Autore Topic: LOTITO «Tifosi, sostenete e aiutate la Lazio»  (Letto 627 volte)

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LOTITO «Tifosi, sostenete e aiutate la Lazio»
« : Sabato 19 Dicembre 2015, 11:33:00 »
Corriere dello Sport




Lotito  «Tifosi, sostenete e aiutate la Lazio»
 «Io sono abituato, mi scivola tutto addosso. Ma squadra e tecnico soffrono la disaffezione e si sentono isolati»

 di Fabrizio Patania
 
ROMA - Lotito era soddisfatto, quasi sollevato, contento di sottolineare l’unione dei giocatori della Lazio riscoperta all’Olimpico entrando nello spogliatoio, come lui stesso ha raccontato, dopo gli ottavi di Coppa Italia con l’Udinese. Pioli, verso la fine della festa al Castello della Spizzichina, sulla via Cassia, ha persino cantato l’inno con lo staff. Un segnale di fiducia ritrovata nel suo lavoro e nel rapporto con la società. Prima di tornare a casa, s’è fermato cinque minuti a parlare fitto con Lotito. Toni sereni, confidenziali. Il mister aveva passato la serata allo stesso tavolo del ds Tare e del segretario Calveri, mentre il presidente aveva scelto di stare con la famiglia. Piccole sfumature, grandi verità. Lui decide, gli altri sono sullo stesso piano o quasi, e la direzione ora sembra quella giusta. Tutti insieme verso la conferma, a patto di proseguire e continuare, di invertire la tendenza in campionato, di non crollare e offrire una prestazione degna a San Siro con l’Inter. La ruota è girata dopo quel colloquio con Pioli avvenuto nel week-end successivo alla partita con la Juve. Lotito è abituato a lavorare su due tavoli. Come prima cosa ha chiesto una reazione alla squadra e ha dato forza al proprio allenatore, come seconda si è guardato intorno e ha cercato di capire quale strada prendere in caso di esonero, l’ultima ipotesi a cui ha sempre pensato da quando guida la Lazio. Tradotto: la panchina di Pioli resta in discussione, ma sono aumentate le chances di guadagnare tempo e di superare il Natale, magari con i rinforzi giusti a gennaio. Certo pesano quei 2 punti raccolti nelle ultime 7 giornate di campionato e un’impennata a San Siro significherebbe svolta, altrimenti le riflessioni continueranno. Lotito, come ha sempre fatto capire, avrebbe tirato le conclusioni durante la sosta. Alla cena di Natale, quando è salito sul palco ha dato segnali di continuità. «Dobbiamo sostenere la squadra e il tecnico». Era contento: «L’unione di intenti tra società, tecnico e squadra produce risultati». E ai suoi giocatori, perché un briciolo di scaramanzia non guasta, ha consegnato dei piccoli sassolini benedetti che aveva nelle tasche. Forse una sorta di porta-fortuna.
 
TIFOSI. Il grande tema, però, s’è spostato dalla panchina di Pioli al deserto dell’Olimpico, alla disaffezione dei tifosi, a quel clima di perenne contestazione che circonda la Lazio. Di questo, interrompendo un silenzio lungo diversi mesi, ha parlato il presidente. Lo ha fatto a modo suo, reclamando sostegno per la squadra. «Io sono abituato, ho l’impermeabile, mi scivola tutto addosso. Il problema è che vedo disaffezione nei confronti dei giocatori e del tecnico, invece la squadra ha bisogno della gente». La crisi è testimoniata dalla classifica, nessuno si aspettava di ritrovare la Lazio così in basso, neppure la società. «Ci sono state tante difficoltà, gli infortuni. Io sono il presidente e devo assumermi le responsabilità quando le cose vanno male. Ma questa non è una Laziotta, ci sono in organico 14 nazionali. Le critiche costruttive sono positive, in questo caso vedo solo demolizione. Deprimere i giocatori può trasformarsi in un boomerang. La squadra ha bisogno di sostegno, era diventata un brutto anattroccolo, ora sta lavorando per tornare a essere un bel cigno. Si impegnano, si sacrificano, hanno dimostrato compattezza con l’Udinese e anche con la Samp. Sono entrato nello spogliatoio, si abbracciavano. C’è uno spirito ritrovato, ora bisogna proseguire. Ma la squadra si è sentita sola e isolata. Le difficoltà ci sono e dal punto di vista emotivo si sono moltiplicate». Lotito ha parlato della crisi, un pochino astraendosi dalla situazione. Analisi giusta, trascurando di essere la figura principale intorno a cui tutto ruota nel mondo della Lazio. E così alla fine è inciampato sul famoso salto di qualità fallito in estate. «Chi dice così fa un errore grave, perché non abbiamo venduto nessuno e integrato l’organico con giocatori di livello che si stanno imponendo». Forse si riferiva a Milinkovic e alle tante offerte rifiutate in estate. Diciamo la verità. In Champions sperava di arrivarci così, il Bayer Leverkusen e un paio di infortuni lo hanno dimostrato: troppo poco, calcoli sbagliati.
 

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