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di Daniele Rindone
Si è sbloccato, può essere decisivo in corsa come l'ex juventino. La Lazio si fida di lui
ROMA - Duecentosettanta giorni di tortura, duecentosettanta giorni senza segnare, una vita per un re del gol come lui. Prima o poi sarebbe tornato ed è successo. Miro Klose ha segnato il gol più facile tra i facili, a porta spalancata, di pantofola, nel senso che è bastato un tocco lieve per fare centro. Non c’è gol che non faccia buon brodo, soprattutto quando si è reduci da un’astinenza così lunga. Miro non segnava dal 31 maggio scorso, da Napoli-Lazio 2-4. Va per i 38 anni, sembrava destinato a fabbricare soltanto il suo tramonto. No, non è il tipo. Si ritirerà quando deciderà di farlo, non si farà con dizionare da niente e nessuno.
Klose ha dimostrato di non essere un semplice pezzo di ricambio, può dare ancora molto in questa stagione. Ha ripreso a segnare, non smette di centrare record. La rete siglata nel match di ritorno con il Galatasaray, davanti all’amico Podolski (hanno scambiato le maglie), l’ha fatto salire sul podio dei marcatori più esperti dell’attuale Europa. Klose, classe 1978, ha fatto gol a 37 anni, 8 mesi e 16 giorni. Solo Daniel Hestad del Molde e l’ex interista Samuel (oggi al Basilea) hanno fatto meglio di Miro. Hestad è classe 1975, Samuel è classe 1978, ma è nato a marzo (Klose a giugno). La statistica comprende tutti i gol segnati quest’anno in Europa League e in Champions League. Miro, senza gol, non vive bene. «Ero un po’ incazzato», ha confessato a fine partita. La volontà di segnare, di sbloccarsi, di aiutare la Lazio, era feroce.
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