www.iltempo.itA Marassi finisce 0-0. I biancocelesti non segnano da tre gare consecutive, solo due i tiri nello specchio della porta rossoblu di Giorgia Baldinacci
Un punto per uno non soddisfa nessuno, soprattutto le due scontente della serie A. Genoa e Lazio non vanno oltre lo 0-0, poco spettacolo e poche occasioni da gol, a Marassi non si stappa lo champagne. E mentre i biancocelesti rimpiangono l'ennesimo treno perso per il quinto posto e l'Europa League, il Grifone rischia di rimanere imbrigliato nella bagarre retrocessione. E forse il pareggio sta meno stretto ai rossoblù, tutto di guadagnato. Mauri firma le 350 presenze in serie A e Pioli gli regala a sorpresa una maglia da titolare e la fascia da capitano, paga pegno Lulic che gli cede il posto mancino nel tridente con Felipe Anderson sull'out opposto: Candreva, infortunato alla caviglia, è rimasto a Roma. Il tecnico biancoceleste ripensa anche la scelta del falso nove Keita per affidarsi a una punta vera, Djordjevic, l'attaccante che secondo lui sa giocare più in profondità degli altri.
Dopo il turno di stop tornano Cataldi in regia e Milinkovic-Savic a centrocampo con Parolo a completare la mediana, confermata la difesa orfana di Bisevac: Basta e Konko sulle fasce, Hoedt e Mauricio al centro della retroguardia, Marchetti tra i pali. Il Genoa di Gasperini con il 3-4-3 si affida in avanti ai due ex Milan Cerci e Suso: il primo alla ricerca di riscatto dopo la deludente parentesi rossonera, il secondo già in gol col Grifone dopo aver visto soltanto panchina con Mihajlovic. A guidare l'attacco poi c'è l'asso nella manica, quel Pavoletti che ha siglato 11 gol in stagione e sogna una chiamata del ct Conte per l'Europeo: in tribuna c'è il suo collaboratore Alessio. Il Ferraris è un fortino, tra le mura amiche i rossoblù hanno conquistato 5 vittorie su 6 da inizio campionato. L'idea tattica di Pioli è quella di sfruttare i tagli di Mauri per i movimenti di Djordjevic, il gioco del brianzolo al servizio del serbo in profondità. Con Cataldi a far ripartire velocemente il gioco e il tridente a non dare punti di riferimento agli avversari. Eppure le azioni più pericolose per la Lazio arrivano da due occasioni create dai singoli. Al 5' il destro potente di Cataldi trova il no nella bella parata di Perin, al 18' il primo vero pericolo biancoceleste: sugli sviluppi di un corner battuto dal centrocampista romano, è Mauri con un colpo di testa a far vibrare la traversa. L'ammonizione di Parolo, diffidato, lo costringerà a saltare la prossima partita contro l'Hellas Verona. Il Genoa invece resta compatto e cerca di sorprendere la Lazio nelle ripartenze, come al 38' quando Dzemaili dà il via alla velocità di Cerci, il tiro dell'esterno da posizione defilata trova prima il tocco di Hoedt poi la provvidenziale deviazione di Konko a fil di palo. Munoz combina guai, una testata dell'argentino costa un vistoso bernoccolo al compagno di squadra Izzo, un secondo scontro aereo una vistosa fasciatura per Milinkovic-Savic ferito alla fronte.
Ritmi elevati, poca concretezza davanti la porta, poche occasioni: la fotografia del primo tempo è la stessa per entrambe le squadre. Basta non sta bene e si vede, alla ripresa non torna in campo e lascia il posto a Patric: quasi una sorpresa per l'ex canterano del Barcellona che, tra panchine e non convocazioni, ha giocato soltanto 46 minuti in biancoceleste. Ansaldi chiede il cambio per un guaio muscolare, a sostituirlo Rigoni. L'occasione più ghiotta passa per la testa (stavolta in positivo) di Munoz al 63', sulla sua inzuccata ci mette i guantoni con merito Marchetti: il Genoa comunque sembra averne di più nel secondo tempo. Gli spazi restano stretti, le squadre corte e ancora sulle gambe. La Lazio ha bisogno di qualcosa in più per sbloccare la gara, Pioli ci prova con Keita al posto di Mauri: lo spagnolo entra bene in partita, punta sempre l'uomo e crea superiorità numerica in avanti. Ma mentre Perin sporca poco i guanti, il portiere biancoceleste fa un altro miracolo: sull'intuizione di Tachtsidis non si fa cogliere di sorpresa e sventa il tiro dell'ex Roma. Interessante sul ribaltamento di fronte lo spunto di Keita, la palla non è troppo potente, Perin blocca senza problemi. Lulic entra quando mancano dieci minuti e rileva Cataldi. La Lazio ci crede, il Genoa pure e a Marassi è un'intensa battaglia ora soprattutto dal punto di vista fisico. Pavoletti, zoppiccante per un problema muscolare, resta in campo perché i cambi per i rossoblù sono finiti. Il Grifone gioca praticamente in dieci negli ultimi giri d'orologio, i biancocelesti dimostrano ancora una volta di avere le polveri bagnate: il gol manca da tre partite consecutive, due i tiri nello specchio della porta genoana. Lo 0-0 finale non soddisfa nessuno, né l'ambizione di Europa League della Lazio, né il rischio della bagarre retrocessione - il terzultimo posto è lontano soltanto cinque punti - del Genoa.