www.lalaziosiamonoi.itdi Francesco Tringali
ROMA - Per le strade di Roma è un giorno di festa, a Formello si fa sul serio. Inzaghi nasconde la torta con le 116 candeline: al 'Fersini' arriva il Palermo per i quarti di finale di Coppa Italia, non c'è tempo per i brindisi. Ma ai rosanero non riesce il ruolo di guastafeste, perché la Lazio si regala la semifinale grazie al gol di Aimone Calì. Fatica la baby Biancoceleste, ma alla fine strappa il passaggio del turno a un passo dall'incubo supplementari. L'ex Roma rende ancora più dolce il compleanno laziale, la classica ciliegina sulla torta. Ora per Inzaghi e i suoi ragazzi c'è un motivo in più per alzare i calici al cielo.
FORMAZIONI - Nessuna sorpresa: il 2016 ha riconsegnato a Inzaghi l'undici titolare. Solito pacchetto difensivo - davanti a Matosevic - con Dovidio, Quaglia, Mattia e il ritrovato Germoni. Borecki si riprende le chiavi del centrocampo, assistito ai suoi lati da Murgia e Folorunsho. Spazio al tridente lì davanti con Manoni, Rossi e il rientrante Palombi. Bosi deve rinunciare ai big e si affida al tandem d'attacco Cassini-Lo Faso.
TUTTO TACE - Sembra la fotocopia della seconda giornata di campionato: quando il Palermo tornò in Sicilia con un punto d'oro, frutto di uno scialbo 0-0. L'equilibrio su cui viaggia il match non regala alcuna emozione. L'unico brivido in area rosanero è dato da Folorunsho che, dopo una mischia, calcia alto da pochi passi. Poi tutto tace: attacchi sterili, poche idee e ritmi lenti. Il panettone è ancora sullo stomaco, ma ci si gioca la semifinale di Coppa Italia. Le vacanze vanno archiviate.
DECISIVO CALÌ - Il messaggio di Inzaghi sembra essere arrivato: palla al centro e prima occasione biancoceleste. Imbucata centrale per Rossi che in spaccata non riesce a metterci la giusta potenza per battere Marson. È solo un'illusione però: la partita torna a farsi lenta, le trame di gioco macchinose e prevedibili. Inzaghi cambia e gioca la carta Calì per uno stanco Germoni. È proprio il neo entrato a provare a riscrivere il copione della gara, girando di testa un cross di Manoni. Palla a lato, ma il gioco si ferma per ben sei minuti. L'assistente numero due, Ragnacci, riscontra un problema muscolare: costretto a uscire, il match prosegue senza i due guardalinee come da regolamento. Al rientro, è ancora Calì l'uomo più pericoloso: l'ex Roma giganteggia in area avversaria, ma di testa non trova il bersaglio grosso. Sono le prove generali del gol che arriva a pochi giri d'orologio dalla fine: il centravanti svetta in area piccola e stavolta batte Marson. Lazio in vantaggio a cinque dal novantesimo. I nove minuti di recupero sono una vera e propria agonia: Matosevic è provvidenziale sugli assalti rosanero, poi il triplice fischio. Il regalo più bello per Inzaghi - nel giorno del compleanno biancoceleste - è di Aimone Calì.
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