinque-sei grandi competitor nazionali).

Lotito non può vendere la Lazio in sei mesi (o, perlomeno, non può venderla a un prezzo adeguato e che remuneri adeguatamente il suo impegno decennale) quindi Lotito non può che restare primo azionista e Presidente della Lazio.

La permanenza di Lotito alla guida della Lazio produce calo di attenzione, incassi e generalizzata disaffezione nei confronti della Lazio. Ergo il 'problema Lotito' è un problema di cui Lotito deve occuparsi.

Come dovrebbe occuparsene? Non lo so. Ma che agisca. E in fretta, visto che la sua ormai acclarata inadeguatezza (non oggettiva ma soggettivamente percepita alla luce delle aspettative di una larghissima parte della tifoseria) rischia di produrre un ulteriore costante deterioramento delle performance economico-finanziarie e di conseguenza sportive della Società.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Drenai

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #61 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 15:27:38 »
è quello che sto dicendo io franz.
non è che lotito non farà nulla. è che qualsiasi cosa faccia non cambierà di una virgola la situazione, a meno che questa "cosa" sia vendere la società.
è inutile girarci intorno e mi stupisco che tu realmente credi che ne abbia la possibilità. è un problema di percezione ormai radicato nella tifoseria, non può far nulla lotito per cambiarla. se non appunto cedere la società.

quindi in attesa che lotito decida di vendere la lazio, se vogliamo che lo stadio torni ad essere frequentato in modo normale e in un clima normale, l'unica speranza è che ciò avvenga per una decisione unilaterale da parte della tifoseria.
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Larry Bird

Offline Fabio70rm

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #62 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 15:33:41 »
Giovedì scorso sono stato allo stadio, mia unica comparsa quest'anno causa i maledetti turni di lavoro che ho e le finanze tutte concentrate all'acquisto e ristrutturazione di casa.

Decido di andare con un collega, 24enne, la sua fidanzata e un'amica sua di venti anni.

Viva la gioventù.

Andiamo insieme in macchina mia, l'amica del mio collega dopo le presentazioni di rito mi spara "pure tu odi Lotito? E' il male della Lazio, è la situazione peggiore da quando esistiamo".

Rimango di sasso.

Cazzo questa ha 20 anni, puzza ancora di latte, e mi viene a dire a me, che sono andato agli spareggi a Napoli nell'87, e ho vissuto lo spauracchio della C e presidenze come quelle di Chimenti e Chinaglia, che questa è LA PEGGIORE LAZIO DI SEMPRE??

La tentazione di accostare la macchina, aprire lo sportello e farla scendere è tantissima, poi respiro, mi calmo, e ci comincio a parlare, cercando di dimenticare la bojata detta e concentrandomi su due begli occhi - eh figlia mia, visto che come età potrebbe benissimo esserla, che strage farai in giro di tanti ragazzetti!! - e provando a farla ragionare.

Esce fuori che ascolta radio6, che prende per oro colato quello che sente in quella radio; dato che studia economia e che lavoricchia presso un commercialista sposto il discorso sui bilanci, sulla gestione societaria, sul fatto degli acquisti fattibili in base al bilancio, sugli errori veri e quelli presunti fatti dalla società. poi gli racconto il "passato", con le gestioni allegre, la quasi scomparsa.

Poi la faccio riflettere che coloro che concionano in radio sono gente che a giugno, a fronte di un terzo posto, hanno detto che non si sarebbero mai e poi mai abbonati se non arrivava domine iddio in rosa. Che hanno avallato situazioni scellerate, ai confini del penale, tipo la storia Chinaglia/Bellantonio.

Dopo un bel po' mi fa: "mi sa che hai ragione, non avevo preso in considerazione queste cose".

Allo stadio è stata per un'ora a tifare con noi al grido degli inni e di forza Lazio, e il mio collega mi ha confessato di non credere come mai, lei che quando andava allo stadio urlava ininterrottamente lotitopezzodemmè, non ne abbia mai fatto uno per tutta la durata dell'incontro di EL.

Che dite, questo racconto calza sulla situazione del tifoso Laziale oggi?
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #63 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 15:36:36 »
è quello che sto dicendo io franz.
non è che lotito non farà nulla. è che qualsiasi cosa faccia non cambierà di una virgola la situazione, a meno che questa "cosa" sia vendere la società.
è inutile girarci intorno e mi stupisco che tu realmente credi che ne abbia la possibilità. è un problema di percezione ormai radicato nella tifoseria, non può far nulla lotito per cambiarla. se non appunto cedere la società.
Continuo a dissentire in maniera più che radicale.
E dissento perché sono fermissimamente convinto che esistono invece molte strategie per intervenire sulla diffusa percezione negativa radicata in una larghissima parte della tifoseria laziale.

