Autore Topic: Lo stato dell'arte  (Letto 16663 volte)

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Offline Er Matador

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #40 : Giovedì 2 Settembre 2010, 10:07:04 »
Tantissimi interventi di spessore, che mettono a fuoco con grande lucidità vari problemi senza però centrare, nella mia ottica, quello decisivo.

Sul mercato si sono spesi fiumi di inchiostro virtuale - se possiamo definire così la tastiera -, ma a me alla fine rimangono tre errori gravi:

1) l'ingenuità commessa nel caso Pandev, fornendo il pretesto per una sentenza scandalo quando sarebbe bastato rispettare nei dettagli le forme del minimo contrattuale.
Mi riferisco in particolare alla possibilità di allenarsi: de facto gliel'abbiamo consentito così bene da permettergli di inserirsi nell'Inter da subito e in ottime condizioni, de iure abbiamo lasciato spazio ai cavilli del caso con qualche leggerezza formale;

2) i soldi spesi per Matuzalem, che forse potevano essere dirottati sul riscatto di Rolando Bianchi o altrove valutando con più attenzione le condizioni fisiche del brasiliano;

3) la vicenda Carrizo, gestita con pacchiano dilettantismo sia nella valutazione dell'investimento - compresa la disponibilità del giocatore nell'adattarsi agli standard tecnici europei - sia riguardo al suo status di comunitario;

roba da matita blu, ma che non basta a spiegare in toto un simile blocco nella crescita: anche perché la Lazio, a livello di organico, ha tutto per rimanere a galla nella cimiteriale mediocrità del campionato a 20 squadre.

Nel conto va messo l'ambiente più schifoso del mondo, problema peraltro non nuovo se pensiamo a come fu gestito in tempi assai più felici il decorso post-derby dell'incolpevole Negro.
Carente anche la celeberrima comunicazione, per non parlare dei mancati proventi che l'utilizzo intimidatorio delle vie legali contro i media fornirebbe sia sul breve (somme dovute in seguito al riconoscimento di danni morali, calunnie e quant'altro) sia sul medio termine (allentamento della pressione mediatica e del conseguente aggiotaggio ai danni del titolo e del marchio Lazio).
D'accordo anche sulla struttura tecnica troppo leggera e sulla mancanza di collaboratori con specifico know-how calcistico, per coadiuvare il Presidente là dove non basta l'indubbia abilità gestionale per operare le scelte più corrette.

Ma tutto ciò, unitamente a quanto così ben suggerito da chi ha scritto prima di me, si riduce ad un elegante e sterile pour parler se non si arriva al nocciolo della questione, che ruota per intero intorno ad una parola: NORCIA.
Vale a dire la dimostrazione che il gruppo è da anni fondamentalmente abbandonato a sé stesso sul piano della gestione quotidiana e disciplinare.
Si sedimentano così malinconie e insoddisfazioni individuali, già poco adatte a migliorare il rendimento, che si intrecciano con difficoltà nei rapporti interpersonali e di spogliatoio, producendo una realtà nella quale non tutti remano dalla stessa parte.
Questo è il vero problema, che traccia quasi per intero il divario fra il valore della rosa e i risultati sul campo: se non lo risolviamo, Sneijder, Robben e Messi in campo con Hiddink allenatore produrrebbero comunque una Lazio da 10°-12° posto.

