www.corrieredellosport.itdi Marco Ercole
Alla Lazio da gennaio 2008, il romeno con le sue 424 partite in biancoceleste è il primo di sempre davanti a Favalli e al grande Wilson ROMA - L'ultima stagione dell'ultima bandiera. Ad Auronzo di Cadore lo ha annunciato lo stesso Radu, quello che sta per iniziare sarà il suo Canto del Cigno: «In questo momento vi dico che al 99% l'anno prossimo smetterò. È ancora presto, ma volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di chiudere la carriera qui. Non credo ci sarà la possibilità di giocare anche la prossima stagione, ho preso la decisione. Voglio svuotare il serbatoio, ma prima spero di conquistare qualcosa d'importante quest'anno». Vorrebbe chiudere in bellezza, per suggellare con un trionfo il suo primato indiscusso di fedeltà tra i giocatori che prenderanno parte alla prossima Serie A. Senza la concorrenza di Giorgio Chiellini (andato a Los Angeles) e Francesco Magnanelli (ritirato), rispettivamente arrivati a 561 gettoni con la divisa della Juventus e 520 con con quella del Sassuolo, è il calciatore con più presenze in assoluto con la stessa squadra.
Record
Grazie ai 12 gettoni collezionati la scorsa stagione, adesso ne conta 424, record della storia della Lazio davanti a Beppe Favalli (401) e il compianto Pino Wilson (394). Avrà l'opportunità di far crescere ulteriormente questi numeri nel suo ultimo anno da calciatore, prima dell'addio all'attività agonistica che avverrà indossando la maglia della squadra del suo cuore, quella che ha sposato nel gennaio 2008 e dalla quale non si è più separato. Ha resistito anche alla rivoluzione tattica di Maurizio Sarri, ha dimostrato di poter essere utile pure in un modulo differente e con dettami tattici (soprattutto per i difensori) totalmente diversi rispetto al passato. Inizialmente per lui non sembrava esserci spazio, ma ha sovvertito questa convinzione lavorando in silenzio e mettendosi alla prova come se fosse un ragazzino alle prime armi. L'allenatore ha notato l'impegno e quando c'è stato bisogno lo ha impiegato sia da centrale che da terzino sinistro, a seconda di dove fosse l'emergenza di turno. Radu non ha tradito le aspettative, ha messo tutta la sua esperienza a disposizione della squadra, compensando con la sua straordinaria intelligenza tattica ai limiti fisici che inevitabilmente cominciano a palesarsi quando la carta d'identità segna 36 anni.
Saluti
Tra dicembre e marzo, quando la difesa di Sarri era stata falcidiata dalle assenze tra infortuni e squalifiche, è stato addirittura indispensabile, prima che una fastidiosa fascite plantare lo costringesse a fermarsi sul più bello. Contrattempi che fanno parte del gioco a quell'età, ma che non gli potranno impedire di dare il suo contributo sia sul rettangolo verde che, soprattutto, all'interno dello spogliatoio. Personalità come quelle di Radu sono fondamentali all'interno del gruppo anche senza la necessità di scendere in campo. D'altronde si parla di un veterano puro, dell'ultima bandiera della Serie A che sta per cominciare. Una leggenda della Lazio, che al termine della stagione si congederà salutando tutti. Con il sogno di farlo conquistando qualcosa di importante.
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