Autore Topic: SCUDETTO 1914/15  (Letto 121497 volte)

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #240 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 00:13:40 »
Da Laziale, assegnerei lo Scudetto alla Lazio, manderei in Eccellenza il Genoa -non prima di aver finito di pagarci Matuzalem, Sculli e Gentiletti- e in Promozione l' Inter, condannerei la Roma ad intitolare il campo di allenamento a Ciccio Graziani, a prescindere, imporrei al Toro di darci un paio di elementi decenti e costringerei Napoli, Naples, Neapolitaner o Nupler che siano a giocarsi lo spareggio a quattro o a cinque con Cesena, Cremonese e Lecce per una promozione postuma dal mitico campionato di B, annata 86/87, a Noi tanto caro.
Da appassionato di calcio, fintamente neutrale, tenderei a pensare che la soluzione più equa sarebbe stata quella di non assegnare il titolo.
Oggi, dopo secoli, credo che la rappresentazione data da alcuni di Voi, buon ultimo il geometrico Frank 73, ma non solo, chiarisca adeguatamente la posizione della Lazio, di certo non estranea del tutto alla vicenda, anzi.
Come andrà, lo vedremo.
Nell' attesa di rileggervi, mi sparerei un bel Forza Lazio, che ci sta sempre di lusso.

 :fl:
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neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #241 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 00:33:52 »
Se il campionato non fosse stato interrotto, a dividere il Genoa dalla finale ci sarebbe stata 1 sfida con il Torino.

Se il campionato non fosse stato interrotto, a dividere il Torino dalla finale ci sarebbe stata 1 sfida con il Genoa.

Se il campionato non fosse stato interrotto, a dividere la Lazio dalla finale ci sarebbe stata 1 sfida con una napoletana*.

Se il campionato non fosse stato interrotto, a dividere le due napoletane dalla finale ci sarebbero state 2 sfide, la seconda, eventuale, contro la Lazio*.

La Lazio prevale sulle napoletane in quanto le manca solo una sfida contro due, il Genoa sul Torino avendo due risultati su tre. Sono criteri oggettivi, opinabili ma oggettivi. Ne esistono altri, altrettanto opinabili e oggettivi, che favoriscono Torino e napoletane?

No, nella contesa tra Genoa e Torino, NESSUN criterio porta avanti il Torino.
No, nella contesa tra Lazio e ciascuna delle napoletane, NESSUN criterio porta avanti la napoletana.

Allo stesso modo, Nulla fa prevalere la Lazio sul Genoa o il Genoa sulla Lazio, se non il livello tecnico superiore dei liguri.
Ma il livello tecnico non è rilevante, altrimenti rimetterebbe in gioco Torino e Inter che potrebbero accreditarsi come superiori al Genoa (il Torino ci aveva vinto all'andata e sembrava favorito per il ritorno).

Si può non assegnarlo, e sarebbe stata la soluzione più giusta (non è escluso che lo sia stata, l'assegnazione postuma sembra, da quanto si è riusciti a capire dagli scarni documenti disponibili, una auto-assegnazione di cui la Federazione prese atto) ma ormai sono cento anni che lo ha il Genoa.
Si può darlo a cinque o sei squadre, ma NON erano tutte allo stesso punto del percorso. Anzi... come detto... quattro di loro (Torino, Inter, le napoletane) non avevano ALCUN elemento da vantare per essere preferite a Genoa e Lazio.

Genoa e Lazio sono entrambe, con criteri oggettivi, IN POSIZIONE DI VANTAGGIO rispetto alle altre della propria zona, l'una al Nord, l'altra nel Centro-Sud.
Non esiste, acquisita la posizione di vantaggio dei due club verso gli altri, invece criterio oggettivo per favorire l'uno o l'alto.

Ex aequo e non se ne parli più.

* Se si accertasse che la finale Sud tra le napoletane si era ormai esaurita con l'uscita di scena di entrambe le compagini, la Lazio sarebbe a 0 sfide dalla finale, contro la distanza di 1 sfida (Torino) per il Genoa. Ciò costituirebbe il perfezionarsi di un criterio oggettivo per stabilire una posizione di vantaggio a favore della Lazio, mentre continuerebbe a non sussisterne alcuno per stabilire un ipotetico vantaggio del Genoa. A quel punto, l'attribuzione ex aequo del titolo sarebbe una forzatura a favore del Genoa, non della Lazio.
Paradossalmente, ma neanche tanto, stabilire se le napoletane fossero ancora in corsa servirebbe a giustificare un ex aequo per il Genoa, non per la Lazio. ;D

Le napoletane sono a due turni (sfideYcontronti) dalla finale, la Lazio a un turno (sfida/confronto) dalla finale, esattamente come il Genoa.
Per il Genoa l'avversario è identificato, ha un nome, è il Torino.
Per la Lazio l'avversario va identificato, avrà un nome, sarà una delle napoletane.
Intervento ottimo.