Offline Fulcanelli

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #41 : Giovedì 2 Settembre 2010, 10:27:54 »
Io non sono ottimista sul cambio di rotta. Non credo ci siano le condizioni per farlo. Provo a spiegarmi in breve.
Prendo a prestito l'immagine di Franz, la guerra di corsa, e  dico che non siamo attrezzati per farla. Guerra di corsa è velocità rispetto ai "galeoni" e ai loro più potenti cannoni, occhi sempre aperti all'orizzonte, intelligenza tattica, rapidità di decisione e di esecuzione, temerarietà (presente l'attacco a Cartagena?).
Nonostante la snellezza della struttura, la Lazio è una società elefantiaca. Individuato un giocatore interessante, mette mesi a contrattarlo, fa un passo avanti ed uno indietro, consentendo interventi altrui. Altrettanto accade per i contratti. Se fai la politica dei giovani non puoi permetterti di lasciarli con il contratto al minimo fino ad un anno dalla scadenza. Non appena vedi (o meglio, lo staff tecnico ti avverte) che il giovane in prima squadra ci sta alla grande, bisogna bloccarlo con rapidità, altrimenti lavori per gli altri. I giovani vanno seguiti, assistiti, motivati quasi giorno per giorno. Il "famoso" Kasami a Palermo ha già esordito in prima squadra in partita ufficiale, eppure lo staff tecnico Sabadini-Rossi è il medesimo.
Non credo a un cambio di rotta perché nella vita e negli affari ognuno deve fare ciò che sa fare, esistono cose che si chiamano competenze. Cambiamo allenatori (Caso, Papadopulo, Rossi, Ballardini, Reja) e DS e consulenti  (Martino, Osti, Sabadini, Tare, Nani...) ma continuiamo a vedere l'arrivo di "saldi" di bottega che non fanno qualità e ti appesantisono il bilancio.
C'è un'ottica minimalista che non giova. E' di oggi la dichiarazione di Lotito "Champions? Mai dire mai". Insomma la zona Champions non è un obiettivo dichiarato e ricercato dalla società (magari facendo errori), ma è una specie di terno al lotto, hai visto mai che succede un miracolo...
Sono di oggi anche le dichiarazioni/notizie sul possibile ricorso al mercato di gennaio per Santa Cruz e Lugano. Non so cosa potrebbero dare i due giocatori, ma vorrei  capire perché la società, se pensa che siano in grado di completare e arricchire la rosa, debba procedere a gennaio, con più di mezzo campionato alle spalle. Cos'è? Tre mesi non sono stati sufficienti a trattare e occorrono altri  quattro mesi? O semplicemente si cerca il modo di risparmiare metà ingaggio annuale?
Per concludere, mi sono convinto che la Lazio di Lotito non ha ambizioni pari alle potenzialità, e non ha e non può avere l'organizzazione e l'efficienza che occorrono per competere su un mercato così difficile, quali si converrebbe per una società quotata in Borsa che fattura 80 milioni.
Il calcio oggi è industria, nella quale occorrono ricerca e innovazione, pianificazione, comunicazione, sinergie, investimenti quando occorrono.
La Lazio odierna ha una struttura artigianale, ad essere generosi, incapace di sognare espansione. Vi giro al domanda che ne consegue: da dove mai potrebbe arrivare il cambiamento, ferma restando la proprietà?

Offline cartesio

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #42 : Giovedì 2 Settembre 2010, 10:31:04 »
L'idea che mi sono fatto io è che la strategia lotitiana abbia funzionato piuttosto bene quando il gap da colmare era grosso: bene ha funzionato lo sfrondamento di costi e debiti, bene ha funzionato la costruzione dell'ossatura di una buona squadra, anche per il lavoro di una direzione tecnica di prim'ordine, tra Rossi e Sabatini.

....

L'aveva visto fà, eppure Sabatini faceva così, eppure co Rossi avevamo detto questo, eppure eppure... possibile che nun te ricordi, presidè? Te lo dico io: t'eri affidato a uno che ce capiva. La via d'uscita è semplice. Forse.


Anziché ispirarsi a Sabatini o Rossi, potrebbe ispirarsi al presidente che li ha chiamati alla Lazio, creando la crescita iniziale di cui si parlava.

Ad ognuno il suo mestiere (offelé, fa' el to mesté).

Messaggio difficile far passare in un ambiente in cui ogni tifoso ne capisce più di Lotito, Rossi e Sabatini messi insieme.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline Breizh

