Autore Topic: Ripartizione diritti TV in Europa  (Letto 7190 volte)

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Offline cartesio

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Ripartizione diritti TV in Europa
« : Lunedì 15 Febbraio 2016, 13:05:00 »
Ho trovato un articolo che confronta i criteri di suddivisione delle entrate televisive tra le società di vari campionati. Ne emerge un quadro in cui Spagna e Italia sono le meno egualitarie.

http://www.wired.it/economia/business/2015/08/03/bozza-diritti-tv-calcio/

Rapporto tra quota massima e quota minima:

Spagna   11 a 1
Italia       5 a 1
Francia    3,5 a 1
Germania   2 a 1
GB           1,5 a 1
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

CP 4.0

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #1 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 13:20:24 »
sembrerebbe pero' che la Spagna dal prossimo anno sara' piu' bilanciata nel ripartire i diritti tv lasciando all'Italia la 'corona'.

sarebbe interessante vedere quale sia la classifica, tra questi 5, del maggior seguito nel mondo, e di conseguenza di entrate. non mi meraviglierei che sia 'direttamente proporziale'.

qui l'errore di Lotito nella famosa telefonata alla 'pulce'. non e' tanto un problema di vendere un campionato con Frosinone e Carpi, quanto di rendere piu' competitivo e quindi interessante, da cui poi si vende, un campionato con Carpi e Frosinone.

e si puo' farlo solo con maggiori entrate per le minori, che non potendo arrivare dal botteghino o dal merchandising, possono arrivare solo dalla tv.

inoltre sarebbe interessante trovare quali in campionati le matricole restano di piu' nelle maggiori serie e in quali appaiono una volta fugacemente o fanno il classico yo-yo.

ThomasDoll

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #2 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 13:43:54 »
sarebbe interessante anche approfondire su quali sarebbero stati i progetti delle squadre contrarie all'attuale assetto, Juve rioma Inter Napule e Fallentia. Ben più squilibrati di questo...

Pomata

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #3 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 14:08:56 »
Il Carpi e il Frosinone sono il risultato degli scempi tipo Parma, facendo una divisione più giusta e gestioni più equilibrate si potrebbe avere una serie A di livello ottimo e meno cenerentole.

Si vocifera che la Samp stia seguendo il cammino del Parma...sarà vero? In Spagna si dice: Si el río suena, agua lleva...

Se il fiume rugge, significa che porta acqua...

Offline Fabio70rm

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #4 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 17:04:49 »
Chiaro che bacini di scarsa affluenza per la legge di mercato hanno meno ricavi.

Un Carpi - Chievo avrà di sicuro meno spettatori di un Lazio - asfalliti o di un Juve - Inter, ma non è detto.

Se dai la possibiltà alle piccole di poter avere un introito che consenta di ricavare una rosa stile Sassuolo, il campionato diventa subito di livello elevato, e ogni partita, perfino Carpi - Chievo, diventa interessante e vende molto di più.

Secondo Lotito questo ci si riesce solamente se rendi la Serie A appannaggio di club metropolitani con grande bacino e di conseguenza grandi possibilità economiche.

Giusto o sbagliato che sia questo ragionamento, una più equilibrata ripartizione economica non può che favorire una maggior concorrenza e spettacolarità del campionato.

E' un metodo diverso da quello suggerito da C.P., bisogna vedere quale si dimostrerebbe più valido...
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline BobLovati

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #5 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 17:11:54 »
domandina per il "Pomata"; anni fa il Madrid vendette da solo i propri diritti, credo di mcordare ad Antena3 (ora del gruppo Berlusconi) le proprie partite per 10 anni a 1.000milioni di € (100mln€/anno).

Era davvero così, e se continuano a poter vendere ognuno per contro proprio  ;)
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Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline franz_kappa

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #6 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 17:17:40 »

Secondo Lotito questo ci si riesce solamente se rendi la Serie A appannaggio di club metropolitani con grande bacino e di conseguenza grandi possibilità economiche.

Giusto o sbagliato che sia questo ragionamento, una più equilibrata ripartizione economica non può che favorire una maggior concorrenza e spettacolarità del campionato.