Offline cartesio

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #242 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 09:52:07 »
Bello il post di Frank 73.

Vado un po' OT, per aggiungere alla lista delle vittorie di outsider un esempio memorabile: la vittoria di Boris Becker a Wimbledon, nel 1985. Becker non era neanche testa di serie ed aveva vinto un solo torneo fino ad allora, il Queens. Quell'anno vincerà un solo altro torneo, a Cincinnati.

Lo sport va al di là delle valutazioni tecniche di chi guarda.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline franz_kappa

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #243 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 11:30:36 »
Lo sport va al di là delle valutazioni tecniche di chi guarda.
Certamente. Ma l'esempio di Becker a Wimbledon nel 1985 rappresenta un episodio sportivo di vittoria dell'outsider che non è neanche minimamente paragonabile alla condizione in cui si trovavano nel 1915 una qualsiasi grande del Nord (genoa o torino o inter, dunque) e la Lazio, separate allora da un incolmabile abisso tecnico, tale da rendere la finale nazionale poco più di una formalità.
Peraltro la finale nazionale si sarebbe svolta su due gare, quindi un'improbabile vittoria della Lazio all'andata sarebbe stata con ogni probabilità ribaltata dalla compagine del Nord nella gara di ritorno.

Ciò detto, si tratta di riflessioni che non hanno alcuun significato, visto che il criterio della maggior competitività presunta non rileva né può rilevare in alcun modo ai fini della determinazione se si debba rimettere in discussione l'assegnazione dello Scudetto 1914-15. Contano infatti le regole e gli elementi oggettivi e solo essi.

In tal senso ho una serie di richieste da condividere, emerse dalla lettura dei post degli ultimi due giorni.
1) a quanto pare NON C'E' univoca certezza che la semifinale Centro-Sud fu annullata? Corretto?
2) lo 'spareggio' tra vincente del girone Italia Centrale (Lazio) e vincente del girone dell'Italia meridionale (Internazionale Napoli e Naples; ammesso che le due squadre non fossero state squalificate) si sarebbe svolto su una o due gare, con andata e ritorno? Ci sono evidenze oggettive in merito?
3) dalla documentazione disponibile si può desumere cosa sarebbe accaduto in caso di contemporanea vittoria di torino (contro il genoa) e inter (contro il milan) nell'ultima gare del girone finale settentrionale, pianificata per il 23 maggio?*

* la classifica a una gara dalla fine recitava: genoa 7 punti (13 gol fatti e 11 subiti), torino (11 / 7) e inter 5 punti (11 / 12), milan ultimo con 3 punti (4 / 9). Nel caso ipotizzato dalla mia domanda il Girone settentrionale si sarebbe concluso con tre Club primi a pari punti (ovvero 7).
Buon viaggio, caro Piero.

Offline franz_kappa

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #244 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 11:39:12 »
Precisazione. Non mi sono reso conto di aver lasciato nel mio post un'imprecisione, che correggo. Intervengo anche con un'integrazione.

In tal senso ho una serie di richieste da condividere, emerse dalla lettura dei post degli ultimi due giorni.
1) a quanto pare NON C'E' univoca certezza documentale che la semifinale Centro-Sud meridionale tra Internazionale Napoli e Naples fu definitivamente annullata? Corretto?

Buon viaggio, caro Piero.

neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #245 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 11:57:15 »
punto 1)
io so che il girone campano venne giocato, sia l'andata che il ritorno, con esito favorelvole all'Intenazionale.
entrambe le partite vennero però annullate per irregolarità nei tesseramenti di entrambe le società (alcune fonti indicano solo a carico dell'Internazionale) e venne indetta la ripetizione del girone.
Venne effettuata però solo una partita, finita 3 a 0 per l'Internazionale.
quindi per me il giorone campano non è annullato ma sospeso ad una giornata dal termine e le campane non sono squalificate.
non so quali documenti abbiano in mano per poter dire il contrario.
io ricordo di aver visto queste evidenze su fonti che citavano la gazzetta dello sport.

punto 2)
la finale tra le due vincenti dei due gironi era in partita doppia

punto 3)
spareggi in partita doppia, praticamente un girone a tre tra Genoa, Inter e Torno con gare di andata e ritorno (il criterio della differenza reti non era in voga)

questo è quello che ricordo io, non ho ora ora fonti da metterti.