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #43 : Giovedì 2 Settembre 2010, 10:46:16 »
Si parla molto del modello Olympique Lyonnais dopo l'interessante contributo di fish_mark ma è un modello difficilmente applicabile alla Lazio, secondo me.
Intanto c'è da dire che l'OL, squadra della terza città francese per numero di abitanti, non aveva mai vinto NULLA prima della serie di otto titoli. Niente. Semplicemente Lione era una città che "calcisticamente" era perdente tanto più rispetto ai rivali storici e vicini del Saint-Etienne, capaci, loro, di fare della squadra di una cittadina di provincia un fenomeno capace di imporsi negli anni '70 nell'Esagono e in Europa (finale di coppa dei Campioni, persa col Bayern): tuttora in qualsiasi regione francese, anche qui in Bretagna, il Saint-Etienne ha più tifosi del Lione.
La crescita dell'OL è stata costante, sì, ma favorita anche dalla "pazienza" del pubblico, non abituato a grandi palcoscenici e successi.
In questo clima "tranquillo" la programmazione, che effettivamente c'è stata, sotto l'egida di Lacombe e Aulas ha potuto essere effettuata gradualmente, corroborata poi dai primi successi che hanno fatto dell'OL un motivo d'orgoglio per la città (e sapete quanto siano sciovinisti i francesi) capace di apparire senza sfigurare sui palcoscenici della Champions' League con tutta una nazione a sostenerlo, la stampa a incensarlo, le TV a reclamizzarlo. Tanto più che in Francia il prodotto vincente a livello di club mancava crudelmente dall'epoca dell'affermazione dell'altro Olympique (Marseille) in Champions'. Risultato? Ogni volta che l'OL gioca(va) una partita europea, i media ne parlano in termini epici e pindarici, come se si trattasse della squadra più forte del mondo che inspiegabilmente non vince una mazza (vi ricorda qualcuno?).
Quanto agli otto titoli consecutivi: certo, il progetto è stato reale e vincente e non si può negare, ma avete idea di chi siano stati gli avversari del Lione in questi otto anni? Due squadre che hanno cambiato più giocatori e allenatori di Zamparini (PSG e Marsiglia), squassate dalla mancanza di risultati e da tifoserie che esigono tutto e subito - lasciandosi fra l'altro abbindolare da nuovi improbabili campioni - e che creano un inferno intorno alle rispettive società, incapaci quindi di poter svolgere un lavoro durevole e razionale: i risultati delle altre due "grandi" del calcio francese in questi anni (titolo del Marsiglia della scorsa stagione a parte) sono stati catastrofici. E le altre? Bordeaux è una società di seconda fascia che con Blanc alla guida e Gourcuff alla regia ha conseguito un titolo (il penultimo) un po' come un lampo arriva a ciel sereno; Lens, Lille, Nantes (sprofondato in Ligue 2 come giusta punizione dopo averci eliminati da una Champions'), Rennes? Come possono queste squadre provinciali competere davvero con il progetto lionese che profitta anche regolarmente degli introiti "Champions'"? Insomma, fatte le debite proporzioni, stiamo parlando del Rosenborg francese...
Ultimo appunto: da due anni l'OL non vince niente (malgrado una semifinale di Champions'). Aulas è contestato dai suoi stessi tifosi e odiato dai suoi colleghi di Ligue1. L'acquisto di Gourcuff (20M€ dal Bordeaux) esce completamente dai parametri citati da fish_mark e la squadra veleggia agli ultimi posti della classifica dopo quattro giornate...

Offline Fabio70rm

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #44 : Giovedì 2 Settembre 2010, 12:15:19 »
Personalmente ritengo che la Lazio in primis debba costruire una struttura societaria decente.

Gente che capisce di pallone, che ha rapporti da fijo de 'ndrocchia con questo schifoso mondo fatto di mezzucci, depistaggi, politichese, sgarbi e ripicche.

Ecco perchè auspicavo un DS navigato come Corvino o Marino da affiancare a Tare.

Ecco perchè vorrei un DG competente che faccia da referente a squadra ed allenatore, e supervisioni con competenza le dinamiche di spogliatoio e agisca chirurgicamente con efficacia dove sorgono problemi.

Ecco perchè desidero un uomo di "palazzo" come addetto ai rapporti con le istituzioni (CONI, FIGC), in grado di rappresentare con autorevolezza ma garbo la società nelle stanze dei bottoni, un totem, un vate.

E sogno un uomo "immagine" simpatico e dotto alla Marcheggiani nei rapporti con i tifosi e la stampa.

Il tutto condito da una pletora di assistenti.

Cinque uomini, che possono farti fare il salto di qualità meglio di sei Hernanes.

Basta cercarli.
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Boks XV

Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #45 : Giovedì 2 Settembre 2010, 12:45:48 »
 la Lazio di Lotito non ha ambizioni pari alle potenzialità

e da qui non si scappa.

geddy

Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #46 : Giovedì 2 Settembre 2010, 13:15:29 »
e da qui non si scappa.
E perchè allora prendere Hernanes, riscattare Floccarie pagare un ingaggio pesante per Bresciano?Per restare semplicemente in Abastava il rinnovo di  ledesma e  ingaggiare Bresciano e maccarone. Pure meno, volendo.

Offline Fulcanelli

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #47 : Giovedì 2 Settembre 2010, 14:47:12 »
E perchè allora prendere Hernanes, riscattare Floccarie pagare un ingaggio pesante per Bresciano?Per restare semplicemente in Abastava il rinnovo di  ledesma e  ingaggiare Bresciano e maccarone. Pure meno, volendo.
ambizioni pari alle potenzialità per me significa puntare stabilmente al 5° posto come fosse un "diritto" e non un terno da vincere al lotto, e pretendere di competere spesso in Europa senza farsi eliminare dall'Olympiakos o dal Salisburgo, che il tuo potenziale se lo sognano.

TD

Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #48 : Giovedì 2 Settembre 2010, 15:28:33 »

Anziché ispirarsi a Sabatini o Rossi, potrebbe ispirarsi al presidente che li ha chiamati alla Lazio, creando la crescita iniziale di cui si parlava.

Ad ognuno il suo mestiere (offelé, fa' el to mesté).