E Lotito deve agire, visto che non può cedere la Società (la quale non può essere svenduta da un lato e dall'altro, essendo probabilmente valorizzata da Lotito una somma fuori mercato, non può catalizzare l'interesse di potenziali acquirenti).

Primo presupposto: la Società non passerà di mano perché non sussistono con ogni probabilità le condizioni.
Ergo, si tratta di lavorare (diversamente da quanto fatto sinora) per provare a riavvicinare la tifoseria della Lazio (di tutte le Lazio, dal 1900 al 2016) alla Lazio attuale (del 2016) e futura. Lavorare accettando, come inconfutabile presupposto di ogni ragionamento, che l'attuale Proprietà è inadeguata a fronte delle diffuse aspettative di una larghissima parte della tifoseria laziale.

Che le aspettative siano del tutto slegate dalla realtà, assurde e financo intellettualmente disoneste a noi non deve interessare: le aspettative attuali (l'attesa di un costante miglioramento delle performance sportive, con l'obiettivo minimo di attestare la Lazio stabilmente fra i primi cinque Club della Serie A) sono un FATTO OGGETTIVO e IMMODIFICABILE che è il presupposto di ogni ragionamento su come ricreare attenzione ed entusiasmo nei confronti della Lazio.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline AutumnLeaves

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #64 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 15:46:11 »
e chi lo nega che è un fatto? è davanti agli occhi di tutti.

ma è una percezione che la gente ha fatto propria (non stiamo a discutere dei motivi) e la gente deve cercare di uscirne, con le proprie forze.
è inutile stare a parlare di quali mosse può o non può fare la società. sperare di uscire da questa situazione grazie a qualcosa che faccia lotito è pura illusione (a parte vendere la società).
è la tifoseria che deve decidere di chiudere questa fase, unilateralmente l'ha aperta e unilateralmente la può e deve chiudere, se lo vuole.
Quindi se un ristorante dove la cucina lascia a desiderare si è svuotato, e la gente non ci torna più, bisogna convincere i vecchi clienti a tornare rischiando l'intossicazione? Non è che si fa prima a cercare 'nel cuoco' la soluzione? Certo se il padrone del ristorante è anche il cuoco sono cazzi, prevedo che cucinerà solo per sé.

Offline Drenai

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #65 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 15:54:45 »
difatti ho detto che l'unica soluzione da parte della società sia vendere. ma non si è tifosi di un ristorante. vai da un'altra parte e amen. qua siccome tutti teniamo al bene della lazio si sta provando a capire come si può recuperare la situazione nel frattempo. visto che nella testa di lotito non ci stiamo. vogliamo che il clima attorno alla lazio migliori? cosa può fare la lazio e cosa può fare il tifoso?
per come la vedo io la lazio può fare poco o nulla. come dice franz, la percezione che ne hanno i tifosi è ormai radicata ed è di inadeguatezza. guarda che fine hanno fatto le (tante) iniziative in questi anni che prima che avvenissero sembravano fondamentali, poi sono state tranquillamente dimenticate o messe in ridicolo.
mi spiace essere così pessimista, ma a me sembra piu che altro realismo. qualsiasi "mossa" di riavvicinamento da parte di lotito non sposterebbe di un millimetro l'idea che la gente ha di lui, quindi per superare questo impasse bisogna che la gente si dimentichi di lui perlomeno per le 2 ore della partita.
io altre strade non ne vedo.
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Larry Bird

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #66 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:05:41 »
difatti ho detto che l'unica soluzione da parte della società sia vendere.
Purtroppo non basterebbe. Ormai le aspettative della tifoseria (irrazionali, inconsistenti, soggettive quanto si vuole eppure allo stesso tempo reali, concrete e oggettive anche se slegate da una visione di coerenza) si sono 'settate' su un determinato livello e non possiamo attenderci alcun ridimensionamento nelle attese/pretese di buona parte della tifoseria laziale.
Anzi, non mi stupirebbe che in conseguenza di un passaggio di quote societarie le attese di larghissima parte della tifoseria facessero segnare un salto di qualità in avanti. Come dire... rimosso il 'tappo' rappresentato da Lotito ogni ambizione potrebbe liberamente dispiegarsi e così legittimare ogni ambizione di puntare a più alte vette.
 
