Eccomi Stè
Dei 5 Stelle non mi piace pressoché niente. Ma sono i più vicini a scompaginare i piani di Renzi, marionetta in mano ai potentati finanziari (attenzione: ho detto finanziari e non economici, laddove per finanza intendo un potere costruito su giochi di prestigio in borsa, con nessun impegno di denaro vero o di beni, beneficio di pochi a discapito dei tanti; magari fossero piani economici, laddove per economia intendo beni solidi e generatori di progresso come strade, aeroporti, ferrovie, agricoltura, industria, utili a tutti e non solo ai ai pochi).
Mai l'Italia è stata così serva dello stato capitalista per antonomasia, così priva di orgoglio, di indipendenza di giudizio, di una sia pur larvata capacità di effettuare scelte autonome. Il Renzi manda 150 soldati italici a 10 metri dai confini russi e ciò dopo essere stati la prima nazione ad accodarsi agli ammeregani nel disporre un embargo contro Putin che ci costa più di 3 miliardi l'anno. Miopia o pazzia o scelta scellerata che potrebbe costarci molto cara.
Nel corso della presidenza di Renzi l'Italia è passata dall'essere il settimo paese esportatore di armi al quinto, e uno dei pochi paesi civili che, pur avendo firmato il Trattato di Oslo, dal 2014 ha interrotto la distruzione di mine antiuomo e cluster bomb. La Pinotta con il cavolo che ha sospeso l'ordinazione dei caccia USA che ci costeranno più di una finanziaria.
Lo stato sociale è ridotto ai minimi termini, gli aiuti ai più deboli di fatto aboliti; la disoccupazione è aumentata nonostante l'ipocrisia del job act che ha portato ai massimi livelli il vero precariato con i demagogici contratti a tempo indeterminato che hanno perso ogni valore, considerata la possibilità di licenziare senza giusta causa.
Le periferie, indicate nel discorso di insediamento come problematica da risolvere radicalmente e immediatamente, sono abbandonate a se stesse divenendo sempre più i cancri delle città. L'edilizia convenzionata non è più tale, come si evince dai prezzi di mercato degli immobili non più calmierati. Vogliamo parlare del sistema bancario più marcio d'Europa, sostenuto, con un provvedimento di raro cinismo, grazie al denaro dei risparmiatori?
E potrei continuare a fare il populista (come ormai i giovani esploratori perbenisti elettori del PD definiscono chi vuole parlare di temi concreti), elencando le millanta storture di un governo tanto arrogante quanto antidemocratico. Espressione diretta degli opportunisti più spietati.
E di fronte a tanto scempio mi può fregare qualcosa se quel fesso di Di Maio e quell'altro esaltato di Di Battista erano (o sono ancora) fascisti? Dare del fascista a tali nullità è veramente populista e chiaro segno che non si ha più niente da dire. L'antifascismo è racchiuso nel cuore e nella prassi esistenziale di chi fascista non è. Il voto amministrativo ai 5 Stelle si può dare senza paura, soprattutto se si guardi alle alternative più insulse. Quello che mi preme è che gli zozzoni che hanno smezzato i soldi con Buzzi e Carminati (questi sì veri fascisti) spariscano al più presto.
I sensi di colpa che, come sospetti e affermi, dovrebbero angosciare chi ha votato alle Comunali i 5 Stelle, te li rimando pari pari. Come può un elettore formatosi in una temperie marxista ("dividi secondo il bisogno") arrivare a difendere chi approfitta e lucra sui bisogni essenziali della gente?
Ho raccolto articoli di giornale e foto che trattano di alcune connivenze strettissime tra PD ed estrema destra (hai cominciato tu a produrre materiale per sorreggere la tesi di impicci tra fascisti e 5 Stelle), ma purtroppo non li so postare. Mi limito ad elencarli garantendo la loro attendibilità. Sono stralci di articoli tratti da Ansa, Manifesto, Repubblica.
- Manifestazione a Firenze nel 2015, una bandiera di Casa Pound sfila in una manifestazione del PD cui partecipano anche le istituzioni cittadine. Compirà tutto il percorso.
- Alessandra Moretti, in Veneto, rischia di perdere la sfida tra candidati governatori del Pd che candidano impresentabili. La gara è molto combattuta, e lei aveva fatto un colpaccio imbarcando l’ex leghista Santino Bozza. Quello che aveva parlato dei gay definendoli «culattoni da curare». Ma poi è saltato su De Luca, in corsa per la presidenza della Campania e già punzecchiato dai rivali - anche all’interno del Pd - per la condanna di primo grado per abuso d’ufficio. È lui l’esponente di centrosinistra che, salvo clamorosi ribaltoni dell’ultimo minuto, è riuscito a rastrellare più «impresentabili». Ha raccolto di tutto: mussoliniani di- chiarati (ben due: Carlo Aveta - un frequentatore di Predappio - e l’amico di Adriano Tilgher, Vincenzo De Leo. Per celebrare il feeling, il fondatore di Avanguardia nazionale ha detto che «c’è una bella contaminazione» con De Luca). Poi ecco un esercito di ex berlusconiani (da Antonio Amente ad Arturo Iannaccone) fino qualche sindaco furbetto che, per riuscire a candidarsi dribblando i vincoli di legge, s’è fatto multare dai vigili per avviare un contenzioso col suo stesso municipio e riuscire a scendere in campo col centrosinistra. E ancora. Spuntano Rosalia Santoro e Silvia De Luca. Mogli di esponenti di centrodestra vicini a Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario detenuto con l’accusa di collusione con il clan dei Casalesi. Ora hanno sposato (politicamente) De Luca. Come loro ecco l’avvenente avvocatessa trentenne Rosa Criscuolo, che in passato ha bazzicato ambienti di Forza Italia. Non solo aveva manifestato a favore di Cosentino (ancora lui!) ma aveva cenato in compagnia di Claudio Scajola poco prima che l’ex ministro venisse arrestato.