Messaggio difficile far passare in un ambiente in cui ogni tifoso ne capisce più di Lotito, Rossi e Sabatini messi insieme.

Hai ragione, Cartesio, hai proprio ragione, touché.
Però a questo punto si pone la questione: perché non ha sostituito adeguatamente Sabatini? Perché ha sbagliato così a lungo con Ballardini? Perché un progetto con Reja, un allenatore troppo anziano per proiettarsi avanti nel tempo?

Per me la Lazio ha ambizioni pari alla potenzialità che ha. Il problema è come cerca di coronarle, ste ambizioni. Secondo me sbaglia molto, e ha pochissimi margini d'errore. Quando azzeccherà tutto, si tornerà in alto. La dichiarazione su quelli che devono arrivare a gennaio è la conferma del discorso che facevo all'inizio: Lotito parte così, poi se serve corregge la rotta. E' una scelta precisa, dunque non si può dire mannaggia, abbiamo sbagliato il mercato. Se qualcosa non va si deve dire che è sbagliato il disegno, non le azioni fatte per attuarlo. Non so se riesco a spiegare bene quello che voglio dire...

Boks XV

Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #49 : Giovedì 2 Settembre 2010, 15:48:43 »
Lotito parte così, poi se serve corregge la rotta. E' una scelta precisa, dunque non si può dire mannaggia, abbiamo sbagliato il mercato. Se qualcosa non va si deve dire che è sbagliato il disegno, non le azioni fatte per attuarlo. Non so se riesco a spiegare bene quello che voglio dire...

certo che riesci a spiegare bene ciò che vuoi dire.
io a mio figlio sto comprando tutti i libri per affrontare il prossimo anno scolastico.
non gli ho detto: "ti ho fornito di una buona dotazione di libri. comunque ho deciso che, alla fine del quadrimestre, ti compro il testo di greco e quello di matematica".

Offline fish_mark

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #50 : Giovedì 2 Settembre 2010, 17:19:33 »
Intervengo per rispondere ai vari netters che hanno trovato interessante il mio post. Per la verità è un paio di mesi che ci volevo aprire un topic apposito, una specie di “un’altra LAZIO è possibile.2: il modello OL”, ma il topic aperto da TD mi ha dato un’occasione alla quale non ho saputo resistere.
Parto dalle osservazioni di FK il quale ha sottolineato come da qualche anno gli ingaggi sono lievitati ma i risultati e le perfomance tecniche della squadra non sono cresciute, se si eccettua la felice parentesi delel coppe che pure sono significative.

Faccio una premessa metodologica. Il modello OL è un esempio da seguire non il manuale delle istruzioni di una società di calcio. Era un outsider e quindi con mezzi tecnici ed economici limitati è riuscita in un decennio a diventare la squadra più vincente ed amata di Francia. Si può fare una cosa del genere in Italia? Sì, con i dovuti adattamenti e senza illudersi più di tanto.
Prima di continuare mi rifaccio all’esempio di FK che parlava di galeoni e di navi corsare. Io suggerisco un esempio storico: la battaglia di Azincourt del 1415, dove 4000 cavalieri francesi impattarono in 1000 fanti inglesi, male in arnese, conoscendo una sonora sconfitta, con un capolavoro tattico che rovesciò le sorti di una contesa che era segnata. Una squadra come la Lazio, per storia e per vocazione, a mio modo di vedere, deve ispirarsi a questo esempio: per questo motivo sono laziale, perché godo come un maiale a vedere Davide che batte Golia!

Nel modello OL, sul piano della programmazione e della gestione tecnica, opera un direttorio di 4-5 persone che coadiuvano il presidente nella scelte del giocatore da ingaggiare. Queste persone non hanno idee uguali e quindi nella diversità si anima una discussione dal quale poi uscirà la decisione definitiva su chi ingaggiare. In questo direttorio vi partecipa anche l’allenatore, ma in questo modello l’allenatore è una figura quasi di secondo piano, nel senso che la programmazione tecnica è tenuta sotto stretto controllo dalla società, il che assicura continuità dal punto di vista della società.
In Italia abbiamo modelli diversi e riteniamo che all’allenatore gli si debba dare carta bianca, salvo poi esonerarlo se dopo 2 mesi è invischiato in zona retrocessione. Vale la pena di scegliere una diversa opzione? Perché no?
Io vedrei bene in un gruppo del genere un paio di persone di sicura competenza e passione laziale: Piscedda e Oddi. Il resto devono essere altre 2-3 persone, di cui una straniera, gente con grandissim competenza ed esperienza di calcio e soprattutto senza alcun passato nella Lazio: la lazialità è una risorsa, ma non può essere l'unica; negli anni di Cragnotti abbiamo vinto anche per questo motivo.
Vado a rispondere ai vari netter.

per BRUNOGIORDANO
una struttura se non pesante, ARTICOLATA, in cui il presidente è principalmente il terminale delle decisioni finale e non il deus ex machina che come nella tela di Penelope smonta la notte quello che tesse di giorno.

