Autore Topic: Lazio, così è una vergogna  (Letto 820 volte)

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Lazio, così è una vergogna
« : Martedì 1 Marzo 2016, 09:40:35 »
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di Luigi Salomone

In un Olimpico deserto, indegna prestazione dei biancocelesti Berardi e Defrel regalano al Sassuolo una vittoria meritatissima

C'era una volta Lazio-Sassuolo, 45.000 tifosi infuriati con Lotito che gli chiedevano di liberare il club da quella che loro considerano una tirannia lunga oltre un decennio. Era il 23 febbraio del 2014, la protesta contro l'attuale gestione era ai massimi storici. Ai minimi, invece, la sfida dell'Olimpico di ieri, sempre Lazio-Sassuolo, forse 5.000 gli spettatori (letale il mix, orario, le 19 di lunedì, contestazione al prefetto Gabrielli, curva chiusa per i cori a Koulibaly), una tristezza infinita così come le prestazioni della banda di Pioli in campionato.

Alla fine vince il Sassuolo perché è più forte della Lazio, più squadra, più tutto. Passa per la prima volta della sua storia all'Olimpico, segna due gol, ne avrebbe potuto fare altri contro un gruppo che riattacca la spina solo in Europa League. Biancocelesti ottavi, fuori da qualsiasi obiettivo, a distanza siderale dal sesto posto. Ora è davvero finita, le ultime undici partite che mancano saranno un calvario infinito.

EPIDEMIA INFLUENZALE

«L'infermeria si sta svuotando»: mai frase portò così sfortuna. Dopo la vittoria contro il Galatasaray, Pioli ha sperato di aver esaurito il conto con il destino cinico e baro e invece nel giro di qualche giorno ha perso prima Radu, Onazi e Basta per problemi fisici, poi domenica notte ha scoperto che Marchetti e Matri erano a bloccati a letto con la febbre alta. Allora formazione rivoluzionata, dentro Berisha in porta e Klose dall'inizio al posto dell'ex milanista, nel tridente d'attacco ci sono sia Candreva, sia Felipe Anderson che negli ultimi tempi erano stati sempre schierati in alternativa dal tecnico biancoceleste. Di Francesco deve fare a meno solo dello squalificato Missiroli, al suo posto Biondini, davanti Berardi e Sansone ispirano Defrel, in passato vicino alla Lazio.

LA SVOLTA BERARDI

Si gioca in un pantano, il pallone non scorre su un campo inzuppato dal nubifragio che ha colpito Roma per tutta la giornata. Bisogna adattarsi e il Sassuolo lo fa meglio dopo aver sofferto solo l'assalto iniziale della Lazio. L'arbitro Damato tollera un po' troppo i falli degli emiliani ma nel complesso la banda di Di Francesco è più brillante dei biancocelesti che solo quattro giorni fa hanno affrontato una gara decisiva in Europa League, E così intorno alla mezz'ora gli ospiti conquistano la metà campo e cominciano a sfondare sulla fascia destra dove Duncan arriva sempre al cross. Proprio il cursore ghanese inventa un corridoio per Defrel che Mauricio pensa bene di stendere bene. Fallo tanto inutile quanto netto che consente a Berardi di calciare un altro rigore dopo quello dell'andata: 1-0 per il Sassuolo e, prima dell'intervallo, c'è un altro intervento dubbio di Konko su Sansone a far venire e brividi a Pioli.

SIGILLO DI DEFREL

La Lazio prova a pressare nella ripresa, è anche sfortunata in un paio di situazioni che avrebbero potuto far girare la gara: manca l'espulsione di Magnanelli per ripetuti falli commessi a centrocampo, Consigli ipnotizza Keita appena entrato. Ma è poca roba, pochissima, perché Berisha deve fermare Berardi e Sansone con due parate da applausi. E' il segnale, Bisevac sbaglia un rinvio, Defrel infila il portiere laziale con la squadra tutta sbilanciata e messa male con un 4-2-3-1 da suicidio. Entrano Mauri e Djordjevic, fuori Anderson e Klose. Tutti all'assalto senza idee e così sfiora più il Sassuolo il terzo gol che non la Lazio una rete per riaprire un match mai in discussione. Che vergogna.

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