E' un metodo diverso da quello suggerito da C.P., bisogna vedere quale si dimostrerebbe più valido...
C'è un rischio: se livelli verso il basso il campionato il primo rischio è ridurre, di parecchio, il potenziale delle Società di prima fascia che di solito partecipano sempre alla Champions.
Tempo un decennio e avremmo solo due squadre ammesse alla principale competizione continentale per Club, effetto di una presumibile riduzione del ranking Uefa dell'Italia.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Drenai

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #7 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 17:55:04 »
la premier può permettersi una ripartizione equa perchè è di gran lunga la lega che riesce a vendere meglio il suo prodotto, è di pochi giorni fa un nuovo mega accordo con non so quante nazione emergenti e del terzo mondo. E' gia il campionato di calcio piu seguito al mondo. Negli USA ad esempio, gli appassionati di calcio (che esistono) seguono molto piu la EPL che la loro MLS locale. Questo fiume di soldi che entra viene distribuito a pioggia col risultato che nella relazione deloitte del mese scorso relativa al 2015, nei primi 30 clubs piu ricchi d'europa c'erano DICIASSETTE squadre inglesi. praticamente basta partecipare alla premier per diventare un top club europeo (per dare un termine di paragone, il napoli è trentesimo).

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Larry Bird

CP 4.0

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #8 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 21:03:24 »
il fatto e' che il discorso va ben oltre il mero denaro o la sua redistribuzione, altrimenti l'Italia non avrebbe subito il declino inesorabile che abbiamo visto negli ultimi 15-20 anni.

e finche' non si cambiera' il calcio in Italia, inteso nelle persone che ci lavorano in ogni grado che siano i giocatori, gli arbitri, i giornalisti o i presidenti di qualche ente olimpico, e si riacquistera' un minimo di dignita' nel fare il proprio lavoro, allora non ci saranno cambiamenti che sortiranno alcun effetto.

CP 4.0

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #9 : Lunedì 15 Febbraio 2016, 21:10:50 »
senza parlare di cose come la responsabilita' oggettiva


Pomata

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #11 : Martedì 16 Febbraio 2016, 14:04:27 »
domandina per il "Pomata"; anni fa il Madrid vendette da solo i propri diritti, credo di mcordare ad Antena3 (ora del gruppo Berlusconi) le proprie partite per 10 anni a 1.000milioni di € (100mln€/anno).

Era davvero così, e se continuano a poter vendere ognuno per contro proprio  ;)

Non saprei, di sicuro e come ben sai, in Spagna Barcellona e Madrid sono autentiche mafie...di fatto il campionato spagnolo è tra i più brutti d'europa. IMHO

Troppe differenze di introiti.

Offline cartesio

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #12 : Mercoledì 17 Febbraio 2016, 08:44:21 »
So che va contro abitudini tradizioni aspettative del grande pubblico, ma un campionato stile NBA sarebbe molto bello.

Pensate alla possibilità di un Palermo scudettato. Non sono più i tempi dei cartellini di proprietà delle società, in cui un Cagliari o un Verona potevano dire la loro, qundi in linea di principio anche Palermo, Bari, Catania potevano aspirare alla vittoria. Se ci fosse un meccanismo equilibratore come quello dell'NBA, il campionato diventerebbe molto più appassionante.
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CP 4.0

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #13 : Mercoledì 17 Febbraio 2016, 09:59:05 »
qual'e' questo meccanismo? che i giocatori non si 'comprano'? come funzionano gli ingaggi e stipendi in caso?

Offline Drenai

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #14 : Mercoledì 17 Febbraio 2016, 11:42:19 »
c'è il salary cap. anche se poi se un proprietario vuole sforare puo farlo pagando una percentuale extra (che poi viene ripartita fra gli altri). ma è un meccanismo troppo diverso, senza retrocessioni, senza acquisti in denaro, i giovani vengono ripartiti equamente col draft (oltretutto favorendo chi è piu debole) ecc.
un passo in questa direzione sono state le rose limitate introdotte quest'anno, ma le differenze restano trope. e in ogni caso per come siamo fatti in europa il tifo è troppo radicato nel territorio per impedire a tutte le squadre tranne un certo numero di ambire a salire di categoria. praticamente costringeresti tutti i tifosi delle piccole a scegliersi una franchigia di serie A.
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CP 4.0

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #15 : Mercoledì 17 Febbraio 2016, 11:55:19 »
un modello che puo' essere 'copiato' solo dando alle piccole le stesse possibilita' economiche delle grandi dove possibile, ergo la ripartizione dei diritti tv.