Per GEDDY
Sui giocatori nel libro si sottolinea che l’OL li cerca tra i 20 e i 22 anni. Giocatori qualsiasi, non necessariamente i futuri Van Basten o Maradona. Giocatori già (quasi) formati, non crisalidi di 16 anni che poi non è sicuro che ce la faranno.
Nel libro si fa il parallelo con una squadra di baseball, gli Oakland Athletics, dove il manager Beane si preferiscono cercare i giovani nei college piuttosto che nelle scuole superiori.
Sul punto della vendita dei migliori nel calcio non dovrebbero valere i sentimentalismi da parte dei dirigenti. Certo, se vendi nello stesso anno Zarate e Floccari ti rincorrono con il forcone sul GRA, ma uno dei due di fronte a un’offerta sfacciata (alla Kolarov per intenderci) vanno incartati e spediti con corriere espresso.
I giocatori vanno aiutati nei trasferimenti. Sull’OL si dice che sia in servizio un interprete di portoghese che aiuta i calciatori brasiliani nelle pratiche della vita quotidiane, quelle di tuti i giorni, cose che sembrano banali e anzi di poco conto ed invece spesso e volentieri spiegano molto del cosiddetto “adattamento” che non si risolve esclusivamente in campo.
In altre parti del libro si sottolinea come Drogba abbia avuto a che lamentarsi dopo il suo trasferimento al Chelsea, per aver passato 4-5 mesi a cercare una casa, dopo gli allenamenti, e dall’altra parte come uno dei motivi del successo del Milan sia proprio in una struttura societaria esclusivamente dedicata a qeuste problematiche: tu pensa a giocare, al resto pensiamo noi.
Tra i tifosi e appassionati è forte il luogo comune per cui dal momento che ti dò 3 milioni di euro l'anno devi giocare bene eccome, senza ricordare che i calciatori sono uomini, spesso e volentieri ragazzi che vengono catapultati in realtà che non conoscono, dove non parlano la stessa lingua, dove hanno difficoltà a vivere i momenti di socialità normali, da ragazzo, almeno all'inizio. Questi sono problemi molto importanti e da valutare.
Del resto quando un manager gli viene offerto un incarico presso una grande azienda in un’altra città, magari all’estero, non gli si dà semplicemente una scrivania e dei poteri all’interno di quell’azienda, ma anche (e soprattutto) alcuni benefit che lo metteranno a suo agio: una casa e una macchina ad esempio.

Per AQUILAFELIX
Riguardo alla domanda se “vendere qualsiasi giocatore quando un altro club offre più di
quello che vale?” mi hai chiesto “Tipo Kolarov ?”. La mia risposta è: sì, esattamente.
Inoltre, sulla regola di comprare i giocatori con problemi personali per poi aiutarli mi hai fatto la osservazione su Adriano. Bene, questo giocatore ha fatto vedere che sa fare cose impressionanti, ed ha soltanto 28, l'età di Floccari. Purtroppo l’uomo ha dei problemi e molto seri e di fronte ai quali non è lecito per nessuno fare battute, neanche da bar sport. Posso dirti che il cammino sarà lungo, ma se ci riesce, se la AS ci riesce, avranno fatto il colpo del secolo e tanto di cappello a quel punto. Quindi, un'operazione del genere può essere fatta, talvolta, senza andare a prendere necessariamente casi disperati.
Sull’aiuto ai giocatori al trasferimento hai chiesto se è necessario ricorrere è a “laute buonuscite”. Anche qui la risposta mia è la seguente: Sì, in casi come Artipoli, Manfredini, Bonetto e Quadri. Ora abbiamo anche le risorse per poter chiudere una volta per tutte quelle questioni.

Per ZARADONA
Basterebbe seguire poche semplici regole per vincere 8 scudetti di fila?
Magara, caro Zaradona, se fosse così semplice glielo avevo già portato al presidente ...


Per MAGO MERLINO
Il tuo riferimento alla politica è da ricordare anche per evitare di farsi eccessive illusioni. Certo alcune idee potrebbero farci salire di livello ed esprimere una certa idea di calcio certamente alternativa rispetto alle corazzate del nord
Quanto alla spesa inutile del libro da regalare al presidente, ahimè, concordo, ma hai visto mai che tra un Foscolo e un manuale di latino, non trovi il tempo di leggere qualche pagina …

per FABIORM
Salto dalla sedia per quello che leggo: quoto tutto anche se non credo ai miei occhi.