Di pochissime cose sono certo, nella mia vita.
Ebbene, una di queste è la fermissima convinzione che una volta passata di mano la Lazio (da Lotito al magnate russo Franz Kapovic. Che, preciso, non è mio parente) tempo sei-dodici mesi ci troveremmo di fronte allo stesso scenario, ammesso che il Kapovic dell'esempio non iniziasse a spendere e spandere decine di milioni, investendo nella Società e nella comunicazione, a ogni livello (intelligenti pauca).
Ma se il Kapovic, povero lui, pensasse di gestire la Lazio in autofinanziamento (e mi domando perché non dovrebbe farlo, visto che la tendenza generalizzata, a livello europeo, è appunto questa)... tempo un anno e i cori funebri tornerebbero a levarsi alti da ogni settore dello stadio.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline MCM

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #67 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:06:14 »
Secondo il vangelo dei veri Laziali, Torino, Bologna, Genoa, Samp ed altre che ora non mi giungono; dovrebbero giocare senza tifosi... Per non parlare del Milan o dell'Inter con presidenti che i soldi ce li hanno sul serio, non riescono ne a vincere ne a competere...

Quindi le cose sono due...o i laziali sono stronzi, o è lotito ad esserlo.
Secondo me la verità sta nel mezzo. Ma è indubbio che questo presidente riesca sistematicamente ad abbattere la tifoseria ogniqualvolta ci si aspetta un miglioramento.

CP 4.0

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #68 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:13:04 »
Purtroppo non basterebbe. Ormai le aspettative della tifoseria (irrazionale, inconsistente, soggettiva eppure allo stesso tempo reale, concreta e oggettiva anche se slegata da una sorta di coerenza) si sono 'settate' su un determinato livello e non possiamo attenderci alcun ridimensionamento. Anzi, non mi stupirebbe che in conseguenza di un passaggio di quote societarie le attese di larghissima parte della tifoseria facessero un salto di qualità in avanti. Come dire... Rimosso il 'tappo' rappresentato da Lotito ogni ambizione potrebbe liberamente dispiegarsi e così permetterci di ambire a più alte vette.
 
Di pochissime cose sono certo, nella mia vita.
Ebbene, una di queste è la fermissima convinzione che una volta passata di mano la Lazio (da Lotito al magnate russo Franz Kapovic. Che, preciso, non è mio parente) tempo sei-dodici mesi ci troveremmo di fronte allo stesso scenario, ammesso che il Kapovic dell'esempio non iniziasse a spendere e spandere decine di milioni, investendo nella Società e nella comunicazione, a ogni livello (intelligenti pauca).
Ma se il Kapovic, povero lui, pensasse di gestire la Lazio in autofinanziamento (e mi domando perché non dovrebbe farlo, visto che la tendenza generalizzata, a livello europeo, è appunto questa)... tempo un anno e i cori funebri tornerebbero a levarsi alti da ogni settore dello stadio.

a chiunque verra' passata la mano, gli organizzatori dei tanti eventi para-societa', liberalalazio, dipadreinfiglio, saranno lieti di giustificare anche la serie b.

ci spiegheranno che e' un'eredita'.

bastera' che il nuovo ristabilisse certe condizioni che hanno prodotto il cambiamento dei sentimenti un annetto dopo l'arrivo del 'duce duce'

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #69 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:16:33 »
a chiunque verra' passata la mano, gli organizzatori dei tanti eventi para-societa', liberalalazio, dipadreinfiglio, saranno lieti di giustificare anche la serie b.

ci spiegheranno che e' un'eredita'.

bastera' che il nuovo ristabilisse certe condizioni che hanno prodotto il cambiamento dei sentimenti un annetto dopo l'arrivo del 'duce duce'
Troppo semplicistico. Come, va detto, buona parte delle tue rappresentazioni.
Le variabili in gioco sono molte di più ed è colpevole continuare a picchiare sull'unico tasto (mangiatoia svuotata--> aradioattacco alla Società --> condizionamento della tifoseria in senso ostile alla Società vs. mangiatoia riempita --> pax cateterara --> aumento del consenso diffuso presso la tifoseria).
Si finisce con il convincersi che esiste una realtà che tale non è.
Buon viaggio, caro Piero.

ThomasDoll

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #70 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:21:54 »
A me di fare il processo a Lotito m'importa una sega di niente.
Qualunque presidente si farebbe i cazzi propri.
Lotito è peggio di alcuni e meglio di altri. Punto.

Io so che, dati reiterati ufficiali alla mano, questa squadra dovrebbe avere un pacchetto, tra fedelissimi, affezionati, sostenitori, simpatizzanti e bendisposti, che oscilla tra il mezzo milione e il milione di persone.

