Brescia torna in serie C dopo 38 anni con un gol al 95esimo e scoppia la guerriglia attorno al Rigamonti. Macchine incendiate e 9 feriti.
Ospiti escono dallo stadio all'una di notte.
Situazione allucinante, tenendo conto che:
1) la partita era stata dura, tesa e ricca di falli, data anche la posta in palio: ma i giocatori delle due squadre - sia detto a loro merito - avevano evitato provocazioni e, in generale, perdita di controllo nei comportamenti.
E anche l'arbitraggio non aveva dato adito a particolari recriminazioni
2) Il Brescia, cui bastava un gol per arrivare ai supplementari, stava attaccando in massa l'area silana quando sono stati lanciati i fumogeni: coi quali la curva ha quindi causato un danno, forse decisivo, alla propria squadra
Situazioni che dunque non c'entrano nulla con quanto accaduto in campo, lasciando una sensazione di protagonismo: se necessario, protratto ai danni del tifo e del proprio club.
Ciò premesso, il triplice fischio di Massa di sterco è regolare?
Mancavano uno-due minuti, come emerso anche dal dialogo fra giocatori del Cosenza che si confrontavano sul tempo residuo dopo il pareggio di Meroni.
Minuti nei quali, come detto, il Brescia avrebbe potuto modificare l'esito del doppio confronto.
Se non c'erano le condizioni per riprenderla, la gara andava casomai sospesa in via definitiva.
Considerazione di carattere tecnico: nella classifica di B, di solito si staccano sul fondo un paio di formazioni per manifesta inferiorità tecnica e/o situazioni societarie instabili.
Poi si aggiungono al lotto una o due delusioni stagionali, ma rimane il principio di fondo per cui retrocede chi è sostanzialmente scarso.
Quest'anno, invece, a prendere la via della C sono - in quattro casi su quattro - formazioni con organici da parte sinistra della classifica, saltate per aria tra faide di spogliatoio, continui cambi di allenatore e situazioni varie extra-campo.
Mentre si salva, confermandosi specialista dei play-out, un Cosenza con l'organico probabilmente più modesto del torneo: ma dove, grazie anche al lavoro di Viali, tutti hanno remato dalla stessa parte.
Una conferma di come, nel calcio "moderno", il dato tecnico venga sempre più marginalizzato a favore di fattori umani nell'accezione negativa del termine.