Per FULCANELLI
Hai sottolineato una contraddizione tra la snellezza della catena di comando della società e la lentezza delle decisioni o meglio della realizzazione delle decisioni. Ci si mette sempre molto, spesso troppo, per arrivare a un giocatore e sempre con il freno tirato.
Sui giovani rilevi che la pretesa di lasciarli con stipendio basso per tutti i 5 anni è insostenibile e foriera di tensioni e problemi. Come ogni buon apprendista che dopo un anno, se merita, l’imprenditore intelligente gli fa il rapporto a tempo indeterminato, anche per un giovane calciatore che sfonda, dopo un anno lo si rinnova a cifre alte: p.e. un Pandev a 1.500 mln dal 2007 lo vendevi bene anziché no.
So già l’obiezione su Kolarov, ma la fortuna ha voluto che arrivasse lo sceicco e avrei voluto vedere che situazione si sarebbe creata in caso di fallimento della trattativa con il City.

Per BREIZH

Hai ricordato giustamente che la crescita dell'OL è stata costante, ma favorita anche dalla "pazienza" del pubblico, non abituato a grandi palcoscenici e successi, ed anche io l’ho ricordato.
Tuttavia, mi sento di non condividere la tua battuta sulla “squadra più forte del mondo che inspiegabilmente non vince una mazza (vi ricorda qualcuno?)”, Beh, proprio no, se ricordiamo che vincono 7 scudetti in francia tra il 2002 e il 2008. Quindi, un modello vincente, con una squadra che non manca un appuntamento in CL (e sono soldi sicuri), qualificandosi sempre al secondo turno (e sono altri soldini).
Effettivamente, ricordi gli otto titoli consecutivi, riconoscendo un progetto vincente e su questo punti l’attenzione sugli avversari non sempre all’altezza, mentre le grandi le hanno sbagliate tutte.
Su questo discorso, ho l’impressione che nel generale decadimento tecnico del calcio italiano, nonostante la CL vinta dall’Inter, ci sia spazio per risalire la china fino a vette molto alte anche per una outsider come noi.
Non vedo benissimo l’Inter, il Milan sembra l’Harlem globetrotters, sulla Juventus stendo un velo pietoso ma proprio per questo ho preoccupazione che la AS in questo quadro possa ripetere la stagione precedente e creare le condizioni per l’inaccettabile forchettata che tanto disdoro crea alla cittadinanza romana sul piano del decoro urbano e dei trigliceridi dei suoi abitanti (il che genera un aumento della spesa sanitaria, lusso che come cittadini della Regione Lazio non possiamo permetterci).
Quanto al tuo ultimo appunto vuol dire che stanno tradendo proprio le regole che li avevano portati così in alto, anche se dovresti ricordare che lo scorso anno rifilano Benzema al Real Madrid per la modica cifra di 35 milioni. Immagina di venderti Zarate a 35 milioni ...
Poi ricordi una semifinale di champions … robetta? Ecco, credo che con una squadra leggermente migliore (p.e. quella del 2008-09) e un po’ di fortuna (tipo il tabellone favorevole) la semifinale potrebbe essere il nostro massimo e possibile traguardo. Sarebbe bello andarsi a farsi massacrare (senza punteggi stile ATAC, però) con un Arsenal, un Bayern o un Barcellona …

Per TD
In altri topic ho sottolineato come il punto di rottura di quel processo che stava creando le basi per una crescita costante si sia consumato il 31 agosto 2007. Da lì la società, sul piano tecnico, è a guida acefala, con intuizioni casuali e occasioni da magazzini del mobile …


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Offline benvolio

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #51 : Giovedì 2 Settembre 2010, 17:40:31 »
fish_mark argomenta ed argomenta pure bene; gran parte di cio' che dice dell'OL potrebbe davvero costituire spunto gestionale per una ridefinizione progettuale. A ben vedere poi sono, per molti aspetti, temi gia' toccati in discussione: struttura societaria, scelte e competenze di mercato, modello culturale e fidelizzazione ecc...Concordo anche che lo sbaglio dell'agosto 2007 ci ha fatto probabilmente rompere il circolo virtuoso di Rossi e Sabatini e che stiamo ancora li' davanti al tabellone delle partenze per decidere dove dobbiamo andare...
A maggior ragione questo anno deve essere di serena, tranquilla ma rigorosa svolta. Dobbiamo (dovremmo...) uscire da questa stagione con la precisa consapevolezza del noostro patrimonio tecnico. Questo e' il piu' gravoso compito di Reja: dirci quanto vale questa Lazio e quanti passi mancano per arrivare a quel castello...Per dire un decimpo posto anonimo e mediocre sancirebbe credo l'avvio di un periodo di definitivo anonimato. Poi, e'ovvio, esistono altre variabili (stadio, azionariato ecc...).