Lo stadio è vuoto, il che può dipendere da molti fattori, ma sempre vuoto è.
Non credo che la causa principale sia il mio trasferimento fuori Roma, ormai risalente a dieci anni fa.
Ci dev'essere dell'altro.
Il mezzo milione/milione di persone ndo cazzo sta?
E perché di quelli che vanno allo stadio la gran parte manifesta sonoramente soltanto la propria disapprovazione per Lotito?

Non è di moralismi e di mondi-come-dovrebbero-essere, che si parla. Si parla di mondi come sono.
Chi non va a vedere la Lazio e non la sostiene o è impossibilitato oppure non gli frega niente di andare.
E se i presenti si contano sempre sulla base delle poche migliaia, quello è il seguito che ha la squadra.
Chi non si vede non esiste.

Io sono stato allo stadio una volta sola, quest'anno, ma almeno figuro nella quota abbonati. In più c'è l'abbonamento a Sky.
E' il massimo che ho potuto fare.

Ma quanti di quel mezzo milione eccetera stanno ancora DENTRO quel "farò quel che potrò"?
Perché poi parlare male di Lotito è facile, come no? Non ci vuole niente. Tiè: Lotito merda. Sò undici lettere più uno spazio. Sembra quasi una formazione della Lazio.

CP 4.0

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #71 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:26:10 »
Troppo semplicistico. Come, va detto, buona parte delle tue rappresentazioni.
Le variabili in gioco sono molte di più ed è colpevole continuare a picchiare sull'unico tasto (mangiatoia svuotata--> aradioattacco alla Società --> condizionamento della tifoseria in senso ostile alla Società vs. mangiatoia riempita --> pax cateterara --> aumento del consenso diffuso presso la tifoseria).
Si finisce con il convincersi che esiste una realtà che tale non è.

buon per te che la sai piu' lunga.

peccato che come chi si lamenta della foto sul comodino altrui salvo poi tirarla fuori per primo, stai sempre li tu co aaradio caterara ogni meta' dei tuoi interventi che non ti fanno piacere.

se poi manco i soldi giustificano, vuol dire che Lotito ha fottuto parecchie mogli/ragazze.

Offline AutumnLeaves

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #72 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:30:00 »
a chiunque verra' passata la mano, gli organizzatori dei tanti eventi para-societa', liberalalazio, dipadreinfiglio, saranno lieti di giustificare anche la serie b.

ci spiegheranno che e' un'eredita'.

bastera' che il nuovo ristabilisse certe condizioni che hanno prodotto il cambiamento dei sentimenti un annetto dopo l'arrivo del 'duce duce'
Anfatti, i 40.000 estorsori lobotomizzati dalle aradio minimo ce tornano. Sto Cragnotti ci aveva la fila sotto casa. Avoja a caccià soldi per la nuova proprietà.

Offline franz_kappa

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #73 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:34:25 »
A me di fare il processo a Lotito m'importa una sega di niente.
Qualunque presidente si farebbe i cazzi propri.
Lotito è peggio di alcuni e meglio di altri. Punto.
Temo che non ci comprendiamo.

Lotito non è causa ma 'vittima' della situazione, per così dire.

Lotito deve gestire aspettative, da parte di una larga parte della tifoseria laziale, che non gli lasciano purtroppo scampo: larga parte della tifoseria attuale attende infatti un costante e inarrestabile progresso delle prestazioni sportive e dopo svariati cicli di ascesa-discesa (ascesa 2005-2007, discesa 2007-2008; ascesa 2008-2009, discesa 2009-2010; ascesa 2010-2013, discesa 2013-2014; ascesa 2014-2015, discesa 2015-2016) ha definitivamente abbandonato [secondo me con questa stagione ne abbiamo persi a migliaia] una Dirigenza che dimostra di non poter soddisfare quella specifica aspettativa. Fondata o meno che essa sia.

Lotito deve concludere che è oggettivamente inadeguato alla luce delle aspettative della tifoseria laziale e agire di conseguenza, detto che non può che restare maggior azionista della Lazio almeno per un decennio ancora. Quindi non se ne deve andare, non se ne può andare. Deve restare, anzi. Restare sino a quando matureranno le condizioni per cedere la maggioranza delle azioni della Lazio. Scenario (la cessione) che ritengo ad oggi improbabilissimo.

La Società deve quindi partire dal presupposto che non ha ormai alcun ascendente su una larghissima parte della tifoseria. E deve agire per provare a modificare una reputazione negativa che è estremamente diffusa e radicata.