Pomata

Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #16 : Mercoledì 17 Febbraio 2016, 14:42:06 »
Io farei come in Argentina, campione d' apertura e di chiusura

Offline DinoRaggio

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #17 : Martedì 26 Aprile 2016, 20:11:44 »
Potrebbe cambiare tutto...

http://calcio.fanpage.it/diritti-tv-ecco-la-riforma-il-50-diviso-tra-tutti-i-club/

Diritti tv, ecco la riforma: il 50% diviso tra tutti i club

In Parlamento si discute della proposta di modifica della Legge Melandri: la spartizione in parti uguali del 50% (attualmente è il 40) degli introiti totali e quindi 23 milioni "fissi" per tutti i club, bacino di utenza abbinato al numero di abitanti per città e cambiamento del "paracadute" per le squadre retrocesse in Serie B.

I diritti televisivi sono da sempre uno dei terreni più delicati sui quali muoversi. Spesso, infatti, i toni si accendono ed i diverbi si amplificano quando si parla della cospicua "torta" che di fatto è anche il piatto alla base dell'intero movimento calcistico italiano. Al momento l'assegnazione dei diritti tv è vincolata al contratto che scadrà nel 2018, ma si lavora già ad una riforma.

In Parlamento, due deputate del Partito Democratico hanno presentato la riforma che ad inizio maggio affronterà l'iter giuridico e che potrebbe portare ad una mini-rivoluzione nel calcio italiano. Daniela Sbrollini e Lorenza Bonaccorsi, questi i nomi delle due deputate già prime firmatarie della riforma, potrebbero dunque dare il via ad una vera e propria rivoluzione nella spartizione della gigantesca torta dei diritti televisivi.

Allo stato attuale (e fino alla stagione 2017/2018), la cifra del contratto che garantisce 943 milioni di euro a stagione alla Lega Serie A, viene suddivisa in questo modo: il 40% del totale (circa 377 milioni) viene diviso in parti uguali (ovvero 18 milioni per ogni club di Serie A); a questi si aggiungono altre due quote. La prima in base al numero di tifosi e della popolazione residente nel comune dove giocano le squadre (e che da sempre ha causato non poche polemiche tra i club); la seconda quota in base ai risultati sportivi tra quelli storici, il quinquennio precedente e l'ultima stagione.

La riforma, invece, prevede che la quota "fissa" sia calcolata sul 50% del totale (471,5 milioni) e che dunque sia pari a poco più di 23 milioni per ogni squadra. Via il bacino d'utenza e dentro invece il numero ufficiale degli abitanti di ogni città. Ed anche questo criterio, che privilegerebbe le squadre delle grandi città, non mancherà di suscitare forse delle polemiche. Ma forse a far discutere potrebbe essere la modifica del "paracadute" assicurato alle squadre che retrocedono dalla Serie A: attualmente, la quota è pari a circa 40 milioni. Una cifra che verrà ritoccata verso il basso. Ci sarà, insomma, battaglia.

Questa è la suddivisione con i criteri attuali:
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Jim Bowie