Offline giamma

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #246 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 12:23:29 »
Se le irregolarità riguardavano entrambe le squadre la conclusione sportiva è inequivoca, partita persa ad entrambe, se avesse riguardato una sola delle due l'altra sarebbe stata automaticamente qualificata per la finale contro la Lazio, è probabile quindi che la ripetizione sia stata un motu proprio delle due società per stabilire la supremazia cittadina.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Zapruder

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #247 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 12:55:19 »
punto 1)
io so che il girone campano venne giocato, sia l'andata che il ritorno, con esito favorelvole all'Intenazionale.
entrambe le partite vennero però annullate per irregolarità nei tesseramenti di entrambe le società (alcune fonti indicano solo a carico dell'Internazionale) e venne indetta la ripetizione del girone.
Venne effettuata però solo una partita, finita 3 a 0 per l'Internazionale.
quindi per me il giorone campano non è annullato ma sospeso ad una giornata dal termine e le campane non sono squalificate.
non so quali documenti abbiano in mano per poter dire il contrario.
io ricordo di aver visto queste evidenze su fonti che citavano la gazzetta dello sport.

punto 2)
la finale tra le due vincenti dei due gironi era in partita doppia

Mi punto 3)
spareggi in partita doppia, praticamente un girone a tre tra Genoa, Inter e Torno con gare di andata e ritorno (il criterio della differenza reti non era in voga)

questo è quello che ricordo io, non ho ora ora fonti da metterti.

Perfetto.

La formula del torneo era la medesima dell'anno precedente, in cui lo spareggio centrosud fu disputato su doppia gara. Ma questa scelta è presumibile: la FIGC deliberava di volta in volta, e spesso dopo essere stata sollecitata pesantemente, perché quello che.succedeva a sud di Bologna non interessava a nessuno. Ad esempio, a voler essere pedanti, la vittoria a tavolino della Lazio per rinuncia del Lucca non fu mai proclamata!

Si tenta di guardare le vicende di allora con gli occhi di oggi, commettendo a mio avviso un errore di fondo. Chi lo sa che Genoa e Milan invertirono di propria sponte il campo di gioco nel 1901, per la finale? Il Genoa accettò di andar a giocare a Milano la finale per soldi! Irregolare, no? Coi concetti odierni. Ma era un altro calcio...

Offline disabitato

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #248 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 13:06:27 »
Sportivamente parlando l'assegnazione al genoa sarebbe assurda anche se si fosse giocata l'andata della finale con risultato di 10-0 in favore dei liguri.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #249 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 13:08:57 »
Perfetto.

La formula del torneo era la medesima dell'anno precedente, in cui lo spareggio centrosud fu disputato su doppia gara. Ma questa scelta è presumibile: la FIGC deliberava di volta in volta, e spesso dopo essere stata sollecitata pesantemente, perché quello che.succedeva a sud di Bologna non interessava a nessuno. Ad esempio, a voler essere pedanti, la vittoria a tavolino della Lazio per rinuncia del Lucca non fu mai proclamata!

Si tenta di guardare le vicende di allora con gli occhi di oggi, commettendo a mio avviso un errore di fondo. Chi lo sa che Genoa e Milan invertirono di propria sponte il campo di gioco nel 1901, per la finale? Il Genoa accettò di andar a giocare a Milano la finale per soldi! Irregolare, no? Coi concetti odierni. Ma era un altro calcio...
parlo per me zap.
e personalmente sto facendo, nella ricostruzione di quel campionato, proprio lo sforzo, pr quanto possibile, di capire come ragionavano allora.

le fonti sono poche, mi sono letto tutti gli almanacchi dello sport di quegli anni, non riuscendo a trovare proprio quello che racconta la stagione  del 1914/15, l'inserto settimanale della stampa e un mare di altre cose.

a volte si deve procedere per deduzione, per esempio in caso di irregolarità nei tesseramenti si dava la sconfitta a tavolino, ma chi lo sa, magari avendo compiuto entrambe le campane le irregolarità decisero di rifare tutto.

ho citato come fonte la gazzetta dello sport, ma solo come fonte riportata.
si tratta comunque di quella uscita il 3 e 17 maggio del 1915, li ci dovrebbe essere qualche cosa che parla delle partite diputate nel girone campano.

qui c'è qualche indicazione in tal senso.
http://www.wikiwand.com/it/Unione_Sportiva_Internazionale_Napoli_1914-1915#/Bibliografia

Zapruder

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #250 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 13:10:37 »
In privato ti indico appena posso la fonte della partita del 18 maggio Internazionale Napoli-Naples 3-0

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neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #251 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 14:40:48 »
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Offline cartesio

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #252 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 15:42:24 »
Certamente. Ma l'esempio di Becker a Wimbledon nel 1985 rappresenta un episodio sportivo di vittoria dell'outsider che non è neanche minimamente paragonabile alla condizione in cui si trovavano nel 1915 una qualsiasi grande del Nord (genoa o torino o inter, dunque) e la Lazio, separate allora da un incolmabile abisso tecnico, tale da rendere la finale nazionale poco più di una formalità.