In conclusione. Tu domandi "Il mezzo milione/milione di persone ndo cazzo sta?".
Risposta: "Il mezzo milione/milione di persone si è rotto il ca... e resta a casa". Si sono rotti il ca... dopo quattro cicli di puntuali alternanze tra annate di ascesa e annate di discesa in appena dodici anni. Francamente, non gli posso dare neanche tutti i torti, pur avversando radicalmente chi abbandona la Lazio.

In fondo, la maggior parte della tifoseria chiede e si attende il costante progresso delle performance sportive. Questa Dirigenza, a costoro, non è in grado di assicurare nulla più che un ottovolante. Ciò non basta, evidentemente.
Buon viaggio, caro Piero.

CP 4.0

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #74 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:39:24 »
Sono completamente d'accordo con darienzo. Ovvio che l'analisi sulle cause ci divide, ma gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: non siamo più un popolo, ci manca l'orgoglio e la fierezza, il desiderio di stare uniti... Ci manca un sentimento comune, il famoso idem sentire. È quasi come se non sentissimo più nostra la Lazio, quella che scende in campo.
Le radici del fenomeno affondano nell'era Cragnotti, è chiaro. Il laziale, forgiato dalle difficoltà, trova improvvisamente un decennio di gloria. La gloria non è (soltanto) nelle vittorie, che sono anche tardate. Ma l'idea che albergava in tutti noi era che il bello dovesse ancora venire, che se un anno fosse andato male l'anno successivo sarebbe stato migliore. Questo ci ha viziato, ci ha fatto pensare a questo come alla normalità. Senza considerare che una generazione di tifosi è diventata della Lazio o è cresciuta in quel periodo.
Poi arriva Lotito, tutto si ridimensiona. Per un attimo lo scampato pericolo ci ha unito, ma poi sono emersi i primi distinguo. La prima grande frattura avviene in concomitanza con la celeberrima chiusura dei rubinetti nei confronti della curva. Una curva che era ingrassata a furia di merchandising e sostanziosi contributi alle (quasi) sempre splendide scenografie.
Scelta eticamente inappuntabile, ma imprenditorialmente miope. In un momento in cui la Lazio aveva da offrire solo il senso di appartenenza, allontanare (per buoni motivi, è bene ribadirlo) il cuore del tifo è stato un suicidio, l'inizio della fine. Ed in questo contesto si innesta l'affaire Chinaglia / Casalesi, che in primis ha inflitto il colpo di grazia agli Irriducibili, sfarinando la loro compattezza e soprattutto minandone la credibilità nei confronti del resto dei tifosi, della maggioranza silenziosa e "delegante".
La decomposizione del cadavere degli Irriducibili ha avvelenato i pozzi dell'informazione: una cappa di pessimismo s'è impossessato dei media Laziali, e laddove solitamente il tifoso si lagna nei confronti del media che maltratta la propria squadra, il Laziale quasi si bea e si compiace di vedere che altri avvalorano il proprio pensiero sull'operato della società. È così nascono i tormentoni: Patarca, Macheda, i trofei di Formello... Senza scomodare Goebbels tutti noi sappiamo che effetto abbia la ripetizione.
E quindi? Tutta colpa dei tifosi, delle loro aspettative disattese?
Su tutto questo magma troneggia, è causa ed effetto al tempo stesso, la figura del Presidente.
Nessuna società si identifica con il suo Presidente quanto la Lazio. La Lazio è di Lotito più di quanto il Milan sia di Berlusconi. E sì che Berlusconi il Milan l'ha preso in tribunale e l'ha portato in cima al mondo.
Per anni Lotito ha catalizzato l'attenzione su di sé, con migliaia di interviste sempre uguali, autoincensanti, il cui succo è "l'etat ce moi". E non è solo un esercizio stilistico, è un modus operandi. E infatti assume uno stagista come DS: Igli Tare senza alcun pregresso nel ruolo (se è per questo privo di qualsiasi esperienza che non fosse quella di mediocre centravanti) diventa Direttore Sportivo.
In tutti questi anni Lotito vince alcune battaglie, la più importante delle quali è l'elezione di Tavecchio alla guida della Federazione. E la Lazio? Cosa ne ricava la Lazio? Che ce ne facciamo del (presunto) spirito di servizio di Lotito? La Lazio e sullo sfondo, il trampolino per altro, non il fine ma un mezzo.
Ho visto un meraviglioso striscione che racconta il sentimento della cospicua maggioranza del tifo Laziale: "Lotito ladro di sogni".
Lotito ci ha spiegato che lui vende solide realtà, e in effetti sul punto non si è mai smentito. Ricordo un paio di gennaio in cui eravamo in trepidante attesa dei rinforzi necessari a cercare l'attacco alle posizioni di testa in cui siamo rimasti delusi, ma il non plus ultra è avvenuto questa estate. Di fronte alla possibilità di accedere alla Champions la società è rimasta immobile, timorosa di fare il passo più lungo della gamba. I tifosi sfogliavano giornali e siti specializzati in attesa di in qualche nome di peso, e invece arrivano Savic e Kishna. Il preliminare ci lascia con le ossa rotte, e per la terza volta in 4 anni arriviamo dopo il sesto posto. Questo cosa comporterà? Nulla. Tare resterà al suo posto, Lotito pure, Pioli può darsi. A dimostrazione che del fatto tecnico poco ne cale a chi la Lazio la dirige.
Il tifoso non sogna più, nessuno di noi pensa che Lotito rimedierà. Farà qualcosa, ma di certo di suo non ci metterà 1 euro. Lotito, che è la Lazio, non ama la Lazio a tal punto da metterci del proprio. Un loop che interesserebbe Freud.
Senza considerare che viviamo un momento storico in cui le due milanesi hanno lasciato il posto a Napoli e roma, due squadre che pensavi prossime a te che invece giocano un altro campionato,  a memento che davvero un'altra Lazio è possibile oltre che auspicabile.