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #18 : Martedì 26 Aprile 2016, 20:25:23 »
c'è il salary cap. anche se poi se un proprietario vuole sforare puo farlo pagando una percentuale extra (che poi viene ripartita fra gli altri). ma è un meccanismo troppo diverso, senza retrocessioni, senza acquisti in denaro, i giovani vengono ripartiti equamente col draft (oltretutto favorendo chi è piu debole) ecc.
un passo in questa direzione sono state le rose limitate introdotte quest'anno, ma le differenze restano trope. e in ogni caso per come siamo fatti in europa il tifo è troppo radicato nel territorio per impedire a tutte le squadre tranne un certo numero di ambire a salire di categoria. praticamente costringeresti tutti i tifosi delle piccole a scegliersi una franchigia di serie A.
per cortesia non di facciano paragoni con gli sports professionistici americani, altrimenti dovremmo scrivere per mesi e mesi circa la differenze tra il sistema politico/sportivo americano ed europeo.
Tanto per dirne una il calcio non e' considerato neanche uno sport principale e se ha qualche appeal allo stadio e solo grazie alla moltitudine di latini che popolano gli USA e la EPL come dice Drenai oppure la Bundeslida, la Liga, la Eurodivise, la Serie A e persino la Ligue 1 sono seguite solo dagli emigranti dei singoli paesi.

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Antiromanista si nasce non ci si diventa, ed io modestamente lo nacqui!

Offline disabitato

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Re:Ripartizione diritti TV in Europa
« Risposta #19 : Martedì 26 Aprile 2016, 20:38:59 »
Potrebbe cambiare tutto...

http://calcio.fanpage.it/diritti-tv-ecco-la-riforma-il-50-diviso-tra-tutti-i-club/

Diritti tv, ecco la riforma: il 50% diviso tra tutti i club

In Parlamento si discute della proposta di modifica della Legge Melandri: la spartizione in parti uguali del 50% (attualmente è il 40) degli introiti totali e quindi 23 milioni "fissi" per tutti i club, bacino di utenza abbinato al numero di abitanti per città e cambiamento del "paracadute" per le squadre retrocesse in Serie B.

I diritti televisivi sono da sempre uno dei terreni più delicati sui quali muoversi. Spesso, infatti, i toni si accendono ed i diverbi si amplificano quando si parla della cospicua "torta" che di fatto è anche il piatto alla base dell'intero movimento calcistico italiano. Al momento l'assegnazione dei diritti tv è vincolata al contratto che scadrà nel 2018, ma si lavora già ad una riforma.

In Parlamento, due deputate del Partito Democratico hanno presentato la riforma che ad inizio maggio affronterà l'iter giuridico e che potrebbe portare ad una mini-rivoluzione nel calcio italiano. Daniela Sbrollini e Lorenza Bonaccorsi, questi i nomi delle due deputate già prime firmatarie della riforma, potrebbero dunque dare il via ad una vera e propria rivoluzione nella spartizione della gigantesca torta dei diritti televisivi.

Allo stato attuale (e fino alla stagione 2017/2018), la cifra del contratto che garantisce 943 milioni di euro a stagione alla Lega Serie A, viene suddivisa in questo modo: il 40% del totale (circa 377 milioni) viene diviso in parti uguali (ovvero 18 milioni per ogni club di Serie A); a questi si aggiungono altre due quote. La prima in base al numero di tifosi e della popolazione residente nel comune dove giocano le squadre (e che da sempre ha causato non poche polemiche tra i club); la seconda quota in base ai risultati sportivi tra quelli storici, il quinquennio precedente e l'ultima stagione.

La riforma, invece, prevede che la quota "fissa" sia calcolata sul 50% del totale (471,5 milioni) e che dunque sia pari a poco più di 23 milioni per ogni squadra. Via il bacino d'utenza e dentro invece il numero ufficiale degli abitanti di ogni città. Ed anche questo criterio, che privilegerebbe le squadre delle grandi città, non mancherà di suscitare forse delle polemiche. Ma forse a far discutere potrebbe essere la modifica del "paracadute" assicurato alle squadre che retrocedono dalla Serie A: attualmente, la quota è pari a circa 40 milioni. Una cifra che verrà ritoccata verso il basso. Ci sarà, insomma, battaglia.

Questa è la suddivisione con i criteri attuali:


mi sfuggono due cose:
1) perché della ripartizione dei diritti tv si deve discutere in parlamento e non in lega?
2) la voce "meritocratico";

vendi il campionato come pacchetto unico? allora fai 1000/20, con buona pace di tutti. Oppure 50% in parti uguali ed il resto secondo il piazzamento dell'anno precedente. Finirebbero molte partite balneari di fine stagione...
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.