Annalisa Vessella in Pisacane, invece, è consigliere regionale uscente di Caldoro (e moglie di un parlamentare): anche lei è passata con De Luca. Il tutto senza dimenticare il patto che l’ex sottosegretario ha siglato con Ciriaco De Mita. Le solite cronache maligne sussurrano che il vecchio democristiano avrebbe strappato la promessa di un posto per la figlia. Tra gli altri, ma ci sarebbe davvero l’imbarazzo della scelta, c’è Attilio Malafronte. Consigliere comunale d’opposizione a Pompei. Mesi fa finì agli arresti domiciliari. E in casa gli trovarono armi e pallottole. Sì, è tutto vero, anche lui sta con De Luca [Ansa] sì fatto prendere la mano, che ieri è intervenuto: se proprio, «non votate i miei candidati impresentabili». E Lorenzo Guerini, fedelissimo di Renzi, aggiunge con un filo di voce: «Alcune liste alleate possono destare qualche interrogativo che un lavoro più attento avrebbe potuto evitare». D’altronde c’è di tutto. S’indignano i deputati dem paolo Corsini e Franco Monaco. Pochi giorni fa avevanop parlato di liste «affollate di impresentabili. Si pone un’evidente questione morale». Nulla è cambiato. Persino Roberto Saviano l’aveva detto: «Nel Pd e nelle liste c’è tutto il sistema di Gomorra, indipendentemente se ci sono o meno le volontà dei boss». Ma chissenefrega, basta non votarli!
- Ci sono intercettazioni che restano nella storia
criminale di un paese. Il “mondo di mezzo”
evocato da Massimo Carminati entra di diritto nella
top ten assieme a grandi classici come “i furbetti del
quartierino”. Il mondo di mezzo, secondo il boss
arrestato come capo di “Mafia Capitale”, è il luogo in
cui “tutto si mischia nel mezzo perché la persona che
sta nel sovramondo (politico o imprenditore, ndr)
ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia
delle cose che non può fare nessuno”. Sarebbe consolante
dire che la terra di mezzo in cui sono fioriti
37 arresti è la destra romana. Invece in quel luogo si
mischiano non solo i destini di Gianni Alemanno,
un sindaco che sembrava volere diventare premier,
e Massimo Carminati, condannato
per un furto inquietante di
miliardi e segreti nel Palazzo di
Giustizia e coinvolto (ma sempre
assolto) nei fatti più inquietanti
della storia d’Italia: dall’omicidio
del giornalista Mino Pecorelli al
depistaggio delle indagini sulla
strage di Bologna. No. Nella terra di mezzo si mischiano
destra e sinistra, oltre che sovramondo e
sottomondo. La “Mafia capitale” guidata da Carminati
secondo i magistrati aveva a libro paga anche
politici di primo piano del Pd. Nella terra di mezzo,
il boss che ha ispirato il “Nero” di Romanzo criminale,
il “fasciomafioso” Carminati ha come braccio destro
un criminale svelto di mano, Riccardo Brugia, e
come “braccio sinistro” il re delle cooperative sociali
Salvatore Buzzi: già condannato per omicidio e poi
riabilitato. Buzzi “il rosso” si vanta di pagare tutti e di
dare 5 mila euro al mese all’ex vice capogabinetto del
sindaco 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)', poi nominato capo della Polizia
provinciale, Luca Odevaine, anche lui indagato. La
notizia non è quindi Carminati, ma Buzzi: un ex
detenuto simbolo della resurrezione dal carcere che
presiede un impero da 50 milioni. Con la sua cooperativa
aderente alla Lega delle coop rosse, già guidata
dal ministro Giuliano Poletti, fa soldi nel business
dei campi nomadi e dell’assistenza ai rifugiati
e poi divide col “nero”. A maggio Buzzi chiudeva
così la sua relazione all'assemblea della Cooperativa29giugno:
“Un augurio di buon lavoro al ministro
Poletti, nostro ex Presidente nazionale che più volte
ha partecipato alle nostre assemblee; al governo
Renzi, affinché possa realizzare tutte le riforme che
si è posto come obiettivo, l’unico modo per salvare il
nostro Paese”. La terra di mezzo non ha confini netti.
Non è la destra, non è Roma: è l’Italia.
- Ulteriore grave passo verso la riabilitazione definitiva del fascismo e del colonialismo
La Regione Toscana istituisce un “Treno del Ricordo” che porterà gli studenti in visita alla foiba di Basovizza
Grave la sostanziale equiparazione fra i crimini nazifascisti e la tesi revisioniste sui fatti del confine orientale. Mozione votata all’unanimità. Esultano i fascisti
- La on. Campana (PD e membro della Commissione Giustizia), interrogata dal Pubblico Ministero su Buzzi, viene accusata di reticenza
- Ottobre 2014. A Napoli, Vertice della Banca Centrale Europea, simbolo del peggior disastro predatorio del capitalismo. Il servizio d’ordine del PD fianco a fianco con i celerini per proteggere i padroni dei padroni.
Come mai? Beh, erano pagati da Matteo Renzi, con i soldi del partito, cioè i nostri, per consentirgli di parlar tranquillo con Draghi.
- "Io li chiamo culattoni". L'ex leghista omofobo Santino Bozza candidato con il PD della Moretti in Veneto.
- Carlo Aveta, candidato con il PD in Campania, difende le Leggi Razziali.
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