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immagina non ci fosse stato l'affaire Chinaglia/casalesi/bonifico ungherese

Offline Jim Bowie

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #75 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:55:37 »
Giovedì scorso sono stato allo stadio, mia unica comparsa quest'anno causa i maledetti turni di lavoro che ho e le finanze tutte concentrate all'acquisto e ristrutturazione di casa.

Decido di andare con un collega, 24enne, la sua fidanzata e un'amica sua di venti anni.

Viva la gioventù.

Andiamo insieme in macchina mia, l'amica del mio collega dopo le presentazioni di rito mi spara "pure tu odi Lotito? E' il male della Lazio, è la situazione peggiore da quando esistiamo".

Rimango di sasso.

Cazzo questa ha 20 anni, puzza ancora di latte, e mi viene a dire a me, che sono andato agli spareggi a Napoli nell'87, e ho vissuto lo spauracchio della C e presidenze come quelle di Chimenti e Chinaglia, che questa è LA PEGGIORE LAZIO DI SEMPRE??

La tentazione di accostare la macchina, aprire lo sportello e farla scendere è tantissima, poi respiro, mi calmo, e ci comincio a parlare, cercando di dimenticare la bojata detta e concentrandomi su due begli occhi - eh figlia mia, visto che come età potrebbe benissimo esserla, che strage farai in giro di tanti ragazzetti!! - e provando a farla ragionare.

Esce fuori che ascolta radio6, che prende per oro colato quello che sente in quella radio; dato che studia economia e che lavoricchia presso un commercialista sposto il discorso sui bilanci, sulla gestione societaria, sul fatto degli acquisti fattibili in base al bilancio, sugli errori veri e quelli presunti fatti dalla società. poi gli racconto il "passato", con le gestioni allegre, la quasi scomparsa.

Poi la faccio riflettere che coloro che concionano in radio sono gente che a giugno, a fronte di un terzo posto, hanno detto che non si sarebbero mai e poi mai abbonati se non arrivava domine iddio in rosa. Che hanno avallato situazioni scellerate, ai confini del penale, tipo la storia Chinaglia/Bellantonio.

Dopo un bel po' mi fa: "mi sa che hai ragione, non avevo preso in considerazione queste cose".

Allo stadio è stata per un'ora a tifare con noi al grido degli inni e di forza Lazio, e il mio collega mi ha confessato di non credere come mai, lei che quando andava allo stadio urlava ininterrottamente lotitopezzodemmè, non ne abbia mai fatto uno per tutta la durata dell'incontro di EL.

Che dite, questo racconto calza sulla situazione del tifoso Laziale oggi?
calza su una piccola percentuale, non sulla maggioranza dei dissensienti.
potrei raccontarti di lunghe telefonate su Skype con mio fratello 70 anni che pur non sentendo radio6 e non guardando goal di notte, pure ogni volta che nomino l'ellenico mi manda affanculo de core, ritiene Lotito il male di questa squadra.