E chi lo sa.
Anche Becker era separato da un abisso d'esperienza e maturità da alcuni dei suoi avversari, ma vinse.
Non so cosa sarebbe successo in un'ipotetica finale tra Lazio e Genoa/Torino/Inter. Chissà, magari dopo uno sfiancante torneo di spareggi tra le tre a pari merito la Lazio avrebbe avuto qualche chance.
So però che cinque anni dopo - non un'era geologica - la finale nazionale fu vinta dall'Inter sul Livorno per 3-2.
E quella dell'anno successivo fu vinta dalla Pro Vercelli sul Pisa per 2-1.
Superiorità del nord sul centro-sud, ma non un abisso.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Zapruder

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #253 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 17:08:34 »
Per chi segue lo sci: certamente sapete che nelle gare a due manche, nella seconda scendono prima i migliori, poi quelli dal 25esimo tempo in su.

E sapete anche che chi somma il miglior tempo festeggia la vittoria. Anche se i meno bravi devono ancora scendere. Eppure in linea teorica potrebbero ancora vincere, no?

Il paragone più calzante che mi viene è questo. Un po' come se il Portogallo, per essere Campione D'Europa, avesse dovuto incontrare il Montecompatri. L'anno prima la Lazio fu stracciata dal Casale, che giocò all'acqua di rose e con poca voglia.

Il campionato percepito come "vero" terminava a Bologna. Nella percezione di tutti, compresa la stessa Lazio che della sospensione del torneo prese semplicemente atto.

Che questo sia sportivamente ingiusto, può essere. Ma è indispensabile almeno capire lo spirito dell'epoca. Sennò è come fare gli scandalizzati perché a teatro si tiravano i gatti o per le pubblicità che invitavano a fumare.

neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #254 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 17:37:05 »
La disparità dei valori è un criterio assolutamente non sportivo, e comunque non così evidente.

Il primo gennaio del 1913 la Lazio venne invitata dall'Inter per l'inaugurazione del nuovo campo.
Perdemmo 3 a 1, qui ci sono le cronache.

fischio d'inizio la Lazio si proietta in avanti e Campelli è subito chiamato ad una respinta. Al 2' Bontadini fa passare il pallone raso terra attraverso le gambe di un compagno e di un avversario e sorprende il portiere laziale che rimane immobile. Del resto l'alta statura dell'estremo difensore, rende difficoltose le parate a terra. Inoltre il giocatore laziale in passato aveva giocato nel Milan ed appariva molto emozionato. I romani non si scoraggiano e, trascinati da un ammirevole Saraceni (I), impegnano nuovamente il portiere milanese con un tiro basso e potente. Al 13' Aebi tira ma Gaslini non trattiene e il pallone supera la linea di porta. Al 20' Gama porge un ottimo pallone al centro, Bontadini raccoglie e segna il terzo goal con un tiro lento ma preciso. A questo punto si prevede il crollo dei capitolini e altre numerose segnature dei padroni di casa. Invece la Lazio si rianima e si organizza in difesa. Fino alla fine del tempo ci saranno solo due azioni dei nerazzurri e un continuo attacco laziale. Coraggio fugge sulla fascia e passa immediatamente a Saraceni (I) che si invola rapidissimo verso la porta interista, schiva Fossati, dribbla Peterli e infila l'angolo alto a destra della porta di Campelli.
E' stato questo, di gran lunga, il più bel goal della giornata e suscita applausi scroscianti durati più di un minuto. Appena dopo la rete, l'arbitro Meazza fischia la fine del primo tempo. Nel secondo tempo la Lazio è stata indiscutibilmente superiore ai locali. Anche Gaslini sembra rinfrancato e si riabilita con tre interventi prodigiosi. La prima linea intesse trame veloci e interessanti e anche la seconda linea, imperniata sugli ottimi Fioranti e Faccani, protegge il reparto arretrato ed è pronta a ripartire per offendere. L'Internazionale cala il suo rendimento per la spinta dei biancocelesti e anche per la stanchezza e il freddo. Ne approfitta la Lazio che impegna ripetutamente Campelli. Dal 20' al 30' la Lazio staziona in zona d'attacco e si deve alla bravura dell'estremo difensore nerazzurro se la porta milanese rimane inviolata. Si registrano poi timidi tentativi di contrattacco dell'Internazionale e Gaslini deve intervenire soltanto su un tiro pericoloso di Fossati. I romani seguono ad attaccare e comandano il gioco con autorità, sfruttando l'ottima vena dell'asse Fioranti-Saraceni.
Il primo è applaudito a scena aperta per le sue straordinarie doti di resistenza e di palleggio e non è apparso inferiore a nessun avversario in campo. La rete nerazzurra corre ancora diversi pericoli e un pallone sfuggito a Campelli, viene respinto sulla linea da Fossati. Un goal di Aebi viene annullato per fuorigioco. Al fischio finale dell'arbitro sale dal pubblico una clamorosa ovazione per la squadra biancoceleste.