Offline fish_mark

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #52 : Giovedì 2 Settembre 2010, 17:43:48 »
fish_mark argomenta ed argomenta pure bene; gran parte di cio' che dice dell'OL potrebbe davvero costituire spunto gestionale per una ridefinizione progettuale. A ben vedere poi sono, per molti aspetti, temi gia' toccati in discussione: struttura societaria, scelte e competenze di mercato, modello culturale e fidelizzazione ecc...Concordo anche che lo sbaglio dell'agosto 2007 ci ha fatto probabilmente rompere il circolo virtuoso di Rossi e Sabatini e che stiamo ancora li' davanti al tabellone delle partenze per decidere dove dobbiamo andare...
A maggior ragione questo anno deve essere di serena, tranquilla ma rigorosa svolta. Dobbiamo (dovremmo...) uscire da questa stagione con la precisa consapevolezza del noostro patrimonio tecnico. Questo e' il piu' gravoso compito di Reja: dirci quanto vale questa Lazio e quanti passi mancano per arrivare a quel castello...Per dire un decimpo posto anonimo e mediocre sancirebbe credo l'avvio di un periodo di definitivo anonimato. Poi, e'ovvio, esistono altre variabili (stadio, azionariato ecc...).

Grazie Benvolio
rispetto all'anno scorso abbiamo un giocatore in più, quello sì davvero prezioso: la serenità.
Ho la sensazione che Reja sia di passaggio e che quest'anno nel mercato ci sia stata qualche mano giocata bene e altre ispirate alle vecchie pratiche.
Il discorso generale però resta tutto: struttura, sponsor, rapporti con media e tifosi. Non lo risolve Hernanes.
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geddy

Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #53 : Giovedì 2 Settembre 2010, 17:44:08 »
Io voglio credere che la Lazio abbia messo a disposizione di Hernanes qualcuno che lo aiuti nel pagare le bollette e gli spieghi come fare a farsi allacciare il telefono, dopo che avrà trovato una casa. Ne sono quasi sicuro. Così come qualcuno avrà aiutato Kolarov all'epoca del suo trasferimento. Comunque se il Lione ingaggia prevalentemente giovani dai 20 ai 22 anni è una strategia come un altra. Secondo me precludere ai trentenni o giu di li è una baggianata, così come privarsi di un elemento "migliore" perchè arriva un offerta fuori mercato non può valere come regola generale.Juninho, per dire, lo hanno tenuto fino a che si reggeva in piedi e non credo non siano mai arrivate offerte buone per uno come il brasiliano.
Che la Lazio si muova come uno che gira i grandi magazzini alla ricerca del saldo migliore è un affermazione un po pesante.Non suffragata assolutamente dai fatti. Che si colga un opportunità, per Dias, Floccari o lo stesso Bresciano non vuol dire che dietro non ci sia una preparazione o un lavoro di squadra. Qualcuno a Lotito lo avrà detto che Dias era un bel giocatore oppure il presidentelo ha visto a tarda ora su Sport Italia?

Offline franz_kappa

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #54 : Giovedì 2 Settembre 2010, 17:55:05 »
Per dire un decimpo posto anonimo e mediocre sancirebbe credo l'avvio di un periodo di definitivo anonimato. Poi, e'ovvio, esistono altre variabili (stadio, azionariato ecc...).
Assolutissimamente no!
Perdona se mi accaloro, ma ci tengo che si diffonda la consapevolezza che un club come la Lazio, con quasi 100 milioni di ricavi, può fare tutto quello che vuole (tranne competere con juve, inter e milan, mi pare chiaro. A bocce ferme, beninteso. In realtà non possono essere escluse clamorose sorprese).

La A a 20 è un campionato livellato, dove club di infimo valore possono tranquillamente vivacchiare e dove, con un po' di idee, si possono 'arrembare' traguardi ambiziosi (da 'corsari', appunto...).

Il genoa era in B sino al 2006-2007. In DUE (!!!) anni è arrivato quarto a pari merito, privato della qualificazione ai preliminari da un
discutibile finale del match con i viola. Le gerarchie non sono prefissate, c'è spazio per inserirsi. Lo scorso anno chi avrebbe pronosticato samp e palermo in lotta per la IV piazza all'ultima giornata (l'anno prima la Samp era arrivata dodicesima a pari punti col napoli, per inciso...)?