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #76 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:58:36 »
Citazione
Irriducibili, la Spa del tifo da 1 milione di euro
Gli inquirenti: «Il salto di qualità si è avuto con la registrazione del marchio Original Fans»
Gian Marco Chiocci - Mer, 18/10/2006 - 00:00
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Gian Marco Chiocci

da Roma

Irriducibili Spa. Lo screening finanziario che la Digos fa dei tifosi laziali protagonisti dell’inchiesta per aggiotaggio ed estorsione è la diretta conseguenza di quel che la «Sezione Tifoserie» della Direzione Centrale della polizia di prevenzione aveva preannunciato sul finire del 2004 allorché denunciava «la vocazione commerciale» di alcune frange organizzate «in particolare quella degli Irriducibili della Lazio» specializzata «in una particolare attività di merchandising». Nelle informative che irrobustiscono l’ordinanza d’arresto dei quattro capi ultrà, la Digos si sofferma sulla florida attività economica del gruppo che dal 1987 - soppiantati gli Eagles Supporters - detta legge in Curva Nord. Il salto di qualità «è stato la registrazione del marchio commerciale Original Fans attraverso il quale - scrive la Digos - il Direttivo dei tifosi è riuscito a sviluppare una attività economica di distribuzione di abbigliamento e gadgets andandosi a inserire in uno spazio di mercato lasciato vuoto dai vertici della società calcistica capitolina, allora guidata dalla famiglia Cragnotti, probabilmente per errate scelte commerciali della stessa e, comunque, con il consenso espresso con canali tutt’altro che ufficiali». Il riferimento va ai 15 punti vendita disseminati nella regione «la maggior parte dei quali - continua il rapporto - sono luoghi di riferimento per l’organizzazione delle trasferte e la distribuzione dei biglietti per le partite». Ritrovi commerciali che hanno «palesemente affermato la visibilità degli Irriducibili facendo scaturire una definitiva affermazione dei soggetti appartenenti al Direttivo attraverso la creazione del format radiofonico La Voce della Nord», stessa denominazione di una fanzine distribuita in curva. Dai carteggi in mano alla Digos emergono ricevute e mandati di pagamento (da parte delle precedenti gestioni) per quasi un milione di euro alla voce «coreografie» (25mila euro a partita) oltre a duemilacinquecento biglietti omaggio a domenica (rivenduti poi a prezzo intero), a tessere gratuite, ad agevolazioni per i mezzi di trasporto in occasione delle trasferte, e via discorrendo.
Prima ancora di Lotito, bersaglio privilegiato degli ultras sarebbe stata la dirigenza di Sergio Cragnotti, contestata «formalmente al solo fine di contestare i risultati calcistici della squadra, ma in realtà a scopo intimidatorio per acquisire potere nelle decisioni gestionali della società e ritagliarsi uno spazio economico nel settore, scopo raggiunto con la società Original Fans». E in questo senso la Digos ricorda lo scontro con il tour operator Francorosso per l’esclusiva dei biglietti nei match all’estero. Gli Irriducibili avrebbero poi puntato a ottenere «la gestione della sicurezza all’interno dell’Olimpico e addirittura l’affidamento dell’intera organizzazione delle trasferte della squadra all’estero, fungendo da tour operator, scopi questi ultimi non raggiunti». Con Lotito si sarebbe andati oltre perché «al di là delle restrizioni adottate nel fornire biglietti di favore», il presidente della Lazio «aveva assolutamente tagliato ogni ponte con gli Irriducibili i quali, con la gestione Cragnotti, avevano persino accesso agli impianti di Formello, seguivano la squadra in ritiri estivi e trasferte, ottenevano il pagamento del materiale per le coreografie e avevano campo libero per lo sviluppo commerciale della Original Fans, nonostante l’evidente contrasto con gli interessi della società nel commercio degli indumenti e gadget relativi alla squadra di cui la società detiene il marchio». E così, osserva la Digos, mentre si faceva più dura la protesta con striscioni e cori, al telefono i capi ultras si mostravano preoccupatissimi dalla perseveranza di Lotito che aveva già chiuso loro i rubinetti. Gli ultras della Lazio «sfruttano economicamente la sana passione della maggior parte dei tifosi attraverso le società che gestiscono per soddisfare fini personali e sempre per il proprio tornaconto personale». A costoro «non interessa tanto il risultato sportivo della squadra, quanto il riscontro finanziario delle attività commerciali» raccolte intorno al noto marchio con l’effigie di Mr. Enrich, pupazzetto ultrà con la bombetta all’inglese: sciarpe, bandiere, guanti, cappelli, accappatoi, camicie, giubbotti, t-shirt, libri, persino un cd prodotto in proprio (la canzone «Non mollare mai» ha venduto 15mila copie, oggi costa 15 euro). Gli Irriducibili si sarebbero schierati col gruppo di Chinaglia anche perché puntavano ad avere ritorni economici e un futuro in doppiopetto «così da garantirsi grosse entrate economiche - chiosa la Digos - e un miglioramento di quelle attività economiche» messe in crisi da Lotito. In questo senso vanno lette le intercettazioni su alcuni striscioni pagati dagli uomini di Long John che si preoccupano di mettere a disposizione degli Irriducibili finanche «uno studio legale a titolo gratuito» a cui rivolgersi in caso di necessità. «Allora, ok per gli striscioni a nome del Sodalizio - dice Di Cosimo all’ultrà Toffolo - stavolta sono 300 euro per uno, 150 l’altro, 75 gli altri...».

borgorosso

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #77 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 17:00:14 »
Ho immaginato. E mo'?