Dalla Gazzetta dello Sport:
La prima squadra romana a Milano. L'Internazionale batte la Lazio con 3 a 1.
L'articolo prosegue: E' la prima volta che una squadra di Roma è venuta ad incontrarsi con una consorella dell'alta Italia. Il foot-ball finora s'era sviluppato in Italia dividendosi in grandi gruppi ben distinti e non erano mai avvenuti quegli incontri fra settentrionali e meridionali, che pure avrebbero servito a farci conoscere la forza promettente di tanti clubs lontani dai nostri grandi centri dove il giuoco è in onore. Ieri la Lazio di Roma, benché incompleta e affaticata dal viaggio, ha saputo ben combattere contro una delle maggiori squadre italiane. Quanti hanno visto la foga dei romani, ricordante il giuoco dei novaresi, e l'accordo e la compattezza della linea d'attacco, hanno riconosciuto che la Lazio sarebbe degna di figurare in prima categoria anche nell'alta Italia. Il giuoco della Lazio è ancora difettoso, di molto progresso esso è ancora suscettibile; tuttavia il più vecchio club romano può essere soddisfatto della buona impressione destata fra noi.

Da La Stampa del 2 gennaio 1913:
Ci telefonano da Milano, 1, sera: l'Internazionale di Milano ha inaugurato oggi il suo nuovo campo di gioco nel quartiere di porta Monforte. Nè davvero la scelta poteva essere più felice. Il Club Milanese, con quella signorilità che tanto lo distingue, ha saputo preparare un simpatico ed elegante ritrovo all'aperto, ed il giudizio del pubblico non poteva essere più favorevole. Il nuovo campo misura metri 100 per 63; ottimo è il terreno. Alle ore 14,00 la squadra della Lazio entra nel campo applauditissima, seguita subito dalla squadra dell'Internazionale. E così tanto i giocatori che il pubblico assistono alla cerimonia dell'inaugurazione. Sono presenti i membri della Federazione al completo, nonché tutte le rappresentanze delle Società foot-balistiche di Milano. La signorina Riedmann rompe la tradizionale bottiglia di "champagne" appesa ad un palo, e dopo una salve di entusiastici hurrà al discorso di occasione del signor Hirtzel vicepresidente dell'Internazionale, i signori Fossati e Fioranti, capitani delle due squadre, offrono alla madrina due splendidi mazzi di fiori. La cerimonia è presto finita.
Meazza fischia per l'inizio del match. Le due squadre si portano subito al loro posto. I romani formano oggetto di speciale attenzione da parte degli spettatori. La Società Lazio, sorta nel 1900, è detentrice del campionato Regionale. Fuori di Roma si incontrò sempre con squadre meridionali e dell'Italia centrale. Nel 1907 vinse a Perugia il Campionato Interprovinciale battendo lo Sport Club di Siena con 5 goals a 0. Battè a Napoli il Naples F.C. L'U.S. M., recatasi a Roma, battè la Lazio, con 6 goals a 0. La Lazio, però, dato il Regolamento della gara, dovette allora presentarsi in composizione prettamente italiana, improvvisata con grave danno dell'assieme. Dovette essere lasciato fuori il bravissimo capitano e centro half-back Dos Santos. Poco tempo dopo vinceva brillantemente il Torneo Nazionale di Pisa. Nel 1909 battè ancora il Naples F.C. con 4 a 0 e fu battuta dalla Doria con 2 a 0. Nel 1910 entrò in finale nel Torneo di Palermo, aggiudicandosi il secondo posto, dopo il Palermo F.C. che la battè 2 a 1.
Nel 1911 battè a Terni il Firenze F.C. con 6 goals a 0 (n.d.a.: per LazioWiki la gara è finita 5 a 6 per i biancocelesti), ed è per la prima volta battuta dal Naples F.C. con 3 goals a 1. La squadra dell'Internazionale era così formata: Campelli, Scheidler, Peterli, Engler, Fossati, Moretti, Carrer, Bontadini, Cevenini, Aebi, Gama. Degli undici della Lazio non fanno parte - impediti a causa di imprescindibili impegni professionali - i due ottimi terzini Maranghi e Donati. La squadra laziale si presenta quindi in questa formazione: Gaslini; Di Napoli e Levi II; Zucchi, Fioranti (cap.) e Faccani; Coraggio, Saraceni, Consiglio, Folpini e Corelli.