Leggo allarme in TD, che ci dice "dopo tre anni di mediocrità non possiamo fallire quest'anno, le distanze si ampliano".

NOn lo so. E non lo credo, a essere sincero.

La Lazio ha un potenziale sconfinato. Pochi club al mondo fatturano quasi 100 milioni e sono così ben gestiti (ovvero producono costantemente utili a fine anno). Il futuro è a portata di mano. Si possono scalare tante posizioni in pochissimi anni.

Ma bisogna tornare 'leggeri'.

Se con Hernanes (13 milioni), Zarate (20 milioni) e Floccari (8,5 milioni, mi pare) arrivi ottavo, ossia fuori dalle Coppe, vuol dire che stai sbagliando tutto. Ma c'è tempo e modo per riprendere a volare..

Una sola parola d'ordine: deleveraging. Leggeri si vola.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline benvolio

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #55 : Giovedì 2 Settembre 2010, 18:05:44 »
Scusa franz, mi sono espresso male e di corsa. Il quadro che fai e', more solito, impeccabile. Io pero' mi riferisco alla soggettivita' ossia al fatto che questa gestione societaria, prendendo atto dei propri limiti nel pensare in grande e, d'altro canto, facendo leva sulle proprie doti di sagace amministrazione, si metta alla finestra a guardare il panorama in attesa che qualcosa accada e non tentando di farlo accadere...Scusa le metafore ma col cellulare debbo per forza ricorrere a banalizzazioni...

Offline franz_kappa

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #56 : Giovedì 2 Settembre 2010, 18:10:42 »
Ok, ok, ora ho capito meglio. Grazie del chiarimento.

Ci tenevo solo a sottolineare che nulla è ineluttabile: per assurdo, altri due anni di centroclassifica potrebbero essere prodromici a una qualificazione in Champions nel 2012-2013.

Dipende da come ti 'prepari' in quei due anni, ovviamente. :)
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Breizh

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #57 : Giovedì 2 Settembre 2010, 18:41:04 »
Per BREIZH[/b]
Tuttavia, mi sento di non condividere la tua battuta sulla “squadra più forte del mondo che inspiegabilmente non vince una mazza (vi ricorda qualcuno?)”

Scusami, forse non sono stato chiaro, ma mi riferivo alla bacheca europea dell'OL: vuota come quella del trigoria; e per far notare lo sciovinismo dei media francesi che malgrado questo vuoto li pompa a modello planetario.
Dimenticavo poi anche l'ingaggio (molto deludente) di Grosso che pare in contraddizione con le strategie di cui sopra (per non parlare poi dei tentativi falliti di prendere Camoranesi prima e Mancini poi).

D'altro lato, gli otto titoli consecutivi, vinti (vado a memoria) con tre tecnici diversi (e che poi non sono riusciti a ripetersi in altri club) mi pare una conferma a quello che dici tu: una solidità societaria a tutta prova.
Insomma, gli spunti di riflessione a partire dal tuo post sono interessanti e meritano di essere approfonditi ma il mio intervento intendeva semplicemente sollevare dubbi sulla trasponibilità (ma come parlo?) del modello lionese da noi. :)

Quanto ai cugini, gli auguro di seguire il modello del Bastia: da una finale europea persa a... sero tituli e serie C. :P

jumpingjackflash

Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #58 : Giovedì 2 Settembre 2010, 18:56:45 »
è difficile per me dare una valutazione dello stato dell'arte per  la nostra Amata Lazio. Un bilancio si potrebbe fare solo credo dopo un periodo medio (5 anni per me) di relativa normalità. Infatti la Lazio Lotitiana, nata nella tempesta ha continuato sempre a navigare in acque movimentate. Questa Lazio nel bene e nel male è sopravvissuta ai debiti,alle contestazioni strumentali, all'erario, al crollo verticale della rosa, a calciopoli, ai dissidenti e credo pure a Lotito.

vedrò se quella stronza della dea bendata ce lo permette tra un paio di stagioni.

Offline franz_kappa

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Re:Lo stato dell'arte
« Risposta #59 : Giovedì 2 Settembre 2010, 19:00:31 »
Questa Lazio nel bene e nel male è sopravvissuta ai debiti,alle contestazioni strumentali, all'erario, al crollo verticale della rosa, a calciopoli, ai dissidenti e credo pure a Lotito.
Permettimi...
La Lazio di Lotito è sopravvissuta GRAZIE all'erario (ovvero l'amministrazione fiscale, ovvero l'Agenzia delle entrate [e quella circolare tailor-made]. Via XX settembre, insomma...).
Che le ha consentito di spalmare l'enorme debito fiscale accumulato tra 2002 e 2004.
Buon viaggio, caro Piero.