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ThomasDoll

Re:quel che resta del giorno
« Risposta #78 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 17:00:47 »
Temo che non ci comprendiamo.

Lotito non è causa ma 'vittima' della situazione, per così dire.

Lotito deve gestire aspettative, da parte di una larga parte della tifoseria laziale, che non gli lasciano purtroppo scampo: larga parte della tifoseria attuale attende infatti un costante e inarrestabile progresso delle prestazioni sportive e dopo svariati cicli di ascesa-discesa (ascesa 2005-2007, discesa 2007-2008; ascesa 2008-2009, discesa 2009-2010; ascesa 2010-2013, discesa 2013-2014; ascesa 2014-2015, discesa 2015-2016) ha definitivamente abbandonato [secondo me con questa stagione ne abbiamo persi a migliaia] una Dirigenza che dimostra di non poter soddisfare quella specifica aspettativa. Fondata o meno che essa sia.

Lotito deve concludere che è oggettivamente inadeguato alla luce delle aspettative della tifoseria laziale e agire di conseguenza, detto che non può che restare maggior azionista della Lazio almeno per un decennio ancora. Quindi non se ne deve andare, non se ne può andare. Deve restare, anzi. Restare sino a quando matureranno le condizioni per cedere la maggioranza delle azioni della Lazio. Scenario (la cessione) che ritengo ad oggi improbabilissimo.

La Società deve quindi partire dal presupposto che non ha ormai alcun ascendente su una larghissima parte della tifoseria. E deve agire per provare a modificare una reputazione negativa che è estremamente diffusa e radicata.

In conclusione. Tu domandi "Il mezzo milione/milione di persone ndo cazzo sta?".
Risposta: "Il mezzo milione/milione di persone si è rotto il ca... e resta a casa". Si sono rotti il ca... dopo quattro cicli di puntuali alternanze tra annate di ascesa e annate di discesa in appena dodici anni. Francamente, non gli posso dare neanche tutti i torti, pur avversando radicalmente chi abbandona la Lazio.

In fondo, la maggior parte della tifoseria chiede e si attende il costante progresso delle performance sportive. Questa Dirigenza, a costoro, non è in grado di assicurare nulla più che un ottovolante. Ciò non basta, evidentemente.

chi sta a casa è come chi va via dal forum.
Gli assenti non contano. Nel senso: non sono presenti.
Il mezzo milione di tifosi della Lazio è un numero fantasma.
Se si vanno a contare quanti hanno messo piede allo stadio quest'anno (la Lazio può sicuramente farlo) siamo nel campo delle poche decine di migliaia.
Alla luce di questo, le aspettative dei tifosi della Lazio vanno riviste per forza: di quali tifosi stiamo parlando? Del mucchio informe che segue le partite in televisione? Come si fa a stimarli in maniera qualificata?
I tifosi della Lazio che contano sono quelli presenti allo stadio, paganti e abbonati.
Avere una squadra arrivata al preliminare di Champions non ha smosso molto.
O il problema NON si misura col valore della squadra (ipotesi che non si può mai scartare, purtroppo), oppure della Lazio non importa più niente al 90% di chi si diceva sostenitore biancoceleste.
I numeri sono chiari, spietati ma chiari.
Aggiungo che, dati Lega alla mano, il pubblico MINIMO di spettatori televisivi di qualunque squadra della serie A (incluso il Carpi, a questo punto) si attesta vicino al milione di spettatori. Un'altra conferma che l'esigente sostenitore laziale è evaporato nel nulla.
E' un tifoso-millantatore.
Dice di sostenere ma all'atto pratico non c'è.
Lo vediamo da anni e anni, non capisco perché non dovremmo riscrivere una realtà amara ma innegabile: siamo ridotti al lumicino.
Poi, se qualcuno degli assenti vuole spiegare perché la colpa di questo sarebbe di Lotito, mi piacerebbe capire in che modo questo possa essere concretamente vero.

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:quel che resta del giorno
« Risposta #79 : Mercoledì 2 Marzo 2016, 17:09:38 »
Ci affosseranno, ma loro non ce la faranno ad entrare nella superlega europea.
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!