www.ilmessaggero.itdi Gabriele De Bari
La Lazio in punizione e sotto processo è lo specchio del momento pesante. Classifica precaria, piccoli clan di spogliatoio, nervosismo latente, tutti contro tutti: ci sarebbe bisogno di una scossa forte, di un intervento deciso della società che riporti ognuno davanti alle responsabilità. Qualcuno lamenta la mancanza di stimoli: ma lottare per un posto in Champions non lo è stato? E la possibilità di vincere un derby? O magari i 4-5 mila euro al giorno che alcuni calciatori guadagnano? Basta con gli alibi, con Lotito parafulmine di ogni sconfitta. Non ha mantenuto le promesse, perché i 3 campioni non sono arrivati e la nuova era annunciata non è cominciata. Ma per battere Chievo, Atalanta, Sassuolo e Palermo non è sufficiente questo organico? Sta sbagliando Pioli, nelle scelte e nella gestione, stanno deludendo i protagonisti, bravi a twittare e con i selfie, inguardabili sul campo, ed è fuori pista anche la società che, per bocca del ds Tare, appena qualche mese fa, prometteva lo scudetto in 2 anni.Preso atto che la Lazio è sparita dai radar, stupisce molto il clima di rassegnazione che si respira nella tifoseria. Si è smarrita persino la voglia della sana contestazione, quando si vede mancanza d'impegno. L'abitudine alle sconfitte e alle delusioni sta diventando l'aspetto più inquietante, sorprendente e pericoloso. Siamo a un terzo del cammino, c'è tempo per riprendere la rotta, non sarà semplice perché la deriva è netta, ma bisogna provarci. La palla passa a Lotito, la Lazio è nell'atarassia, rischia di gettare al vento la stagione. Il popolo biancoceleste non lo merita.
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