In un altro articolo, il quotidiano torinese racconta la gara:
All'inizio della partita sono i romani che attaccano, ma l'Internazionale respinge e decisamente prende l'offensiva. Nei primi minuti la superiorità milanese è evidente. Gli azzurri romani non appaiono ancora sicuri e quantunque si difendano disperatamente non possono impedire che Bontadini segni il primo punto. Subito dopo l'Internazionale infila per la seconda volta la rete azzurra per merito di Aebi. A poco a poco però la Lazio va ritrovandosi. Evidentemente la squadra romana risente della mancanza dei due terzini sostituiti con elementi della seconda squadra senza dubbio coraggiosi e decisi, ma non sempre sicuri sul pallone. Bene invece appare l'offesa ottimamente sostenuta dalla seconda linea. Si nota quindi subito la velocità e la decisione dei romani, che con veloci fughe riescono ad impegnare la difesa milanese. L'Internazionale insiste nell'attacco e riesce a segnar nondimeno un terzo punto con Cevenini. Si crede ad una completa disfatta degli azzurri, ma questi, punto scoraggiati dal precedente insuccesso, raddoppiano di foga e poco prima della fine del primo tempo un magnifico traversone di Saraceni va a infilare la rete di Campelli, il quale non ha avuto nemmeno il tempo di tentare la parata.
Poco dopo l'arbitro Meazza fischia il termine del primo tempo. Alla ripresa gli uomini della Lazio sembrano trasformati. La prima linea applicando un brillante gioco di passaggi, si porta decisamente nell'area milanese minacciando seriamente. L'Internazionale si impegna a fondo, ma gli avversari sorretti splendidamente dalla linea di mezzo, fra la quale emerge il centro Fioranti, insiste nell'attacco e Campelli riesce a stento a salvare un magnifico traversone dell'estrema sinistra. Il pubblico, che davvero non si aspettava tanto dalla squadra romana, incoraggiò con alte grida di approvazione gli azzurri, i quali appoggiando il gioco sulle ali e specialmente sulla sinistra portarono brillanti attacchi, sventati in tempo però dalla vigile difesa dei milanesi. L'Internazionale rispose brillantemente alla minaccia, ma non riuscì ad aumentare il proprio vantaggio. La partita, che ha sempre avuto uno svolgimento corretto e vivace, terminò con la vittoria milanese per tre punti ad uno. Riassumendo, la squadra romana ha forse superato l'aspettativa. Ottima all'attacco, ha sempre avuto un valido sostegno nella linea di mezzo.
Il centro Fioranti vale molti dei nostri migliori giocatori. I terzini, quantunque non sempre sicuri, hanno svolto un gioco deciso e veloce. Il portiere Gaslini ha impressionato all'inizio della partita (il secondo punto avrebbe potuto facilmente pararlo), si è rinfrancato nella ripresa facendosi applaudire in alcune belle parate. Numeroso pubblico ha presenziato a questo interessante incontro. Arbitrò egregiamente il nostro Meazza.

Il Messaggero del 2 gennaio 1913 titola: "Il Capodanno sportivo. L'"Internazionale" batte la "Lazio" a Milano. Gli Internazionali battono i romani con 3 punti a 1".
Prosegue il qutidiano romano: Il pubblico milanese ha apprezzato l'iniziativa dell'Internazionale ed è accorso numeroso nella giornata rigida e caliginosa di ieri ad assistere all'incontro dei nero-azzurri coi romani della Lazio. L'inaugurazione del nuovo terreno di giuoco dell'Internazionale, fuori di porta Monforte si è svolta con semplicità. Il presidente sig. Hirtzel lesse il discorso inaugurale e la gentile signora Beretta Rietmann infranse su uno dei pali della porta la tradizionale bottiglia di champagne. Poi i giuocatori scesero sul nuovo terreno a tentare i primi approcci. Nel pubblico vi era grande attesa per la venuta della Lazio, il valore della quale era una incognita. Tutte le squadre dell'Italia centrale e meridionale sono sfuggite alla nostra osservazione, perchè confinate troppo lontane dalle consorelle del nord e obbligate a vivere una vita forse un po' troppo limitata, alla guerriglia quotidiana fra loro ed un po' anche perchè inopportunamente dimenticate. La Lazio ha saputo, al suo primo debutto nell'alta Italia impressionare il pubblico milanese non deludendolo nella sua aspettativa anzi sorprendendolo di colpo col mostrarsi di gran lunga superiore a quella fama che si era fatta quassù in Lombardia coi suoi decisivi e vittoriosi incontri sugli avversari di Roma e dell'Italia meridionale. Sinceramente l'undici di Roma che è venuto a Milano a rappresentare l'esponente migliore del giuoco del calcio meridionale e che era un po' la piccola Pro Vercelli delle squadre del sud è apparso degno di ogni elogio del migliore avvenire e degli avversari suoi.
Ai calciatori romani pieni di brio, di decisioni e di una bell'arte che è tutta italiana nella sua inesauribile foga non manca che l'opportunità di misurarsi di continuo con avversari più forti per scienza di giuoco, per affinarsi e mettere tutti i loro mezzi veramente eccezionali a disposizione di un giuoco fatto di forza e svolto su combinazioni tecniche assai conosciute e meglio svolte. La squadra romana, seriamente handicappata dalla mancanza dei due ottimi terzini, Maranghi e Donati, e dalle fatiche del lungo viaggio, ha dato oggi sul terreno di via Goldoni tutto quanto ha potuto. Forse completa e più ristorata avrebbe giuocato con maggior confidenza nei propri mezzi ma non avrebbe potuto di certo aggiungere nulla di nuovo a quell'indiavolata energia che spiegato per tutti i 90 minuti, contro degli avversari nettamente superiori. Come squadra dunque la Lazio ha saputo superare brillantemente quella prova del fuoco alla quale agognava con tutte le sue forze riuscendone con una bella fama rinsaldata. Nel giuco è apparso anche oggi sul terreno milanese la netta significativa differenza che corre tra gli undici delle sezioni lombarda, ligure, piemontese e quelli delle altre. Il bel giuoco intessuto su mille trame differenti fatte di virtuosità non prese a casaccio, ma mirabilmente adattate ai nostri mezzi e tolte dal giuoco fine degli avversari maggiori scesi per molti anni oltr'Alpe ad ammirare il bel cielo d'Italia e ad imporsi con la loro superiorità non di razza ma di tecnica, è rimasto per forza di cose confinato in quelle regioni d'Italia che nel rapido rinnovamento della vita fisica odierna potevano profittare della vicinanza dei più forti per migliorarsi lottando con loro. Lo stesso fatto si ripeterebbe quando alle molte squadre dell'Italia centrale che dispongono di energie sane, disciplinate e intelligenti fosse possibile mantenere il contatto con gli avversari maggiori dell'Italia settentrionale.
La venuta della Lazio nell'alta Italia dopo aver portato i giusti desiderata delle giovani energie italiane convenute di lontano sui campi lombardi, vorrebbe significare l'inizio di una nuova èra per lo sport calcistico italiano e l'allargamento di quel suffragio che la Federazione ha concesso a tutte le squadre d'Italia chiamandole indistintamente a combattere i campionati di prima categoria ma non indicando loro l'esatta e già proficua via per ottenerlo. Ad ogni modo il pubblico che spesso coi suoi giudizi immediati e tumultuosi non falla ha salutato la comparsa della forte squadra romana con incoraggiamenti veramenti commoventi. I giuocatori della Lazio hanno trovato nel pubblico milanese l'incitamento più continuato, insistente e l'applauso più caldo e passionale. Di tutto l'incontro la parte sostenuta dal buon pubblico pagante fu senza dubbio maggiore. La Squadra internazionale ha risentito un po' il maleficio derivato dalla notte di San Silvestro, ma si era imposta con bella foga agli avversari in tutto il primo tempo, paralizzando di un colpo ogni loro azione controffensiva. Della squadra romana, col minuscolo capitano Fioranti, che si è prodigato inesauribilmente, come centro di seconda linea, si distinse il trio centrale della linea di attacco. Saraceni ottenne alla Lazio un punto, con magnifico tiro degno di un provetto giuocatore. Le due squadre erano così composte:
Lazio: Gaslini, Di Napoli, Levi II, Zucchi, Fioranti, Faccani, Coraggio, Saraceni, Consiglio, Folpini, Corelli.
Internazionale: Campelli, Schneider, Peterly, Engler, Fossati, Moretti, Carrer, Bontadini, Cevenini, Aebi, Gama.
Il primo tempo
La partita sotto il clemente arbitraggio di Mazza (Meazza - n.d.a.), s'inizia rapida e vede subito all'attacco i milanesi, le loro discese fulminee e serrate non sono per nulla arrestate dalle file avversarie che si scuotono e si allentano, così dopo soli due minuti il giuoco internazionale ottiene per merito di Bontadini il primo punto che Gaslini, portiere della Lazio, non para con sufficiente destrezza forse perchè sorpreso da una invincibile emozione che gli rimane per tutto il primo tempo. L'attacco dei milanesi persiste sempre e due altri punti vengono segnati da Aebi e da Cevenini e altri ancora prima del riposo potrebbero essere segnati con maggior calma nel condurre a termine l'azione decisiva portata sulla linea della porta laziale. I romani ottengono il loro primo ed unico punto in una scappata piena di audacia e seguito da un lungo ululato che il pubblico manda per invitar a proseguire e che si prolunga in un applauso alto e insistente quando Saraceni con un preciso traversone sorprende Campelli e segna.
Il secondo tempo
Nella ripresa l'Internazionale si getta all'attacco, ma la Lazio è decisa a non lasciarsi domare. Il giuoco non è migliore ma è fatto con grande foga e accende nel pubblico il più grande interesse. Campelli è alle prese coi decisi avanti romani e ripara con calma e sicurezza. Gaslini nei rapidi ed individuali attacchi dei milanesi emula il portiere internazionale, liberandosi da quella emozione che aveva completamente paralizzato i suoi mezzi non conosciuti al pubblico milanese che lo vide negli anni passati difendere la rete del Milan. La partita nelle rapide alterne vicende dell'offesa e della contro offesa finisce tra l'incombente oscurità e dopo che il pubblico milanese ha mandato un ultimo caldo saluto agli ospiti romani.
Il banchetto
L'Internazionale ha donato alla Lazio una fascia d'onore dai colori sociali frammisti a quelli della società di Roma ed una medaglia d'oro. Alla sera i giuocatori delle due società combattenti, la presidenza dell'Internazionale, il rappresentante della Federazione italiana del giuoco del calcio, il comitato regionale lombardo e la stampa si sono riuniti a banchetto nel ristorante Margherita. Alle frutta hanno parlato il segretario della Federazione avv. Scamoni, il vice-presidente dell'Internazionale e il Baccani della Lazio. Hanno mandato telegrammi di adesione le principali città d'Italia.
http://www.laziowiki.org/wiki/Mercoledì_1_gennaio_1913_-_Milano,_Campo_di_via_Goldoni_-_Internazionale-Lazio_3-1


neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #255 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 17:43:24 »
Robba che se nei primi 20  minuti non sbarellavamo gli avevamo rovinato la festa.

Certi passaggi delle cronache ci raccontano di una Lazio bellissima, assolutamente all'altezza dell'Inter.

Altro che Montecompatri.

neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #256 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 17:50:36 »
Contro la stessa Inter che 26 giorni dopo vinse contro il Genoa a Genova.
Lo stesso Genoa che arrivò poi secondo nel girone settentrionale.

Offline cartesio

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #257 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 17:53:12 »
Che dite, la Lazio arrivò a Milano in aereo e dormì in un 4stelle? O se l'è fatta in treno e ha pernottato in una pensione?
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

neweagle

Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #258 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 17:59:36 »
Che dite, la Lazio arrivò a Milano in aereo e dormì in un 4stelle? O se l'è fatta in treno e ha pernottato in una pensione?
Si parla di una Lazio addirittura "incompleta e affaticata dal viaggio".


Offline Drenai

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Re:SCUDETTO 1914/15
« Risposta #259 : Mercoledì 27 Luglio 2016, 18:01:51 »
Io continuo a pensare che non valutate la questione dall'unico punto di vista di chi dovrà giudicare. La Lazio poteva valere il montecompatri oppure no, non cambia nulla.
Il ricorso chiede l'ex equo quindi dovranno semplicemente valutare se la documentazione in loro possesso certifica che:
-La decisione post guerra di considerare valide le classifiche al momento della sospensione annullava le restanti partite del nord? Si/no
-il Genoa era a quel punto in finale? Si/no
-al momento della sospensione le partite della zona sud erano annullate? Si/no
-la Lazio era a quel punto in finale? Si/no

Se a tutte queste domande si riesce grazie alla documentazione presentata  a rispondere di sì allora la Lazio avrà l'ex equo. Altrimenti no.

A me sembra una situazione piuttosto chiara e continuo a non capire perché continuate a discutere di mille aspetti filosofici che in una decisione che dovrebbe fare chiarezza non devono entrarci proprio.
Il ricorso chiede l'ex equo. Si ha ex equo se ci sono due squadre in finale e la finale non si disputa. Altrimenti no.
"It's not that I like winning that much, it's that I HATE losing"
Larry Bird